editoriale

Salone di Francoforte: tra grandi assenze e novità

 

di Filippo Gherardi

 

Per la consolidata regola per cui “gli assenti hanno (quasi) sempre ragione”, valutare il Salone di Francoforte 2017, in attesa dei numeri sull’affluenza e dei riscontri che arriveranno dal mercato, senza prendere in considerazione i marchi che non c’erano tra i padiglioni della fiera tedesca è cosa piuttosto ardua. Anche perché l’elenco dei non presenti annovera case che rappresentano qualcosa di molto vicino allo zoccolo duro dell’automotive continentale. Alfa Romeo, Fiat, Jeep, DS, Infiniti, Mitsubishi, Nissan, Peugeot e Volvo, basterebbero da sole, probabilmente, per organizzare una kermesse a ranghi ridotti e renderla, comunque, meritevole di interesse e spunti. Che le assenze possano rappresentare un segnale, chiaro, che la concezione di fiere e saloni in rapporto a case automobilistiche stia cambiando è evidente, ma girare (perdersi) tra gli stand dell’IAA 2017 è stato, comunque e ancora una volta, un bel vagare. I padroni di casa hanno ovviamente fatto la voce grossa, con allestimenti sfarzosi ed un numero di anteprime assolute da richiedere l’utilizzo della calcolatrice. Da Mercedes, che a Francoforte comunica ufficialmente solo Smart elettriche dal 2020, a BMW e la terza generazione della X3, senza dimenticare Audi che investe sul metano (A4 Avant g-tron) e Volkswagen che accanto alla nuova Polo propone anche l’innovativo SUV T-Roc. A queste aggiungiamo pure Opel, al primo Salone da quarta sorella del gruppo PSA, che in Germania come detto è sbarcato solo ed esclusivamente con il marchio Citroen, forte di un’anteprima da prima pagina come la nuova C3 Aircross. Mini ha tolto i veli sul prototipo della sua prima vettura elettrica, Ford sull’evoluzione di un successo acclamato come la nuova EcoSport, forte di nuove tecnologie, nuovo propulsore diesel 1.5 e trazione integrale. Spostandoci sul versante asiatico, Kia arricchisce la sua proposta con la versione X-Line della Picanto e quella GT-Line per la Sorento. Suzuki scalda motori ed animi con la Suzuki Swift Sport. Anteprima europea per la nuova Subaru Impreza con inedita Global Platform, tanto quanto è un’anteprima assoluta per Honda la concept elettrica Urban EV che prefigura un modello di serie a emissioni zero. Pioniera delle motorizzazioni elettriche, da sempre, Renault che a Francoforte punta i riflettori sulle nuova Megane RS. Sistema 4CONTROL e quattro sospensioni idrauliche derivate dal mondo del rally, motore 1.8 quattro cilindri da 280 cavalli e cambio manuale a sei rapporti o EDC, il tutto a poca distanza da un bestseller che si rinnova come nel caso della nuova generazione di Dacia Duster. Insomma, ne potevamo vedere di più ma ne abbiamo viste, come al solito, comunque delle belle.

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Mini: a Francoforte con un concept elettrico

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Sono passati quasi dieci anni da quando il gruppo BMW presentò la sua prima vettura completamente elettrica, la Mini E, pioniera di un futuro a zero emissioni e “madre” dell’attuale BMW i3. Ora, con l’apertura del Salone di Francoforte, Mini svela al mondo una nuova versione ideale della sua elettrica, la Mini Electric Concept, vettura in grado di coniugare l’essenza cittadina e ecologica della nuova propulsione ad un’auto dinamica ed accattivante. Estetca e design fanno intendere chiaramente che si è davanti ad una vettura elettrica, la griglia del radiatore esagonale e i proiettori circolari sono stati rielaborati proprio in questa direzione, e lo schema cromatico in cui vanno a contrasto giallo e argento, unito al badge “E”, ne completano l’idea. L’essenza più sportiva si rispecchia nello spoiler anteriore che allo stesso tempo svolge un importante ruolo aerodinamico, mentre è puramente estetico il compito delle finte prese d’aria poste sullo spoiler ma sigillate perché non necessarie al raffreddamento del motore; piccola chicca, le finte prese d’aria ed altri elementi aerodinamici sono stati creati con un processo di stampa 3D. Il posteriore è in perfetto stile Mini, imponente ma sportivo, la parte superiore è dominata da superfici lisce ma acquisisce dinamicità scendendo verso il basso. I gruppi ottici rappresentano la connotazione britannica del Marchio e del concept: vengono incorniciati dalla classica sagoma Mini ed ognuno di essi forma metà bandiera britannica con una matrice di punti luce a Led. Il primo modello di casa con un sistema di propulsione ibrido plug-in, la Mini Cooper S E Countryman All4, è stato presentato durante la scorsa primavera, la Mini Electric Concept che vedremo nei prossimi giorni rappresenta invece l’ennesimo passo avanti verso una produzione elettrica di serie sempre più vicina: nascerà presto la famiglia Mini Electric, nel 2019 previsto il primo lancio.

