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Salone di Francoforte 2017: seguitelo in nostra compagnia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Come ogni anno settembre si trasforma nel mese dell’Automotive, Francia e Germania si alternano nell’ospitare attraverso i propri Saloni le più grandi mostre automobilistiche, le case si sfidano a colpi di novità e si sbizzarriscono svelando concept futuristici e innovazioni tecnologiche. Quest’anno è il turno di Francoforte, domani 14 settembre si apriranno le porte dell’Internationale Automobil-Ausstellung (IAA) ed i visitatori potranno prendere d’assalto gli stand colmi di restyling, nuovi modelli e non solo. E’ vero, Francoforte sarà orfana di ospiti illustri come Peugeot, Fiat, Alfa Romeo, Volvo o Nissan, ma non mancheranno le auto da presentare, di tutte le dimensioni e di tutti i tipi, dalle city car ai SUV passando per le sportive, senza saltare le elettriche. Sicuramente le più “accerchiate” dal pubblico saranno la nuova Ferrari Portofino o la costosa Mercedes AMG Project One (275 esemplari prodotti e già venduti a più di 2 milioni di euro l’uno), ma molti si soffermeranno anche davanti a concept iper-futuristici come la Renault Symbioz, vettura del futuro rivoluzionaria sia per la mobilità elettrica che per la guida autonoma. Tornando alla realtà, a Francoforte sarà possibile vedere anche soluzioni più abbordabili per le tasche di noi comuni mortali, cominciando proprio dalla nuova Dacia Duster, per rimanere in casa Renault, e proseguendo con il nuovo urban-Suv Citroen C3 Aircross, o ancora con la nuova Opel Grandland X, vera novità del marchio acquisito da PSA, a cui fa eco Ford con la nuova generazione della sua Ecosport. Questi solo alcuni esempi, tutte le altre novità del Salone di Francoforte 2017 potrete scoprirle con noi la prossima settimana: non perdete “Professione Motori Speciale Francoforte”, ne vedrete delle belle

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Citroen Unconventional Team: un grande record per Vittorio e Nico Malingri

 

 

 

 

 

 

 

 

E’ un’impresa storica quella compiuta da Vittorio e Nico Malingri, i due componenti del Citroën Unconventional Team sono i nuovi detentori del primato della rotta Dakar – Guadalupe, stracciando il precedente record dei francesi Pierre-Yves Moreau e Benoit Lequin. Con Feel Good, catamarano sportivo da spiaggia lungo soli sei metri e privo di cabina e altre protezioni, padre e figlio hanno percorso la rotta in appena 11 giorni, 1 ora e 9 minuti, percorrendo ben 2.551 miglia marine e lottando contro le insidie dell’Oceano Atlantico. Le disavventure non sono mancate: le alghe che hanno obbligato i due italiani e liberare ad intervalli regolari il timone, un pesce luna che ha quasi impattato sull’imbarcazione, l’incrocio con due balene, ed infine il rovesciamento della barca a pochi metri dalla linea d’arrivo che ha danneggiato l’impianto elettrico rischiando di vanificare tutte le fatiche. I due del Team Citroen non si sono scoraggiati e combattendo insidie e stanchezza sono riusciti a portare a termine l’impresa, e la prossima settimana saranno loro stessi a raccontarvelo: non perdetevi l’intervista realizzata da Filippo Gherardi a Vittorio e Nico Malingri, in onda durante la puntata del mercoledì di Professione Motori (ore 21:00 su OdeonTV e ore 23:00 su Nuvola61).

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Professione Motori: stasera l’intervista a Cristiano Habetswallner

 

dalla redazione

 

Appuntamento da non perdere quello di questa sera con Professione Motori dove andrà in onda l’intervista in esclusiva a Cristiano Habetswallner, Responsabile Sponsorship Telecom Italia. Sintonizzatevi dalle 21.20 su Odeon Tv, canale 177 del DTT e su Telecampione, canale 75 del DTT. Intervista a cura di Filippo Gherardi.

E Mehari

Citroen EMehari: la prova

 

di Filippo Gherardi

 

C’era anche la nostra redazione, in rappresentanza della stampa italiana, tra le dune e le scogliere a picco sul mare di Ibiza per la presentazione, internazionale, della nuova Citroen EMehari. Gioiellino di design tutto al francese e 100% elettrica, con dimensioni tipiche di una citycar, assetto rialzato ed inaspettato piacere di guida su qualsiasi superfice. Lunga 3,81 m, larga 1,87 ed alta 1,65, la nuova EMehari si caratterizza anche per uno spiccato grado di personalizzazione con ben quattro colori differenti di carrozzeria, due tinte per la capote e due per gli interni, per un totale di sei combinazioni cromatiche differenti. Stiamo parlando di una cabriolet e come tale, condizioni climatiche permettendo, non trascura un forte grado di emotività. Al tempo stesso, il propulsore 100% elettrico abbinato alla trasmissione automatica consegna una silenziosità fuori dal comune e si sviluppa su batterie al polimero di litio con una portata di 35 KW e tempi di ricarica completa che variano dalle 8 alle 13 ore, a seconda della presa da 16 Ampere o 10 Ampere. Sempre in termini di cifre, la potenza di picco è di 68 cavalli, la velocità di punta stimata in 110 km/h e l’autonomia, il vero dato da copertina, è di 200 km. A sorprendere è anche la fluida ripresa ed una reattività inaspettata, che mischiate ad una maneggevolezza dagli spazi contenuti fanno della nuova EMehari una vettura adattissima anche ai contesti cittadini più rigidi. Gli interni rimangono puliti in termini di strumentazione, con plancia e tunnel centrale liberi da pulsanti ingombranti e puliti nelle forme. Le sedute interne, disponibili come detto in due differenti trame stilistiche, sono realizzate in materiale completamente impermeabile e lavabile con un semplice getto d’acqua, l’ideale per fronteggiare anche un utilizzo off road. Ritornando sul design esterno, il muso che si sviluppa in verticale viene arricchito da gruppi ottici anteriori sottili nelle forme e che richiamano uno studio estetico già brillantemente sperimentato su altri, recenti, modelli di casa Citroen come ad esempio la C4 Cactus. Da non sottovalutare anche l’abitabilità interna, con sedute anteriori comode ed un divano posteriore pratico anche per le lunghe distanze. La capacità del bagagliaio varia dai 200 l in configurazione base agli 800 l che si ottengono reclinando le sedute posteriori. Arriverà sul mercato tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, mentre sui prezzi italiani rimane ancora qualche riserbo, anche se prendendo a riferimento il listino francese (dove però la politica d’incentivi sulle vetture elettriche è, ancora, anni luci distante dalla nostra) si parte da 25mila euro. Chiudiamo con il target di riferimento, mai come in questo caso specifico e focalizzato su proprietari (o gestori) di hotel e strutture vacanziere, oltre che famiglie che hanno la possibilità di concedersi una seconda o, eventualmente, una terza macchina. Ma più in generale ci sentiamo di consigliare la EMehari a tutti coloro che amano lo spirito dinamico e frizzante di una vettura stimolante nelle forme, facile da guidare e non per questa limitata nelle sue fasi di utilizzo.

