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MotoGP: brutto infortunio per Valentino Rossi

 

 

 

 

 

 

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Questa proprio non ci voleva per il Dottore, la stagione lo vede come inseguitore a 26 punti da uno scatenato Dovizioso ma ciò che è successo ieri potrebbe comprometterla del tutto. Durante gli allenamenti di ieri con una moto enduro a Parchiule, vicino Urbania, Valentino è caduto rimanendo vittima di un brutto infortunio: frattura di tibia e perone della gamba destra, la stessa che nel 2010 lo aveva fermato durante le prove al Mugello. La situazione è apparsa da subito abbastanza grave, sportivamente parlando, perchè dopo averlo sentito al telefono Graziano Rossi, il padre del pilota, ha annunciato: “Valentino non è ottimista, la gamba gli fa molto male, è un casino”. Poco dopo anche il comunicato della Yamaha che in qualche modo rassicurava i tifosi almeno sulla gravità dell’incidente: “Valentino Rossi è lucido e cosciente”. Il trentottenne pluricampione del mondo e già leggenda del motociclismo è stato subito trasportato all’ospedale di Urbino, per poi essere trasferito al “Torrette” di Ancona dove è stato operato con urgenza durante la notte. Quest’anno è il secondo infortunio per Valentino, lo scorso 25 maggio un colpo subito al torace durante degli allenamenti in moto da cross aveva spaventato ma non aveva avuto effetti sul suo Motomondiale; stavolta però è molto diverso, è lo stesso incidente che sette anni fa lo aveva tenuto fermo per 40 giorni mettendo fine ai suoi sogni di mondiale in favore di Lorenzo. Vale adesso dovrà stare fermo più o meno per lo stesso periodo, rientrerà in Giappone e salterà due gare perdendo con molta probabilità tanti punti dalla vetta. Questa proprio non ci voleva!

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Marquez rimanda la ciliegina sulla torta

 

di Maurizio Elviretti

 

Col titolo Mondiale già in tasca, Marc Marquez torna dalla “Terra dei Canguri” senza punti e con una caviglia malconcia. Sì, perchè dopo la pole conquistata sabato, sbaglia nel corso del decimo giro e vola sull’erba, rimandando così la ciliegina sulla torta di un mondiale ricco di emozioni. Il Cabroncito infatti, ha vinto solo cinque Gp (in attesa degli ultimi due in Malesia e a Valencia), ma andando costantemente a punti e salendo ben undici volte sul podio. Per Marquez si tratta del secondo titolo iridato consecutivo, dopo quello dello scorso anno vinto al fotofinish dopo una lunga (…e discussa) battaglia con Rossi. Tornando al weekend appena concluso, Cal Crutclow ha messo tutti in riga nel Gp d’Australia, sedicesimo appuntamento e terz’ultima prova del Mondiale 2016, davanti a un super Valentino Rossi, protagonista di una grandissima rimonta dalla 15/a posizione di partenza. Terzo gradino del podio per Maverick Vinales con la Suzuki davanti alla Ducati di Andrea Dovizioso. Marquez, come già detto, è uscito di scena al decimo giro, dopo aver dominato la gara dal via: lo spagnolo della Honda è entrato fortissimo in curva quattro ed è andato giù. Crutchlow, veloce e concreto, ha preso, così, il comando della corsa centrando la sua seconda vittoria stagionale dopo quella in Repubblica Ceca: mai un pilota britannico aveva vinto il Gp Australia, in tutte le classi. Buona partenza per Marquez che gestisce da subito il comando della gara, mentre alle sue spalle proprio Crutchlow si prende il giro veloce e lancia subito un chiaro segnale a tutti. Indietro scatta imemdiatamente la rimonta di Valentino Rossi, che recupera posizioni e dopo quattro giri sorpassa anche Jorge Lorenzo. Alle spalle di Marquez è duello Crutchlow-Aleix Espargaro, con il britannico che riesce ad avere la meglio. Rossi, nel frattempo, continua a recuperare ed è l’unico a tenere il passo di Marquez. A 18 giri dal termine c’è la clamorosa caduta del campione del mondo che chiude così un weekend praticamente perfetto fino a quel momento. La prima posizione diventa, così, di Cal Crutchlow, mentre in 12 giri un super Valentino Rossi si è portato dal quindicesimo al secondo posto. Sempre in casa Yamaha Jorge Lorenzo, dopo un’ottima partenza, è bloccato in settima posizione. Alle spalle del Dottore il duello è tra Andrea Dovizioso e Aleix Espargaro, tra sorpassi e controsorpassi, ma al 23/o giro il pilota della Suzuki forza la staccata e finisce lungo in curva: ritiro anche per lui. Si accende, così, il duello Dovizioso-Vinales per la terza piazza con quest’ultimo che ha la meglio e, nel finale, tenta anche l’attacco a Valentino Rossi. Alla fine trionfa Cal Crutchlow, precedendo Rossi e Vinales. Solo sesto Jorge Lorenzo. “Probabilmente se Marquez non fosse caduto, non sarei stato qui a parlare del successo perchè aveva un passo decisamente migliore del mio”. Sono le prime parole di Cal Crutchlow al termine della gara. “La gomma in alcuni tratti era critica e non volevo cadere per rovinare tutto. Spingevo ma non troppo e alla fine è bastato per vincere”. Soddisfatto per il secondo posto Valentino Rossi: ”Sono molto felice. In condizioni di sole abbiamo scoperto che avevamo un bel passo e sapevo di poter lottare per il podio. E’ stata una bellissima gara che, dopo il primo giro, ho vissuto un passo alla volta. Speravo di poter recuperare su Crutchlow e di conquistare la vittoria ma alla fine lui era più forte ed ha meritato la vittoria, è stato bravo. La moto è cresciuta ed abbiamo trovato un giusto assetto con le gomme anche se nella seconda parte di gara ho un po’ sofferto per lo slittamento. Dobbiamo lavorare su questi aspetti e sul motore”. Il Dottore chiude con una dedica speciale: “Questo risultato e questo podio è per il Sic e la sua famiglia: è il miglior modo per ricordarlo”. Deluso, ma non troppo, Marc Marquez che guarda già al prossimo Gp: “Voglio innanzitutto chiedere scusa alla squadra perché ho commesso un errore. Se fossi stato in lotta per il titolo, avrei corso una gara diversa, senza correre rischi inutili. Sono partito forte perché sapevo che avrei dovuto fare la differenza all’inizio. Stavo mantenendo la distanza, ma in una frenata ho esagerato e invece di allargare, come ho sempre fatto durante l’anno, ho provato ad insistere. Durante l’intera stagione sono stato prudente in frenata e questa volta ho rischiato di più, ma è una caduta che non ha nulla a che fare con le gomme. Adesso c’è un’altra gara e pensiamo a quella. Comunque, congratulazione a Cal per la sua grande vittoria”. Nemmeno il tempo di contare vinti e vincitori che è già tempo di trasferirsi in Malesia: domenica c’è il penultimo appuntamento stagionale.

