Uber Alles

 

di Flavio Grisoli

 

Uber è il celebre servizio che offre il noleggio di auto direttamente dal proprio smartphone che negli ultimi mesi è tornato alla ribalta della cronaca (e delle polemiche) anche nel nostro Paese, con i tassisti di Roma e Milano che hanno organizzato manifestazioni, proteste e scioperi contro la società della Silicon Valley accusandola di concorrenza sleale. In Germania però si è andati anche oltre: un tribunale di Francoforte ha stabilito che l’impresa non aveva le necessarie autorizzazioni di legge per operare secondo il diritto tedesco. Nella sentenza del tribunale tedesco si legge che il servizio low-cost “UberPop” non poteva più operare e prendere passeggeri. Pena, una salatissima multa. Dalla società di San Francisco fanno sapere che non hanno nessuna intenzione di fermarsi, aggiungendo che il divieto non è applicabile se è in corso il processo di appello: “Non si può mettere un freno al progresso – dicono dalla Uber – e noi continueremo le nostre operazioni e offerta di servizi di condivisione di tragitti attraverso la nostra applicazione UberPop in tutta la Germania”. Sostanzialmente, UberPop è stata lanciata all’inizio di quest’anno e coinvolge conducenti over-21 che mettono a disposizione le proprie vetture per il trasporto passeggeri. I tassisti tedeschi, i più attivi nella lotta alla Uber, definiscono questa applicazione come una forma di anarchia del capitalismo, sottolineando che i passeggeri non potrebbero essere coperti dall’assicurazione in caso di incidente. La portavoce di Taxi Deutschland, Anja Floetenmeyer: “In Germania non c’è assicurazione che si applica ai piloti privati. Se il vostro assicuratore viene a sapere che si sta guidando per una app e che ci si vuole guadagnare sopra trasportando altri passeggeri, non pagherà mai un’eventuale indennizzo per un incidente. Ma il portavoce di Uber in Germania, Fabien Nestmann, tramite un blog ha precisato che: “Tutte le nostre auto – e quindi tutti i viaggiatori – sono assicurati da Uber”. C’è un precedente in Europa che sorride all’azienda americana: le autorità dei trasporti di Londra decisero di non perseguire Uber nel giugno scorso, anche di fronte alle proteste dei tassisti che si appellano alla concorrenza sleale e che continuano a protestare nelle grandi città di tutta Europa.

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