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Gamba tesa

 

di Filippo Gherardi

 

Serviva un’istantanea per consegnare alla storia del Motomondiale questa stagione 2015. Serviva e puntualmente è arrivata. Appena sette giorni dopo lo spettacolo di Phillip Island, con una gara mozzafiato conclusa sul filo di lana e dei secondi, sul circuito di Sepang, lo stesso dove nel 2011 perse la vita Marco Simoncelli, si è consumato l’apice di un duello generazionale ed extraterritoriale che prima o poi, come in ogni grande faida sportiva che si rispetti, avrebbe dovuto toccare il suo punto più infuocato e polemico. Italia vs Spagna, o se preferite Rossi vs gli spagnoli, a due gare dal termine di un mondiale in cui il Dottore ha messo in riga praticamente sin dall’inizio tutti i lanciatissimi centauri iberici, in cui il tricolore è tornato, a tratti, a dominare la scena con triplette (Qatar e Gran Bretagna ndr) destinate alla leggenda nostrana. “Era il giro numero 6 del Gran Premio di Malesia…”, chissà quante volte negli anni a venire i protagonisti, diretti ed indiretti, dello scontro Rossi-Marquez apriranno così il loro racconto dell’accaduto. Ognuno dalla propria prospettiva, ognuno chiarendo la propria intepretazione. Era il giro numero 6 del Gp di Malesia, Pedrosa era la lepre, Lorenzo guidava in scioltezza in seconda posizione e Rossi e Marquez duellavano per un terzo posto che in termini di punti, e campionato, aveva un peso specifico soprattutto per il numero 46 della Yamaha. Un calcetto, un colpo di gamba, un’entrata fallosa (per cavalcare un parallelismo calcistico più volte tirato in ballo anche dai diretti protagonisti nel post gara) che fa scivolare l’HRC numero 93 dello spagnolo e che permette a Valentino di prelavere su un duello che stava diventando snervante da un punto di vista psicologico. Rossi conquista il podio più amaro della sua carriera, quello più intriso di polemiche e di conseguenze. Perché nell’ultima gara di Valencia partirà (con molta probabilità ndr) dall’ulltima posizione, e perché servirà una rimonta epica per poter festeggiare il suo decimo titolo iridato. Ma tornando al sesto giro di Sepang, i replay presi da ogni inquadratura mostrano chiaramente la gamba sinistra di Rossi staccarsi dalla sua Yamaha M1 e colpire la moto di Marquez, ma basta davvero così poco per mandare al tappeto una Moto Gp? A quanto pare sì, complici sicuramente anche velocità ed inclinazione del momento. Una moviola che è diventato negli ultimi giorni un vero e proprio fenomeno virale nell’epoca dei social, tanto quanto la capocciata di Zidane a Materazzi o il morso di Tyson ad Holyfield. La critica, così come i giudici, si sono pronuncianti senza mezzi termini, condannando il gesto scellerato di Rossi ma senza trascurare, in maniera sempre più incalzante con il passare dei giorni, l’atteggiamento ai limiti della sportività di Marquez, reo non solo di appoggiarsi volontariamente sulla moto dell’avversario nel tentativo di sbilanciarlo, ma anche colpevole di non aver mostrato, qualche tornata prima, la stessa combattività per impedire il sorpasso ai suoi danni di Lorenzo. L’entourage del pilota di Tavullia si è subito lasciato andare ad ipotesi di complotto spagnolo studiato nei minimi dettagli e senza alcuna logica di scuderia, la stampa iberica ha risposto per le rime parlando, nel caso di Rossi, della fine di un mito. Lo stesso Valentino dopo aver minacciato di non presentarsi al Gp finale di Valencia rassegnato, a detta sua, per un Mondiale ormai sfuggitogli di mano, ha fatto sapere al mondo intero, tramite twitter, che a Valencia ci sarà anche dall’ultima fila, scongiurando così l’ipotesi di congedare nel modo peggiore, a modestissimo parere di chi vi parla, una faccenda in cui lo spirito di sana sportività non solo è stato rinnegato ma anche calpestato. Serviva un’istantanea ed è arrivata, ora però mancherebbe il lieto fine, ma non è detto che ci sarà.

