Malaysia Formula One Grand Pix

Red Bull regine di Sepang

 

 

 

 

 

 

 

di Maurizio Elviretti

 

Nel sedicesimo appuntamento del Mondiale di Formula 1, festeggiano le Red Bull, protagoniste di una bella doppietta al termine di una gara interessante e con diversi colpi di scena. Sul gradino più alto del podio di Sepang si piazza Daniel Ricciardo che prima non lascia passare il proprio compagno Max Verstappen e poi, dopo il ritiro di Hamilton, si piazza abilmente in testa restandoci fino alla conclusione. E’ la quarta vittoria in carriera per il pilota australiano, prima in questo campionato. Verstappen è il solito grintoso guerriero ma questa volta è lui a dare del pazzo a un collega, per l’esattezza Sebastian Vettel, dopo il tentativo di sorpasso alla prima curva. Un’altra giornata non sicuramente positiva in casa Ferrari visto che il contatto con la Mercedes di Rosberg è causa della rottura della sospensione e quindi del conseguente ritiro. Kimi Raikkonen tira al massimo, fa tutto quello che in questa gara poteva fare ma alla fine non va oltre la quarta posizione. Quinto posto per il finlandese della Williams Valtteri Bottas, seguito dalla Force India del messicano Sergio Perez. Ottimo settimo posto per Fernando Alonso con la McLaren, partito dall’ultima posizione per via della penalità. A punti anche Hulkenberg (Force India), Button (McLaren), Palmer (Renault), al primo punto in carriera in Formula 1. La cronaca della gara comincia con un colpo di scena: Vettel prova a infilare in frenata sulla destra la Red Bull di Max Verstappen e poi non riesce ad evitare il contatto con la Mercedes di Nico Rosber rompendo la sospensione. “Vettel e’ un pazzo” grida Verstappen via radio. Rosberg si ritrova in diciassettesima posizione. Hamilton, Ricciardo, Verstappen e Raikkonen occupano i primi quattro posti. All’ottavo giro va lungo Grosjean e finisce nella ghiaia, anche la sua gara finisce qui. Virtual Safety car, la seconda dopo quella dell’incidente inziale, e Rosberg, così come diversi altri colleghi, ne approfitta per effettuare il pit-stop. Raikkonen risale in terza posizione e rientra ai box al 21esimo passaggio. Al 23esimo giro dopo la girandola dei cambi gomme in testa c’è Verstappen seguito da Hamilton, Ricciardo, Raikkonen, Rosberg e Bottas. Al 27esimo giro si riferma l’olandese della Red Bull che rientra in terza posizione. Al 33esimo e 34esimo giro altro cambio per Rosberg e Raikkonen. Intanto il pilota della Mercedes continua la sua splendida rimonta e al 39esimo giro con un grande sorpasso si prende la quarta posizione di Raikkonen. Lotta in casa Red Bull con Ricciardo che non ha nessuna intenzione di lasciar passare il compagno Verstappen. La svolta clamorosa della gara al 41esimo giro quando il motore della Mercedes di Lewis Hamilton va in fiamme e al campione del mondo che grida la sua rabbia via radio, non resta che posteggiare la sua monoposto. Intanto Rosberg, per il sorpasso su Raikkonen, subisce dieci secondi di penalità che comunque non basteranno al ferrarista per conquistare il podio. Daniel Ricciardo è il primo a passare sotto la bandiera a scacchi, seguito dal compagno di squadra Verstappen. “È una grande vittoria – commenta il pilota della Red Bull all’arrivo – è stata una gara di sfide, perché Lewis è andato in testa ma poi ha avuto quel problema. Non sono uno di quelli che crede nel karma ma è andata nel modo opposto a Montecarlo, e oggi mi prendo volentieri quello che è successo. Nessun rancore con Hamilton ma oggi la vittoria è mia. Sono stati due anni pieni di emozioni da quando avevo vinto l’ultima volta, ci siamo arrivati vicino molte volte – ricorda Ricciardo – Abbiamo detto due gare fa che una l’avremmo vinta quest’anno e finalmente ci siamo riusciti. Devo ringraziare la Red Bull e tutti quelli che mi hanno sostenuto su questo percorso. Suzuka? Credo che adesso penseremo a farci qualche altro whisky per festeggiare, poi una bella dormita e domani pensiamo al volo verso Tokyo, ma una giornata di riposo la devo prendere”. Felice anche Verstappen: “Ho spinto al massimo per recuperare terreno dopo quanto accaduto all’inizio. Credo sia stato chiaro quanto accaduto con Vettel, ha frenato tardi. Duello con Ricciardo? È stato bello il rispetto che abbiamo avuto l’uno con l’altro senza toccarci, lui si è difeso ma è così che si fa in gara. È bello per il team, abbiamo messo a segno punti importanti per il mondiale costruttori”. Ben più amaro, invece, il commento di Lewis Hamilton, ritiratosi mentre era al comando, che ha perso punti preziosi per la lotta al Mondiale: “Provo dolore – afferma il britannico della Mercedes – abbiamo lavorato tantissimo in questo week-end, ma alla fine è esploso il motore, proprio il mio con i tanti motori Mercedes in pista. Non avevo avuto avvisaglie, stavo andando benissimo fino a quel momento. È difficile, non c’è nulla che possa fare, tenere la testa giù e continuare a fare quello che avevo fatto anche in questo week-end”.