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Mini: la variante 100% elettrica è in preparazione

 

 

 

 

 

 

 

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

L’elettrico è la strada che stanno ormai percorrendo sempre più case, la gamma i di BMW aveva già fatto percepire le intenzioni della casa tedesca per il futuro, e nel 2020 arriverà la nuova piattaforma elettrica su cui verranno sviluppati i prossimi veicoli a zero emissioni. Ancor prima però, nel 2019, farà il suo debutto la Mini 100% elettrica, un vero punto di svolta per il marchio inglese. Il motore e la batteria elettrica saranno prodotti negli stabilimenti del gruppo BMW a Dingolfing e Landshut, e gli stessi componenti saranno poi inviati ad Oxford, lì dove vengono assemblate e prodotte le Mini a tre porte. La nuova variante affiancherà la versione ibrida plug-in oltre che i classici benzina e diesel, i quali non usciranno di produzione ovviamente, ma secondo un calcolo fatto da BMW già entro il 2025 una gran parte delle vendite (tra il 15% e il 25%) sarà costituita dai veicoli elettrici. Proprio per questo motivo BMW sta provvedendo ad aggiornare i propri impianti in modo che possano produrre sia i modelli con motori a combustione che le varianti elettriche o ibride: a Dingolfing prenderanno vita le nuove Serie 5 e Serie 7 ibride plug-in, e la futura i NEXT a partire dal 2021.

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EuroNCAP: bene Mini Countryman e Skoda Kodiaq

 

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Mini Countryman, Nissan Micra, Skoda Kodiaq e Suzuki Swift, questi i nomi delle vetture che sono state sottoposte agli ultimi test dell’Euro NCAP, l’ente che misura la sicurezza delle auto nuove. Come ormai accade da qualche anno, le vetture sono state giudicate sia in versione base che con equipaggiamenti opzionali, e un netto miglioramento nel punteggio è derivato ovviamente dai sistemi elettronici di sicurezza. Cinque stelle, ossia il massimo, lo hanno ottenuto le due “grandi” Mini Countryman e Skoda Kodiak, mentre qualche piccola carenza è stata rilevata nelle due city car giapponesi. A fare la differenza sono stati i sistemi di frenata autonoma d’emergenza, da una parte quello fornito di serie dalla Mini Countryman, l’Aeb in grado di rilevare le vetture sulla strada, e dall’altra il pacchetto offerto da Skoda Kodiaq che individua sia macchine che pedoni. Solamente 3 stelle invece per la Suzuki Swift base, che salgono a 4 con il Safety Pack, il quale però non comprende né limitatore di velocità né lane assist. Meglio la Micra, che ottiene 4 stelle nella versione base e 5 con il sistema che riporta automaticamente in carreggiata l’auto.

 

Mini Countryman – 5 stelle  

Protezione adulti – 90%

Protezione bambini – 80%

Protezione pedoni – 64%

Sistemi di sicurezza – 51%

 

Skoda Kodiaq – 5 stelle  

Protezione adulti – 92%

Protezione bambini – 77%

Protezione pedoni – 71%

Sistemi di sicurezza – 54%

 

Nissan Micra (versione base) – 4 stelle  

Protezione adulti – 91%

Protezione bambini – 79%

Protezione pedoni – 68%

Sistemi di sicurezza – 49%

 

Nissan Micra (con Safety Pack) – 5 stelle  

Protezione adulti – 91%

Protezione bambini – 79%

Protezione pedoni – 79%

Sistemi di sicurezza – 72%

 

