di Germana Condò
Dopo oltre dieci anni di presenza sul mercato, trascorsi ai margini del segmento F in termini di successo riscosso, Volkswagen rilancia la seconda generazione di Phaeton al Salone di Ginevra 2014. Questa volta i presupposti per la riuscita del modello ci sono tutti e l’errore commesso con la lussuosa berlina, lanciata per la prima volta nel 2002, è stato chiaro per la Casa di Wolfsburg. La precedente generazione di Phaeton puntava alla concorrenza con le ammiraglie di segmento F del calibro di Audi A8, di BMW Serie 7 e di Mercedes Classe S. Se è pur vero che per dimensioni, lusso interno e contenuti tecnologici Phaeton potesse vantare un livello pressoché equivalente, in rapporto al marchio e all’elevato prezzo, l’orientamento della clientela andava verso altre direzioni. Oggi la nuova Phaeton, pur non snaturando il proprio Dna di ammiraglia di lusso, si propone di iniziare una spietata concorrenza anche alle illustri rivali del segmento E, puntando soprattutto ai mercati in via di maggior sviluppo, come quello cinese e quello nordamericano, in cui le berline di lusso sono molto richieste e non conoscono crisi. Volkswagen ha voluto mantenere sulla nuova generazione di Phaeton le linee pulite, essenziali e il look dinamico, elementi che contraddistinguono tutti i modelli tedeschi, utilizzando la piattaforma modulare MLB. Si rinnova il frontale su cui spicca una grande griglia che si estende orizzontalmente lungo il cofano, con abbondanza di cromature e grande logo VW al centro, i gruppi ottici anteriori e posteriori sono dotati di fanaleria a Led. Per gli interni sono stati utilizzati materiali di grande pregio, rivestimenti di alcantara e pelle, e sono previste numerose possibilità di personalizzazione, scegliendo tra una lunga lista di accessori presenti in listino. Tra i propulsori non sembrano esserci grandi novità, tra questi la casa tedesca si affida al V6 TDI 4Motion common rail a iniezione diretta.