di Filippo Gherardi
Troppo pochi, ancora, i ventidue giri del Gran Premio di Losail in Qatar per sbilanciarsi su giudizi netti che potrebbero, inevitabilmente, sfociare anche in vere e proprie sentenze affrettate. Tuttavia, podio e classifica finale della prima fatica stagionale dei centauri della Moto Gp dicono che anche la classe regina, così come dovrebbe succedere per Moto 2 e Moto 3, sarà innanzitutto caratterizzata dai colori iberici, che la capacità di dominare un intero week end di Lorenzo ricorda, vagamente, quella del Mick Doohan di metà anni novanta, che Marquez ha un futuro da copertina ma prim’ancora un presente da protagonista, che la Ducati continua a pagare secondi dalle moto giapponesi e che il mondo delle due ruote, ma più in generale quello dei motori, ha ritrovato il Valentino Rossi dei giorni migliori. La rimonta del Dottore, il secondo posto finale, la bagarre degli ultimi giri prima con Crutchlow e poi con Marquez, hanno finito con oscurare anche la cavalcata trionfale (o Marcha Real ndr) del compagno di squadra Lorenzo. Rossi torna sulla Yamaha e torna grande, a smentire qualcuno che lo dava ormai prossimo alla pensione, distratto da una bacheca ricca di trofei ed ancorato a successi che appartengono ormai al passato. Nel frattempo, qualche posizione e diversi secondi più dietro la Ducati arranca, portando a casa un settimo ed un ottavo posto con Dovizioso ed Hayden, a venti secondi di ritardo, ciascuno, da Rossi e quasi venticinque da Lorenzo. A Borgo Panigale la musica non è cambiata, tanto meno la competitività di una moto ancora scorbutica ed indomabile. A cambiare, almeno in apparenza, sembrerebbero essere i bilanci che mandano in archivio una prima uscita sottotono ma non del tutto deludente, solo, perchè, al posto del pilota più vincente degli ultimi vent’anni in sella alla rossa, ora, siede un Dovizioso bravo e volenteroso, ma ancora in cerca di una definitiva consacrazione. Lo stesso Dovizioso che nell’immediato post Qatar ha dichiarato che questa sarà, inevitabilmente, la realtà Ducati in una stagione che si preannuncia come quella di un’inseguitrice ancor prima che di un’outsider di lusso, senza più Rossi e senza, come sembrava auspicare qualcuno, nemmeno fastidiose polemiche, dubbi tecnici ed esasperanti pressioni mediatiche. Nel frattempo, però, il dottor Rossi è tornato a volare, mentre la Ducati, purtroppo, continua a soffrire.