 

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Lorenzo in Ducati: ecco come cambia la MotoGp

 

di Maurizio Elviretti

 

La firma di Jorge Lorenzo in Ducati ridisegna, dal prossimo anno, la MotoGp. Sarà una sfida per tutti, affascinante e con tanti punti interrogativi. Di certo si può dire tutto al Porfuera, tranne che non abbia gli attributi grossi come un pallone, visto che andrà a guidare una moto completamente diversa da quella attuale. Chi esce con le ossa rotta, inevitabilmente, sono invece Andrea Iannone e Andrea Dovizioso: uno dei due dovrà salutare, l’altro convivrà con una presenza ingombrante come quella del maiorchino, grazie al quale Claudio Domenicali e Gigi Dall’Igna contano di fare il definitivo salto di qualità dopo un quinquennio di ricostruzione. La Ducati sembra aver finalmente partorito una grande moto, capace di competere davvero con Yamaha e Honda. Lo ha confermato l’inizio della stagione, ma gli Andrea, tra bisticci ed errori, hanno raccolto più asfalto che punti. La vera corsa, quindi, è quella al motomondiale del 2017 e del 2018. E chi più di Lorenzo poteva essere l’uomo chiamato a guidare la Desmosedici verso il trionfo? Lo spagnolo ci metterà la faccia per vari motivi, non solo sportivi. Innanzitutto, vincere con la Ducati vorrebbe dire riuscire dove Valentino Rossi ha fallito nel biennio 2011-2012. Una gran soddisfazione vista la rivalità tra i due. Poi c’è una ragione economica, non secondaria: il contratto biennale di Lorenzo sarà di 25 milioni totali, una cifra astronomica che fa capire come a Borgo Panigale si faccia sul serio per cancellare dal calendario il 2007 e il 2010, anni dell’ultimo titolo e dell’ultima vittoria in un gran premio. La mossa renderà il prossimo mondiale una splendida corsa senza guerre fratricide. Valentino Rossi non avrà rivali in Yamaha nei suoi ultimi due anni nel circuito: la casa giapponese lavorerà tutta per lui preparando il terreno a Maverick Vinales, corteggiato e pronto a essere strappato alla Suzuki. Ci guadagna anche Marc Marquez, inamovibile dalla Honda e pronto a sfruttare eventuali problemi di ambientamento del connazionale alla Ducati. I tre piloti top su tre moto diverse, davvero competitive: una griglia di partenza, quella del 2017, che mancava da anni e che promette spettacolo. La trama è stata ordita da Dall’Igna, amico di Lorenzo: il binomio tra lo spagnolo e l’uomo della Ducati si ricompone dopo i due Mondiali 250 vinti in Aprilia nel 2006 e 2007. A conti fatti, c’è un solo sconfitto. Lo decreterà il ballottaggio tra Andrea Iannone e Andrea Dovizioso. Uno dei due dovrà consegnare al sua moto a Lorenzo. Ma anche chi resterà dovrà fare i conti con la scelta della Ducati, perché il messaggio è chiaro: né il vastese né il pilota di Forlimpopoli sono stati giudicati una certezza per vincere il mondiale.