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Peugeot: Sportività, vittorie e prestazioni

 

di Delfina Maria D’Ambrosio

 

Studio affollatissimo quello di Professione Motori che, nelle scorse settimane, ha visto alternarsi tanti ospiti del mondo automobilistico. E’ tornato a trovarci anche Carlo Leoni, Responsabile Comunicazione Peugeot Italia. Visto quanto successo negli ultimi giorni nell’ambito del Motor Sport legato a Peugeot era impossibile non iniziare l’intervista parlando della Dakar. Solo alcune statistiche: 26 anni dopo l’ultimo successo, Peugeot vince la Dakar per la quinta volta nella sua storia. Peugeot 2008 DKR, due ruote motrici,  trionfa con il suo equipaggio ovviamente Peterhansel e Cottret. Ma l’aspetto più significativo sono le statistiche,  Peugeot vince questa Dakar alla seconda partecipazione nel continente Sud Americano ma specialmente con nove vittorie di tappa su dodici gare complessive tra cui sette doppiette e due triplette. Viene da pensare, che se Carlos Sainz non si fosse ritirato probabilmente anche nelle prime due posizioni alle spalle di Peterhansel, al posto di Al-Attyah con la Mini, avremmo trovato anche l’altro equipaggio con Carlos Sainz:

“Le cifre spesso aiutano a capire meglio quelle che sono state le gare. In questo caso siamo andati oltre ogni aspettativa ottenendo questi risultati al secondo anno di partecipazione alla Dakar, dove non solo bisogna avere una macchina competitiva e affidabile e piloti esperti ma conta tantissimo tutto il team visto che parliamo di una gara sì di performance ma anche di tattica, costanza, e dove i navigatori hanno un ruolo importante, quindi c’è davvero la somma del lavoro di tante persone. Essere riusciti a fare una Dakar straordinaria è un inizio dell’anno per lo sport di Peugeot importante e significativo, godiamo di questo risultato, anche se ce lo dimentichiamo già perché adesso iniziano altre attività. E’ stata una gara nel segno del Leone ma con l’alternansi di tanti piloti, delle doppiette, delle triplette e dei colpi di scena. Hai citato Sainz ma ricordo anche Loeb e Despres, tutti vittima di inconvenienti meccanici, forature, alcuni si sono persi e hanno accumulato ritardi, quindi davvero ogni giorno la classifica è stata rimescolata, fortunatamente con tutti questi rimescolamenti è rimasto comunque in testa un pilota Peugeot. Si tratta, naturalmente, di Peterhansel, è la dodicesima Dakar che vince e infatti ho parlato della necessità di essere affiatati, avere esperienza, conoscere le tattiche di gara e le reazioni, come quando attaccare o alzare il piede dall’acceleratore, aver fatto tutto questo al secondo anno, dopo 26 anni che non andavamo alla Dakar, è veramente un passaggio significativo.  Vuol dire che si è costruito un percorso, che prevederà la Dakar nel 2017 e la partecipazione di Loev al campionato mondiale di Rally Raid ed è quindi realmente un continuo con quello che abbiamo fatto nel nostro piccolo noi in Italia”.

Al di là di Peterhansel che ha vinto la sua dodicesima Dakar, sesta tra le auto dopo sei vinte anche in moto, al settimo posto troviamo Despres con il secondo equipaggio in termini di classifica generale per quel che riguarda Peugeot, mentre Sebastien Loeb, che inevitabilmente era ed è stato anche nei primi giorni il protagonista mediatico di questa Dakar 2016 con un debutto straordinario, ha avuto poi dei problemi di sfortuna altrimenti probabilmente sarebbe finito sul podio:

“Credo proprio di sì, al di là anche questo di ogni aspettativa, perché conosciamo tutti il Loeb pilota uno che non molla mai e non rinuncia mai alla vittoria. Nella prima settimana di gare, quando le piste forse erano più simili a quelle del rally, ha dominato,e sono prove lunghissime di 400km quindi è un rally profondamente diverso anche se le strade erano uguali. Nella seconda settimana, in cui tutto si stravolgeva e abbiamo visto la Dakar con le persone che si perdono e i problemi di orientamento, ha avuto difficoltà legate all’inesperienza, ha capottato ma poi è stato in grado di ripartire e arrivare nel termine massimo senza problemi. E’ riuscito comunque a dimostrare anche in questa seconda settimana e a fare tempi incredibili, una tappa cruciale è stata quella vinta da Peterhansel in quella famosa trilogia dell’inferno. Nella seconda tappa, in cui si sono persi un po’ tutti, lui ha dominato e ha dato oltre 50 minuti agli avversari  mentre Loeb è comunque arrivato quinto dimostrando che quando c’è da correre in una modalità diversa dal rally è competitivo. Credo che l’anno prossimo ci risarà e sarà un po’ più dura per gli altri.  Quanto a Peterhansel come lui stesso ha detto non ha vinto la dodicesima Dakar per ritirarsi. Non c’è il due senza  tre e non c’è nemmeno il dodici senza il tredici”.

