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Goodwood: un paradiso motoristico

 

di Maurizio Elviretti

 

A Goodwood, nel West Sussex, ha preso il via il Festival of Speed, evento che attira ogni anno oltre 150mila spettatori. Concluso poco più di 24 ore fa, nella tenuta di Lord March hanno sfilato auto da sogno e dato appuntamento piloti, di ieri e di oggi, delle 2 e delle 4 ruote, grazie al fatto che il Festival si svolge sempre in week-end in cui non ci sono gare ne di Formula 1 ne di MotoGp. Un evento che sfugge ad una definizione unica essendo la sintesi perfetta tra corsa sportiva, salone open air e sfilata di modelli vintage. In realtà sembra proprio un happening, l’annuale Woodstock del motorismo mondiale capace appunto di racchiudere tutte le sue anime: auto, moto, race/track, road e anche corse in salita. Oltre, s’intende alle 200.000 persone che richiama in questo splendido angolo del Sud dell’Inghilterra. Per la cronaca, quest’anno a Goodwood presenti ben 24 Case automobilistiche (Aston Martin, Audi, Bebntley, BMW, Chevrolet, Citroen, Ferrari, Ford, Honda, Infiniti, Jaguar, Lamborghini, Land Rover, Lexus, Lotus, Mazda, Mercedes Benz, McLaren, Mini, Nissan, Peugeot, Porche, Renault, Rolls Royce, Seat, Toyota, Vauxhall, Volkswagen). Mentre sul piano dei piloti gli appassionati hanno avuto l’imbarazzo della scelta. Marc Gené sulle Ferrari F10, Jenson Button (su svariate McLaren), Nico Rosberg (a bordo della Mercedes di F.1), Felipe Massa e Susie Wolff (con la Williams), Kimi Raikkonen (nelle vesti di testimonial della Shell), poi André Lotterer (pluritrionfatore con l’Audi a Le Mans), Pierluigi Martini (su Minardi M189), Jochen Mass (Sauber-Mercedes C9), Anthony Davidson (sulla Toyota di Le Mans 2014), Emanuele Pirro (anche lui plurivincitore della 24 Ore francese), Mark Webber (Porsche) e Susie Wolff (Williams). Immancabili anche Valentino Rossi (Yamaha) e Casey Stoner (Honda), senza dimenticare il grande Giacomo Agostini, Alan Cathcart, Sylvain Guintoli (campione del mondo di Superbike nel 2014), Leon Haslam e Jonathan Rea (Superbike), Freddie Spencer (iridato nelle 250 e 500).

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MotoGP: storia di un week end perfetto

 

di Leonardo Frenquelli

 

