di Germana Condò
Vincere la novantasettesima edizione della Indianapolis 500 Mile Race per Tony Kanaan è stato il coronamento di un sogno. Il riconoscimento di una carriera vissuta sempre su di giri, tra sacrificio e delusioni, un po’ di sfortuna, sempre alla ricerca di un primo posto che non arrivava mai. Meritatamente, questa volta, il pilota brasiliano ha potuto fare il bagno con la tradizionale bottiglia di latte, tra le lacrime di gioia degli amici-ex rivali Papis e Zanardi, esplose dopo le tensioni di una gara corsa sempre tra le prime dieci posizioni. Stavolta la fortuna ha girato dalla sua. Le basse temperature e le velocità sostenute sono state causa di numerosi incidenti. Hildebrand è uscito di gara solo dopo quattro giri. Al trentaquattresimo passaggio è stata la volta di Saavedra, bloccato sul rettilineo, dopo aver toccato il muro su una curva, mentre Sato si è girato su se stesso al cinquantasettesimo giro. Ma due sono stati gli episodi decisivi per definire gli equilibri. A sette giri dalla fine, l’incidente incorso a Rahal. Bandiera gialla e corsa sospesa. Tutti dietro alla safety car. “It’s gonna be all or nothing” è stato quello che Kanaan ha pensato in quel momento. Mentre si trovava alle spalle del campione in carica Hunter- Reay, è riuscito a sorpassarlo. Deve essere stato lo stesso pensiero a suggerire anche il sorpasso del debuttante Munoz, arrivato secondo al traguardo, mentre in un attimo Hunter- Reay, che fino a quel momento era in testa, si è ritrovato terzo sul podio. Alla ripartenza, a tre giri dalla fine, ci ha pensato Franchitti ad aiutare ancora il brasiliano, prendendo in pieno un muro. Seconda bandiera gialla e l’ultimo giro si percorre sempre dietro alla safety car. Un giro infinito per Kanaan, ha ammesso anche lui, anche perché in tutta la gara non aveva girato mai oltre la quarta posizione, mentre al comando si è riscontrato un numero di avvicendamenti da primato. Ci provava da dodici anni, e non una volta era arrivato secondo, posizione che in questa competizione non da soddisfazione.