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Marquez cade (anche) dalla bici: mignolo fratturato

 

Sembra davvero non vedere la fine il periodo nero che sta coinvolgendo Marc Marquez. Come se non bastasse l’aver praticamente abdicato il proprio titolo mondiale lo scorso week end, ad Aragon, dopo l’ennesima caduta e il quinto ritiro in gare ufficiali della sua stagione, la notizia di stamattina è che il centauro spagnolo si è procurato una frattura del metacarpo del mignolo della mano sinistra cadendo durante un allenamento in mountain bike. Operato immediatamente a Barcellona dal professor Mir, che ha applicato allla mano del due volte campione del mondo una placca di titanio, Marquez rimarrà in ospedale per le prossime 24 ore. Dopo l’ennesimo episodio sfortunato di una stagione davvero storta per il pilota di Cervera, l’unico spiraglio di ottimismo trapela da casa Honda dove fanno sapere che la presenza del loro pilota di punta al prossimo Gp del Giappone, in programma a Motegi l’11 di ottobre, non dovrebbe essere a rischio, anche se i dubbi vista l’entità dell’infortunio rimangono.

Top Foto, Jorge Lorenzo torna a vincere sul circuito di Jerez de la Frontera

Jorge: el regreso

 

di Leonardo Frenquelli

È tornato il Cyborg. Sarà perché fresco di rinnovo di contratto, sarà per un feeling ritrovato con la sua M1 in una pista che ha sempre apprezzato, ma stavolta non ce n’è stato per nessuno. La quarta tappa del Motomondiale ha visto un solo dominatore che non ha lasciato nulla agli avversari, dalle prime prove libere del venerdì, fino alla bandiera a scacchi della domenica: Jorge Lorenzo. Un numero 99 che torna ai livelli del suo ultimo trionfo iridato, l’ultimo pilota a vincere prima dell’avvento di un certo Marc Marquez. Dopo tre episodi di una saga che sembra destinata a dare spettacolo, mancava solo il maiorchino a timbrare con un successo in questo avvio di stagione. La sua pole position, quell’1:37.910 valido anche per distruggere il precedente record della pista di Marc Marquez, ha subito messo in chiaro come sarebbe andata la gara. Per tutte le ventisette tornate previste Lorenzo è fuggito imponendo ritmi insostenibili per chiunque, proprio come succedeva qualche anno fa. Costanza e precisione, il maiorchino sapeva perfettamente quando entrare in curva e come la sua moto avrebbe risposto in uscita, per ogni singolo centimetro di Jerez e non è certamente un caso: gli spagnoli di casa erano tanti ma Lorenzo, tra il venerdì ed il sabato, ha totalizzato un quantitativo di giri pari a due gare, almeno. Senza lasciare nulla alle coincidenze, ha deciso di vincere ed ha portato a casa il primo trionfo stagionale. Dietro ad un imprendibile Lorenzo è arrivato Marc Marquez che, a differenza di quanto fatto in Argentina, ha gestito intelligentemente la sua corsa, dosando le energie nonostante il dolore per la frattura al mignolo. Tatticamente perfetto il Fenomenino che, partito dalla seconda