Quanto di questi campioni ha il vostro Paolo Andreucci? Perché nell’ultimo anno Peugeot è stata ancora una volta cannibale nei confini italiani. Paolo Andreucci ha vinto il suo titolo italiano in coppia naturalmente con Anna Andreussi, dando una mano più che significativa a questo tiplete storico che vi proietta come marchio straniero più vincente di tutti i tempi nel rally italiano. Triplete che consiste: nella vittoria del titolo costruttore, vittoria di Andreucci nel titolo assoluto, e dominio della coppia Tassone-Michi nel Campionato Junior. Partiamo da Andrucci-Andreussi una coppia intramontabile, avete fatto un ottimo Rally di Monza sempre con la stessa vettura, sempre con questo equipaggio e sempre con gli stessi meccanici perché questa è una vittoria di squadra:

“Come la Dakar, si vince grazie ai piloti, si vince grazie ai meccanici, si vince grazie alla macchina ma si vince grazie al lavoro della squadra perché tutto deve funzionare al meglio e se non hai la squadra i meccanici che lo fanno puoi avere il pilota più forte del mondo e la macchina più competitiva. ma non vai da nessuna parte.  Alla domanda rispondo parafrasando proprio Andreucci che dice che questi piloti sono tutti grandi campioni e sono inarrivabili, io invece dico che di loro in Andeucci c’è la voglia di vincere sempre e comunque anche a 50 anni , questa è una dote innegabile che credo sia la chiave dei sui successi degli ultimi anni perché la voglia di vincere fa sì che ci sia sempre la costanza, l’attenzione maniacale a controllare tutto e di cercare sempre il massimo da se stesso, da Anna, dal team, da noi, ed essere quindi veramente uomo-squadra quella che trascina tutti perché nelle squadre si vince se il collettivo funziona ma in tutte le grandi squadre ci vuole il fuori classe, quello che fa spogliatoio e Paolo Andreucci lo è”.

Ottimo anche Monza Rally Show per Andreucci-Andreussi. Con la 208 T16 avete dimostrato anche qui che questa è una squadra credibile anche contro le VRC perché a Monza di fatto con Andreucci la 208 T16  è stata la prima non VRC nel gruppo dei grandissimi:

“Sì lasciandosi dietro anche molte VRC macchine più potenti della 208 T16. Monza è una passerella ma è anche una gara vera, ha una grande vocazione quella di mischiare campioni di diverse discipline e di farle correre davanti a un pubblico folto, 40mila paganti quest’anno, davanti a un pubblico del genere chi è in macchina non si ricorda che è una gara spettacolo ma pensa sempre a vincere. Anche noi nonostante sia una passerella e l’ultima gara della stagione, l’affrontiamo sempre con la voglia di primeggiare. E’ stata un’ottima chiusura della stagione,  la ciliegina sulla torta di un anno incredibile con il triplete che abbiamo colto grazie alla bravura di tutti e vogliamo capitalizzare questi successi per ripartire al meglio”.

Peugeot, naturalmente, non si limita in termini di adrenalina solo alla pista, ma si allarga prepotentemente anche alla strada. C’è da un trittico di auto che riassume questa doppia identità: stradistica e pistaiola, quindi quello che Puegeot Sport ha saputo negli ultimi anni riproporre anche su strada. Cominciano  in termini di presentazione dalla Peugeot RCZ R: motore 1.6 benzina da 270 CV, assetto abbassato di ulteriori 10 millimetri rispetto alla versione standard  da 0 a 100km/h in 5 secondi scarsi, sedute avvolgenti, comandi e volante ergonomici, display da 7 pollici. Insomma, sportività prestazioni, eleganza e comodità:

“Parliamo di sportività, quello che ci si chiede sempre è quanto della competizione sportiva viene poi trasportato nella produzione di serie, ecco credo che il grande upgrade del marchio sia quello di aver portato  sulle auto che guidiamo sulle strade di tutti i giorni Peugeot Sport. Quindi quando la factory sportiva si unisce alla produzione commerciale nasce questo connubio. RCZ R è stato il primo step di questo percorso iniziato tre anni fa ed eravamo un po’ sorpresi perché non era mai successo nella storia recente. RCZ R, che è giunta ormai alla fine della produzione, rimane il primo tassello che unisce queste doti di sportività estreme che dà Peugeot Sport, alcune caratteristiche tipiche di Peugeot come il comfort ed il piacere di guida e una linea estremamente elegante e sportiva”.

Un’altra vettura che, oltre alla RCZ R, abbiamo avuto il piacere di provare anche su una piccola pista ad Anagni, è stata la Peugeot 208 GTI: 1.6 THP da 200 cavalli abbinato a trazione anteriore e cambio manuale a sei rapporti, mini spoiler sopra il lunotto posteriore, doppio scarico, cerchi da 17 pollici, all’interno schermo da 7 pollici, un bagagliaio che si estende da 285 a  1076 litri, velocità massima 230 km/h e da 0 a 100km/h in 6,8 secondi:

“Abbiamo parlato di RCZ R, poi il mito GT che come tutti sappiamo nasce per Peugeot con la 205 trent’anni fa, è stato ripreso e sviluppato  sulla 208 con due versioni: la GT e la GTi by Peugeot Sport dove, come indica il nome, c’è l’intervento dei tecnici di Peugeot Sport sul veicolo. LA GTi by Peugeot Sport si differenzia anche per la presenza del differenziale torsen all’anteriore, davvero si coniugano in modo estremamente semplice e fluido  le prestazioni a un comfort e un piacere di guida che permettono di utilizzare la vettura nella vita di tutti i giorni. Ci si può divertire in pista ad Anagni ma si può anche girare sulle strade di tutti i giorni e vuol dire da un lato avere una vettura sportiva e confortevole e dall’altro contenere, anche grazie al lavoro che è stato fatto sui motori, i consumi e le emissioni. Un difficile equilibrio che credo sia stato pienamente raggiunto su 208, su RCZ R e poi sulla 308 GTi.

