di Filippo Gherardi
Fiat Chrysler Automobiles, tre parole per riassumere una rivoluzione automobilistica oltre che economica e culturale. Il nuovo ex gruppo Fiat ha preso ufficialmente corpo al termine del Cda che si è svolto lo scorso 29 gennaio, internazionalizzando come più (e meglio?) non avrebbe potuto fare la sua struttura interna. Sede legale in Olanda, mentre quella fiscale è stata “confinata” in Gran Bretagna, ed azioni quotate oltre che sulla borsa di Milano anche (e soprattutto) presso quella di New York. Una rivoluzione, come detto, per quello che è da sempre il brand trainante del mercato automobilistico italiano, ma come tale, e come ogni buona rivoluzione che si rispetti, anche non esente da perplessità, scetticismo e qualche critica. Tralasciando l’aspetto strettamente nazionalistico, con lo storico Lingotto torinese ormai destinato a qualcosa di molto vicino ad una “sede storica”, il capitolo che più sta a cuore è, inevitabile, quello legato alle sorti delle aziende sparse sul territorio e, ancor più gravoso, dei loro dipendenti. Una decentralizzazione così evidente potrebbe avere ripercussioni? Ancora è presto per dirlo ma non, necessariamente, per temerlo. Secondo poi, la nascita di un gruppo industriale protagonista su ambedue i lati dell’Oceano può permettere al neonato marchio FCA di tenere botta nei confronti degli altri gruppi presenti sul mercato? L’augurio, comunque vada, rimane questo, ma per riuscirci occorrerà rinverdire una gamma vetture che negli ultimi tempi è sembrata un po’ a corto di brillantezza ed originalità, valorizzando i propri punti di forza e trovandone, se possibile, degli altri. Ben vengano, quindi, l’Alfa Romeo 4C premiata “Auto più Bella dell’Anno 2013” all’ultimo Festival Internazionale dell’Automobile di Chamonix, la Maserati Ghibli proiettata in diretta, davanti a 110 milioni di spettatori, in occasione dell’ultimo Super Bowl ed anche un logo rivisitato e più “intercontinentale”. Tuttavia per far si che questa rivoluzione porti i frutti sperati occorrerà, per forza di cose, molto e molto di più.