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MotoGp, Rio Hondo: Vince Marquez, disastro Iannone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Maurizio Elviretti

 

Termas de Rio Hondo da ieri sera è sinonimo di “suicidio Ducati”. Infatti nella seconda prova stagionale, sul tracciato argentino, Iannone stende all’ultimo giro Dovizioso gettando al vento un weekend fino a quel momento da incorniciare. Ride Valentino Rossi che grazie all’errore ducatista, passa secondo sotto la bandiera a scacchi, dopo una gara difficile causata dal cambio moto. Vince Marquez, dopo un duello con Rossi per metà gara, per poi avere vita facile a causa dei problemi del Dottore. Il podio lo completa Dani Pedrosa che chiude terzo con un distacco di ben 28 secondi. La pista argentina, oltre al duo di casa Ducati, ha fatto altre vittime illustri come Lorenzo e Vinales, traditi dall’asfalto bagnato dalla pioggia. Il GP a Termas De Rio Hondo regala ancora grandi emozioni e duelli epici, con i due ducatisti protagonisti di una lotta fratricida. Alla partenza tante incognite, dal meteo al cambio moto che per questioni di sicurezza è stato imposto a tutti i piloti a metà gara. Lorenzo, dopo una partenza sprint, va subito in crisi confermando le difficoltà vissute per l’intero weekend, a dargli il colpo di grazia ci pensa una chiazza di umido che lo stende sull’asfalto. In testa Marquez prova a replicare il ritmo indiavolato esibito fin da venerdì mattina, ma pian piano Rossi prende confidenza con la moto annullando il tentativo di fuga. Tra i due nasce un testa a testa che ricorda la sfida dell’anno scorso, ma a rovinare lo spettacolo ci pensa il pit-stop che penalizza le prestazioni dell’italiano. Rossi rientra in pista ma si capisce subito che non ha più tra le mani la M1 di prima, l’anteriore balla e i tempi si alzano. Il pesarese deve guardarsi alle spalle, perché da dietro si fanno vedere minacciose le sagome di Vinales e delle due Ducati. Il crono è impietoso, Valentino perde un secondo a giro da tutti e viene risucchiato dagli inseguitori. Proprio quando il sorpasso della Suzuki sembra ormai questione di curve, Rossi ha il colpo di coda del campione riuscendo a rimandare al mittente le minacce e a siglare giri finalmente competitivi. Il pilota della Yamaha con le unghie e con i denti riesce a stare davanti per qualche tornata, ma alla fine deve cedere al passo migliore degli avversari. Sulla pista di Termas de Rio Hondo bagnata dalla pioggia nessuno è al sicuro, in particolare nella curva 1. Vinales commette un peccato di gioventù e va ad assaggiare l’asfalto. Ma non è finita, perché a pochi metri dal traguardo Iannone prova a vendicarsi del Qatar e ad infilare il compagno di squadra. Ma stavolta il danno è doppio perché sul podio non ci finisce neanche una rossa: contatto ed entrambi a baciare l’asfalto argentino. Una rivalità tra i due compagni di squadra forse alimentate anche dalle voci di mercato che vedono Lorenzo vicinissimo alla casa di Borgo Panigale. A ringraziare c’è anche Pedrosa che sale sul podio nonostante un distacco abissale. In classifica generale Lorenzo viene superato da Marquez, Rossi e Pedrosa. Da segnalare i primi punti in MotoGP dell’Aprilia. Contento del primo podio stagionale Rossi, ma non della gara: “All’inizio ho avuto delle piccole difficoltà, poi ho preso il ritmo e con la prima moto sono stato veloce, ho lottato con Marquez. Con la seconda non ho avuto mai la stessa sensazione, sono partito male e sono stato sempre lento, alla fine se le Ducati non si fossero toccate non sarei sul podio ed alla fine va bene così avendo conquistato il primo podio della stagione. Non riesco a spiegarmi neppure io la differenza tra la prima e la seconda parte di gara -prosegue Rossi- di solito le moto sono identiche, forse c’è stato qualche problema in più con le gomme, magari scaldate diversamente, non ce l’ho mai fatta a prendere il ritmo e guidare bene, ero in difficoltà, quando provavo a spingere mi si chiudeva la moto, ho rischiato di cadere diverse volte ma alla fine è andata bene. Certo, con la prima moto ero davvero forte, ci saremmo divertiti, forse potevo anche provare a vincere. La moto peggiorava giro dopo giro, quando acceleravo sbagliavo e son venuti a prendermi prima Vinales e poi le Ducati”. Il più amareggiato è sicuramente Dovizioso, che si è visto sfuggire un secondo posto certo: “La moto stava andando molto bene, questo weekend è stato difficile per tutti. Abbiamo fatto un ottimo lavoro, alla fine di questa giornata potevamo avere due moto sul podio e io potevo essere ad un punto da Marquez. Iannone non è venuto nemmeno a chiedermi scusa, ma me lo aspettavo”. In casa Ducati è scoppiata la bomba. Vedremo se tra sette giorni, nel Gran Premio di Austin, le acque “rosse” si calmeranno.