Suzuky Swift (versione base) – 3 stelle  

Protezione adulti – 83%

Protezione bambini – 75%

Protezione pedoni – 69%

Sistemi di sicurezza – 25%

 

Suzuky Swift (con Safety Pack) – 4 stelle  

Protezione adulti – 88%

Protezione bambini – 75%

Protezione pedoni – 69%

Sistemi di sicurezza – 44%

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Mini: anche la Countryman si rifa il look

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Il ritocco è completo, anche l’ultima superstite dal restyling della famiglia Mini cambia trucco ed ecco che arriva la nuova versione della Countryman: più spaziose, comoda e anche ibrida plug-in. E’ stata sviluppata sulla stessa piattaforma della Bmw Serie 2 e anche grazie a questo guadagna ben 20 centimetri di lunghezza, 2 cm di larghezza e 7,5 cm di passo rispetto alla precedente generazione; questo significa una maggiore abitabilità, quindi più spazio per la testa e le spalle per chi siede sui sedili anteriori, con un aggiornamento nella regolazione dei sedili, ed un bagagliaio cresciuto addirittura di 220 litri per un volume totale di 450 litri ampliabile fino a 1.390 l. Anche la zona dei passeggeri posteriore è stata ampliata e ora riesce ad ospitare comodamente fino a tre persone adulte con un accesso migliorato grazie alle modifiche apportate alle due porte posteriori. Ma è sotto al cofano che troviamo la vera e propria novità: con la nuova Countryman anche Mini propone una motorizzazione ibrida plug-in, capace nella variante Cooper S E Countryman All4 di fornire un’autonomia di 40 km in modalità elettrica. Il propulsore è composto da un 3 cilindri 1.5 da 136 cavalli a cui si aggiunge un’unità elettrica da 65 kW (88 CV) per un totale di 224 CV di potenza. In realtà tutte la gamma motori dell’ultima generazione di Mini Countryman, disponibile sia in 4×2 che 4×4, è completamente nuova e composta da due benzina, di cui un 3 cilindri 1.5 da 136 CV e un 4 Cilindri 2.0 da 192 CV, e altrettanti diesel, ossia un 4 cilindri 2.0 nelle potenze di 150 e 190 CV, tutte con tecnologia TwinPower Turbo. Il grande vantaggio di queste propulsioni sta nei consumi contenuti, pari a 2,1 l/100km nel ciclo combinato, ed emissioni di CO2 comprese tra 159 e 49 g/km.

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Mini: arriva la John Cooper Works Clubman, la più potente di tutte

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

La Mini John Cooper Works è pronta ad accogliere nella sua famiglia la nuova versione Clubman che andrà a sedersi accanto alle declinazioni hatchback a tre porte e Cabrio. Il debutto ufficiale ci sarà al vicinissimo Salone di Parigi (29 settembre), ma già sappiamo che questa nuova Mini in abiti sportivi monterà il motore più potente mai visto dalla gamma: un quattro cilindri 2.0 TwinPower Turbo da ben 231 cavalli ed una coppia massima di 350 Nm. Con questo propulsore viene offerta di serie anche la trazione integrale All4 ed un assetto configurato per dare il massimo su strada, con prestazioni pari ad un accelerazione da 0 a 100 km/h in 6,3 secondi, un tempo nettamente minore rispetto a tutte le altre sorelle Clubman. A scelta si potrà avere o un cambio manuale a sei rapporti o la trasmissione automatica Steptronic a otto marce, mentre il resto dell’assetto sportivo è composto da impianto frenante Brembo e cerchi in lega da 18” John Cooper Works. Per quanto riguarda l’equipaggiamento, di serie troveremo un abitacolo appositamente studiato per questa versione, fari a LED, sistema Driving Modes, Parking Distance Control, Comfort Access con apertura delle Split Door in modalità touchless, radio Mini Visual Boost con schermo da 6,5 pollici a colori, comandi al volante e Active Cruise Control con funzione di frenata. Accanto alla Mini John Cooper Works Clubman, nello stand parigino del marchio britannico ci sarà anche la speciale Seven (nome ripreso dalla storica prima generazione del 1959), un allestimento specifico non modificato nella meccanica o nella carrozzeria, che di diverso presenta esclusivamente alcuni elementi che ne sottolineano le origini britanniche. Tra questi troviamo la verniciatura a contrasto Melting Silver sul tetto e sugli specchietti retrovisori esterni, le strisce per il cofano motore, cerchi in lega da 17 pollici Seven two-one, sedili sportivi in stoffa e pelle Diamond Malt Brown ed infine l’inedito pacchetto Seven Chili.