piazza, sapeva perfettamente che la pista “de La Frontera” non è certo territorio di conquista per le Honda. Al numero 93 è bastata un po’ di freddezza per capire che la prima piazza era troppo anche per lui ma che partendo bene si poteva ottenere un secondo posto più che accettabile, chiudendo a quasi sei secondi da Lorenzo, anche con meno della metà di giri di prova rispetto al Cyborg di Maiorca. La gara di Jerez, per chi si aspettava una battaglia e lo spettacolo emozionante visto fino ad oggi, è stata una delusione, ma per gli appassionati veri è stata comunque un bel vedere: gestione, tattica, intelligenza e tanto “manico”. Ultimo dei premiati è, neanche a dirlo, Valentino Rossi: sempre col sorriso, anche sul gradino più basso del podio, anche in una pista che svariate volte lo aveva visto trionfare in tutte le classi. “Lorenzo qui ci vince anche con il motorino”, ha detto il numero 46 riconoscendo la grande prova dell’avversario e compagno di squadra in Yamaha che aveva un assetto praticamente identico. Nonostante il terzo posto, rimane comunque un giorno da ricordare per il Dottore: quello di Jerez è stato il duecentesimo podio, un altro dei meravigliosi numeri del 36enne di Tavullia che mantiene la leadership in classifica generale davanti a Dovizioso e Lorenzo. Oltre ad un ottimo quarto posto di Crutchlow che continua a guidare la sua Yamaha Tech3 come se fosse nella Superbike britannica, il pane per gli amanti dei “traversi”, è da segnalare la buona prova dei fratelli Espargaro, con Pol quinto su Yamaha ed Aleix settimo su Suzuki. Proprio questo si intende con “manico”: quando la moto non è il top, non certo costruita per dominare, viene fuori la grinta del pilota che sul guidato recupera quei dieci o quindici chilometri orari di differenza dalle Repsol e compagnia cantante. È stata una tappa deludente per le Ducati, nonostante Iannone avesse fatto registrare il terzo posto in griglia in fase di qualifica. Partito dalla prima fila, non è riuscito ad andare oltre la sesta piazza, due posizioni avanti a Dovizioso che ha avuto problemi sin dai primi giri. A mente fredda, il nono posto del numero 04 non è male, calcolando che dopo il “lungo” delle prime tornate è riuscito a risalire con costanza, senza mai raggiungere la vetta. “Il nostro obiettivo è vincere almeno una gara nel mondiale”, dicevano Dall’Igna e soci che hanno puntato il Mugello come destinazione principale. Mentre tutti i team si sono fermati a Jerez per i soliti test, a Borgo Panigale hanno deciso di allestire una squadra pronta a preparare la prossima tappa ed un’altra che penserà già alla moto per la gara toscana. Una scelta decisamente importante che punta a dare ulteriore lustro alla GP15 che, dopo un inizio eccezionale, vuole trovare continuità di risultati e tornare ad i livelli di un tempo. Prossimo appuntamento a Le Mans, Francia, con la gara il 17 maggio ed un altro capitolo del Mondiale 2015 tutto da scrivere.

