di Maurizio Elviretti
La firma di Jorge Lorenzo in Ducati ridisegna, dal prossimo anno, la MotoGp. Sarà una sfida per tutti, affascinante e con tanti punti interrogativi. Di certo si può dire tutto al Porfuera, tranne che non abbia gli attributi grossi come un pallone, visto che andrà a guidare una moto completamente diversa da quella attuale. Chi esce con le ossa rotta, inevitabilmente, sono invece Andrea Iannone e Andrea Dovizioso: uno dei due dovrà salutare, l’altro convivrà con una presenza ingombrante come quella del maiorchino, grazie al quale Claudio Domenicali e Gigi Dall’Igna contano di fare il definitivo salto di qualità dopo un quinquennio di ricostruzione. La Ducati sembra aver finalmente partorito una grande moto, capace di competere davvero con Yamaha e Honda. Lo ha confermato l’inizio della stagione, ma gli Andrea, tra bisticci ed errori, hanno raccolto più asfalto che punti. La vera corsa, quindi, è quella al motomondiale del 2017 e del 2018. E chi più di Lorenzo poteva essere l’uomo chiamato a guidare la Desmosedici verso il trionfo? Lo spagnolo ci metterà la faccia per vari motivi, non solo sportivi. Innanzitutto, vincere con la Ducati vorrebbe dire riuscire dove Valentino Rossi ha fallito nel biennio 2011-2012. Una gran soddisfazione vista la rivalità tra i due. Poi c’è una ragione economica, non secondaria: il contratto biennale di Lorenzo sarà di 25 milioni totali, una cifra astronomica che fa capire come a Borgo Panigale si faccia sul serio per cancellare dal calendario il 2007 e il 2010, anni dell’ultimo titolo e dell’ultima vittoria in un gran premio. La mossa renderà il prossimo mondiale una splendida corsa senza guerre fratricide. Valentino Rossi non avrà rivali in Yamaha nei suoi ultimi due anni nel circuito: la casa giapponese lavorerà tutta per lui preparando il terreno a Maverick Vinales, corteggiato e pronto a essere strappato alla Suzuki. Ci guadagna anche Marc Marquez, inamovibile dalla Honda e pronto a sfruttare eventuali problemi di ambientamento del connazionale alla Ducati. I tre piloti top su tre moto diverse, davvero competitive: una griglia di partenza, quella del 2017, che mancava da anni e che promette spettacolo. La trama è stata ordita da Dall’Igna, amico di Lorenzo: il binomio tra lo spagnolo e l’uomo della Ducati si ricompone dopo i due Mondiali 250 vinti in Aprilia nel 2006 e 2007. A conti fatti, c’è un solo sconfitto. Lo decreterà il ballottaggio tra Andrea Iannone e Andrea Dovizioso. Uno dei due dovrà consegnare al sua moto a Lorenzo. Ma anche chi resterà dovrà fare i conti con la scelta della Ducati, perché il messaggio è chiaro: né il vastese né il pilota di Forlimpopoli sono stati giudicati una certezza per vincere il mondiale.