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Volkswagen Golf: quarant’anni di un mito

 

di Leonardo Frenquelli

 

Ogni marchio ha il proprio modello di punta, quello che nel tempo lo rappresenta al meglio. Se si parla di Volkswagen, non si può parlare che della Golf. Da quando nel marzo del 1974 il primo modello della berlina è entrato sul mercato, sono passati quarant’anni di progresso e grandi numeri, per vendite e distribuzione. Sono ben trenta milioni le vetture vendute nel corso di questi anni, con un continuo sviluppo ed ampliamento della gamma, sempre al passo con le richieste del mercato. Sin dalle prime serie, la Golf disponeva di diverse versioni, come la cabriolet o il pick-up, fino ad arrivare al giorno d’oggi, dove la scelta può variare addirittura tra cinque modalità di alimentazione differente. Oltre alle classiche diesel e benzina infatti,  dalla prima fino alla settima serie in produzione dal 2012, ad oggi sono disponibili anche quella a metano, quella elettrica ed il sistema Hybrid a Plug-in. In quarant’anni di storia la Golf è cresciuta anche a livello di tecnologie per la sicurezza, con sistemi sempre all’avanguardia ed un continuo miglioramento per quanto riguarda la trazione integrale (4Motion) ed il turbo ad iniezione diretta. In cima alle vendite del mercato mondiale dall’inizio della produzione per quanto riguarda il segmento C, la Golf ha fatto registrare statistiche interessanti anche per il mercato nostrano: quasi tre milioni dei veicoli venduti in totale sono in Italia. Ogni anno, ben 60.000 famiglie italiane scelgono la Golf, in una delle sue varianti, come vettura familiari, per la duttilità ed efficacia del veicolo. La più venduta in assoluto è la Golf TDi turbodiesel ma negli ultimi anni ha preso piede la berlina a metano, arrivando a rappresentare il 30% del numero totale. Non  tutti i modelli arrivano ai quarant’anni di produzione e, per questo, la casa di Wolfsburg ha in programma una “Special Edition 40th Pack”, dotata di luci diurne a LED, cerchi in lega “Salvador” da diciassette o diciotto pollici e fari bi-xeno. La gamma è indubbiamente ampia, così come il bacino d’utenza ma ogni anno la Golf continua a crescere: chiaro esempio è la Golf Sportvan, erede designata della Golf Plus, ma alleggerita di ben novanta chili e migliorie dal punto di vista del design e della capacità di carico con il passo maggiorato. Entro marzo 2015 inoltre, verrà messa sul mercato una variante GTE ibrida plug-in che nei test ha fatto registrare una velocità massima di ben 212 chilometri orari. Si apre ancora di più dunque, l’orizzonte per la Volkswagen Golf, che compie quarant’anni e ancora molti ne ha da vivere.

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Golf GTI: il mito si fa in due

 

di Germana Condò

 

Dopo averla vista in mostra al Salone di Ginevra, dovremo portare ancora un po’ di pazienza per poter vedere circolare sulle strade italiane l’auto più desiderata dai giovani e dagli sportivi di tutte le età. La nuova Volkswagen Golf GTI, già in vendita in Germania, a partire da maggio verrà commercializzata in tutto il resto d’Europa. L’elemento più interessante di Golf GTI è senz’altro il potente motore: un TFSI 2.0 litri, quattro cilindri turbo benzina a iniezione diretta. Per la prima volta nella storia di questo modello dalle lontane tradizioni (la prima Golf GTI risale al 1976), viene sdoppiata in due varianti molto simili tra loro, GTI e GTI Performance. La prima da 220 CV di potenza massima, con uno scatto di 6,5 secondi per passare da zero a cento Km/h ed una velocità massima di 246 Km/h. La seconda, disponibile con una sorta di pack performance che incrementa la potenza del motore con dieci cavalli in più, offrendo prestazioni leggermente maggiori, raggiungendo una velocità massima di 250 Km/h e un’accelerazione di 6,4 secondi per passare da zero a cento Km/h. L’unità, omologata Euro 6, in entrambe le varianti eroga 350 Nm ed è dotata di Start&stop. Si può scegliere tra un cambio manuale a sei marce e quello automatico sequenziale DSG a doppia frizione. La compatta sportiva è stata realizzata sulla piattaforma Mqb, che ha permesso di ridurre il suo peso di ben quarantadue Kg, passando dai precedenti 1.393 ai 1.351 Kg. Risultato: maggiori prestazioni ed una riduzione di circa il 18% del consumo di carburante, con notevole riduzione delle emissioni di cO2, con 139 g/Km utilizzando il cambio manuale a sei marce e 148 g/Km con il cambio DSG, stando ai dati dichiarati dalla casa. In più rispetto al modello base, il Performance è dotato di un differenziale autobloccante meccanico anteriore e di un impianto frenante maggiorato con quattro dischi ventilati. Esteticamente non si presenta estremamente vistosa, seppur dotata di quei dettagli sobri e sportivi che da sempre caratterizzano l’understatement della compatta tedesca, come il paraurti sportivo, con prese d’aria di grande taglia, e griglie con trama a nido d’ape. Terminali di scarico cromati, spoiler sopra al lunotto e gruppi ottici posteriori, studiati appositamente per le versioni GTI, dotati di illuminazione al LED. Gli interni si caratterizzano per i sedili avvolgenti dalla tipica trama scozzese, dalla plancia sportiva con finiture in un materiale simile alla fibra di carbonio, e dagli elementi specifici quali volante, leva del cambio e pedaliera in acciaio. L’allestimento prevede, infine, una lunga serie di dotazioni di sicurezza quali il Driver Alert System, una sorta di allarme che ravvisa il calo di attenzione alla guida del conducente, l’Automatic Post-Collision Braking che frena il veicolo dopo una collisione e Lane Assist, per evitare gli incidenti provocati da rapide fuoriuscite dalla corsia.