Top Foto, Valentino Rossi festeggia sul podio tra Dovizioso e Crutchlow

Dottor Diez

 

di Maurizio Elviretti

 

Erano all’incirca le 21.20 di domenica sera quando, come il buon Guido Meda consiglia, mi ritrovavo in piedi sul divano ad applaudire uno strepitoso ed ennesimo successo del Dottore, questa volta in terra argentina. E’ stata la vittoria di quel Valentino Rossi che, dopo un inizio weekend non proprio entusiasmante con l’ottavo posto nella griglia di partenza, ha ribaltato tutto compiendo un vero e proprio capolavoro. Pronti via e in tre giri Valentino supera prima il compagno di squadra Jorge Lorenzo e poi il ducatista Iannone. In quattro si porta al terzo posto, passando anche Crutchlow. A 15 giri dalla fine è secondo, dopo il sorpasso su Dovizioso. In quel momento, il vantaggio di Marquez oscilla tra i 4 e i 5 secondi. Lì inizia il “pressing” al campione del mondo in carica: è sembrato di tornare ai vecchi duelli Rossi-Stoner, quando il Dottore con sorpassi e controsorpassi induceva all’errore l’austrialiano. E’ successo più di una volta, è successo anche questa volta: il duello dura pochi decimi di secondo. Un doppio contatto tra i due, lo spagnolo respinge bruscamente l’attacco con tanto di spallata, Valentino passa. L’altro prova a chiuderlo in scia ma perde il controllo e rovina a terra, chiudendo così la propria gara in anticipo. Una vittoria importante anche per la Yamaha, determinante nella scelta di montare sulla M1 del Dottore una posteriore extra-hard, differentemente da Marquez presentatosi in pista con una hard. Sul podio sventola doppio il tricolore: terza medaglia d’argento consecutiva per Andrea Dovizioso, che dopo Losail ed Austin sale nuovamente sul gradino “di mezzo” del podio di Rio Hondo. E seconda è anche la posizione nel Mondiale a 6 punti da Valentino Rossi per un Dovizioso sempre più veloce e soprattutto concreto. Una gran moto, un’atmosfera perfetta in squadra, tutto che marcia alla perfezione e anche il Dovi che forse è al suo livello più alto. Sfuma a pochi metri dal traguardo invece il sogno di rivedere un podio tutto “nostrano”: Andrea Iannone, infatti, ha perso il duello con Cal Crutchlow che dopo aver superato la bandiera a scacchi si è lasciato andare, da ex ducatista, in un gesto dell’ombrello poco elegante, destinato proprio alla casa di Borgo Panigale. Iannone ha comunque fatto una gara maiuscola, anche se non è mai stato in grado di lottare per la vittoria. Continua il periodo buio di Jorge Lorenzo: il pilota ispanico parte bene ma già dai primi giri accusa diversi problemi che lo costringono a retrocedere gradualmente, sino al taglio del traguardo in quinta piazza, risultato opaco causato probabilmente dall’errata scelta di una gomma anteriore a mescola media. Bradley Smith con la sua Monster Yamaha Tech3, in sesta piazza, è il primo pilota Yamaha satellite. Alle sue spalle ottiene un buon risultato anche Aleix Espargaro (Suzuki Racing Team), partito dalla prima fila. La Casa nipponica continua a soffrire maggiormente in accelerazione rispetto alle sue rivali, dato che avvalora le prestazioni dei due alfieri Suzuki, il secondo dei quali, Maverick Viñales, è decimo. Nel mezzo troviamo Pol Espargaro (Monster Yamaha Tech3), scattato dalla diciottesima casella dello schieramento, e Scott Redding (Estrella Galicia 0,0 Marc VDS). Guadagnano punti iridati anche Danilo Petrucci (Pramac Racing), undicesimo, Jack Miller (CWM LCR Honda), dodicesimo e primo pilota Open, Hector Barbera (Avintia Racing), tredicesimo, Loris Baz (Athinà Forward Racing), quattordicesimo, e Stefan Bradl (Athinà Forward Racing), quindicesimo. Entrambi, quest’ultimi, per la prima volta a punti da inizio stagione ad ora. Sul podio festa grande del Dottore che esce dalle quinte indossando la maglia del “diez” Maradona. Che sia un chiaro segnale di Rossi, pronto a puntare al decimo titolo iridato? Grazie a questo successo Valentino sale a 66 punti, con sei lunghezze di vantaggio su Dovizioso. Iannone è terzo con 40 punti. Prossimo appuntamento del Mondiale, il Gran Premio di Spagna sul circuito di Jerez de La Frontera in programma il 3 maggio. E anche lì, c’è da scommetterci, sarà battaglia: Marquez è chiamato subito al riscatto.

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Daniel Pedrosa si ritira a tempo indeterminato

 

di Maurizio Elviretti

 

Fulmine a cielo sereno dopo il Gp Qatar, prima gara del Motomondiale 2015, in casa Honda. Dani Pedrosa si ritira dalle corse a tempo indeterminato. Il pilota del team HRC, giunto sesto sotto la bandiera a scacchi alle spalle di Marc Marquez, non riesce più a correre a causa di un grave problema all’avambraccio. Lo spagnolo è stato operato un paio di volte per sindrome compartimentale al braccio destro, una patologia molto diffusa tra i piloti di motociclismo, ma il guaio fisico e clinico del tre volte Campione del Mondo (125 e 250) è acuto e molto più grave rispetto a quello dei colleghi. E oggi, nel post gara di Losail, l’annuncio: il ritiro a tempo indeterminato dalle corse, con l’obiettivo e la speranza di tornare.