Ci sono giorni più attesi degli altri, date che contano di più. Media, teams e piloti si sono riuniti tutti in quel di Losail, Qatar, il luogo dove finiscono le chiacchiere e si spengono i semafori del Motomondiale 2015. Già da qualche mese, la casella del 29 marzo è cerchiata in rosso sul calendario perché con un campionato come quello dell’anno scorso, questa stagione lo spettacolo non sembra destinato a mancare. Marquez è già in pole, l’exploit nell’ultima sessione di test delle Ducati ha dato una luce di speranza anche a Borgo Panigale e le Yamaha di Rossi e Lorenzo non staranno certo a guardare. Con il Dottore che non è riuscito ad andare oltre l’ottavo posto in griglia di partenza, e viste le qualifiche del solito numero 93, molti si aspettano un inizio stagionale simile a quello del 2014. Quel dieci su dieci che il Fenomenino aveva fatto registrare nelle prime tappe dello scorso Motomondiale, portando di fatto a casa una buona fetta del suo secondo titolo iridato consecutivo, sembra destinato a ripetersi, ma il colpo di scena arriva subito, nelle prime battute. un contatto con un avversario manda Marquez lungo e lo costringe a ricominciare dalle retrovie. “Adesso si può” – avranno pensato gli altri contendenti al titolo, con il campione del mondo in carica fuori dai giochi può essere un altro discorso. Sicuramente un pensiero simile lo ha avuto proprio Valentino Rossi, secondo al termine dell’ultima stagione: da quel momento in poi, la sua gara è una rimonta straordinaria. Vedere scappare il trio composto dalle due Ducati e dal team-mate Jorge Lorenzo, non poteva che dare al Dottore una spinta particolare. Forse neanche lo stesso Gigi Dall’Igna si sarebbe aspettato di vedere le sue due Rosse lì davanti a tutti a giocarsi il titolo, ma è proprio così: con uno Iannone che è più impegnato a difendere la terza piazza, che significherebbe il primo podio in MotoGP, Dovizioso sgomita e lotta con Lorenzo per il bottino grosso. Poche tornate e qualche sorpasso mozzafiato bastano a Rossi per riprendere il gruppo dei leader, scavalcare anche il proprio compagno di squadra e puntare il numero 04 su Ducati. Da lì comincia un duello senza esclusione di colpi, come non se e vedano da tempo tra due italiani, tra una Yamaha ed una Ducati. Il momento decisivo arriva al ventesimo giro: Dovizioso subisce una leggera mancanza di grip della sua GP15 mentre Rossi, di giro in giro, prende sempre più confidenza con la M1, molta più di quanta non ne abbia Lorenzo che chiude quarto dietro ad uno straordinario Iannone. Fino alla bandiera a scacchi non è detta l’ultima parola ma alla fine è Rossi a trionfare, a 36 anni suonati, ancora una volta davanti a tutti. Una vittoria da ricordare, una delle migliori della carriera del Dottore, con una lotta intensa ed un finale pazzesco. Non solo in Yamaha ed a Tavullia ma anche a Borgo Panigale la gara di Losail sarà ricordata: la doppietta secondo-terzo va oltre ogni più rosea previsione e si può festeggiare, nonostante bisognerà rinunciare a due dei 24 litri inizialmente disponibili nel serbatoio della GP15. Un podio tutto italiano poi, è qualcosa che risveglia la passione per questo sport, davanti c’è il pilota azzurro più vincente dai tempi di Agostini e probabilmente il più amato, e dietro una coppia che sembra destinata a spostare le dinamiche del Motomondiale 2015. Non è stata una gran giornata invece, nel paddock HRC: Pedrosa, ancora in difficoltà per i problemi all’avambraccio destro che gli è costato un’altra operazione ed uno stop di almeno due gare, ha chiuso sesto limitando i danni. La gara di Marquez invece, fa capire che probabilmente il tripudio del nostro tricolore sarebbe stato più difficile senza quel lungo ad inizio gara. Il Fenomenino ha chiuso quinto dietro a Lorenzo con una rimonta a ritmi altissimi, mandando un messaggio chiarissimo a tutti i piloti che hanno approfittato del suo errore: “Non vi ci abituate, io ci sono”, o qualcosa del genere. Rossi, Biaggi, Capirossi e, dieci anni dopo, Rossi, Dovizioso, Iannone: c’è tanta storia in questa tripletta italiana, ma soprattutto c’è il futuro di una stagione tutta da vivere che è cominciata decisamente bene. La prossima casella segnata del calendario segnata è quella del 12 aprile: neanche a dirlo si va ad Austin, Texas.

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Moto Gp, ecco la nuova Yamaha YZR-M1

 

Presentata a Madrid la nuova Yamaha YZR-M1, quella che Valentino Rossi e Jorge Lorenzo proveranno a riportare in cima al mondo e, più nello specifico, davanti alla Honda HRC di Marc Marquez. Ottimismo diffuso all’interno del team Yamaha, a partire da Rossi che a margine della presentazione ha dichiarato: “”Dovremo fare passi in avanti, ma voglio provare a battere Marc Marquez”. Gli fa eco il compagno/rivale Jorge Lorenzo che su twitter rincara la dose e le ambizioni già manifestate dal Dottore: “L’anno scorso abbiamo tenuto buoni ritmi, in questi mesi abbiamo lavorato per essere più veloci quest’anno”.

Marc Marquez, al terzo giorno di test a Sepang

Marquez fa già paura

 

di Leonardo Frenquelli

 

