L’Italia dei Rossi e delle Rosse

foto Ansa

 

di Filippo Gherardi

 

Dopo 676 giorni e quasi due anni la Ferrari torna davanti a tutti in un Gran Premio di Formula 1. Il 12 maggio del 2013, a Barcellona, fu Fernando Alonso a far risuonare l’inno di Mameli sul gradino più alto del podio cogliendo quello che in pochi, almeno 676 giorni fa, immaginavano che sarebbe potuto essere il suo ultimo successo in Ferrari. In Malesia è toccato a Sebastian Vettel riportare al successo la Rossa di Maranello, domando, almeno per una domenica, lo strapotere Mercedes. Un successo figlio di una strategia e di un lavoro di squadra praticamente perfetti, ma anche il prodotto di una macchina che dopo il terzo posto, sempre con Vettel, conquistato alla prima in Australia è tornata se non altro credibile (in termini di prestazioni e risultati) in attesa di ritornare, definitivamente, la favorita per il titolo iridato. I punti sin qui conquistati del quattro volte campione del mondo, un ritardo dalla coppia Hamilton-Rosberg apparentemente appiattito e l’ottima verve dimostrata anche da un superbo Kimi Raikkonen, quarto al traguardo con l’altra Ferrari dopo essere scattato dall’undicesimo posto in griglia, darebbero più di un motivo per sognare in grande, ma se Fabrizio Arrivabene, anche lui alla prima perla da team principal tanto quanto Vettel da prima guida, esorta tutti a “Rimanere con i piedi per terra”, allora giusto rimanerci anche noi, convinti, comunque vada, che la Rossa è tornata a scaldare gli animi e a scandire le speranze di un intero paese. Se l’ultimo successo della Ferrari risaliva a più di due anni fa, l’ultimo “triplete” italiano nella Moto Gp era datato, addirittura, Mugello 2005, quando in un tripudio di tricolori un Valentino Rossi appena ventiseienne precedeva, nell’ordine e sul podio, Max Biaggi e Loris Capirossi, in una gara memorabile ed ormai confinata nei libri di storia. Da allora ad oggi sono passati qualcosa come 118 mesi e più di 3500 giorni, ed ora ecco un nuovo triplete tutto italiano, in Moto Gp, ed ancora all’insegna di Rossi e delle Rosse. Sempre Valentino, sempre su Yamaha, davanti a tutti per la 109esima volta in carriera, e alle sue spalle due Ducati (rosse per l’appunto) luminose come non mai nella notte di Losail, quelle di Andrea Dovizioso ed Andrea Iannone, con quest’ultimo che conquista a quasi ventisei anni il suo primo podio nella classe regina. E sì, perché all’ombra della dominante immortalità di Valentino e della nuova dimensione della “nuova” Ferrari di Vettel, sembrano essere proprio quelli della strana coppia di Andrea a disposizione di Dall’Igna e co. i volti più inaspettati ed efficaci, almeno dopo il week end appena trascorso, di un’Italia dei motori che inizia la stagione 2015, delle quattro e delle due ruote, esultando come non succedeva da tempo oltre che all’insegna di una sola ed inconfondibile sfumatura cromatica. Quale? Rosso naturalmente.

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