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MotoGp: Lorenzo vince a Losail

 

di Maurizio Elviretti

 

Il mondiale MotoGp 2016 si apre nello stesso modo in cui si è chiuso quello del 2015, con Jorge Lorenzo sul gradino più alto del podio. Lo spagnolo si è infatti aggiudicato la prima prova stagionale, sul circuito di Losail in Qatar davanti alla Ducati di Andrea Dovizioso e alla Honda di Marc Marquez, mentre Valentino Rossi deve accontentarsi di un quarto posto che comunque lascia ben sperare per il futuro. L’avvio della gara è molto più combattuto del previsto a causa del motore Ducati che a lungo la fa da padrone in pista. Poi Andrea Iannone sbaglia e scivola dopo un contatto con il cordolo in un momento di battaglia per il primo posto tutto ducatista. Ora il pacchetto di testa è composto da quattro piloti compresi in un secondo, mentre Pedrosa e Vinales sono più lontani a tre. Mentre Marquez si fuma Rossi che scala quarto, la gara si stabilizza con un gruppo di quattro moto che fa l’andatura. I piloti vogliono studiare l’andamento degli pneumatici e nessuno tenta l’attacco decisivo. Il primo che rompe gli equilibri è naturalmente Jorge Lorenzo, che a 14 giri dal termine scavalca Dovizioso e si riporta nell’unica posizione in cui si sente a suo agio, primo. Lo spagnolo giro dopo giro crea un vuoto incolmabile dietro di se, mentre si accende la bagarre di sorpassi e controsorpassi per gli altri due posti disponibili del podio. Marquez supera Dovizioso, il quale aspetta con caparbietà e punge al momento opportuno, Valentino si mette in scia dello spagnolo, tenta il sorpasso, ma va un pelo largo e il primo Gp del campionato si chiude con Lorenzo primo, il Dovi secondo e Marquez terzo. È un Valentino Rossi non del tutto soddisfatto quello che si presenta davanti ai microfoni dopo il 4° posto del Qatar. “Sono contento del passo avuto perché siamo andati tutti molto veloce, ed eravamo davvero al limite – dice Vale -, ma mi è sempre mancato un pelo. Sono stato anche veloce a tratti e costante, ma non ho mai avuto il guizzo, ero un po’ attaccato al gancio senza mai avere lo spunto in certi punti pista per tentare l’attacco. Sarebbe bello sapere se con un’altra gomma sarebbe andata diversamente: nel finale scivolavo un po’ sulla destra e faticavo in accelerazione. Speriamo di aver sbagliato gomma, ecco, ma anche se avessi scelto la soft dietro come Lorenzo non è detto che sarei andato meglio. Siamo battuti, ma vispi: non è andata male, ma mi dispiace di aver mancato il podio e soprattutto di non essere mai arrivato nemmeno nelle condizioni di provarci”. “Sono davvero felice, con le nuove regole abbiamo ritrovato il feeling. Stiamo tornando nel modo giusto siamo qui e siamo competitivi, sono felicissimo di aver iniziato così». E’ raggiante il pilota della Ducati Andrea Dovizioso dopo il secondo posto ottenuto all’esordio del mondiale MotoGp 2016. “Con Marc non è stata una lotta semplice, entrambi abbiamo avuto un po’ di problemi nell’angolazione in entrata e uscita – ha proseguito parlando del duello finale con Marquez – abbiamo distrutto le gomme ma sono riuscito a passarlo e chiudere la linea sull’ultima curva”. Queste infine le parole del Porfuera, che ha spiegato anche il gesto del “bocca cucita” fatto all’arrivo: “C’è un detto che dice che un gesto vale più di mille parole. Che ognuno faccia le sue riflessioni”. Poi sul Gp: “E’ stata fondamentale la scelta della gomma posteriore, perché Valentino e Marquez avevano scelto quella più dura, ma la maggior parte degli altri aveva optato per la morbida. Dopo il warm-up non mi piaceva come si era comportata la mia moto, quindi ho fatto un po’ una scommessa sulla morbida ed è andata molto bene, perché invece di calare il ritmo è aumentato giro dopo giro ed alla fine ho fatto un 1’54″9, un tempo impensabile prima della gara”. Si riposa il prossimo weekend, quello di Pasqua, ma si riprende subito il 3 Aprile con il GP d’Argentina.