Anche quest’anno si è svolta la sessione di test invernali della MotoGP a Sepang, in Malesia. Tappa ormai classica, sta diventando più importante di anno in anno per tutti i team del motomondiale che, dopo un mese e mezzo di “pausa” ed ancora lontani dall’inizio della stagione che verrà, possono studiare al meglio le nuove moto, prendere i giusti provvedimenti e, soprattutto, provare ogni singolo dettaglio. La prima giornata è stata il 4 febbraio con tutti i grandi team già presenti ed al lavoro sui propri prototipi. Il team LCR Honda di Lucio Cecchinello ha affidato a Stefan Bradl la sua guida e nulla meglio del tracciato malesiano può essere utile a mettere alla prova le caratteristiche della Honda in frenata e lavorare sulla trazione, da spingere al massimo per poter pensare di avvicinare gli alieni, i piloti ufficiali. Soddisfatto il team LCR, come è subito stato contento delle sue prestazioni uno dei più attesi al varco della bandiera a scacchi per la nuova stagione: Valentino Rossi. Mentre Marquez ovviamente già volava con i tempi migliori (quest’anno nessuno potrà dire che non abbia il passo gara o critiche simili), il Dottore è partito concentrato ed alla fine della prima giornata di test ha fatto registrare il secondo tempo, staccato di cinque decimi, proprio dal “Fenomenino”. Se l’anno scorso Rossi si lamentava di non avere “feeling” con la sua M1, nel 2014 sembra aver trovato quanto di più simile. Dietro di lui Pedrosa, che ha dimostrato di tenere il passo, con un ritardo di sei decimi dal campione del mondo, e poi Jorge Lorenzo, lo sconfitto in cerca di rivalsa ma non ancora al massimo della condizione. Una nota negativa per la prima, come per l’intera sessione, sono le prestazioni Ducati: i migliori tempi l’ha fatti registrare il privato Iannone, l’unico tra i primi dieci. Poi Dovizioso e Crutchlow: sembra che per loro si annunci un altro anno faticoso, ad arrancare per ottenere punti, ma i piloti sono usciti dal circuito dicendosi ottimisti e soddisfatti per il lavoro specifico svolto sul freno motore e sui consumi. La seconda giornata vede ancora Marquez dominare ma stavolta al secondo posto c’è Pedrosa, che dovrebbe essersi ormai abituato a seguire il compagno/rivale di squadra, mentre a chiudere l’ipotetico podio c’è proprio Stefan Bradl, sulla Honda di Cecchinello. Dopo aver portato a termine 60 giri ed aver provato diversi tipi di pneumatici, Rossi ha fatto registrare il quarto miglior tempo, davanti ad un sorprendente Espargaro ed ancora una volta davanti a Lorenzo, stavolta sesto. Dopo due giorni di dominio quasi scontato, Marc Marquez, padrone in controllo totale della sua Honda Repsol, ha deciso di alzare l’asticella. Dato uno sguardo al record della pista ha deciso di abbassarlo un po’, così giusto per mantenere chiare le idee: 1:59.533. Ancora una volta, l’unico ad avvicinarsi al passo di Marc è stato Valentino che ha fatto registrare il miglior tempo sul giro a Sepang della sua lunga e pluripremiata carriera. Con l’ex numero 93 a fare la lepre, tutti i team si sono concentrati sui dettagli ed hanno cercato di sfruttare al meglio la disponibilità di Sepang, sia per la pista che per il meteo di tutti e tre i giorni di prove. Insomma, quest’anno sembra essersi alzato il livello e ci si potrebbe aspettare qualche grande ritorno, come si poteva leggere dal volto dei meccanici Yamaha, fiduciosi perché entrambi i loro piloti hanno portato a termine la simulazione di un Gp, con riscontri più che positivi. Il motomondiale prenderà il via il 23 marzo in Qatar  ed ogni team è pronto a dare il meglio e a spingere al massimo i propri prototipi per salire più in alto possibile in classifica, Marquez permettendo.

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MotoGP, al via i test a Sepang

 

di Germana Condò

 

Si è conclusa da poco la prima giornata di test ufficiali pre-season 2014 in Malesia, che ha visto correre sul circuito internazionale di Sepang la MotoGP. Il campione del mondo in carica Marc Marquez girando sempre in prima posizione in sella alla sua Honda e segnando un tempo di 2’00”286, si conferma il pilota da battere quest’anno. Col fiato sul collo dello spagnolo è stato dall’inizio dei test un Valentino Rossi in splendida forma che, con l’evidente intenzione di apporre il suo sigillo a questa stagione 2014 così importante per la sua carriera, si piazza al secondo posto con un tempo di 2’00”804, staccato da Marquez di 518 millesimi. A conferma della potenza delle Honda anche quest’anno, conquista la terza posizione della classifica di oggi Dani Pedrosa a cavallo della sua HRC, seguito da Lorenzo, compagno di squadra del Dottore, che chiude al quarto posto. Conquista un buon quinto posto la Honda del team Gresini guidata da Alvaro Bautista. Andrea Iannone giunge all’ottavo posto con la Pramac Racing Ducati. In grande sofferenza appaiono le Ducati che con Andrea Dovizioso e Cal Crutchlow chiudono i test nella parte bassa della classifica, rispettivamente alla dodicesima e quattordicesima posizione. La prima sessione in programma a Sepang proseguirà nelle giornate del 4 e 5 febbraio.