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Mini: per il campionato monomarca una speciale Challenge Edition

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

In occasione dell’imminente inizio della nuova stagione del suo campionato monomarca, Mini presenta la serie limitata Challenge Edition. derivante dalla John Cooper Works a tre porte. Sarà prodotta solamente in 35 esemplari che già da meta maggio è possibile ordinare, tutte con specifiche caratteristiche sia estetiche che tecniche e con lo stesso motore della John Cooper Works, in grado di fornire prestazioni pari a 246 km/h di velocità massima e uno scatto da 0 a 100 km/h in 6,1 secondi. Sempre della John Cooper Works sono il cambio automatico, l’assetto racing e l’impianto frenante Brembo, mentre sono esclusivi di questa edizione speciale la presa d’aria in carbonio chiamata JCW “Pro”, il sistema di scarico, i terminali in carbonio, un diffusore posteriore in poliuretano e un nuovo spoiler anteriore che garantisce maggiori velocità ed efficienza aerodinamica. Con una valvola regolabile presente nello scarico è poi possibile modificare la voce del motore quattro cilindri: nella modalità sport vengono rispettati i limiti di inquinamento acustico mentre selezionando la track (per la pista) ogni nota viene sottolineata. La carrozzeria si distingue per la colorazione verde con il tetto in rosso decorato con lo stile della bandiera inglese; la calandra anteriore nera è attraversata da strisce rosse che riprendono le cornici in nero lucido dei gruppi ottici anteriori e posteriori. Gli interni sportivi sono caratterizzati dai sedili rivestiti in pelle nera e rossa, l’Union Jack rossa in rilievo e la targhetta in alluminio spazzolato sulla plancia dal lato del passeggero con i numeri che vanno dallo 0 al 37 in quanto sono stati esclusi il 13 e il 17.

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Nuova Mini Seven

 

di Maurizio Elviretti

 

Prende il nome dall’Austin Seven, quella che nel 1959 diede il via alla produzione Mini. La Mini, all’inizio del ventunesimo secolo, ha fatto letteramente esplodere la vintage mania: da allora nell’automotive, così come in ogni altro campo legato al design industriale, è stata una vera e propria corsa al recupero di linee e concetti parte della tradizione dei brand. Primo modello di design dell’attuale generazione MINI, è disponibile a 3 porte e 5 porte. Tetto e calotte degli specchietti retrovisori esterni sono in melting silver mentre i cerchi in lega da 17 pollici presentano l’inedito design MINI Seven Spoke two-toner. Relativamente all’impostazione del corpo vettura, che negli elementi caratteristici resta invariata rispetto alle Mini 3 e 5 porte in listino, la nuova serie speciale Mini Seven si caratterizza per la scelta della tinta carrozzeria in una specifica tavolozza di colori (tre le varianti proposte: “Mini Yours Lapisluxury Blue”, “Pepper White” pastello e due metallizzate: “Midnight Black” e la classicissima “British Racing Green”). Negli interni domina l’ambiente esclusivo con selleria in stoffa/pelle, diamond malt brown, superfici interne in piano black, come optional Colour Line malt brown e logo MINI Seven incastonato nella cornice dello strumento centrale. Per tutte le varianti della nuova Mini Seven in alternativa al cambio manuale di serie a sei rapporti, viene offerto come optional il cambio Steptronic a sei rapporti. La gamma a gasolio si apre invece con la MINI Cooper D 1.5 116 CV che tocca i 205 km/h e consuma solo 3,5 l/100 km ed è completata dalla MINI Cooper SD col 2.0 da 170 CV che arriva a 227 km/h, accelera da 0 a 100 km/h in 7,2 secondi e consuma in media 4,0 l/100 km. Ampia l’offerta di sistemi di assistenza alla guida, tra cui citiamo il MINI Head-Up-Display, il Park Assistant, la telecamera di retromarcia ed il Driving Assistant con regolazione attiva della velocità su base di telecamera. La gamma comprende due motori a benzina e due propulsori diesel che coprono un arco di potenza da 85 kW/116 CV a 141 kW/192 CV.

