editoriale

Salone di Francoforte: tra grandi assenze e novità

 

di Filippo Gherardi

 

Per la consolidata regola per cui “gli assenti hanno (quasi) sempre ragione”, valutare il Salone di Francoforte 2017, in attesa dei numeri sull’affluenza e dei riscontri che arriveranno dal mercato, senza prendere in considerazione i marchi che non c’erano tra i padiglioni della fiera tedesca è cosa piuttosto ardua. Anche perché l’elenco dei non presenti annovera case che rappresentano qualcosa di molto vicino allo zoccolo duro dell’automotive continentale. Alfa Romeo, Fiat, Jeep, DS, Infiniti, Mitsubishi, Nissan, Peugeot e Volvo, basterebbero da sole, probabilmente, per organizzare una kermesse a ranghi ridotti e renderla, comunque, meritevole di interesse e spunti. Che le assenze possano rappresentare un segnale, chiaro, che la concezione di fiere e saloni in rapporto a case automobilistiche stia cambiando è evidente, ma girare (perdersi) tra gli stand dell’IAA 2017 è stato, comunque e ancora una volta, un bel vagare. I padroni di casa hanno ovviamente fatto la voce grossa, con allestimenti sfarzosi ed un numero di anteprime assolute da richiedere l’utilizzo della calcolatrice. Da Mercedes, che a Francoforte comunica ufficialmente solo Smart elettriche dal 2020, a BMW e la terza generazione della X3, senza dimenticare Audi che investe sul metano (A4 Avant g-tron) e Volkswagen che accanto alla nuova Polo propone anche l’innovativo SUV T-Roc. A queste aggiungiamo pure Opel, al primo Salone da quarta sorella del gruppo PSA, che in Germania come detto è sbarcato solo ed esclusivamente con il marchio Citroen, forte di un’anteprima da prima pagina come la nuova C3 Aircross. Mini ha tolto i veli sul prototipo della sua prima vettura elettrica, Ford sull’evoluzione di un successo acclamato come la nuova EcoSport, forte di nuove tecnologie, nuovo propulsore diesel 1.5 e trazione integrale. Spostandoci sul versante asiatico, