Motori (e dolori) all’italiana

 

di Filippo Gherardi

 

Italia paese di santi, poeti e…motori. Eppure sembrano lontani i tempi in cui il made in italy spopolava, quasi dominava, la scena internazionale automobilistica. Negli ultimi anni anche la “componente” motoristica, assieme ad altre (purtroppo), nel nostro paese sta vivendo un momento di effettiva flessione. Fiat che diventa FCA e che sparge le sue attività in giro per il mondo è una storia già affrontata a tempo debito, quelle più attuali, almeno in termini squisitamente temporali, riguardano Ferrari e Motor Show. Nella settimana in cui Lewis Hamilton suggella una stagione dominata dai colori e dai piloti Mercedes in Formula 1, la casa di Maranello ha incassato l’ennesima rivoluzione di un’annata deludente, difficile e davvero molto poco leggibile dall’esterno. Alonso lascia dopo 5 anni, qualche vittoria, tanti podi ma soprattutto zero titoli in bacheca. Vettel arriva e dichiara che almeno per il momento quelli lì (vedi Mercedes sopraccitata ndr) rimangono oggettivamente inarrivabili, che la strada da percorrere è lunga e non soltanto da un punto di vista chilometrico. Ma soprattutto, arriva l’ennesimo avvicendamento ad un muretto dove ad inizio campionato c’era Stefano Domenicali (ora ufficialmente passato nella dimensione Audi), dove poi è arrivato Marco Mattiacci e dove ora, con l’annuncio ufficiale appena subito dopo l’ultima bandiera a scacchi di Abu Dhabi, siederà Maurizio Arrivabene. Se a tutto ciò sommiamo anche il non proprio trascurabile avvicendamento alla presidenza, dopo 23 anni di successi, tra Luca Cordero di Montezemolo e Sergio Marchionne beh, allora, la situazione e la stagione appena conclusa sembrano ancor più complesse e confuse fuori che dentro la pista. Secondo tema in copertina, anche e doverosamente su quella del nuovo numero di Professione Motori, il Motor Show di Bologna. Fino a qualche anno fa il vero, ed unico, Salone automobilistico italiano degno di una S maiuscola. Quest’anno, questa settimana e per le due che verranno, riapre i battenti dopo un anno di assenza e al tempo stesso di imbarazzanti interrogativi. Le adesioni da parte dei brand automobilistici sono state tutto fuorché plebiscitarie, ma d’altronde un anno di latitanza ed un mercato italiano ancora in difficoltà finirebbero, inesorabili, con lo scoraggiare chiunque. Tuttavia il Motor Show riparte, sperando che pubblico ed appassionati riescano a colmare qualche vuoto di troppo, con l’auspicio, da parte degli organizzatori ma in generale un po’ di tutti, che dai Padiglioni del Bologna Fiere si possa ripartire verso orizzonti ben più sereni per ritornare ad essere un paese di santi, poeti e soprattutto di motori.

Lascia un Commento