di Flavio Grisoli
Waze, la app creata per fornire agli utenti informazioni in tempo reale sullo stato del traffico (fornite dagli utilizzatori stessi) è finita sotto la lente d’ingrandimento della polizia americana. Sì perché questa applicazione, acquistata da Google nel 2013, permette di situare in un determinato punto la posizione di una pattuglia della polizia. Opportunità che funge principalmente da deterrente per molti incauti alla guida ma che, secondo Charlie Beck (capo della polizia di Los Angeles), compromette la sicurezza degli agenti stessi. Beck ha fatto notare che nei giorni precedenti l’uccisione dei due agenti di polizia Rafael Ramos e Wenjian Liu il 20 dicembre, l’assassino aveva utilizzato Waze per monitorare gli spostamenti dei poliziotti. La risposta di Waze non si è fatta attendere: in un comunicato, la portavoce Julie Mossler ha dichiarato che la app è attualmente in uso presso molte istituzioni, anche di pubblica sicurezza. “Siamo sempre molto attenti alla sicurezza e lavoriamo in sinergia con molti dipartimenti di polizia, fra cui quello di New York e diversi dipartimenti dei trasporti in tutto il mondo – si legge nella nota – per aiutare le municipalità a capire meglio cosa accade nelle loro città in tempo reale. In questo modo i cittadini sono più sicuri e si evitano congestioni nel traffico. I nostri partner della polizia sostengono la possibilità di riportare la loro posizione sulla strada, perché molti automobilisti guidano più attentamente quando sanno che le forze di polizia sono nelle vicinanze”. Poi, Beck aggiunge che c’è unicamente la possibilità di segnalare attraverso un’icona sulla mappa la posizione della polizia con uno scarto di qualche decina di metri, e non invece di tracciare spostamenti o la posizione esatta della pattuglia.