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Gamba tesa

 

di Filippo Gherardi

 

Serviva un’istantanea per consegnare alla storia del Motomondiale questa stagione 2015. Serviva e puntualmente è arrivata. Appena sette giorni dopo lo spettacolo di Phillip Island, con una gara mozzafiato conclusa sul filo di lana e dei secondi, sul circuito di Sepang, lo stesso dove nel 2011 perse la vita Marco Simoncelli, si è consumato l’apice di un duello generazionale ed extraterritoriale che prima o poi, come in ogni grande faida sportiva che si rispetti, avrebbe dovuto toccare il suo punto più infuocato e polemico. Italia vs Spagna, o se preferite Rossi vs gli spagnoli, a due gare dal termine di un mondiale in cui il Dottore ha messo in riga praticamente sin dall’inizio tutti i lanciatissimi centauri iberici, in cui il tricolore è tornato, a tratti, a dominare la scena con triplette (Qatar e Gran Bretagna ndr) destinate alla leggenda nostrana. “Era il giro numero 6 del Gran Premio di Malesia…”, chissà quante volte negli anni a venire i protagonisti, diretti ed indiretti, dello scontro Rossi-Marquez apriranno così il loro racconto dell’accaduto. Ognuno dalla propria prospettiva, ognuno chiarendo la propria intepretazione. Era il giro numero 6 del Gp di Malesia, Pedrosa era la lepre, Lorenzo guidava in scioltezza in seconda posizione e Rossi e Marquez duellavano per un terzo posto che in termini di punti, e campionato, aveva un peso specifico soprattutto per il numero 46 della Yamaha. Un calcetto, un colpo di gamba, un’entrata fallosa (per cavalcare un parallelismo calcistico più volte tirato in ballo anche dai diretti protagonisti nel post gara) che fa scivolare l’HRC numero 93 dello spagnolo e che permette a Valentino di prelavere su un duello che stava diventando snervante da un punto di vista psicologico. Rossi conquista il podio più amaro della sua carriera, quello più intriso di polemiche e di conseguenze. Perché nell’ultima gara di Valencia partirà (con molta probabilità ndr) dall’ulltima posizione, e perché servirà una rimonta epica per poter festeggiare il suo decimo titolo iridato. Ma tornando al sesto giro di Sepang, i replay presi da ogni inquadratura mostrano chiaramente la gamba sinistra di Rossi staccarsi dalla sua Yamaha M1 e colpire la moto di Marquez, ma basta davvero così poco per mandare al tappeto una Moto Gp? A quanto pare sì, complici sicuramente anche velocità ed inclinazione del momento. Una moviola che è diventato negli ultimi giorni un vero e proprio fenomeno virale nell’epoca dei social, tanto quanto la capocciata di Zidane a Materazzi o il morso di Tyson ad Holyfield. La critica, così come i giudici, si sono pronuncianti senza mezzi termini, condannando il gesto scellerato di Rossi ma senza trascurare, in maniera sempre più incalzante con il passare dei giorni, l’atteggiamento ai limiti della sportività di Marquez, reo non solo di appoggiarsi volontariamente sulla moto dell’avversario nel tentativo di sbilanciarlo, ma anche colpevole di non aver mostrato, qualche tornata prima, la stessa combattività per impedire il sorpasso ai suoi danni di Lorenzo. L’entourage del pilota di Tavullia si è subito lasciato andare ad ipotesi di complotto spagnolo studiato nei minimi dettagli e senza alcuna logica di scuderia, la stampa iberica ha risposto per le rime parlando, nel caso di Rossi, della fine di un mito. Lo stesso Valentino dopo aver minacciato di non presentarsi al Gp finale di Valencia rassegnato, a detta sua, per un Mondiale ormai sfuggitogli di mano, ha fatto sapere al mondo intero, tramite twitter, che a Valencia ci sarà anche dall’ultima fila, scongiurando così l’ipotesi di congedare nel modo peggiore, a modestissimo parere di chi vi parla, una faccenda in cui lo spirito di sana sportività non solo è stato rinnegato ma anche calpestato. Serviva un’istantanea ed è arrivata, ora però mancherebbe il lieto fine, ma non è detto che ci sarà.

