di Flavio Grisoli
Questa settimana, la rubrica dedicata all’innovazione tecnologica applicata alla mobilità a due e quattro ruote, è dedicata a qualcosa di fondamentale, ma spesso trascurata dagli automobilisti (come poi dimostrano i dati): gli pneumatici. Non tutti sanno che una corretta manutenzione delle coperture (che tanta importanza assumono nelle competizioni ai massimi livelli) può non solo salvare le vite degli automobilisti o di eventuali pedoni, ma anche salvaguardare l’ambiente. Vale la pena snocciolare qualche dato per far capire meglio di cosa si sta parlando. Nel 2012 Bridgestone, famoso costruttore di pneumatici nipponico, ha condotto per l’ottavo anno consecutivo oltre 28mila controlli gratuiti delle coperture montate dagli automobilisti, e redatto il relativo consuntivo. Ebbene, i risultati sono assai sconfortanti: c’è un incremento del 25% di automobili con pneumatici sgonfi o con un’usura superiore alle direttive europee. Complessivamente, il 78% delle gomme analizzate è inadeguata (l’anno precedente la percentuale si era fermata al 63%). Questo cosa comporta: innanzitutto, appare doveroso ricordare che gli pneumatici sono l’unica parte della nostra autovettura che è a contatto con la strada, va da sé che mantenerli in condizione di perfetto utilizzo è necessario per avere il pieno controllo dell’autovettura. Guidare con gli pneumatici non a pressione ottimale comporta una minore tenuta di strada, uno spazio di frenata che si dilata a dismisura, oltre ad un aumento del consumo di carburante in misura di circa 3,9 miliardi di litri e di conseguenza un incremento delle emissioni di CO2 di circa 9,2 milioni di tonnellate.