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Moto Gp, ottimismo Ducati dopo i test in Qatar

 

Si sono conclusi anzitempo i test in Qatar della Moto Gp, con la terza giornata annullata a causa della pioggia battente e tenuto conto che a Losail non è prevista la possibilità di utilizzare gomme rain a causa dell’illuminazione artificiale del tracciato e dei riflessi che potrebbero crearsi sull’asfalto. Rimangono dunque validi i tempi fatti segnare ieri nella seconda giornata, con Dovizioso in prima posizione con il tempo di 1’54”907 e Iannone terzo in 1’55”104 a soli 13 millesimi da Marquez. E proprio i due piloti, italiani, della Ducati hanno rilasciato le seguenti dichiarazioni a conclusione dei test qatarioti. Partendo da Andrea Dovizioso: “Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti nei primi due giorni in Qatar, perché siamo stati sempre molto veloci sia con le gomme nuove che con quelle usate. Peccato che oggi non si sia potuto girare, perché avevamo delle prove importanti da fare in previsione della gara e volevamo raccogliere ancora altri dati, ma la pioggia non ha reso possibile scendere in pista. Comunque partiamo per la stagione molto soddisfatti del lavoro svolto con la nuova GP15, che qui in Qatar è andata subito molto bene. Credo che potremo dire la nostra in gara, e sicuramente siamo più concreti dello scorso anno. Voglio ringraziare la mia squadra e tutti i ragazzi di Ducati Corse perché hanno lavorato davvero tantissimo e molto bene!”. Gli fa eco, anche in termini di soddisfazione, il compagno di team Andrea Iannone: “Sono contento per come sono andati questi due giorni di test, perché sono stati senz’altro molto positivi. Siamo andati forte e siamo riusciti a migliorare ancora il feeling con la nuova GP15, anche se mi dispiace molto non aver potuto usufruire di questo ultimo giorno di test, che per noi era importante. Avevamo stabilito un programma di lavoro ben preciso per migliorare ancora alcuni dettagli e per fare alcune prove, ma purtroppo la pioggia ha impedito a tutti di scendere in pista. Sono fiducioso per il weekend di gara e non vedo l’ora di tornare in pista fra dieci giorni”.

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Presentati a Bologna il Ducati Team 2015 e la nuova Desmosedici GP15

Oggi, presso l’Auditorium Ducati di Borgo Panigale, è stato presentato il Ducati Team 2015 ed è stata svelata in anteprima mondiale la nuova Desmosedici GP15, la moto con cui i piloti ufficiali Andrea Dovizioso e Andrea Iannone prenderanno parte al Campionato MotoGP 2015

L’evento è stato condotto da Guido Meda, telecronista storico della MotoGP e Vice Direttore di Sky Sport.

A prendere la parola per primo è stato Claudio Domenicali, Amministratore Delegato di Ducati Motor Holding, che ha commentato il clima in Ducati Corse e i risultati di vendita 2014.

Claudio Domenicali: “Lo spirito che ho visto in queste ultimi mesi in Ducati Corse mi ricorda lo stesso entusiasmo con cui era partito il progetto MotoGP nel 2003. La nuova GP15, davvero rivoluzionaria in molti concetti, rappresenta al meglio l’orgoglio e la voglia di vincere dei ragazzi di Ducati Corse, ai quali vorrei trasmettere un sincero ringraziamento. Ho seguito personalmente con passione le fasi finali di avviamento al banco, i primi collaudi, le verifiche prestazionali del nuovo motore, l’assemblaggio della moto e il primo avviamento e ho trovato una carica emotiva e una dedizione veramente straordinari. Siamo solo all’inizio, ma sono sicuro che i risultati premieranno presto i nostri sforzi. Ducati ha appena chiuso un ottimo 2014 in cui abbiamo fatto registrare un nuovo record di vendite, consegnando ai clienti 45.100 moto, il 2% in più rispetto al 2013, confermando per il quinto anno consecutivo il nostro positivo trend di crescita. Le corse fanno parte del nostro DNA da sempre, tornare al giocare un ruolo da protagonisti significherebbe completare un quadro globale di crescita. Non possiamo che guardare con fiducia al 2015, ed è per questo che faccio un caloroso in bocca al lupo ai due Andrea e a tutta la squadra.”

