di Flavio Grisoli
Sappiamo che da molto tempo Google è duramente al lavoro per sviluppare vetture auto-guidate, ma negli scorsi giorni è stata resa nota una decisione che potrebbe rallentare significativamente il progetto del colosso di Mountain View. Il California Department of Motor Vehicles (possiamo definirla la nostra Motorizzazione Civile) ha infatti emesso una regola che prevede che un pilota deve essere in grado di prendere il controllo fisico immediato di un veicolo, costringendo così tutti i costruttori e progettatori di veicoli auto-guidati ad inserire un volante e un sistema di freni a pedale. A maggio Google aveva presentato il proprio modello di auto a guida automatica: un piccolo prototipo a due posti, simile ad una Smart, con un frontale molto divertente che sembra riportare uno Smile. A partire da metà settembre, comunque, la norma diramata dal Dipartimento sui veicoli a motore, sarà obbligatoria. «Durante i nostri test stiamo attrezzando i veicoli con volante, freno e acceleratore – ha commentato un portavoce di Google – così i nostri piloti potranno testare le caratteristiche di auto-guida pur avendo la possibilità, in casi di emergenza, di prendere il controllo del veicolo». I test su strade private inizieranno nel mese prossimo, in prototipi che monteranno i comandi manuali di sicurezza. C’è comunque molta fiducia nel progetto a Mountain View: quando il co-fondatore Sergey Brin ha presentato i prototipi in maggio, ha detto che l’obiettivo del progetto di veicoli auto-guidati è di essere “significativamente” più sicuro di quelli “tradizionali” in pochi anni. Le macchine ad una velocità massima di 25 miglia all’ora. Brin ha poi aggiunto, ultimamente, che i veicoli non sono mai stati protagonisti di incidenti di nessun tipo finora. Questo grande progetto di Google è solo uno dei tanti, che sono soliti chiamare “colpi di luna” (“moon-shots”). Altri progetti provenienti dalla divisione sperimentale dell’azienda, chiamata Google X, includono il dispositivo Google Glass, e un progetto chiamato Loon, che mira a portare la connessione Wi-Fi in regioni non raggiungibili via palloni aerostatici.