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Adam&Vale per i bambini del Meyer

 

di Germana Condò

 

Si chiama “Adam&Vale for charity”, un modello unico nel suo genere della nuova piccola di casa Opel, opera della fantasia e creatività di Valentino Rossi, ed è stata messa all’asta su ebay in queste ore. Il ricavato della vendita sarà devoluto a favore dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze e servirà a finanziare quelle attività ludiche che ad un bambino, anche in un contesto ospedaliero, non dovrebbero mai mancare, come laboratori creativi e letterari cui i piccoli pazienti potranno partecipare con il supporto di educatori qualificati. Valentino stesso ha raccontato che subito dopo aver ricevuto da Opel la proposta, si è subito recato dal suo designer di fiducia, Aldo Drudi. È dalla sua mano esperta che nasce questa Adam tutta speciale e dall’aiuto del suo team di quattro persone che hanno lavorato per tre mesi al progetto. La livrea e gli interni sono stati interamente ridisegnati, senza lesinare sull’utilizzo di colori fluorescenti, con il giallo predominante sulla base grigia della carrozzeria, che si ritrova all’interno in alcuni elementi del cruscotto e sul volante. Sui sedili anteriori spicca la scritta “The Doctor” ed il numero quarantasei sullo schienale del sedile posteriore. Per la tappezzeria sono stati scelti i pellami Dainese. Già esposta ad Eicma 2013, la “Adam&Vale for charity” sarà in esposizione all’Adam Store di Milano. A rendere ancora più appetibile e preziosa la piccola Opel sarà una vera chicca, la firma autentica di Valentino sul cofano.

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Ciao Rombo!

 

di Filippo Gherardi

 

Doriano Romboni avrebbe compiuto quarantacinque anni il prossimo 8 dicembre. Quarantacinque anni vissuti per lo più in sella ad una moto, quarantacinque anni passati a rincorrere (e soddisfare) una passione che viene da dentro e che da dentro difficilmente riesce a sparire. Doriano Romboni ha perso la vita lo scorso 30 novembre, tra le curve del circuito del Sagittario a Latina, durante la due giorni in memoria di Marco Simoncelli. E come è successo anche a Marco Simoncelli, quel maledetto 23 ottobre di due anni fa, e dopo di lui ad Andrea Antonelli, il 21 luglio dell’ultima estate, anche Doriano Romboni ha finito la sua corsa più importante sotto le ruote di un collega, di un compagno, che sopraggiungeva con la mano schiacciata sull’acceleratore ed il corpo in simbiosi con la propria moto. Valentino Rossi, Colin Edwards, Lorenzo Zanetti ed ora Gianluca Vizziello, una lista di involontari protagonisti di un destino difficile da valutare. Difficile, impossibile, è anche immaginare cosa si prova, come ci si sente schiacciati da una passione che finisce col diventare un fardello nel momento in cui il destino si mette di traverso, come succede in una qualsiasi staccata. E quante staccate, nella sua carriera, Doriano Romboni ha vissuto fino all’ultimissimo istante, sfidando in giro per il mondo i centauri (anche e soprattutto italiani) che negli anni novanta dominavano la scena del motomondiale. Centodue gran premi disputati tra 125, 250 e 500, sei vinti (2 in 125 e 4 in 250 ndr) ed un totale di ventidue podi complessivi messi in bacheca. Sette anni trascorsi alla Honda, prima del salto in 500 al volante dell’Aprilia. Un quarto posto nel 1994, in classe 250, come miglior piazzamento in un mondiale, alle spalle di amici-nemici con Max Biaggi e Loris Capirossi. Doriano Romboni e il suo talento hanno sempre viaggiato a ritmo costante, senza farsi schiacciare dalle pressioni e distrarre dalle copertine che una generazione di campioni stava cominciando via via a catturare. Doriano Romboni, semplicemente “Rombo” per tutti, lascia una moglie, tre bambine, tanti ricordi e molti amici. Li lascia in sella ad una moto, nel modo più crudele per chi, come nel suo caso, era riuscito a rendere una passione la sua vita.

