di Filippo Gherardi
Ora o mai più. Questo il motto, a dir la verità più l’imperativo, che attraversa box, paddock e cabine di commento degli addetti ai lavori in previsione del Gp di Singapore di Formula 1, pensando ad un’eventuale, ma difficile, inversione di rotta per una stagione che Sebastian Vettel e la Red Bull stanno indirizzando pesantemente, e per la quarta volta consecutiva, nelle le loro mani. Ora o mai più è il ritornello che in questi giorni campeggia soprattutto nello spogliatoio Ferrari, come ha confermato anche il team principal Stefano Domenicali e come sanno, benissimo, Fernando Alonso e i suoi meccanici. Pressione alle stelle, insomma, in previsione di Singapore e pressione amplificata, se possibile, dalla notizia nell’aria da tempo ma ora ufficializzata che dal prossimo anno tornerà al volante di una Rossa mister Kimi Raikkonen, e cioè vale a dire l’ultimo pilota a portare la Ferrari sul tetto del mondo, ma anche il primo, e finora anche l’unico, a farlo dopo l’impero di Michael Schumacher. L’arrivo di Raikkonen apre la porta, e la mente, a diversi interrogativi e considerazioni. Il primo, ed anche il più scontato: come sapranno coesistere un finlandese dal sangue freddo (non a caso il soprannome di Kimi è Iceman) con uno spagnolo dai tratti latini ma anche dall’appeal, innato, da prima donna come Alonso? Fernando dal suo arrivo alla Ferrari (da campione del mondo in carica nel corso della stagione 2010) non ha mai conosciuto il dubbio di non avere riflettori ed attenzioni tutte per se, ora però, dopo (quasi) quattro tentativi mondiali andati falliti, il dubbio che a Maranello abbiano deciso di provare a scalzare Vettel dal grado di più veloce puntando forte, anche, su Raikkonen è venuto pure a lui. Massa, che saluta il Cavallino dopo otto anni ed un mondiale, nel 2008, perso all’ultima curva, dell’ultimo giro, dell’ultima corsa, era il compagno di squadra ideale: di derivazione latina come Alonso, solare ma anche silenzioso nei momenti in cui Fernando alzava la voce per qualcosa (di troppo) che non andava, e soprattutto avaro di risultati da ormai quasi cinque stagioni, con la miseria di zero vittorie all’attivo ed appena, soprattutto per chi guida una Ferrari, nove piazzamenti sul podio. Proprio ripartendo da questi numeri si apre un secondo interrogativo: Raikkonen, affidabile, veloce ed esperto, il prossimo 17 ottobre compirà comunque la bellezza di 34 anni ed allora, tenendo conto dei risultati succitati e piuttosto deludenti di Massa nelle ultime stagioni, non sarebbe stato meglio investire già da un paio di anni su un pilota più giovane (Perez o Hulkenberg giusto per fare due nomi) e farlo crescere all’ombra di un top driver come, e guarda caso, ha deciso appena qualche settimana fa di fare la Red Bull affiancando Ricciardo a Vettel dalla prossima stagione? Insomma, qualche dubbio rimane, malgrado il dream team Raikkonen-Alonso cominci già a far sognare in grande più di un tifoso ferrarista.