Jerez e Sepang, ad ognuno i suoi test

 

di Filippo Gherardi

 

Nell’ultimo mese sono tornati a suonare i motori e a correre le lancette dei secondi tanto in F1 quanto in Moto Gp, in attesa che i tempi, quelli che contano davvero, comincino a scandire una stagione incerta e dai risvolti assolutamente imprevedibili. Partiamo dalle quattro ruote, e più nella fattispecie dai quattro giorni di test a Jerez de la Frontera. Si è cominciati il cinque di febbraio con la zampata di Jenson Button e della sua Mc Laren MP4-28 che regolano, letteralmente al fotofinish, la Red Bull di Mark Webber e la Lotus di un indemoniato (sai che novità) Romain Grosjean. Il secondo giorno, è lo stesso pilota ginevrino a chiudere davanti a Paul Di Resta, su Force India, e Daniel Ricciardo, su Toro Rosso, in quello che va in archivio come un podio davvero inedito. Hamilton, al debutto con la Mercedes, “appoggia” contro il muro del circuito andaluso la sua monoposto, mentre Massa, dopo il sesto posto del giorno prima non va oltre l’ottavo tempo finale. Sapiente fase di studio e valutazione? Oppure la nuova F138 sembra già a corto di tempi sul giro? Il riscontro che farebbe propendere, più, per la prima versione arriva all’indomani mattina, quando il brasiliano porta la sua rossa, in attesa che anche Alonso ne cominci a testare una propria, davanti a tutti. Felipe Massa davanti a Nico Rosberg e al tre volte iridato Sebastian Vettel, alla prima assoluta sulla nuova Red Bull RB9. Un giovedì da protagonista per la Ferrari, al cospetto di tante “prime firme” e con la consapevolezza, ritrovata, che “Felipe da San Paolo” riesce ancora ad avere il ruggito del campione. Quarto tempo per Kimi Raikkonen, quello che proprio con Massa come compagno di team ha portato a Maranello l’ultimo titolo mondiale in ordine di tempo. Lo stesso che nel quarto giorno di prove è riuscito a mettere una Lotus, la sua, per la seconda volta in quattro giorni davanti a tutti, fermando il cronometro sull’ 1’18’’146 (il tempo migliore in assoluto è stato, comunque, quello di Massa nel terzo giorno di prove) e mettendosi alle spalle, nell’ordine, la Force India di Jules Bianchi e la Red Bull di Vettel, ancora al terzo posto nel secondo giorno personale di test. Bilancio complessivo, quindi, che vede senza dubbio la Lotus, almeno se si dovesse tracciare una classifica finale, davanti a tutti per tempi, costanza ed anche quel pizzico di sorpresa che non guasta mai. Le altre? Stanno a guardare, o studiare se preferite, con segnali positivi che arrivano più da Ferrari e Red Bull che da Mc Laren e Mercedes. Beata imprevedibilità, avranno pensato guardando i risultati di Jerez, a migliaia di chilometri di distanza, addetti ai lavori ed appassionati della Moto Gp. Per quel che riguarda la classe regina della due ruote, e più nello specifico la sua prima tre giorni di test a Sepang, il copione è sembrato quello, preventivabile, di un dominio a due tra Honda HRC e Yamaha. Padrone assoluto del circuito malese è stato Dani Pedrosa su Honda, che ha chiuso al primo posto tutti e tre i giorni di test e sempre, seppur con distacchi diversi, davanti al campione del mondo, anche lui spagnolo ma su Yamaha, Jorge Lorenzo. Ridurre le copertine e, perché no, anche la lotta mondiale solo al dualismo tra il pilota catalano e quella maiorchino sarebbe, oggi, comunque un errore. Anche perché l’ultimo “mercato piloti” ha restituito una M1 al vecchio Dottor Rossi, e i benefici, per tutti, sembrano essere già emersi. Valentino ha danzato ogni giorno tra la terza e la quarta posizione, distante ancora qualche decimo dalla coppia di testa ma tornato, finalmente, protagonista del suo habitat naturale. Accanto lui, nei tempi, un fenomeno di appena vent’anni che risponde al nome di Marc Marquez, uno a cui la Honda ha deciso di dare una guida dopo l’accoppiata mondiale 125-Moto 2 delle passate stagioni, uno che studiava per diventare il nuovo Valentino Rossi e che, a partire dal prossimo 7 aprile in Qatar, insieme proprio allo stesso Rossi cercherà di inserirsi nella sfida Pedrosa-Lorenzo.

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