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Esordio positivo per il Ducati Team nei primi test 2015 a Sepang

 

Dopo una pausa invernale di oltre due mesi, oggi per il Ducati Team è iniziata la stagione 2015 con la prima sessione di test IRTA sul tracciato malese di Sepang. La squadra di Borgo Panigale, che quest’anno si presenta nel Campionato Mondiale MotoGP con una coppia di piloti tutta italiana, Andrea Dovizioso e Andrea Iannone, affronta questi primi test malesi con una versione aggiornata della Desmosedici denominata GP14.3, in vista dell’arrivo della nuova GP15 che farà il suo esordio, sempre a Sepang, nella seconda sessione di test in programma dal 23 al 25 febbraio. Oggi Dovizioso e Iannone hanno lavorato in modo molto metodico, concentrandosi soprattutto sulla messa a punto della ciclistica e dell’elettronica della GP14.3, raccogliendo anche informazioni utili che potranno essere trasferite sulla nuova moto.

Andrea Dovizioso (Ducati Team #04) – 2’00.617 (4°), 41 giri

“Sono davvero contento perché le condizioni della pista oggi erano molto buone e quindi siamo riusciti a fare tutte le prove che avevamo programmato. Abbiamo fatto delle prove di set-up sulla ciclistica e lavorato sull’elettronica, ottenendo dei buoni risultati e anche la conferma che su questa pista riusciamo ad essere veloci. A me Sepang piace molto: riesco sempre ad andare forte e oggi come passo sono stato abbastanza vicino ai primi. Sto usando ancora la moto dello scorso anno, con alcuni aggiornamenti importanti, ma sono davvero molto curioso di provare la moto nuova a fine mese. La GP15 sarà abbastanza diversa da quella attuale, ma tutte le prove che stiamo facendo ci danno un feedback utile anche per la nuova moto, e quindi in questi tre giorni faremo un lavoro molto importante.”

Andrea Iannone (Ducati Team #29) – 2’01.424 (7°), 59 giri

“Questi test sono sicuramente molto importanti per il nostro futuro, e abbiamo comunque portato qui una evoluzione della nostra Desmosedici, perché la GP14.3 è stata aggiornata con alcuni nuovi particolari e ci consente maggiori possibilità di regolazione della ciclistica. Sono contento perché finalmente dopo l’ultimo test dello scorso anno sono tornato in pista per togliermi un po’ di ruggine di dosso, ed è sempre una grande emozione ogni volta che torno a guidare la mia Ducati. Oggi è stata una giornata positiva anche perché siamo riusciti a provare delle soluzioni che ci saranno utili anche in futuro. Tutti hanno girato molto forte il primo giorno: noi abbiamo utilizzato solo la gomma con la mescola più dura e sono abbastanza soddisfatto del mio tempo. Sicuramente c’è ancora spazio per migliorare, ma come primo giorno non è andata male.”