E’ poi salito sul palco Luigi Dall’Igna, Direttore Generale di Ducati Corse, che ha parlato del nuovo progetto GP15 e degli obiettivi per il 2015.

Luigi Dall’Igna: “La Desmosedici GP15 che debutterà nei prossimi test in Malesia è una moto completamente nuova, diversa rispetto a quella che abbiamo usato a Sepang due settimane fa, anche se l’aerodinamica in certi aspetti è piuttosto simile. Con la GP14.3 abbiamo fatto dei progressi notevoli per quanto riguarda il software, che sarà facile da trasportare sulla GP15, ma anche dei passi avanti per quanto riguarda le sospensioni, la ciclistica e il motore. La GP15 partirà con lo stesso assetto della GP14.3, ma avrà molte più possibilità di regolazione. Il nostro obiettivo quest’anno è molto ambizioso, perché vogliamo vincere almeno una gara. Sappiamo che è un obiettivo estremamente impegnativo, ma siamo abituati ad accettare le sfide più difficili. Lo scorso anno avevamo dichiarato di voler ridurre il nostro gap dal vincitore a meno di dieci secondi. Anche questa era una sfida ambiziosa, ma l’abbiamo vinta nella seconda parte del campionato. Vincere una gara vuole dire stare davanti a due colossi come Honda e Yamaha e ai loro quattro piloti, che sono sicuramente tra i più forti, ma il nostro obiettivo comunque rimane questo e sappiamo di poter contare sui nostri due piloti, Andrea Dovizioso e Andrea Iannone, che a mio parere sono in grado di lottare ad armi pari con il loro avversari.”

Dopo aver svelato la Desmosedici GP15 con la sua nuova livrea, i due piloti del team hanno parlato delle loro prospettive per il campionato 2015.

Andrea Dovizioso: “Fra qualche giorno andremo in Malesia per la seconda sessione di test invernali a Sepang e non vedo l’ora di provare la nuova GP15. Sono molto contento dei miglioramenti che siamo riusciti ad ottenere durante la scorsa stagione e quindi, con questo nuovo progetto, non posso che essere ottimista per la stagione 2015. Credo che lo spirito e la voglia di vincere che vedo oggi in Ducati siano davvero importanti per tutti noi. Dai tifosi Ducati mi aspetto tanto supporto per questa stagione: abbiamo lavorato tanto e bene in questi anni e adesso è arrivato il momento di raccogliere i frutti.”

Andrea Iannone: “Sono molto contento di far parte del Ducati Team, perché è sempre stato il mio sogno entrare nella squadra ufficiale. Sento già di far parte di questa famiglia, e ho già stabilito un ottimo rapporto con il mio team di tecnici e meccanici che mi ha permesso di andare subito bene con la Desmosedici GP14.3 nei recenti test di Sepang. Adesso torniamo di nuovo in pista in Malesia per i penultimi test prima dell’inizio della stagione, e salirò per la prima volta sulla GP15, sapendo che all’inizio ci toccherà lavorare per rendere la moto competitiva. Comunque sono fiducioso e non vedo l’ora di scendere in pista fra alcuni giorni.”

La presentazione è stata trasmessa in live streaming grazie al supporto tecnico di Telecom Italia, offrendo alla stampa e ai tanti appassionati in tutto il mondo la possibilità di seguire l’evento in diretta.

Nei prossimi giorni il Ducati Team partirà per la Malesia dove, dal 23 al 26 febbraio si svolgerà la seconda sessione di test invernali a Sepang e dove la GP15 farà il suo esordio in pista.

