di Delfina Maria D’Ambrosio
L’attuale crisi economica pare non conoscere confini e di certo non risparmia il settore automobilistico, dove miete vittime illustri. Ad essere in particolare difficoltà è la famiglia Peugeot per la quale il 2012 ha rappresentato un anno nerissimo con perdite arrivate fino a 5 miliardi di euro. Un trend negativo che la casa francese vuole e deve interrompere, in ogni caso e ad ogni costo. Il dazio da pagare è la cessione delle quote di mercato, dopo il fallimento della trattativa con il gruppo cinese DongFeng che non ha accettato di entrare nella società con l’acquisizione del 30% delle quote, la Peugeot sta provando a creare liquidità attraverso la fusione con General Motors/Opel, loro partner già dall’anno scorso quando ha rilevato il 7% per 400 milioni di dollari. Un’offerta che, almeno a detta della stampa, per il momento è stata rifiutata, sembra infatti che il gruppo americano prima di compiere un tale passo voglia accertarsi delle reali possibilità economiche e ricevere ulteriori garanzie specialmente in ambito di tagli occupazionali. Del resto, se per l’azienda francese le cose vanno male, non si può dire che GM stia attraversando momenti felici, anche per lei l’anno scorso sul mercato europeo i conti si sono infatti chiusi in rosso. Una condizione quindi comune ad entrambi i gruppi, che stanno cercando di ridurre i costi con dolorose quanto inevitabili chiusure di fabbriche come quella di Aulnay per la PSA e quella di a Bochum per Opel, entrambe previste per il 2014. Tra gli indiscussi vantaggi di un’eventuale fusione c’è la notevole riduzione delle spese grazie alla condivisione dei costi relativi a varie voci della filiera, dalla progettazione alla distribuzione. Certamente resta da capire quale sarà l’atteggiamento del governo francese, se cercherà di difendere l’indipendenza di un settore strategico come quello automobilistico e, cosa ancor più importante, i posti di lavoro che questo crea e che con General Motors al comando verrebbero nettamente tagliati. Una strada da non escludere è proprio quella dell’intervento statale a sostegno della Peugeot, cosa del resto già avvenuta in passato attraverso prestiti e garanzie.