Dulcis in fundo, ultima creatura di Peugeot Sport legata alla strada: 308 GTi, anche in questo caso motore 1.6 sistema Start&Stop , 270 cavalli, da 0 a 100 km/h in 6 secondi, emissioni di CO2 139 grammi, consumi 6 litri per 100 km , carrozzeria bicolore per l’edizione speciale  poi interni caratterizzati dai sedili avvolgenti Peugeot Sport e si può personalizzare con il Drive Sport Pack e poi ciliegina sulla torta: il differenziale a slittamento limitato  torsen:

“Sì, credo che la tenuta di strada, al di là di quelle che sono le prestazioni della velocistica comunque importanti, sia uno dei valori aggiunti della vettura unito ai consumi assolutamente best in class per una categoria di questa potenza visto che è la macchina che performa meglio al punto di vista delle emissioni, dei consumi e della potenza specifica. La gamma 308 è ampia, articolata, con due carrozzerie, berlina e station wagon, con diverse motorizzazioni, dai Blue HDi da 100 cavalli sino ai 150 cavalli, fino ad arrivare alla versione GT, le vere gran turismo e l’ultimo livello è la 308 GTi che credo incarni al meglio l’essenza e l’animo sportivo del marchio. E’ una macchina piacevole da guidare in città ma è anche una vettura assolutamente prestazionale da guidare anche in circuito. Paolo Andrucci l’ha definita una macchina sorprendente dal punto di vista delle prestazioni, del confort e dalla tenuta di strada. Inoltre, pur rivolgendosi a una nicchia di appassionati di vetture sportive sta riscuotendo un successo, gli ordini sono davvero superiori a quelle che immaginavamo potessero essere le vendite nel 2016 quindi siamo contenti perché pensiamo  che rappresenti realmente la ciliegina sulla torta all’interno della gamma 308. La 308 è una vettura di successo e riuscire a far diventare il modello che ritenevamo fosse quello che dovesse dare immagine un piccolo successo commerciale  è motivo di orgoglio per Peugeot Sport  che l’ha progettata e per noi e per voi che siamo andati a provarla e a raccontarla ai telespettatori”.

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Citroen: intervista esclusiva a Marco Freschi

 

Tanti i protagonisti che stanno facendo visita ai nostri studi, nelle scorse settimane è tornato a trovarci Marco Freschi Responsabile Comunicazione Citroen Italia che ci ha parlato delle tante ambizioni e novità del 2016 partendo, però, da una macchina che in realtà è stata presentata nella primavera 12012 la C4 Aircross:

 

 

“È il crossover del marchio Citroen che vogliamo rilanciare in questa fase invernale in cui spesso si va in montagna e quindi c’è l’esigenza di avere le quattro ruote motrici e visto che C4 Aircross ha la trazione integrale sulle quattro ruote motrici, vogliamo far conoscere questa vettura che ha delle grandissime potenzialità. Si tratta di un crossover compatto di 4,34 metri, con molte qualità ma possiamo già dire che in un crossover del genere abbiamo un’abitabilità e un bagagliaio da monovolume, una qualità stradale da berlina e uno stile da crossover che è quello che oggi il cliente richiede sul mercato. Quindi Citroen ripropone proprio prodotto in questo ambito e lo fa con le caratteristiche tipiche della C4 Aircross. Quello che la caratterizza maggiormente è la tipologia di trazione, direi una trazione à la carte, cioè come sceglie il cliente, facilmente gestibile da chi guida. Grazie infatti a una manopola posizionata sulla plancia chi è al volante può scegliere la tipologia di trazione, a  due ruote motrici per esempio in città per ridurre anche i consumi di carburante, o le quattro ruote motrici che si inseriscono automaticamente grazie a una gestione elettronica quando c’è bisogno di maggior trazione o addirittura bloccare la trazione sulle quattro ruote motrici per tirarsi fuori d’impaccio su superfici più estreme: innevate, ghiacciate, fondi fangosi, strade sterrate.  Questa grande facilità e questa grande sicurezza sono due delle caratteristiche principali del C4 Aircross”.

 

Se il 2016 sarà l’anno dei SUV rimarrà sicuramente anche l’anno crossover. C4 Aircross è davvero l’identificazione del crossover graize alle forme eleganti, allo stile forte e alla grande capacità del bagaglaio (440 litri in versione standard). Verrebbe da pensare che siete voi i custodi del Crossover perfetto:

 

“In effetti ha tutta una serie di caratteristiche che la colloca perfettamente al centro di questa tipologia di vettura : la posizione di guida rialzata, il confort, la dotazione tecnologica, come  lo schermo da 7 pollici con un infotainment quindi sistema di navigazione e aiuto alla guida molto innovativo e moderno, una facilità di carico grazie anche alla botola nei sedili posteriori per far passare oggetti lunghi come sci. Abbiamo cercato di far capire e testare al cliente finale il prodotto e abbiamo utilizzato un sistema un po’ particolare portando la vettura là dove i clienti sono in inverno, quindi abbiamo organizzato con RDS un tour nelle principali stazioni sciistiche italiane dove vi è la possibilità di testare su fondi innevati la vettura e capire realmente le sue grandi potenzialità. E’ la prova del cliente che fa la differenza e che trasferisce la sensazione di sicurezza e anche divertimento anche su superfici difficili”.

 

Stavi parlando naturalmente dell’RDS Play on tour, entrando più nel dettaglio dove sarete e da quando a quando:

 

“Sono sei appuntamenti siamo partiti da Bormio e arriveremo fino a Cortina, dal mese di gennaio fino al mese di marzo e sono appuntamenti dove c’è il connubio divertimento e test reali della vettura in condizioni difficili”.