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Moto Gp, ecco la nuova Yamaha YZR-M1

 

Presentata a Madrid la nuova Yamaha YZR-M1, quella che Valentino Rossi e Jorge Lorenzo proveranno a riportare in cima al mondo e, più nello specifico, davanti alla Honda HRC di Marc Marquez. Ottimismo diffuso all’interno del team Yamaha, a partire da Rossi che a margine della presentazione ha dichiarato: “”Dovremo fare passi in avanti, ma voglio provare a battere Marc Marquez”. Gli fa eco il compagno/rivale Jorge Lorenzo che su twitter rincara la dose e le ambizioni già manifestate dal Dottore: “L’anno scorso abbiamo tenuto buoni ritmi, in questi mesi abbiamo lavorato per essere più veloci quest’anno”.

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MonoMondiale

 

di Filippo Gherardi

 

Che fosse un predestinato era chiaro sin dal primo momento in cui è salito, nel 2008, in sella alla KTM nella classe 125, cogliendo nella stessa stagione, la prima in assoluto da professionista, un terzo posto a Donington alla giovanissima età di 15 anni e 4 mesi. Da allora, di fatto, Marc Marquez non si è più fermato. Mondiale in 125 nel 2010, in Moto 2 nel 2012 e lo scorso anno, all’esordio nella classe regina, in Moto Gp. Ma è quest’anno che il Fenomeno di Cervera, piccolo comune di 9mila abitanti incastonato nel cuore della Catalonga, sta “minacciando” la storia. Dopo nove successi in altrettanti Gran Premi disputati, dopo aver vinto su circuiti dove fino a quel momento non era mai salito sul gradino più alto del podio, dopo aver trionfato in fuga solitaria tanto quanto al termine di volate mozzafiato, partendo dalla pole o, come è successo nell’ultimo Gp del Sachsenring, addirittura dalla pit-lane, i numeri del numero 93 più famoso dello sport mondiale stanno diventando qualcosa di normale in un contesto del tutto eccezionale. Con la vittoria ad Assen, l’ottava di fila, aveva distanziato Rossi nel computo di successi consecutivi (con il Dottore fermo a quota 7 vittorie nel 2002) e raggiunto Giacomo Agostini (l’unico prima di Marquez ad aver ottenuti 8 sigilli consecutivi nel 1971). Ora il campionissimo bresciano, almeno in termini di strisce vincenti, rimane il prossimo obiettivo di Marc: dieci successi, se anche il prossimo 10 agosto ad Indianapolis il pilota della Honda dovesse transitare davanti a tutti sotto la bandiera a scacchi, esattamente come il mitico Ago fece per tre anni di fila (’68, ’69 e ’70) e come solo un meraviglioso Michael Doohan, nel 1997, riuscì ad eguagliare. Mito di Agostini a parte, la consapevolezza diffusa è che mai, nemmeno ai tempi d’oro di Rossi o dello stesso Doohan, il Motomondiale ha vissuto un dominio così evidente. Marquez non “scende” dal podio dal 2 giugno 2013, dallo scivolone del Mugello e se non teniamo conto della squalifica inflittagli ad ottobre in Australia. Mantenendosi su questi livelli, disumani, vincendo le prossime cinque gare si laureerebbe Campione del Mondo in Aragona, con almeno con 4 Gp di anticipo (ma non è escluso anche prima ndr), anche se Dani Pedrosa, il secondo attuale nel Mondiale Piloti, centrasse nelle medesime cinque gare ogni volta il secondo posto. Nessuno come lui, nessuno come lui a 21 anni. Il mondo, non solo quello delle due ruote, lo ammira, esalta e conosce ogni giorno sempre di più. Il circus della Moto Gp, tecnici ed avversari si domandano su chi saprà tornare, concretamente e prima o poi, a contendergli lo scettro di dominatore indiscusso.