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MotoGp, Test Sepang: Rossi davanti a tutti

 

di Maurizio Elviretti

 

Valentino Rossi ha ottenuto il miglior tempo nella classifica provvisoria dell’ultimo giorno di test IRTA della MotoGP a Sepang. Il pilota pesarese ha infatti fermato il cronometro sul tempo di 1:59.999 quando in malesia erano le 14:10. Il rider della Yamaha l’ha ottenuto al tredicesimo dei quarantuno passaggi sin qui effettuati, andando a precedere di soli 68 millesimi il connazionale della Ducati Andrea Dovizioso, la lieta sorpresa di questi test. Il “Dovi” ha ottenuto questa miglior prestazione utilizzando la Ducati con la centralina equipaggiata con software Open, ma senza utilizzare la mescola extra-morbida a questa categoria riservata. Buonissima anche la sua simulazione di gara (anche questa effettuata
con la centralina Open), che fa ben sperare in vista della prima gara in Qatar il prossimo 23 marzo. Il forlivese che ha girato in 2:00.067 è a sua volta davanti ad Aleix Espargarò, altro grande protagonista di questa tre giorni di test. Il rider del Team Forward ha portato la sua Yamaha FTR Open a girare in 2:00.164 precedendo la Honda del Team LCR del tedesco Stefan Bradl. Anche per il #41 ottimi riscontri cronometrici anche sul passo, così come accaduto per Dovizioso e Valentino Rossi. Quinto tempo per gli spagnoli della Honda Dani Pedrosa (ieri il più veloce) e Alvaro Bautista. I due precedono il connazionale Jorge Lorenzo. che paga un gap dalla vetta di 620 millesimi. Il maiorchino è seguito dalla Ducati di Cal Crutchlow e dalle Yamaha del Team Tech 3 di Pol Espargarò (iridato 2013 della Moto2) e Bradley Smith. Undicesimo tempo per Andrea Iannone, in sella alla Ducati del Team Pramac, seguito dall’ottimo Randy de Puniet su Suzuki, che fa un grande balzo in avanti rispetto ai primi due giorni. La prima Honda RCV1000R è invece quella di Nicky Hayden, sedicesimo a poco più di due secondi da Rossi. Di seguito i primi dieci migliori tempi:

1. Valentino Rossi ITA Yamaha Factory Racing (YZR-M1) 1.59.999 (Lap 13/41)

2. Andrea Dovizioso ITA Ducati Team (Desmosedici) 2.00.067 +0.068 (6/36)

3. Aleix Espargaro ESP NGM Mobile Forward Racing (FTR-M1) 2.00.101 +0.102 (7/29)

4. Stefan Bradl GER LCR Honda MotoGP (RC213V) 2.00.164 +0.165 (12/40)

5. Dani Pedrosa ESP Repsol Honda Team (RC213V) 2.00.185 +0.186 (8/41)

6. Alvaro Bautista ESP Go&Fun Honda Gresini (RC213V) 2.00.506 +0.507 (9/42)

7. Jorge Lorenzo ESP Yamaha Factory Racing (YZR-M1) 2.00.619 +0.620 (20/36)

8. Cal Crutchlow GBR Ducati Team (Desmosedici) 2.00.790 +0.791 (7/41)

9. Pol Espargaro ESP Monster Yamaha Tech 3 (YZR-M1) 2.01.032 +1.033 (6/38)

10. Bradley Smith GBR Monster Yamaha Tech 3 (YZR-M1) 2.01.123 +1.124 (3/35)

 

Marc Marquez, al terzo giorno di test a Sepang

Marquez fa già paura

 

di Leonardo Frenquelli

 

