di Filippo Gherardi
Undicesimo Gp della stagione 2015, si torna a correre dopo la sosta estiva e dopo il successo, il secondo stagionale, di Sebastian Vettel e della Ferrari in Ungheria lo scorso 26 luglio. I motori delle monoposto di Formula 1 si riaccendono nel tempio dell’automobilismo di Spa-Francochamps, in Belgio, dove ancora una volta, e malgrado l’acuto della Rossa all’Hungaroring, tutti sono ancora una volta a caccia delle due Mercedes. Le frecce d’argento di dimostrano imprendibili sin dalle prove libere, con Rosberg a dominare le prime due sessioni ed Hamilton davanti a tutti nella terza. Proprio durante le libere, però, arriva il primo campanello di un week end difficile per i pneumatici Pirelli, con lo stesso Rosberg che nelle ultime battute della seconda sessione, in prossimità della Blanchimont, vede esplodere la posteriore destra e sfodera un controllo della vettura da top driver per evitare lo schianto contro le barriere. Qualifiche del sabato ancora sotto il dominio Mercedes, con Hamilton che conquista la sua decima pole stagionale, la sesta consecutiva, davanti (naturalmente) proprio al compagno di squadra. Terzo Bottas, appaiato in seconda fila dalla Force India di Sergio Perez. Male le Ferrari: Vettel non va oltre l’ottava posizione e Raikkonen, condizionato da un guasto al motore nella Q2, è costretto a scattare addirittura dalla sedicesima posizione. Veniamo alla gara. I problemi per Hulkenberg e Sainz iniziano già dall’installation lap, quelli di Rosberg, invece, pochi secondi dopo lo spegnersi dei semafori, con il tedesco di casa Mercedes che rischia quasi di spegnere la macchina precipitando nelle retrovie. Per sua fortuna (e non solo) di lì a breve inizia il valzer dei pit stop, con strategie rivisitate in corsa e posizioni, Hamilton a parte, stravolte. In tutto ciò Vettel comincia a tessere la sua rimonta, mentre arriva un clamoroso harakiri del muretto Williams con Bottas che rientra in pista con tre ruote, su quattro, a mescola morbida ed una, la posteriore destra, a mescola intermedia. Conclusione? Drive through e nuovo cambio gomme. Fuori anche Ricciardo, che rompe il motore della sua Red Bull proprio mentre duellava con l’ex compagno Sebastian Vettel, mentre nel frattempo Rosberg, tornato in seconda posizione all’inseguimento di Hamilton, finisce sotto investigazione dei commissari per non aver rispettato il limite di velocità in regime di virtual safety car. Il vero colpo di scena, però, arriva ad un giro dalla fine: mentre Hamilton ha ormai archiviato il suo sesto successo stagionale, seguito appunto dal suo compagno di team Nico Rosberg in seconda posizione, Sebastian Vettel vede vanificare la sua rimonta e il suo terzo posto in classifica a causa di un’esplosione del pneumatico posteriore destro. Beffa per il ferrarista, con il terzo gradino del podio “regalato” alla Lotus di Grosjean, ma anche tanta rabbia per un episodio che solo la freddezza (e la bravura) al volante del tedesco non ha fatto sfociare in un possibile incidente con conseguenze peggiori. Nel post gara scoppia la polemica tra Ferrari e Pirelli, con Vettel che tuona: “Mi sarei schiantato a 300 all’ora sulle barriere. Qualcuno mi deve spiegare cosa diavolo è successo”. La risposta del fornitore ufficiale non è tardata ad arrivare, tramite un comunicato stampa ufficiale che recita: “Fin dal novembre 2013, Pirelli aveva chiesto che venisse fissato per regolamento anche il numero massimo di giri effettuabili con lo stesso set di pneumatici. La richiesta non venne accolta”. In aggiunta, il responsabile Paul Hembery chiosa: “La gomma di Sebastian Vettel era chiaramente finita, usurata fino all’estremo. Tutte le gomme del mondo quando arrivano alla loro fine danno problemi. La sua aveva 28 giri sulle spalle mentre noi pensavamo che la strategia ‘normale’ fosse tra due o tre soste”. Insomma, della serie “cornuti e mazziati”, tanto che il team principal della Ferrari Maurizio Arrivabene si è sentito in dovere di aggiungere “Abbiamo un ingegnere dedicato alle gomme pagato per fornirci indicazioni perfette, non sta lì a masticare il chewing gum: le nostre scelte strategiche si basano su dati precisi”. Per completezza, giusto segnalare che la stessa Pirelli aveva escluso problemi strutturali alla gomma già in occasione dell’incidente avuto dalla Mercedes di Rosberg in occasione della seconda sessione di libere, e che alla vigilia del Gp del Belgio la FIA, a causa delle temperature elevate dell’asfalto, aveva avvisato le scuderie a rispettare i parametri di sicurezza in merito all’utilizzo degli pneumatici. In tutto ciò, Hamilton allunga nel mondiale piloti salendo a 28 punti di vantaggio su Rosberg, e tra due fine settimana si torna in pista per il Gp d’Italia, a Monza.