di Valerio Verdone
Lei si presenta così, con quel frontale a bocca di squalo, le fameliche prese d’aria anteriori, l’enorme alettone posteriore, l’estrattore racing e due scarichi circolari che promettono battaglia. Come se non bastasse le coperture, su cerchi da 19 pollici, sono ultraribassate, nella misura 235/35, tanto per intenderci, mentre i dischi dei freni anteriori sono da 350 mm e presentano pinze Brembo a 4 pompanti. Aggiungete la colorazione speciale Nitrous Blu, da 1.250 euro, che brilla per i particolari perlati, e il gioco è fatto. Stiamo parlando della Focus RS di nuova generazione, si sappiamo già quello che state pensando leggendo queste righe, quella con il drift mode, che aiuta la derapata. Ebbene, l’abbiamo provata in pista sul circuito dell’ISAM di Anagni (FR) e venerdì potrete vederla in azione nel test di Professione Motori, che andrà in onda su Odeon TV (ch 177 DTT) alle 21.30 e su Nuvola61 (ch 61 DTT)alle 23.00. Nel frattempo possiamo dirvi che l’abitacolo abbraccia i passeggeri anteriori con i sedili Recaro a dir poco sportivi, forse un po’ alti, considerando il genere di auto, ma molto efficaci quando si inizia a spingere sul serio. La strumentazione è dedicata, e ci sono preziosi indicatori supplementari sopra la plancia per tenere sotto controllo la pressione dell’olio, la sua temperatura e la pressione di sovralimentazione. Il cambio è manuale, a 6 marce, ed è un bene, perché la scelta coinvolge di più nella guida, e non mancano cuciture e particolari blu che richiamano i colori del logo RS presente anche all’interno di questa Focus, tanto per far capire che non si tratta della paciosa hatchback a cui siamo abituati. Si c’è anche l’infotainment con il SYNC 2 ed i comandi vocali, ma francamente, sulla vettura in questione è un dettaglio che passa in secondo piano, anche se poi si rivela utile nella vita di tutti i giorni. Ma basta parlare, meglio lasciarla esprimere, e allora ecco che il motore si fa sentire da subito, non appena si spinge il pulsante d’accensione, si tratta del 2.3 EcoBoost parente di quello montato sulla Mustang, ma con un turbina twin scroll più grande per farlo arrivare a 350 CV e 440 Nm di coppia massima, che poi diventano 470 Nm grazie all’overboost che agisce per 15 secondi quando è necessario. Ne consegue che, volendo tirare su una strada chiusa al traffico, la velocità massima tocca i 266 km/h, mentre l’accelerazione, grazie anche al launch control, consente uno scatto da 0 a 100 km/h in appena 4,7 secondi. Ma non è tutto, perché la sua particolarità è che il torque vectoring consente di erogare il 70% della coppia al posteriore, mentre le due frizioni posizionate ai lati del differenziale posteriore permettono di trasferire in un lampo, 0,6 secondi, la coppia tra una ruota e l’altra. La sua trazione integrale è sofisticata, ma adatta al suo spirito sportivo. Quindi partiamo in modalità normal, il motore è sornione nel sound, ma sempre pronto alla spinta, l’assetto è morbido per consentire viaggi dal confort accettabile su strada, e anche lo sterzo non richiede un grande sforzo, ovviamente i controlli sono attivi al massimo del loro potenziale. In sport, qualcosa cambia, l’auto scoppietta in rilascio, e sia il volante che il motore diventano più reattivi. In Race, da utilizzare in pista, il controllo della stabilità diventa più permissivo, l’assetto si irrigidisce del 40% e l’auto diventa estremamente precisa. Ma è solo selezionando la modalità drift mode che la Focus RS mostra la sua natura di fan car! Infatti, l’assetto rimane in normal, così come lo sterzo, la coppia viene erogata in maniera preponderante al posteriore e l’auto allarga che è un piacere con il retrotreno, si possono disattivare i controlli, ma è necessario essere veloci con lo sterzo, perché a quel punto la derapata non è solo possibile ma diventa una certezza. Sì, Ken Block, il funambolo, ha fatto un ottimo lavoro, se è vero che questa integrale si può guidare quasi come una trazione posteriore pura, ma ci raccomandiamo: certe cose è meglio sperimentarle in pista, perché la Focus RS non è un giocattolo, ma un’auto velocissima che necessita di essere studiata in maniera graduale per comprenderla fino in fondo. Finalmente una sportiva vera, un’integrale come una volta, che se avesse avuto un cambio manuale con una corsa più breve ed una seduta leggermente più bassa sarebbe stata perfetta. Il prezzo? Parte da 39.500 euro: meno delle concorrenti tedesche che vanno per la maggiore, ma il suo stile è da maschio alfa, non è certo un’auto per timidi!