Anche quest’anno si è svolta la sessione di test invernali della MotoGP a Sepang, in Malesia. Tappa ormai classica, sta diventando più importante di anno in anno per tutti i team del motomondiale che, dopo un mese e mezzo di “pausa” ed ancora lontani dall’inizio della stagione che verrà, possono studiare al meglio le nuove moto, prendere i giusti provvedimenti e, soprattutto, provare ogni singolo dettaglio. La prima giornata è stata il 4 febbraio con tutti i grandi team già presenti ed al lavoro sui propri prototipi. Il team LCR Honda di Lucio Cecchinello ha affidato a Stefan Bradl la sua guida e nulla meglio del tracciato malesiano può essere utile a mettere alla prova le caratteristiche della Honda in frenata e lavorare sulla trazione, da spingere al massimo per poter pensare di avvicinare gli alieni, i piloti ufficiali. Soddisfatto il team LCR, come è subito stato contento delle sue prestazioni uno dei più attesi al varco della bandiera a scacchi per la nuova stagione: Valentino Rossi. Mentre Marquez ovviamente già volava con i tempi migliori (quest’anno nessuno potrà dire che non abbia il passo gara o critiche simili), il Dottore è partito concentrato ed alla fine della prima giornata di test ha fatto registrare il secondo tempo, staccato di cinque decimi, proprio dal “Fenomenino”. Se l’anno scorso Rossi si lamentava di non avere “feeling” con la sua M1, nel 2014 sembra aver trovato quanto di più simile. Dietro di lui Pedrosa, che ha dimostrato di tenere il passo, con un ritardo di sei decimi dal campione del mondo, e poi Jorge Lorenzo, lo sconfitto in cerca di rivalsa ma non ancora al massimo della condizione. Una nota negativa per la prima, come per l’intera sessione, sono le prestazioni Ducati: i migliori tempi l’ha fatti registrare il privato Iannone, l’unico tra i primi dieci. Poi Dovizioso e Crutchlow: sembra che per loro si annunci un altro anno faticoso, ad arrancare per ottenere punti, ma i piloti sono usciti dal circuito dicendosi ottimisti e soddisfatti per il lavoro specifico svolto sul freno motore e sui consumi. La seconda giornata vede ancora Marquez dominare ma stavolta al secondo posto c’è Pedrosa, che dovrebbe essersi ormai abituato a seguire il compagno/rivale di squadra, mentre a chiudere l’ipotetico podio c’è proprio Stefan Bradl, sulla Honda di Cecchinello. Dopo aver portato a termine 60 giri ed aver provato diversi tipi di pneumatici, Rossi ha fatto registrare il quarto miglior tempo, davanti ad un sorprendente Espargaro ed ancora una volta davanti a Lorenzo, stavolta sesto. Dopo due giorni di dominio quasi scontato, Marc Marquez, padrone in controllo totale della sua Honda Repsol, ha deciso di alzare l’asticella. Dato uno sguardo al record della pista ha deciso di abbassarlo un po’, così giusto per mantenere chiare le idee: 1:59.533. Ancora una volta, l’unico ad avvicinarsi al passo di Marc è stato Valentino che ha fatto registrare il miglior tempo sul giro a Sepang della sua lunga e pluripremiata carriera. Con l’ex numero 93 a fare la lepre, tutti i team si sono concentrati sui dettagli ed hanno cercato di sfruttare al meglio la disponibilità di Sepang, sia per la pista che per il meteo di tutti e tre i giorni di prove. Insomma, quest’anno sembra essersi alzato il livello e ci si potrebbe aspettare qualche grande ritorno, come si poteva leggere dal volto dei meccanici Yamaha, fiduciosi perché entrambi i loro piloti hanno portato a termine la simulazione di un Gp, con riscontri più che positivi. Il motomondiale prenderà il via il 23 marzo in Qatar  ed ogni team è pronto a dare il meglio e a spingere al massimo i propri prototipi per salire più in alto possibile in classifica, Marquez permettendo.

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Sepang, ecco i risultati dei test

 

dalla Redazione

 

Si sono chiusi i test per la terza giornata ed ultima di test sul circuito di Sepang. Vola Marquez, seguito dal nostro Valentino Rossi e completa il podio lo spagnolo Jorge Lorenzo. Di seguito la classifica finale completa:

1 . MARQUEZ M. Repsol Honda Team 1 :59.533

2. ROSSI V. Yamaha Factory Racing +0.1 94

3. LORENZO J. Yamaha Factory Racing +0.333

4. ESPARGARO A. NGM Mobile Forward Racing +0.465

5. BRADL S. LCR Honda MotoGP +0.57 9

6. PEDROSA D. Repsol Honda Team +0.690

7 . DOVIZIOSO A. Ducati Team +0.837

8. ESPARGARO P. Monster Yamaha Tech 3 +1 .1 22

9. IANNONE A. Pramac Racing +1 .1 92

1 0. BAUTISTA A. GO&FUN Honda Gresini +1 .255

1 1 . SMITH B. Monster Yamaha Tech 3 +1 .363

1 2. CRUTCHLOW C. Ducati Team +1 .524

1 3. HAYDEN N. Drive M7 Aspar +1 .9

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MotoGP, al via i test a Sepang

