BMW e Toyota, di nuovo insieme

 

di Leonardo Frenquelli

 

Quando la collaborazione tra due grandi brand automobilistici va bene, molto spesso è destinata a ripetersi. Lo dimostra la joint-venture che si preparano ad affrontare Bmw e Toyota. Dopo dodici anni da quando i giapponesi avevano fornito il propulsore turbodiesel per la prima Mini alimentata a gasolio, il nuovo progetto andrà ancora a dare una spinta al progetto Mini, per la BMW e per il brand nipponico servirà ad espandere il mercato negli Stati Uniti. Toyota infatti, sfrutterà la collaborazione anche per dare nuovo lustro  a Scion, marchio “succursale” che lavora per giapponesi negli States, che verrà probabilmente ampliato con una piccola sportiva. Con gli ultimi aggiornamenti di gamma, la Mini è sempre più grande e più lontana dal concetto di city car compatta che seguiva le orme della prima Mini Minor del 1959. Proprio per questo, per dare un’alternativa valida nel settore delle “small premium”,  sta per nascere una vettura che sarà un misto tra un ritorno alle origini Mini ed un concentrato di innovazione. Data proprio la differenza con le altre Mini di gamma, questa city-car che, non a caso, si chiamerà Minor, verrà prodotta su una piattaforma diversa da quella degli altri modelli ed andrà a fare concorrenza alla Fiat 500, un punto di riferimento valido per gli ottimi numeri di vendite ottenuti negli Stati Uniti. Ovviamente, essendo una joint-venture, non sarà soltanto BMW in veste di Mini a beneficiare di questa collaborazione, perché Toyota sfrutterà l’occasione per una sostituzione di qualità della iQ e far uscire nei prossimi anni, nuove vetture dello stesso segmento, anche in America con Scion. Stando alle ultime indiscrezioni, il prezzo della nuova Mini Minor sarà inferiore ai sedici mila dollari, prezzo che, se rispettato, sarebbe altamente concorrente per il segmento di mercato che andrebbe a ricoprire.

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