 

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Honda vs Yamaha: la sfida ricomincia

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Ora che la Dorna ha esposto il calendario definitivo del Campionato del Mondo MotoGP 2016 l’attesa è diventata ancora più estenuante: quel 20 marzo in cui vedremo sfrecciare nuovamente le due ruote in Qatar è sempre più vicino, ma in realtà sembra lontanissimo. La scorsa stagione si è chiusa tra polemiche, litigi e rotture di amicizie, sarà difficile mettersi tutto alle spalle ma bisognerà comunque farlo per dar vita ad una nuova contesa tra gli stessi protagonisti: Lorenzo, Rossi, Marquez e Pedrosa; in altre parole Honda contro Yamaha. Ad aprire le danze, lo scorso 18 gennaio, sono stati i campioni del mondo della Yamaha che hanno presentato a Barcellona la nuova due ruote su cui si daranno battaglia i compagni di squadra (ma nemici) Valentino Rossi e Jorge Lorenzo. Senza nemmeno guardarsi negli occhi e indossando una tutta praticamente identica a quella della scorsa stagione, i due si sono stretti la mano davanti alla Yamaha YRZ-M1 2016, ultima versione del prototipo 4-in-linea che poco si differenzia rispetto al modello del 2015 per quanto riguarda lo schema grafico, ma con tante novità tecniche adeguate ai nuovi pneumatici Michelin e soprattutto alla nuova elettronica unificata. In un clima tutt’altro che sereno, il Dottore ha ovviamente dichiarato di puntare alla vittoria chiedendo però rispetto da parte dei colleghi, mentre Jorge, forte del titolo vinto, ha cercato di comportarsi come se tutto fosse normale anche se normale non lo era. Nei lati rimanenti del ring ci saranno gli altri due protagonisti della scorsa stagione: Marquez e Pedrosa. Loro di problemi interni non ne vivono, e proprio negli ultimi giorni hanno presentato a Giacarta la “loro” giapponese, la fiammante Honda RC213V 2016; anche qui la livrea non si discosta tantissimo dal modello passato, stessi colori, un cupolino differente e la nuova scritta “Satu Hati”, che in giapponese vuol dire cuore, quello che i due piloti dovranno gettare oltre l’ostacolo per strappare il titolo a Lorenzo. I tecnici della casa di Hamamatsu hanno lavorato maggiormente sui settori più performanti della moto, come l’impianto frenante, il motore e il telaio (ora molto più rigido e stabile) per fornire ai due piloti spagnoli una moto competitiva più che mai. Senza nulla togliere a Ducati e co., si prospetta un’altra stagione Honda vs Yamaha, meccanici e ingegneri hanno fatto il proprio lavoro, adesso tocca ai piloti dare spettacolo.

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Gamba tesa

 

di Filippo Gherardi

 

Serviva un’istantanea per consegnare alla storia del Motomondiale questa stagione 2015. Serviva e puntualmente è arrivata. Appena sette giorni dopo lo spettacolo di Phillip Island, con una gara mozzafiato conclusa sul filo di lana e dei secondi, sul circuito di Sepang, lo stesso dove nel 2011 perse la vita Marco Simoncelli, si è consumato l’apice di un duello generazionale ed extraterritoriale che prima o poi, come in ogni grande faida sportiva che si rispetti, avrebbe dovuto toccare il suo punto più infuocato e polemico. Italia vs Spagna, o se preferite Rossi vs gli spagnoli, a due gare dal termine di un mondiale in cui il Dottore ha messo in riga praticamente sin dall’inizio tutti i lanciatissimi centauri iberici, in cui il tricolore è tornato, a tratti, a dominare la scena con triplette (Qatar e Gran Bretagna ndr) destinate alla leggenda nostrana. “Era il giro numero 6 del Gran Premio di Malesia…”, chissà quante volte negli anni a venire i protagonisti, diretti ed indiretti, dello scontro Rossi-Marquez apriranno così il loro racconto dell’accaduto. Ognuno dalla propria prospettiva, ognuno chiarendo la propria intepretazione. Era il giro numero 6 del Gp di Malesia, Pedrosa era la lepre, Lorenzo guidava in scioltezza in seconda posizione e Rossi e Marquez duellavano per un terzo posto che in termini di punti, e campionato, aveva un peso specifico soprattutto per il numero 46 della Yamaha. Un calcetto, un colpo di gamba, un’entrata fallosa (per cavalcare un parallelismo calcistico più volte tirato in ballo anche dai diretti protagonisti nel post gara) che fa scivolare l’HRC numero 93 dello spagnolo e che permette a Valentino di prelavere su un duello che stava diventando snervante da un punto di vista psicologico. Rossi conquista il podio più amaro della sua carriera, quello più intriso di polemiche e di conseguenze. Perché nell’ultima gara di Valencia partirà (con molta probabilità ndr) dall’ulltima posizione, e perché servirà una rimonta epica per poter festeggiare il suo decimo titolo iridato. Ma tornando al sesto giro di Sepang, i replay presi da ogni inquadratura mostrano chiaramente la gamba sinistra di Rossi staccarsi dalla sua Yamaha M1 e colpire la moto di Marquez, ma basta davvero così poco per mandare al tappeto una Moto Gp? A quanto pare sì, complici sicuramente anche velocità ed inclinazione del momento. Una moviola che è diventato negli ultimi giorni un vero e proprio fenomeno virale nell’epoca dei social, tanto quanto la capocciata di Zidane a Materazzi o il morso di Tyson ad Holyfield. La critica, così come i giudici, si sono pronuncianti senza mezzi termini, condannando il gesto scellerato di Rossi ma senza trascurare, in maniera sempre più incalzante con il passare dei giorni, l’atteggiamento ai limiti della sportività di Marquez, reo non solo di appoggiarsi volontariamente sulla moto dell’avversario nel tentativo di sbilanciarlo, ma anche colpevole di non aver mostrato, qualche tornata prima, la stessa combattività per impedire il sorpasso ai suoi danni di Lorenzo. L’entourage del pilota di Tavullia si è subito lasciato andare ad ipotesi di complotto spagnolo studiato nei minimi dettagli e senza alcuna logica di scuderia, la stampa iberica ha risposto per le rime parlando, nel caso di Rossi, della fine di un mito. Lo stesso Valentino dopo aver minacciato di non presentarsi al Gp finale di Valencia rassegnato, a detta sua, per un Mondiale ormai sfuggitogli di mano, ha fatto sapere al mondo intero, tramite twitter, che a Valencia ci sarà anche dall’ultima fila, scongiurando così l’ipotesi di congedare nel modo peggiore, a modestissimo parere di chi vi parla, una faccenda in cui lo spirito di sana sportività non solo è stato rinnegato ma anche calpestato. Serviva un’istantanea ed è arrivata, ora però mancherebbe il lieto fine, ma non è detto che ci sarà.

Top Foto, Jorge Lorenzo torna a vincere sul circuito di Jerez de la Frontera

Jorge: el regreso

 

di Leonardo Frenquelli

È tornato il Cyborg. Sarà perché fresco di rinnovo di contratto, sarà per un feeling ritrovato con la sua M1 in una pista che ha sempre apprezzato, ma stavolta non ce n’è stato per nessuno. La quarta tappa del Motomondiale ha visto un solo dominatore che non ha lasciato nulla agli avversari, dalle prime prove libere del venerdì, fino alla bandiera a scacchi della domenica: Jorge Lorenzo. Un numero 99 che torna ai livelli del suo ultimo trionfo iridato, l’ultimo pilota a vincere prima dell’avvento di un certo Marc Marquez. Dopo tre episodi di una saga che sembra destinata a dare spettacolo, mancava solo il maiorchino a timbrare con un successo in questo avvio di stagione. La sua pole position, quell’1:37.910 valido anche per distruggere il precedente record della pista di Marc Marquez, ha subito messo in chiaro come sarebbe andata la gara. Per tutte le ventisette tornate previste Lorenzo è fuggito imponendo ritmi insostenibili per chiunque, proprio come succedeva qualche anno fa. Costanza e precisione, il maiorchino sapeva perfettamente quando entrare in curva e come la sua moto avrebbe risposto in uscita, per ogni singolo centimetro di Jerez e non è certamente un caso: gli spagnoli di casa erano tanti ma Lorenzo, tra il venerdì ed il sabato, ha totalizzato un quantitativo di giri pari a due gare, almeno. Senza lasciare nulla alle coincidenze, ha deciso di vincere ed ha portato a casa il primo trionfo stagionale. Dietro ad un imprendibile Lorenzo è arrivato Marc Marquez che, a differenza di quanto fatto in Argentina, ha gestito intelligentemente la sua corsa, dosando le energie nonostante il dolore per la frattura al mignolo. Tatticamente perfetto il Fenomenino che, partito dalla seconda piazza, sapeva perfettamente che la pista “de La Frontera” non è certo territorio di conquista per le Honda. Al numero 93 è bastata un po’ di freddezza per capire che la prima piazza era troppo anche per lui ma che partendo bene si poteva ottenere un secondo posto più che accettabile, chiudendo a quasi sei secondi da Lorenzo, anche con meno della metà di giri di prova rispetto al Cyborg di Maiorca. La gara di Jerez, per chi si aspettava una battaglia e lo spettacolo emozionante visto fino ad oggi, è stata una delusione, ma per gli appassionati veri è stata comunque un bel vedere: gestione, tattica, intelligenza e tanto “manico”. Ultimo dei premiati è, neanche a dirlo, Valentino Rossi: sempre col sorriso, anche sul gradino più basso del podio, anche in una pista che svariate volte lo aveva visto trionfare in tutte le classi. “Lorenzo qui ci vince anche con il motorino”, ha detto il numero 46 riconoscendo la grande prova dell’avversario e compagno di squadra in Yamaha che aveva un assetto praticamente identico. Nonostante il terzo posto, rimane comunque un giorno da ricordare per il Dottore: quello di Jerez è stato il duecentesimo podio, un altro dei meravigliosi numeri del 36enne di Tavullia che mantiene la leadership in classifica generale davanti a Dovizioso e Lorenzo. Oltre ad un ottimo quarto posto di Crutchlow che continua a guidare la sua Yamaha Tech3 come se fosse nella Superbike britannica, il pane per gli amanti dei “traversi”, è da segnalare la buona prova dei fratelli Espargaro, con Pol quinto su Yamaha ed Aleix settimo su Suzuki. Proprio questo si intende con “manico”: quando la moto non è il top, non certo costruita per dominare, viene fuori la grinta del pilota che sul guidato recupera quei dieci o quindici chilometri orari di differenza dalle Repsol e compagnia cantante. È stata una tappa deludente per le Ducati, nonostante Iannone avesse fatto registrare il terzo posto in griglia in fase di qualifica. Partito dalla prima fila, non è riuscito ad andare oltre la sesta piazza, due posizioni avanti a Dovizioso che ha avuto problemi sin dai primi giri. A mente fredda, il nono posto del numero 04 non è male, calcolando che dopo il “lungo” delle prime tornate è riuscito a risalire con costanza, senza mai raggiungere la vetta. “Il nostro obiettivo è vincere almeno una gara nel mondiale”, dicevano Dall’Igna e soci che hanno puntato il Mugello come destinazione principale. Mentre tutti i team si sono fermati a Jerez per i soliti test, a Borgo Panigale hanno deciso di allestire una squadra pronta a preparare la prossima tappa ed un’altra che penserà già alla moto per la gara toscana. Una scelta decisamente importante che punta a dare ulteriore lustro alla GP15 che, dopo un inizio eccezionale, vuole trovare continuità di risultati e tornare ad i livelli di un tempo. Prossimo appuntamento a Le Mans, Francia, con la gara il 17 maggio ed un altro capitolo del Mondiale 2015 tutto da scrivere.