 

Quanto ai motori sono tutti dotati di tecnologia Stop&Start di serie con emissioni e consumi davvero contenuti malgrado stiamo parlando di una macchina che, in quanto crossover, è dalle forme e dal peso abbondante. Nel dettaglio gamma motori sia benzina che diesel, diesel immagino ci sia la declinazione classica BlueHDI ormai presente nel vostro gruppo:

 

“Sì un motore HDI turbodiesel da 115 CV, 1.6 di cilindrata accoppiato a un cambio manuale con sei marce quindi in grado di sfruttare  tutta la potenza del motore che accoppia sia la facilità di utilizzo con le marce basse, quindi caratteristiche dei motori turbodiesel, sia le prestazioni perché ha un allungo notevole e consumi ridotti aspetto per il quale il nostro gruppo ha sempre un occhio di riguardo”-

 

Quanto alla tecnologia: sistema di navigazione NaviDrive con schermo  touchscreen 7 pollici, telecamera di retromarcia, funzione keyless access &start, impianto Hi-Fi Rockford. I prezzi quali sono?

 

I prezzi partono da 24.350 euro per la versione base fino ad arrivare ai 30.150 euro per la versione esclusive, completa di ogni optional”.

 

In questo immediato futuro di Citroen la Mehari diventa elettrica, abbiamo visto al Salone di Francoforte la Cactus M, un concept che proiettava già verso la nuova dimensione di Mehari. Quattro posti, scoperta, asseto rialzato, carrozzeria in materiale plastico antiurto, interni lavabili, ma resta impresso l’aspetto numerico della E-Mehari. Parliamo, infatti, di una vettura 100% elettrica, con 200 km di autonoma e  110 km/h di velocità massima:

 

“E’ perfetta per l’utilizzo all’aria aperta, completamente aperta verso l’esterno garantisce un gran piacere di guida e non teme di essere lavata all’interno. Si può utilizzare per gite o per andare in spiaggia. L’utilizzo del materiale plastico applicato al mondo dell’automobilismo è poi un fattore importante perché la plastica consente alcuni usi come quello di poterla modellare da un punto di vista  stilistico ed alleggerisce la struttura garantendo uno scorrimento e agilità di guida superiore, aspetto molto interessante per l’utilizzo elettrico dove l’autonomia è uno dei principali fattori a rischio. In questo caso con 200 km direi che si tratta di un’autonomia importante e il fatto di avere i 4 posti garantisce un utilizzo anche in compagnia, è un vettura adatta ai momenti felici delle nostre vacanze. Ai primi di marzo la E-Mehari sarà esposta al Salone di Ginevra,  l’arrivo sul mercato italiano ci sarà appena prima dell’estate”.

 

Le batterie si ricaricano in otto ore, la potenza a picco del motore è di 68 cv, nominale di 47,6 cavalli, per il resto le misure: 3,81 metri di lunghezza, 1.87 d larghezza e 1,65  di altezza. Capacità del bagagliai non proprio relativa, ben 200 litri:

 

“Sì è una vettura in grado di trasportare persone e cose in maniera divertente: è proprio questo il tema, il poterla utilizzare con grande divertimento su qualsiasi tipo di fondo. L’assetto un po’ rialzato è un rimando stilistico evidente con la Mehari del 1968 che fa parte ormai di una delle vetture che sono diventate delle vere icone, ne ricorda poi sicuramente l’aspetto estetico per molti elementi dal parabrezza molto inclinato, molto aperto sull’esterno alla carrozzeria in plastica che già aveva in parte utilizzato Mehari al suo tempo. Naturalmente è stata aggiornata su tutti gli aspetti: la sicurezza, il confort di bordo l’affidabilità”.

 

Il segmento elettrico è sempre un segmento un po’ rischioso, anche dal punto di vista comunicativo. Citroen con questa vettura come si proietta perché scommettere sull’elettrico è diventato meno rischioso ma rimane cmq un po’ un azzardo:

 

“Citroen crede nel settore dell’elettrico e lo fa proponendo una gamma di prodotti, questa è solo l’ultima proposta ma già da qualche anno abbiamo messo in commercio la Citroen C0, una vettura cittadina  quattro posti con autonomia 150km, e un Berlingo,  furgone elettrico moto utile per la consegna di merci e  materiali soprattutto in ambito urbano. Dopo di che per la larga diffusione di questi mezzi ecologici,  ricordiamo che non emettono né rumori né emissioni inquinanti quando si usano, ci vogliono anche altri elementi per lo sviluppo a partire da una rete di colonnine di distribuzione dell’energia più capillare, ma questo non dipende dai costruttori. Noi come marchi possiamo mettere sul mercato dei prodotti che siano allettanti, utili e idonei all’utilizzo soprattutto urbano e questo è il nostro compito. Da lì in poi tutto il resto non è più nelle nostre capacità”.

 

Abbiamo parlato di C4 Aircross, abbiamo parlato della  E-Meari che eredita molto dal concept visto a Francoforte e unendo il concept di Francoforte e la C4 Aircross si arriva a una concept car: l’Aircross concept. Un concept dalle dimensioni generose 4,58 metri di lunghezza e 2,1 di larghezza e 1,8 di altezza. Motorizzazioni ibrida plug-in con motore benzina 1.6 da 218 CV abbinato a motore elettrico con potenza 95 CV e autonomia 50 km. Quindi anche questo è uno studio sul futuro di Citroen e poi ci sono gli Alloy Bump che vanno a raccogliere l’eredità degli Airbump. L’abbiamo vista a Francoforte la vedremo sul mercato?