Marc Marquez, campione del mondo MotoGp 2013

Marquez, il nuovo fenomeno della MotoGP

Marc Marquez, campione del mondo MotoGp 2013

 

di Valerio Zuddas

 

Marc Marquez Alenta entra nella storia. A soli vent’anni, il giovanissimo pilota della Honda si laurea campione del mondo al suo esordio in MotoGP (impresa riuscita solo a Kenny Roberts nel 1978) dopo il terzo posto ottenuto ieri nell’ultimo Gran Premio stagionale a Valencia (primo posto per il pilota della Yamaha Jorge Lorenzo e secondo posto per l’altro pilota della Honda Dani Pedrosa), diventando il più giovane vincitore della classe regina delle due ruote (primato che era detenuto dall’americano Freddie Spencer). Lo spagnolo, classe ’93, aveva già l’alloro iridato nella categoria 125 nel 2010 e nella Moto2, lo scorso anno. Il centauro della Honda chiude primo la classifica piloti con 334 punti, davanti al campione uscente Jorge Lorenzo (330 punti), che ha disputato comunque un mondiale straordinario  e a Dani Pedrosa (300 punti), entrambi suoi connazionali. La Honda vince anche il mondiale costruttori con 389 punti, successo completato anche dalla vittoria del titolo dei team, con il Repsol Honda Team campione a quota 634 punti. La stagione straordinaria di Marquez era cominciata con il terzo posto in Qatar il 7 aprile 2013; da lì in poi conquisterà sei vittorie, trionfando in Texas (dove a vent’anni due mesi e tre giorni diventa il più giovane pilota a partire davanti a tutti nella top class e a vincere una gara nella MotoGP), in Germania, a Laguna Seca, a Indianapolis, Brno ed Alcaniz e collezionando sei secondi posti e tre terze posizioni, disputando gare spettacolari, duelli all’ ultima curva con Jorge Lorenzo (come il Gran Premio di Spagna a maggio) e anche rimonte esaltanti (come il podio conquistato in Francia, dove, sotto la pioggia, riesce ad arrivare terzo dopo essersi trovato nell’ ottava posizione). Fino ad oggi lo spagnolo ha disputato 96 GP, vincendone 32 e raggiungendo il podio 55 volte, ha ottenuto 36 pole positions, conquistato 1376 punti e 27 giri veloci. Non male per un ragazzo che, quando la Honda vinceva nel ’92 il suo sesto titolo mondiale guidata da Wayne Rainey, ancora non era nato.

 

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Moto Gp: Marquez vola nelle libere di Valencia

 

di Maurizio Elviretti

 

Marc Marquez comanda subito a Valencia, infatti il rider spagnolo è stato il più veloce nella prima sessione di prove libere, fermando il cronometro sul tempo di 1:31.557. A seguirlo a soli 18 millesimi c’è proprio il campione in carica Jorge Lorenzo, in sella alla Yamaha. Bene anche Pedrosa, terzo a 24 millesimi da Marquez. Quarto è invece a sorpresa il britannico Bradley Smith. Il rider del Team Tech 3 ha girato in 1:32.086, a poco più di mezzo secondo dalla vetta, mettendosi alle spalle Valentino Rossi. Chiudono la top ten Alvaro Bautista con la Honda del Team Gresini, Cal Crutchlow con la seconda Yamaha del Team Tech 3, Stefan Bradl con la Honda del Team LCR e le due Ducati di Nicky Hayden e Andrea Dovizioso. Le altre tre Ducati, quelle di Andrea Iannone, del tester Michele Pirro e di Yonny Hernandez sono rispettivamente in dodicesima, quattordicesima e quindicesima posizione. Marquez si conferma il più veloce anche nella seconda sessione di prove libere. Il leader del mondiale ha infatti girato in 1:31.220, crono di 66 millesimi migliore di quello fatto segnare dal suo compagno Dani Pedrosa, che a sua volta ha preceduto di 92 millesimi il campione in carica Jorge Lorenzo, che in classifica è staccato di 13 punti da Marquez. Dietro ai soliti tre spagnoli troviamo la Yamaha di Cal Crutchlow che però è caduto alla fine del turno, senza però riportare conseguenze fisiche. Dietro a lui Valentino Rossi, staccato di poco più di quattro decimi dalla vetta. Sesto e settimo tempo per le Honda RC213V di Stefan Bradl (Team LCR) e Alvaro Bautista (Team Gresini) . I due precedono la Yamaha SAT del Team Tech di Bradley Smith e le Ducati di Andrea Dovizioso, Andrea Iannone e Michele Pirro.