Ducati Hypermotard

 

di Francesco Piccirillo

 

Rimane la bellissima moto di sempre, aggressiva, divertente e sportiva con una tecnologia sempre più all’avanguardia. Tre sono le versioni proposte: Standard, SP e Strada che riescono a sostituire le due versioni 796 e  1100  due valvole. L’estetica è cambiata: la prima cosa che si nota sono gli scarichi bassi,  un profilo laterale più smilzo e una maggiore altezza da terra che rendono la moto visivamente più leggera e con una guida  facilitata alla piega.  La strumentazione è caratterizzata da un quadrante LCD con la capacità di fornire tantissime indicazioni: chiaramente saltano subito all’occhio contachilometri, tachimetro e contagiri, subito dopo si notano i controlli dell’ABS, del DTC (Ducati Traction Control), il controllo di trazione regolabile su otto livelli  e il Riding Mode con le tre mappature del motore che grazie all’interazione con l’acceleratore Ride-by-Wire  prevedono dei settaggi pre impostati del controllo di trazione e dell’ABS. Il motore è il nuovo Testastretta con una cilindrata di 821 cc, che sviluppa 110 CV a 9.250 giri di  potenza massima e raffreddato a liquido. Una curiosità, si chiama testa stretta ad 11° perché il numero indica l’intervallo di rotazione misurato in gradi durante il quale le valvole rimangono simultaneamente aperte donandogli così un sound estremamente gradevole. I freni  sono equipaggiati con pinze Brembo che gestiscono due dischi anteriori di 320 mm e quattro pistoncini M4.32, oltre ad una posteriore con due pistoncini da 245 mm. La moto è dotata del sistema ABS Bosch 9MP che governa i suddetti freni. Il telaio è stato completamente riprogettato rimanendo però sempre con traliccio in tubi d’acciaio e un’inclinazione del canotto di sterzo e avancorsa tali da creare il compromesso migliore per avere l’ottimo rapporto  tra agilità e stabilità. Il modello standard della Hypermotard è dotato di forcella da 43 mm a steli rovesciati e di un mono ammortizzatore  posteriore  regolabile sia nella molla che nell’idraulica. Ultima cosa: è stata aumentata la capacità del serbatoio che viene portata a 16 litri, comunque una capacità ancora ridotta (secondo chi vi parla) per lunghi tratti di strada. Ma la vera regina è sicuramente il modello SP, che cambia molto rispetto alle 2 versioni standard e lo si vede già subito in strada, la posizione del guidatore è più arretrata con una sella più morbida e accogliente, un manubrio più largo dando così la sensazione di essere ben caricati all’anteriore e amalgamati con la moto. La guida è subito rapida e reattiva, con una grande rapidità di risposta ai comandi e la facilità nei cambi di direzione. L’impianto frenante è decisamente di ottimo livello con un sistema antibloccaggio assolutamente docile, capace di  salvare da disastrose cadute in caso di asfalto bagnato o molto sporco.  Il  rombo ha un sound ancora più affascinante visto la disposizione alta degli scarichi  che da ai due cilindri più libertà di sfogo, il tutto  abbinato alla centralina elettronica regala alla moto 5/6 cavalli in più con una spinta maggiore negli alti regimi. Chiaramente rispetto alle versioni standard anche le sospensioni sono di tutt’altro livello, l’assetto è più composto e controllato e ci si può permettere di avere una guida un po’ meno pulita visto che le reazioni della moto si riescono a controllare maggiormente. La potenza è davvero esaltante sia che si scelga la mappatura Racing o Sport e la velocità è sicuramente più elevata di un bicilindrico di eguale potenza. Esteticamente ha un color bianco-rosso-nero sicuramente più ricercato delle sorelle ”minori”. Il telaio è rosso con i cerchi neri, le cartelle copri cinghie del motore in fibra di carbonio. Per ultimo tanta elettronica per riuscire ad esaltare il carattere aggressivo e divertente di questo modello.

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