 

di Germana Condò

 

Si è conclusa da poco la prima giornata di test ufficiali pre-season 2014 in Malesia, che ha visto correre sul circuito internazionale di Sepang la MotoGP. Il campione del mondo in carica Marc Marquez girando sempre in prima posizione in sella alla sua Honda e segnando un tempo di 2’00”286, si conferma il pilota da battere quest’anno. Col fiato sul collo dello spagnolo è stato dall’inizio dei test un Valentino Rossi in splendida forma che, con l’evidente intenzione di apporre il suo sigillo a questa stagione 2014 così importante per la sua carriera, si piazza al secondo posto con un tempo di 2’00”804, staccato da Marquez di 518 millesimi. A conferma della potenza delle Honda anche quest’anno, conquista la terza posizione della classifica di oggi Dani Pedrosa a cavallo della sua HRC, seguito da Lorenzo, compagno di squadra del Dottore, che chiude al quarto posto. Conquista un buon quinto posto la Honda del team Gresini guidata da Alvaro Bautista. Andrea Iannone giunge all’ottavo posto con la Pramac Racing Ducati. In grande sofferenza appaiono le Ducati che con Andrea Dovizioso e Cal Crutchlow chiudono i test nella parte bassa della classifica, rispettivamente alla dodicesima e quattordicesima posizione. La prima sessione in programma a Sepang proseguirà nelle giornate del 4 e 5 febbraio.

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Gennaio mese di “OPEN”

 

di Leonardo Frenquelli

 

Il Motomondiale 2014 potrebbe rappresentare il punto di partenza di una svolta sotto tanti punti di vista, in particolare in MotoGP. Ogni appassionato è ansioso di vedere come sarà la prima stagione da campione di Marc Marquez e se sarà in grado di confermarsi, ma lo sguardo dei più attenti potrà anche volgersi su fronti diversi: si aspetta una svolta importante per quel gruppo di moto che fungono da “laboratorio economico” del mondiale, le CRT. Dopo due stagioni dall’esordio, in cui i risultati sono stati decisamente scarsi, eccezion fatta per le Aprilia del team Aspar, queste moto cambieranno nome e non solo, per essere più competitive anche con le case ufficiali. Dall’aprile di quest’anno infatti le CRT si chiameranno “OPEN” e saranno, di fatto, delle derivate dei prototipi Moto GP. Rispetto agli altri anni e agli altri team saranno anche regolamentate in maniera differente: per ogni stagione saranno disponibili ben 12 motori, contro i 5 delle squadre “factory”, ed il serbatoio delle OPEN sarà di 24 litri, 4 in più rispetto alle altre. A vantaggio delle Moto GP però si può considerare il fatto che gli sarà permesso sviluppare il proprio software per la centralina, mentre le OPEN avranno una centralina unica con software e registro dati reimpostato, fornito da Magneti Marelli. Il team Aspar, come detto il più efficace da CRT in Aprilia, usufruirà di veicoli Honda RCV1000R, guidate da Hayden e Aoyama e per la sostituzione in Aprilia arriva Giampiero Sacchi. L’ex Suter-Bmw, guiderà il team Iodaracing nel prossimo mondiale, preparandosi a diventare la scuderia ufficiale di punta del marchio di Noale nel 2016. Danilo Petrucci è stato confermato sulla sella della sua Aprilia e dovrà condividere il box con un esordiente in MotoGP ma ben noto agli appassionati: Leon Camier. Il britannico ha concluso la sua esperienza in Superbike con la Suzuki ed è pronto a farsi vedere nella Classe Regina del Motomondiale, dopo che in carriera aveva disputato solo 12 gran premi nella “vecchia” 125. Sempre in ambito CRT, la PBM (Paul Bird Motorsports) vede quasi sicuramente ufficializzata la sua squadra, con Eugene Laverty, affiancato da Broc Parkes, che dal 2001 ha disputato ben 185 gare tra SBK e Supersport. Sarà importante vedere se le modifiche apportate alla sottoinsieme delle CRT riuscirà a renderle più competitive e pericolose per gli ufficiali, anche perché stanno sibilando rumors negativi su un “controllo” dei team più grandi e questa sarebbe decisamente una buona notizia, un motivo in più per seguire questo mondiale. Non solo buone nuove anzi, una conferma piuttosto negativa sta filtrando in questi ultimi giorni: la Ducati, team che vive crisi una di risultati e prestazioni, potrebbe vedere una svolta negativa che per molti sancirebbe un fallimento degli ultimi anni, dal dopo Stoner per intenderci. Si vocifera che a Borgo Panigale possano abbandonare la scuderia ufficiale per produrre soltanto 3 OPEN, il che significherebbe abbassare di netto lo standard di partenza ed allontanarsi dalla ricrescita. Ducatisti, tifosi e piloti sembrano piuttosto perplessi ma al momento nulla è stato confermato. Ci si avvicina intanto ai primi test del 2014: Sepang dal quattro al sei febbraio, prove aperte a tutti i team che si ripeteranno dal 26 al 28 e soltanto per i team ufficiali di Honda, Yamaha e Ducati saranno effettuati test a Phillip Island (si vuole evitare il disastro gomme dello scorso anno). A marzo infine si volerà a Losail (dal sette al nove) perché la prima tappa del mondiale sarà lì con la bandiera a scacchi il 23 del mese.

