Più auto nuove nel 2014

 

di Germana Condò

 

In Italia stiamo affrontando una crisi economica che fino ad oggi si è tradotta in un ridimensionamento dei consumi e dello stile di vita. Con i redditi sempre più bassi gli italiani hanno imparato a tagliare le spese, prima di tutto quelle relative a beni non indispensabili. A dispetto della convinzione popolare che promuove lo stereotipo dell’italiano legato alla sua auto più che alla moglie, uno dei primi beni di cui questo esemplare ha imparato a fare a meno in tempi difficili è proprio l’auto nuova. Uno studio effettuato sull’andamento del mercato dell’auto dal Centro Promotor prevede che alla fine del 2013 le nuove immatricolazioni auto saranno circa 1.295.000. Sulla base di questo dato e dell’analisi di altri fattori, secondo Promotor nel 2014 dovremmo assistere ad un incremento delle immatricolazioni nel corso dell’anno di circa 2,7 sul 2013, per arrivare a chiudere nel mese di dicembre con circa 1.330.000 nuove immatricolazioni. Si direbbe un attestazione di lieve ripresa ma in realtà non è così, come spiega anche Gian Primo Quagliano, Presidente del Centro Studi Promotor, secondo cui “le condizioni per una ripresa degna di questo nome ancora sono lontane”. I fattori che andrebbero a gravare su una situazione già compromessa, sarebbero legati alle scelte di consumo delle famiglie, la maggior parte delle quali non sembra capace di fare a meno di tutto quanto legato ai servizi di telefonia e connessione. Le scelte sono condizionate anche dal carico fiscale e dalla tassazione legata alle quattro ruote che nel nostro paese, rispetto al reddito medio, risulta eccessiva, oltre ai premi assicurativi e ai rincari del carburante che spesso costringono i proprietari delle auto a lasciarle in garage dalla metà del mese in poi. Sono certo lontani i tempi del grande boom di vendite del 2007, in cui sono state registrate la bellezza di quasi due milioni e mezzo di nuove auto immatricolate. Bisogna però tener conto del fatto che questi numeri sono stati raggiunti soprattutto grazie ad una serie di incentivi statali che spesso si cumulavano con ulteriori sconti delle concessionarie, rendendo l’acquisto davvero invitante. Ad oggi la previsione di Quagliano è questa:“l’Italia rischia di diventare un paese di serie B con un mercato dell’auto di serie C”.      

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