 

“L’abbiamo presentata come una concept car ma è una palestra di idee molto interessante. Abbiamo parlato di tecnica, elemento importante, sul fatto di aver a disposizione un motore ibrido, benzina ed elettrico che uniti danno una grande potenza di 300 CV capaci di sviluppare anche una trazione integrale quindi in linea con quelle che sono le caratteristiche della vettura che è un SUV . Dal punto di vista tecnico quindi un aspetto molto importante che prefigura quello che sarà lo sviluppo della tecnologia dei motori Citroen per il futuro. Dal punto di vista estetico anche qui abbiamo dei rimandi al nuovo corso stilistico di Citroen interpretato molto bene dalla Citroen C4 Cactus. Quindi riprende alcuni elementi in particolare il frontale, con questi fari sdoppiati a LED molto sottili e moderni e delle protezioni laterali che hanno un doppio scopo, estetico e funzionale, in questo caso il proteggere la carrozzeria dai piccoli urti che si possono avere magari su strada e sono, infatti, posizionati nella parte basse della fiancata della carrozzeria. Ci sono poi le superfici lisce, una silhouette robusta che è in grado di proteggere ma che non è mai aggressiva. Questo è un altro elemento del nostro design che vogliamo imporre a tutti i nostri prodotti anche ai SUV e ai crossover. Passando all’interno c’è un’omogeneità con l’esterno, a partire dai colori molto vivaci ed energizzanti:  arancione, giallo, rosso. Le sedute sono ampie, comode, in grado di favorire un’accoglienza di ampio livello per un benessere complessivo che va oltre il confort, studiato in ogni minimo dettaglio dalla comodità dei sedili al fatto di avere un trattamento dell’acustica molto ricercato  sia in termini di filtraggio degli elementi acustici esterni ma soprattutto alla possibilità di avere ogni passeggero a bordo un proprio ambiente sonoro.  Grazie ad altoparlanti e microfoni posizionati nei sedili stessi vengono, infatti, create delle vere e proprie isole acustiche per poter o dialogare o parlare al telefono o ascoltare la propria musica senza disturbare il vicino di posto. Sicuramente Aircross è uno dei concept car molto vicino a quello che sarà un prodotto di serie del futuro”.

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Paolo Lanzoni ospite a Professione Motori

 

È partito alla grande il 2016 firmato Professione Motori. Il nuovo anno si è aperto subito all’insegna delle grandi interviste. Nei giorni passati è venuto a farci visita Paolo Lanzoni, Responsabile Relazioni Esterne Mercedes Benz Italia, intervistato da Francesco Parente. In tempo di bilanci e nuove sfide, non si poteva non partire dalla straordinaria chiusura del 2015 da parte della casa della Stella:

“É stato un anno importante, interessante e, se vogliamo, difficile perché abbiamo rinnovato diverse gamme e vetture e specialmente abbiamo lanciato la nuova Smart introducendo, nel corso dell’anno, le varie motorizzazioni e specialmente il cambio automatico. A livello mondiale abbiamo raggiunto il record della nostra azienda ma anche in Italia, in un mercato che cresce siamo riusciti a crescere  più del mercato e dei competitor diretti. In undici mesi abbiamo superato quanto fatto in tutto l’arco del 2014 ma siamo anche contenti di Smart visto che a livello mondiale è cresciuta di oltre il 30% e in Italia è la citycar straniera più venduta, inoltre sta piacendo molto anche la Forfour e non solo nelle grandi città anche nelle medio-piccole”.

Tante novità in casa Mercede, partiamo dai Saloni. In questo periodo è in corso il Salone Di Detroit e per voi è in bella mostra è la SLC che dopo 20 anni di produzione abbandona la denominazioni di SLK e  si presenta con nuovi. Cosa rappresenta per voi la SLC  e cosa ha quindi rappresentato la SLK?

“La SLK è una vettura strepitosa, un’icona, l’erede del 190 SL che è stato reinserito recentemente negli archivi  e che può gareggiare anche la Mille Miglia, una piacevole sorpresa proprio nell’anno in cui andiamo a festeggiare i 20 anni di SLK cambiandole il nome. Ma la SLC, ch è il nuovo nome di SLK, è solo una delle tante novità perché nel 2016 siamo molto impegnati. Dopo aver nel 2015 rinnovato completamente la gamma delle vetture compatte ed aver poi scagliato il SUV Attack, ora andiamo a portare quel design, quella sportività la nuova immagine del marchio più fresca su tutte le altre gamme nel cuore di Mercedes. SLC dopo vent’anni cambia anche nel nome ed è importante perché noi in futuro andremo a raccontare cinque realtà: la A sarà sempre la più piccola, la B la più funzionale,  la C la gamma  media, la E superiore e la S l’ammiraglia.  In questo modo non dobbiamo più ricordare le sigle a memoria, ma andare a logica e abbiamo un prodotto per ogni esigenza.  Il cambio di denominazione delle nostre vetture è stato capito e apprezzato dalla clientela perché l’importante è non tradire la fiducia,  faccio l’esempio del cambio da ML che è diventata GLE,  il prodotto è davvero più dinamico più sportivo, più bello e quindi il nome è solamente la ciliegina di un prodotto fantastico”.

Tornando alla SLC quando la vedremo sul mercato?

“A primavera, insieme ad alte roadster perché  noi andiamo a rinnovare anche la SL, il mito degli anni 60 che vinceva su tutte le competizioni e ha il record imbattuto della Mille Miglia. Oggi andiamo a rinnovare la SL e torniamo a parlare al cuore, alla storia di Mercedes. Rinnovare SL  è un’emozione perché ad ogni generazioni si ripropone il mito. Insieme ad SLC arriverà quindi SL e altre nuove vetture  visto che nel 2016 vedremo 10 nuove Mercedes e 3 nuove Smart”.

Non possiamo non parlare della S63 4matic cabrio edition presente alla kermesse americana:  

“É un’altra delle novità che arriverà in primavera, diciamo che ci sarà un vero e proprio cabrio attack. La S cabrio centotrentesimo anniversario celebra i 130 anni, appunto, dalla invenzione dell’automobile fatta dai nostri fondatori. La celebriamo con 130 esemplari, parliamo del massimo che  l’impresa automobilistica può offrire oggi sul mercato perché è la cabrio più grande, con una capote in tela bellissima, è mantenuto il massimo confort per tutti gli occupanti ed è mossa da un motore AMG 585 CV”.