Top Foto, Valentino Rossi festeggia sul podio tra Dovizioso e Crutchlow

Dottor Diez

 

di Maurizio Elviretti

 

Erano all’incirca le 21.20 di domenica sera quando, come il buon Guido Meda consiglia, mi ritrovavo in piedi sul divano ad applaudire uno strepitoso ed ennesimo successo del Dottore, questa volta in terra argentina. E’ stata la vittoria di quel Valentino Rossi che, dopo un inizio weekend non proprio entusiasmante con l’ottavo posto nella griglia di partenza, ha ribaltato tutto compiendo un vero e proprio capolavoro. Pronti via e in tre giri Valentino supera prima il compagno di squadra Jorge Lorenzo e poi il ducatista Iannone. In quattro si porta al terzo posto, passando anche Crutchlow. A 15 giri dalla fine è secondo, dopo il sorpasso su Dovizioso. In quel momento, il vantaggio di Marquez oscilla tra i 4 e i 5 secondi. Lì inizia il “pressing” al campione del mondo in carica: è sembrato di tornare ai vecchi duelli Rossi-Stoner, quando il Dottore con sorpassi e controsorpassi induceva all’errore l’austrialiano. E’ successo più di una volta, è successo anche questa volta: il duello dura pochi decimi di secondo. Un doppio contatto tra i due, lo spagnolo respinge bruscamente l’attacco con tanto di spallata, Valentino passa. L’altro prova a chiuderlo in scia ma perde il controllo e rovina a terra, chiudendo così la propria gara in anticipo. Una vittoria importante anche per la Yamaha, determinante nella scelta di montare sulla M1 del Dottore una posteriore extra-hard, differentemente da Marquez presentatosi in pista con una hard. Sul podio sventola doppio il tricolore: terza medaglia d’argento consecutiva per Andrea Dovizioso, che dopo Losail ed Austin sale nuovamente sul gradino “di mezzo” del podio di Rio Hondo. E seconda è anche la posizione nel Mondiale a 6 punti da Valentino Rossi per un Dovizioso sempre più veloce e soprattutto concreto. Una gran moto, un’atmosfera perfetta in squadra, tutto che marcia alla perfezione e anche il Dovi che forse è al suo livello più alto. Sfuma a pochi metri dal traguardo invece il sogno di rivedere un podio tutto “nostrano”: Andrea Iannone, infatti, ha perso il duello con Cal Crutchlow che dopo aver superato la bandiera a scacchi si è lasciato andare, da ex ducatista, in un gesto dell’ombrello poco elegante, destinato proprio alla casa di Borgo Panigale. Iannone ha comunque fatto una gara maiuscola, anche se non è mai stato in grado di lottare per la vittoria. Continua il periodo buio di Jorge Lorenzo: il pilota ispanico parte bene ma già dai primi giri accusa diversi problemi che lo costringono a retrocedere gradualmente, sino al taglio del traguardo in quinta piazza, risultato opaco causato probabilmente dall’errata scelta di una gomma anteriore a mescola media. Bradley Smith con la sua Monster Yamaha Tech3, in sesta piazza, è il primo pilota Yamaha satellite. Alle sue spalle ottiene un buon risultato anche Aleix Espargaro (Suzuki Racing Team), partito dalla prima fila. La Casa nipponica continua a soffrire maggiormente in accelerazione rispetto alle sue rivali, dato che avvalora le prestazioni dei due alfieri Suzuki, il secondo dei quali, Maverick Viñales, è decimo. Nel mezzo troviamo Pol Espargaro (Monster Yamaha Tech3), scattato dalla diciottesima casella dello schieramento, e Scott Redding (Estrella Galicia 0,0 Marc VDS). Guadagnano punti iridati anche Danilo Petrucci (Pramac Racing), undicesimo, Jack Miller (CWM LCR Honda), dodicesimo e primo pilota Open, Hector Barbera (Avintia Racing), tredicesimo, Loris Baz (Athinà Forward Racing), quattordicesimo, e Stefan Bradl (Athinà Forward Racing), quindicesimo. Entrambi, quest’ultimi, per la prima volta a punti da inizio stagione ad ora. Sul podio festa grande del Dottore che esce dalle quinte indossando la maglia del “diez” Maradona. Che sia un chiaro segnale di Rossi, pronto a puntare al decimo titolo iridato? Grazie a questo successo Valentino sale a 66 punti, con sei lunghezze di vantaggio su Dovizioso. Iannone è terzo con 40 punti. Prossimo appuntamento del Mondiale, il Gran Premio di Spagna sul circuito di Jerez de La Frontera in programma il 3 maggio. E anche lì, c’è da scommetterci, sarà battaglia: Marquez è chiamato subito al riscatto.