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Tutto pronto per l’inizio della MotoGP 2014

 

di Valerio Zuddas

 

Dopo i test pre-stagionali, il 4 febbraio a Sepang, è stato ufficialmente comunicato l’elenco provvisorio dei piloti della MotoGP che si schiereranno in griglia in Qatar il 23 marzo. Saranno 24 le moto ai blocchi di partenza: 11 MotoGP Factory e 13 Open. Jorge Lorenzo e la sua Yamaha M1 proveranno in tutti i modi a riprendersi il titolo conquistato l’anno scorso dal giovane Marc Marquez, che in questa stagione non avrà il numero 1 ma il 93. Occhi puntati anche su Valentino Rossi, che dovrà dimostrare di essere ancora competitivo e che ha voglia di conquistare il suo decimo titolo iridato. Anche un agguerrito Dani Pedrosa sarà alla ricerca del suo primo titolo nella classe regina. Le premesse per un altro campionato spettacolare ci sono tutte. Saranno tanti i volti nuovi della MotoGP anche in questa stagione: il campione del mondo della Moto 2, Pol Espargarò, affiancherà Bradley Smith nel Team Monster Yamaha Tech3 e sarà l’unica matricola che salirà su una moto Factory. L’inglese Scott Redding vestirà la tuta biancoverde del Team Gresini. La sua moto sarà una Honda RCV1000R. Dalla Moto2 arriva anche Mike Di Meglio, il nuovo compagno di squadra di Hector Barberà nel Team Avintia Blusens. Cambia categoria Leon Camier, l’anno scorso pilota alla corte del Team Crescent Suzuki Superbike: l’inglese debutterà nel Motomondiale con l’ART del Team JodaRacing Project, lo stesso dell’italiano Danilo Petrucci. L’ultima new entry di quest’anno è Broc Parkes: nel 2013 il pilota australiano ha partecipato all’Australian Superbike Championship e alla World Endurance Championship in sella ad una Yamaha R1. Inoltre ha conquistato un 12esimo posto in Gara2 a Jerez, wild-card al mondiale Superbike. Parkes, invece, sarà il compagno di squadra di Micheal Laverty nel Team Paul Bird Racing.

 

Questo l’elenco dei piloti e dei Team partecipanti al MotoGP 2014 (* indica le Factory):

 

Ducati Team

  • 4 – Andrea Dovizioso  (ITA, DUCATI )*
  • 35 – Cal Crutchlow (GBR, DUCATI) *

Yamaha Factory Racing

  • 46 – Valentino Rossi (ITA, YAMAHA) *
  • 99 – Jorge Lorenzo (ESP, YAMAHA) *

Repsol Honda Team

  • 26 – Dani Pedrosa (ESP, HONDA) *
  • 93 – Marc Marquez (ESP, HONDA) *

Monster Yamaha Tech3

  • 38 – Bradley Smith (GBR, YAMAHA) *
  • 44 – Pol Espargarò (ESP, YAMAHA) *

LCR Honda MotoGP

  • 6 – Stefan Bradl (GER, HONDA) *

Go&Fun Honda Gresini

  • 19 – Alvaro Bautista (ESP, HONDA) *
  • 45 – Scott Redding (GBR, HONDA)

Pramac Racing

  • 29 – Andrea Iannone (ITA, DUCATI) *
  • 68 — Yonny Hernandez (COL, DUCATI)

NGM Mobile Forward Racing

  • 5 – Colin Edwards (USA, FTR YAMAHA)
  • 41 – Aleix Espargarò (ESP, FTR YAMAHA)

Power Eletronics Aspar

  • 7 – Hiroshi Aoyama (JAP, HONDA)
  • 69 – Nicky Hayden (USA, HONDA)

Avintia Blusens

  • 8 – Hector Barbera (ESP, FTR)
  • 63 – Mike Di Meglio (FRA, FTR)

IodaRacing Project

  • 9 – Danilo Petrucci (ITA, ART)
  • 12 – Leon Camier (GBR, ART)

Cardion AB Motoracing       

  • 17 – Karel Abraham (CZE, HONDA)

Paul Bird Motorsport       

  • 23 – Broc Parkes (AUS, PBM)
  • 70 – Michael Laverty (GBR, PBM)