A CES di Las Vegas è presente anche la Classe E:

“La Classe E è una delle altre novità, se non la più importante, del 2016. Arriverà in primavera dopo il Salone di Ginevra, nella versione berlina, e in autunno nella versione station wagon. Cambia completamente.: si inserirà tra la nuova Classe C e la Classe S. Oltre al design che cambia completamente, e i motori totalmente nuovi, segnalo la presenza di un motore plug-in ibrido che vuol dire motore benzina 4 cilindri 279 CV totali e tanta energia elettrica, che è da un lato pulita  e ci permette di fare 30 km in elettrico 100% e dall’altro abbassa drasticamente i consumi , 30 km con un litro, ultimo punto non paghiamo la tassa di proprietà sui cavalli elettrici. Io lo dico sempre una vettura sportiva si può avere oggi con un plug-in ibrido benzina a cui aggiungiamo dell’elettrico gratis, non si paga il superbollo e la tassa di proprietà. Tutta la gamma di Classe E – ha proseguito Lanzoni –  si caratterizza per una tecnologia unica mai vista in campo automobilistico e se si parla di guida autonoma al Salone di Las Vegas, nella Classe E vediamo già tanti sistemi: noi oggi abbiamo la fermata automatica di emergenza, possiamo mantenere la distanza dal veicolo che ci precede ma addirittura questi sistemi funzionano solo se il guidatore vuole e possiamo legare la velocità alla telecamera che legge i limiti. Quindi automaticamente si eviteranno multe e autovelox, addirittura l’auto comprende quando vogliamo fare un sorpasso e sterza automaticamente portandoci nella carreggiata accanto. In situazioni di traffico si viene aiutati quindi ad evitare i tamponamenti, la nuova Classe E comprende, inoltre, l’andatura della vettura che ci precede e la segue in automatico. Questi sistemi non eliminano la passione o il piacere di guida ma intervengono in situazioni opposte, come appunto il traffico o il parcheggio. Si lavora quindi sul problema tamponamento. sbandamento carreggiata e le altre cause degli incidenti. Un altro aspetto importante è che le vetture sono tutte collegate con una SIM in maniera completamente gratuita con il nostro incidente. Quindi in caso di incidente, anche in un altro paese d’Europa, si viene automaticamente contattati dal centro assistenza che vi parla nella vostra lingua, e vi chiede come state, se avete bisogno di un intervento e chiama i soccorsi in automatico”.

Come sta andando la GLA sul mercato? Sappiamo che è in aria il restyling. Sembra che cambierà poco e forse il cambiamento caratterizzerà principalmente le dotazioni di serie di tecnologia proprio come avvenuto sulla Classe A:

Squadra che vince non si cambia, Classe A andava benissimo la nuova Classe A va molto bene e ci ha aiutato anche a ringiovanire l’immagine del  marchio ed ha avuto un ruolo importantissimo, da lì sono nate tutte le altre versioni anche la GLA che altro non è che la Classe A SUV, specialmente nella versione enduro, particolarmente rialzata grazie alle sospensioni pneumatiche di serie. GLA ci sta dando grandi soddisfazioni, tranquillizzo tutti coloro che la stanno scegliendo e aspettando, la vettura non cambierà perché questo è il nuovo design di Mercedes che sta piacendo molto”.

Abbiamo già parlato del CES di Las Vegas, dove voi già avete avuto un record perché la Classe E è la prima auto di serie ad aver ricevuto licenza di guidare in condizioni del tutto autonoma nel Nevada:

“È una tappa molto importante ma mi piace ricordare che tutto nasce dal mondo dei veicoli industriali. Anche in questo caso noi abbiamo prima omologato un tir a guida autonoma sempre nel Nevada, e sicuramente la Classe E è la prima berlina di serie a compiere questa sfida,  è importante perché le caratteristiche delle strade degli Stati Uniti aiutano a portare avanti questa fondamentale sperimentazione che coinvolge non solo le case automobilistiche ma anche altri operatori.  Il mondo, quindi va in questa direzione e noi ci stiamo impegnando, ma già oggi Classe A ha tanti dispositivi attiviamoli quando ci serve e per il resto manteniamo le mani ben salde sul volante e divertiamoci.

Parliamo di Dealer Digital Lab, un modo diverso di proporre e di far vedere l’automobile per il futuro alla clientela:

 

“Oggi l’auto sta vivendo un momento bellissimo perché ha la possibilità unica di tornare nella shopping list dei ragazzi attraverso la tecnologia perché oggi qualsiasi prodotto tecnologico viene amato ai giovani. Tecnologia per la sicurezza, tecnologia per i nuovi servizi di mobilità ma tecnologia anche nella selezione, nell’informazione e nei processi di acquisto dell’automobile. Quindi i concessionari ci sono e restano dei punti di riferimenti nel territorio e restano strategici per far conoscere e provare i nostri prodotti e poi andare a finalizzare, Sempre più persone arrivano in concessionaria informate, magari in rete e attraverso i social media, ma è importante poi confrontarsi con  esperti di prodotto. In concessionaria stiamo investendo con nuove figure capaci di raccontare tutte le caratteristiche dei nostri prodotti e farli provare e poi l’ultimo miglio è la vendita, il leasing, il noleggio e le tante altre forme che dal possesso passano all’accesso”.
Quanta connessione c’è con la piattaforma web smartforstore.it?

“Sono due progetti che corrono paralleli perché se da un lato andiamo a lavorare con i nostri concessionari per portare la tecnologia in concessionaria e ovviamente anche attraverso le tecnologie portare più persone in concessionaria, dall’altro lato è un primo esperimento di vendita completamente online ed è riservato solo a Smart e solo a una serie speciale la Red & the city ordinabile solo su questo sito. E’ un’esperienza interessante e sa da un lato abbiamo venduto tre auto in un mese e non è poco, dall’altro abbiamo incontrato tante persone perché a qualsiasi ora del giorno è possibile prenotare un personal shopper al quale si possono chiedere tutte le informazioni delle quali si ha bisogno”.

Hai sentito le dichiarazioni di Carlos Ghosn riguardo il car sharing in cui ha spiegato che a causa delle auto sempre più personalizzate e personalizzabili che si stanno sviluppando il successo di questi tipi di servizi calerà nei prossimi anni? Cosa ne pensi?