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MotoGp, Test Sepang: Rossi davanti a tutti

 

di Maurizio Elviretti

 

Valentino Rossi ha ottenuto il miglior tempo nella classifica provvisoria dell’ultimo giorno di test IRTA della MotoGP a Sepang. Il pilota pesarese ha infatti fermato il cronometro sul tempo di 1:59.999 quando in malesia erano le 14:10. Il rider della Yamaha l’ha ottenuto al tredicesimo dei quarantuno passaggi sin qui effettuati, andando a precedere di soli 68 millesimi il connazionale della Ducati Andrea Dovizioso, la lieta sorpresa di questi test. Il “Dovi” ha ottenuto questa miglior prestazione utilizzando la Ducati con la centralina equipaggiata con software Open, ma senza utilizzare la mescola extra-morbida a questa categoria riservata. Buonissima anche la sua simulazione di gara (anche questa effettuata
con la centralina Open), che fa ben sperare in vista della prima gara in Qatar il prossimo 23 marzo. Il forlivese che ha girato in 2:00.067 è a sua volta davanti ad Aleix Espargarò, altro grande protagonista di questa tre giorni di test. Il rider del Team Forward ha portato la sua Yamaha FTR Open a girare in 2:00.164 precedendo la Honda del Team LCR del tedesco Stefan Bradl. Anche per il #41 ottimi riscontri cronometrici anche sul passo, così come accaduto per Dovizioso e Valentino Rossi. Quinto tempo per gli spagnoli della Honda Dani Pedrosa (ieri il più veloce) e Alvaro Bautista. I due precedono il connazionale Jorge Lorenzo. che paga un gap dalla vetta di 620 millesimi. Il maiorchino è seguito dalla Ducati di Cal Crutchlow e dalle Yamaha del Team Tech 3 di Pol Espargarò (iridato 2013 della Moto2) e Bradley Smith. Undicesimo tempo per Andrea Iannone, in sella alla Ducati del Team Pramac, seguito dall’ottimo Randy de Puniet su Suzuki, che fa un grande balzo in avanti rispetto ai primi due giorni. La prima Honda RCV1000R è invece quella di Nicky Hayden, sedicesimo a poco più di due secondi da Rossi. Di seguito i primi dieci migliori tempi:

1. Valentino Rossi ITA Yamaha Factory Racing (YZR-M1) 1.59.999 (Lap 13/41)

2. Andrea Dovizioso ITA Ducati Team (Desmosedici) 2.00.067 +0.068 (6/36)

3. Aleix Espargaro ESP NGM Mobile Forward Racing (FTR-M1) 2.00.101 +0.102 (7/29)

4. Stefan Bradl GER LCR Honda MotoGP (RC213V) 2.00.164 +0.165 (12/40)

5. Dani Pedrosa ESP Repsol Honda Team (RC213V) 2.00.185 +0.186 (8/41)

6. Alvaro Bautista ESP Go&Fun Honda Gresini (RC213V) 2.00.506 +0.507 (9/42)

7. Jorge Lorenzo ESP Yamaha Factory Racing (YZR-M1) 2.00.619 +0.620 (20/36)

8. Cal Crutchlow GBR Ducati Team (Desmosedici) 2.00.790 +0.791 (7/41)

9. Pol Espargaro ESP Monster Yamaha Tech 3 (YZR-M1) 2.01.032 +1.033 (6/38)

10. Bradley Smith GBR Monster Yamaha Tech 3 (YZR-M1) 2.01.123 +1.124 (3/35)