Mal di guida

 

di Germana Condò

 

Parlare di mal d’auto fino a qualche anno fa rimandava a quel senso di nausea accusato dai passeggeri, soprattutto bambini, durante un viaggio in automobile. Oggi il concetto richiama una serie di sintomi più ampi e più gravi che coinvolgono un gran numero di automobilisti. Si tratta di stress, rabbia, senso di confusione generale, a volte frustrazione, fino a degenerare in veri e propri mali fisici come tachicardia, tensioni muscolari, mal di testa, rigidità nella zona del collo. Alcune case automobilistiche e compagnie assicurative hanno svolto studi finalizzati a raccogliere dati sul fenomeno, costantemente in crescita. Tra i più recenti è quello promosso dal Centro Studi e Documentazione Direct Line, secondo cui un automobilista su due non sarebbe immune alle patologie fisiche e psicologiche scatenate dalla guida in situazioni di stress, tra cui al primo posto sarebbe la nebbia, poi l’impegno nel doversi destreggiare tra i mezzi pesanti, la guida nel bel mezzo di un temporale, soprattutto se improvviso, infine l’assenza di un’adeguata illuminazione. Situazioni ambientali e condizioni stradali sono i fattori che cumulandosi nelle più differenti combinazioni rendono la guida tutt’altro che piacevole. Naturalmente tali condizioni variano anche in base alla geografia. Nelle zone marittime sarà più sentito il problema della nebbia, nel nord il ghiaccio e la neve d’inverno. Le ripercussioni sulla persona variano anche in base all’età. Se da un lato i guidatori con maggior esperienza subiscono meno gli effetti, in termini di stress, di tutte quelle condizioni che richiedono più destrezza al volante, come traffico, difficoltà di parcheggio, manovre repentine, dall’altro svelano una tolleranza minore rispetto ai comportamenti poco civili, come il parcheggio selvaggio, il mancato uso delle frecce direzionali, l’abuso del clacson o i rifiuti gettati dal finestrino, non risultando quindi immuni alla rabbia e al senso di frustrazione che ne deriva. I giovani si rivelano più tolleranti ma accusano un forte stato d’ansia, sudorazione alle mani e senso di nausea in situazioni di traffico intenso. Su di loro si riscontrano le più gravi ripercussioni fisiche. Poi c’è la questione della velocità che per l’automobilista italiano è spesso sinonimo di bravura. La competizione si scatena alla partenza ai semafori o nello slalom in grandi strade a più corsie. La sensazione di potenza al volante e il senso di rivalsa che si prova nel lasciare indietro gli ipotetici concorrenti può intensificarsi in base allo stato d’animo o ad eventuali problemi personali che rendono più aggressivi e intolleranti verso il prossimo. Gli esperti suggeriscono alcuni accorgimenti per affrontare il viaggio. È opportuno programmare realisticamente gli spostamenti in base alle distanze e a tempi di percorrenza noti, allontanare i problemi durante il tragitto, ascoltare musica piacevole o un audio corso che ci darà la sensazione di non perdere tempo, non spersonalizzare gli altri conducenti, riducendoli ad un ostacolo, respirare lentamente e profondamente per ridurre il battito cardiaco.

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