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Fratelli di Spagna

 

di Germana Condò

 

Chiusa la tre giorni di test invernali che ha visto i piloti della classe regina del motomondiale correre sul tracciato di Sepang, si tornerà di nuovo in Malesia per la seconda sessione alla fine del mese. L’ultima tappa del calendario sarà invece Jerez de La Frontera in marzo. Nove giornate di prove in totale, sicuramente troppo poche se si considera anche il rischio di trovare una situazione meteo sfavorevole, così come accaduto nei test di Valencia 2012, ipotesi verosimile trattandosi del circuito malese. La grande sfida a cui assisteranno gli appassionati delle due ruote in questo mondiale, che partirà il 7 aprile a Losail in Qatar, sarà tra i campioni di Honda e Yamaha. A dominare la prima sessione è stato Dani Pedrosa con la sua Honda RC213V, ottenendo il miglior tempo di 2’00’’100 e staccando Jeorge Lorenzo, campione del mondo 2012, per 329 millesimi. Superiore nettamente in velocità sull’avversario, Pedrosa non ha però eseguito la simulazione di gara percorsa da Lorenzo che, girando su tempi costanti sotto ai 2’01” o appena sopra, sul passo gara è sembrato molto più vicino alla Honda. Dietro di lui il compagno di squadra, Valentino Rossi che, di nuovo in sella al suo “vecchio amore”, è ufficialmente ritornato protagonista. Ristabilito da subito il feeling con la M1, “la moto perfetta” per il suo stile, nella prima giornata si è concesso giri più lenti, lavorando sul setting e sulle nuove componenti 2013, poi la prova in velocità, dimostrandosi competitivo fin dall’inizio. Una Yamaha più veloce ma anche più facile da guidare grazie ai progressi a livello di elettronica. Quarto protagonista di Sepang è stato Marc Marquez, il quale dopo un passo falso che gli è costato una brutta caduta ha concluso la sua prova a poco più di mezzo secondo dal compagno di scuderia Pedrosa, leader indiscusso di tutti i test. Deludente il debutto della nuova Ducati: Andrea Dovizioso non è riuscito ad adattarsi alla sua Desmosedici ma ha potuto comunque dare indicazioni agli ingegneri sul telaio, sull’elettronica e sull’erogazione del motore. Il passaggio alla nuova squadra, per il momento, è costato al pilota forlivese un peggioramento di 1”660. E’ andata male anche per il compagno di squadra Nicky Hayden che ha chiuso la sessione con oltre 2” di distacco da Pedrosa. Si è fatto notare Cal Crutchlow, entrato in top five con la sua Yamaha Tech3, chiudendo a poco più di 6 decimi e migliorando il suo tempo di qualifica 2012. Bravo Stefan Bradl con la Honda LCR, sesto in classifica con un distacco di 0”887 dalla prima posizione. Mentre Alvaro Bautista ha dovuto faticare non poco insieme ai tecnici del team di Fausto Gresini per mettere appunto le sospensioni della sua Honda. Un giudizio sul debuttante Bradley Smith in Yamaha Tech3 arriverà alla fine dei test invernali, per ora è troppo presto.