“Nel 2007 quando ho visto nascere Car2go ci prendevano per pazzi, oggi se riduciamo di qualche km l’area operativa le persone ce lo fanno notare. Cosa voglio dire, che come quando abbiamo visto la mobilità elettrica si è pensato che il mondo dell’auto sarebbe stato tutto elettrico e non era vero, così quando è nato il car sharing di ultima generazione tutti hanno pensato, sbagliando, che la mobilità del futuro sarà solo di questo tipo. A mio avviso vedremo in base ai mercati, alle realtà e alla cultura di possesso o semplicemente di utilizzo, tante forme di mobilità. Il tema è sviluppare forme di mobilità integrate tra loro quindi una contaminazione tra motori a propulsione tradizionali ed elettrici, contaminazione tra mezzi privati e mezzi pubblici, integrazione tra vetture possedute e personalizzate e car sharing a cui, magari, ci affideremo per spostamenti brevi”.

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Peugeot 208 GTi: la prova

 

di Filippo Gherardi

 

Approfittando di una splendida giornata di sole, e di un motore 1.6 turbo benzina da 200 CV, abbiamo deciso di trascorrere una mattinata intera tra le curve del circuito dell’ISAM (Istituto Sperimentale Auto e Motori) di Anagni al volante della Peugeot 208 GTi. La versione più sportiva e prestazionale della compatta francese si conferma tanto discreta nelle forme quanto, al contrario, grintosa e dinamica quando si permette al suo propulsore di esprimersi a pieni giri. Partendo dalle prime, se escludiamo il mini spoiler sopra il lunotto posteriore, lo scarico sdoppiato, i cerchi da 17″ disponibili anche color nero lucido e la mascherina cromata al pari di maniglie e specchietti retrovisori, per il resto tutto o quasi passerebbe inosservato. All’interno, la plancia rivestita in pelle con sottili inserti rossi abbina eleganza ad un DNA chiaramente sportivo, le sedute (anch’esse in pelle con fascia centrale in tessuto ndr) rimangono comode ed avvolgenti, lo schermo touch da 7″ semplice e pratico da utilizzare. Disponibile solo nella versione 3 porte, l’abitabilità riprende comunque quella classica delle altre versioni di 208, con un divano posteriore in grado di ospitare comodamente una coppia di adulti. La capacità di carico del bagagliaio parte dai 285 litri della configurazione base, ed arriva fino ai 1076 litri che si ottengono reclinando le sedute posteriori. Il motore come detto è un 1.6 benzina THP da 200 CV, rumoroso quel tanto che basta, scattante ed abbinato ad un cambio manuale a sei rapporti. La velocità massima dichiarata tocca i 230 km/h, l’accelerazione da 0 a 100 non supera i 6,8 secondi. Il volante dalle dimensioni ridotte (largo 35 ed alto 32 cm) ne esalta la maneggevolezza e la rende particolarmente adatta anche ai contesti cittadini, con un diametro di sterzata di 10,7 metri. Disponibili anche retrocamera, sensori di parcheggio, controlli elettronici di trazione e stabilità, sei airbag, cruise control con limitatore di velocità e fendinebbia. I consumi in città sono dichiarati sui 12,2 km/litro mentre in percorsi extraurbani si arriva a 21,3 km/litro, il prezzo di listino invece è di 21.950 euro.

Dacia Duster Urban Explorer Milano (1)

Dacia Duster Urban Explorer: la presentazione

 

di Filippo Gherardi

 

Comodità e confort a prezzi davvero competitivi? E’ possibile, ancora una volta, grazie a Dacia Duster. Presentato a Milano il Model Year 2016 di quella che, numeri alla mano, si è andata ad affermare sempre più negli anni come l’ammiraglia del secondo marchio di casa Renault. Circa il 50%, infatti, dei modelli venduti da Dacia nel nostro paese sono riconducibili proprio a Duster, una formula efficace, vincente e ben recepita dal mercato, pronta a rinnovarsi una volta di più ripartendo, sempre, da quelli che sono i capisaldi della filosofia Dacia: qualità di prodotto, prezzo unico, comunicazione semplice e rete motivata. Tornando alla presentazione del MY 2016, quest’ultimo è stato svelato alla stampa nella sua serie limitata S.L. Urban Explorer che va ad integrare la versione di serie con una serie di sottili, ma al tempo stesso ben evidenti, differenze stilistiche. Un primo impatto al pubblico che lascia comunque traspirare alcuni punti di forza del nuovo modello prossimo al lancio. Partiamo col dire che sono disponibili due pack differenti, Pack All e Pack Look, ad esaltare lo spirito Explorer della vettura grazie ad un design rivisitato che presenta, tra gli altri, nuove protezioni laterali dei passaruota, cerchi in lega diamantati color neri, ski anteriorei e posteriori, barre da tetto, pedane laterali e specchietti esterni satinati Dark Metal, oltre a scarico posteriore cromato e l’inedita tinta Altaj (dal nome di una catena montuosa siberiana) con sfumature color oro. All’interno voltante e pomello del cambio in cuoio ma anche tanta robusta tecnologia che ne esalta, per forza di cose, il secondo profilo, quello squisitamente Urban. Si parte dal sistema MEDIA-NAV Evolution che propone: navigatore integrato con sistema di informazioni sul traffico, accesso alla connettività tramite un’applicazione dedicata (dotata di riconoscimento vocale SIRI di Apple) ed interfaccia più moderna, a colori e con nuove icone, a tutto ciò si aggiunga Camera Parking posteriore con sensori integrati ed alzacristalli elettrici. Capitolo motorizzazioni: disponibili il 1.6 Benzina da 115 Cv con S&S e il 1.5 Diesel dCi da 110 CV, entrambi sia 4×2 che 4×4. I prezzi, il vero biglietto da visita della gamma Dacia, della serie limitata Duster S.L. Urban Explorer partono da 14.800 euro, mentre il nuovo MY2016 partirà addirittura da 11.900 euro.