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Mini, ma non troppo: ecco la terza generazione di Clubman

di Federico Gianandrea de Angelis

E’ già nelle nostre concessionarie la nuova Mini Clubman, terza generazione che parte da un prezzo di 24.800 euro e che, non fosse per il nome, si allontana sempre più da quegli standard che hanno reso famosa e indistinguibile la vera “Mini”. E’ ormai difficile scegliere anche il segmento all’interno del quale posizionarla, visto che per dimensioni rimane una station wagon di tipo B, ma per tutte le altre caratteristiche si avvicina alle premium di livello C. La lunghezza è la stessa delle nuove Mercedes Classe A o BMW Serie 1, e nonostante anche internamente sia più una sportiva che una vera e propria famigliare non possiamo dire che l’abitacolo o i sedili siano scomodi; a renderla abitabile sono il passo di 2,67 metri e un bagagliaio che può raggiungere i 1250 litri, ma il confort riceve il suo maggiore contributo dai dettagli interni, come i led circolari e cangianti che abbracciano il sistema di infotainment. Ma ancora potemmo citare equipaggiamenti come l’Head-Up display, gli abbaglianti automatici, i proiettori full LED o la telecamera anteriore per il cruise control attivo, senza considerare che per i più audaci è già disponibile il kit John Cooper Works. A differenza della generazione precedente, la nuova Mini Clubman ha abbandonato la porta controvento e si presenta ora con le tradizionali due portiere, ma non ha cambiato il suo modo di essere con il doppio portellone apribile a libro; per il resto appare come tutte le altre Mini: plancia, guida sportiva e go kart feeling, anche se quest’ultimo risulta più delicato del solito.

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Nuova Mini John Cooper Works

 

di Maurizio Elviretti

 

Presentata lo scorso gennaio come concept al Salone di Detroit, arriva la versione definitiva della Mini più potente e “cattiva” di sempre. La nuova John Cooper Works sbarca in Italia nella variante più sportiva della storia Mini, equipaggiata per la prima volta con un quattro cilindri di 2000 cmc turbo a benzina da 231 Cv e 320 Nm, versione evoluta del motore della Cooper S che supera di 20 Cv il 1600 cc turbo montato sulla Jcw della serie precedente. Può sembrare solo un caso, ma la potenza di 231 Cv è esattamente la stessa della rivale diretta, l’Audi S1 che però offre anche la trazione integrale quattro. Le prestazioni annunciate della nuova John Cooper Works sono molto interessanti, a partire dai 6,1 secondi per accelerare da 0 a 100 kmh con il cambio automatico 6 marce e i 6,3 secondi quando è montato il cambio manuale 6 marce. I consumi si riducono del 23% rispetto alla precedente Mini Jcw, scendendo a 5,7 l/100 km nella versione automatica e 6,7 l/100 km con il cambio manuale. L’assetto della nuova Mini John Cooper Works è derivato da quello della Cooper S, ma con settaggi specifici, ammortizzatori regolabili Dynamic Damper Control opzionali, cerchi da 17 o 18 pollici, differenziale a bloccaggio elettronico e servosterzo elettromeccanico con compensazione della coppia. Esternamente la nuova John Cooper Works si distingue dalla Cooper S per i paraurti specifici con generose prese d’aria e sfoghi aerodinamici, griglia inferiore di nuova forma, fari full Led con indicatori di direzione bianchi, terminali di scarico dedicati e varie placchette JCW. Lo stesso trattamento sportivo è dedicato agli interni dove si possono apprezzare i rivestimenti in pelle per volante e leva del cambio, la pedaliera in acciaio, il rivestimento interno del tetto di colore nero e i sedili sportivi con finiture rosse e nere. Fra le dotazioni della nuova John Cooper Works da segnalare il cruise control adattivo, la frenata d’emergenza, la telecamera di retromarcia, gli abbaglianti automatici, il rilevamento dei segnali stradali e l’head-up display, oltre al navigatore con schermo da 8,8”.