Solite Note

 

di Federico Gianandrea De Angelis

 

I motori si sono riaccesi, le gomme sono calde e i piloti hanno più che mai voglia di darsi ancora battaglia alle velocità più estreme sui circuiti di tutto il mondo: per coloro che non ce la facevano più ad aspettare, è tornato il Mondiale di Formula 1. Li avevamo lasciati con Hamilton che si laureava campione del mondo dopo un’accesa lotta con il compagno di squadra Rosberg, i due della Mercedes hanno letteralmente dominato tutto il campionato regalando ovviamente la vittoria del titolo Costruttori alla casa tedesca. Dopo una stagione deludente e tanti cambiamenti, vedi la successione di Marchionne a Montezemolo sulla poltrona di presidente, la Ferrari vuole tornare ad occupare i posti che le competono, e per farlo ha affidato la guida della sua monoposto al pluricampione del mondo Sebastian Vettel, salutando Fernando Alonso che nel mentre è passato alla McLaren. Non c’era però quest’ultimo sulla griglia di partenza del primo Gran Premio del Mondiale 2015, perché l’ormai famoso incidente durante i test di Barcellona gli ha causato danni tali da obbligarlo a rimanere a casa, ma niente di grave, lo spagnolo è già a lavoro per tornare il prima possibile in pista. Qualche curiosità prima di passare al resoconto della prima gara: torna in programma il Gran Premio del Messico che mancava dal 1992, mentre ci sono ancora dubbi su quello tedesco di Nurburgring a causa delle difficoltà economiche del tracciato, tanto che lo stesso Ecclestone ha annunciato che in caso di mancata tenuta la gara non verrà sostituita; per la prima volta dal 1994 non ci sarà un pilota che correrà con il numero uno, visto che il campione del mondo Hamilton ha scelto di continuare ad utilizzare il 44. Ora però torniamo in Australia, perché è da lì che parte la nuova avventura delle monoposto, dal circuito Albert Park di Melbourne. Alle prove libere si presentano solo in sedici, perché la Manor Marussia viene fermata da problemi tecnici relativi ai software utilizzati dalla scuderia, mentre la Sauber è bloccata dalla diatriba legale con il pilota Van der Garde, il quale reclama il suo diritto a correre con la squadra elvetica. Quasi da copione, nella prima sessione sono le Mercedes a classificarsi rispettivamente prima con Rosberg e seconda con Hamilton, staccate di un solo centesimo di secondo, davanti alla Williams di Bottas; nella seconda sessione torna la Sauber che lascia Van der Garde ai box senza impiegarlo e fa guidare le sue vetture a Nasr e Ericcson, ma sono ancora le frecce argentate ad andare più veloci di tutti, seguite questa volta dalla Ferrari di Vettel. Quest’ultimo, nella terza sessione dà già il primo segnale di riscatto da parte della Rossa, ottenendo la velocità di punta più elevata (306 km/h) e piazzandosi al secondo posto dietro ad Hamilton e davanti a Rosberg. Prima delle qualifiche la Sauber trova un accordo con Van der Garde e può finalmente partecipare al resto della gara, mentre non c’è nulla da fare per la Marussia che però non viene penalizzata dalla FIA; nella prima sessione è Hamilton a segnare il miglior tempo, vengono invece eliminate le McLaren e Ericcson, oltre ovviamente alle Marussia. Al Q2 è sempre Hamilton ad andare meglio di tutti, la lotta per accedere alle fasi finali è accesissima e alla fine la perdono e vengono eliminati Nasr, Verstappen, Kvjat e i due della Force India. Nell’ultima fase l’inglese della Mercedes si conferma e guadagna la pole position, al secondo posto si qualifica Massa, Rosberg sbaglia e finisce terzo al fianco di Vettel. Purtroppo dopo le qualifiche Bottas si fa male alla schiena, viene visitato dai medici della FIA che non lo ritengono in condizione per partecipare alla gara, quindi tutti i piloti arrivati dopo di lui scalano di una posizione; Kvjat e Magnussen sono fermati da un guasto alle proprie monoposto e quindi nemmeno loro possono prender parte alla gara, ma in questo caso la griglia rimane la stessa con due posti vuoti. Arrivati al grande giorno in cui si spengono i semafori, le Mercedes partono subito veloci e rimangono in testa inseguite da Massa e da Vettel, quest’ultimo però rischia il contatto con Raikkonen che a sua volta viene toccato da Carlos Sainz Jr, esce dalla pista e nel rientrare va vicino allo scontro con Nasr, il pilota della Toro Rosso colpisce quindi Maldonado che va a sbattere contro le protezioni e si deve ritirare. Entra quindi la Safety Car e compie tre giri, quando esce, Nasr e Ricciardo superano Sainz, e lo stesso fa Raikkonen un giro dopo, il settimo; al sedicesimo passaggio il finlandese rientra ai box ma per un problema nel fissare la gomma posteriore del lato sinistro perde secondi e un paio di posizioni. La gara non è certo delle più emozionanti, nelle prime posizioni non cambia nulla fino a che tutti i piloti, tra i giri 22 e 26, rientrano per il cambio gomme, e proprio in questo frangente Vettel si porta terzo ai danni di Massa; Verstappen guadagna posizioni perché non si ferma fino al trentatreesimo giro, ma poco dopo la Power Unit lo abbandona e lo obbliga ad uscire. Storia simile quella di Raikkonen, il quale riesce a rimontare fino al quarto posto prima della seconda sosta, ma lì ancora una volta ha problemi con il fissaggio della stessa gomma, parte senza che venga ben montata e dopo pochi metri deve abbandonare la corsa. Dopo un Gran Premio povero di colpi di scena, Hamilton taglia per primo il traguardo e occupa il gradino più alto del podio, sugli altri due salgono in ordine Rosberg e Vettel, per la gioia dei ferraristi che vedono i loro sogni di gloria farsi più consistenti.

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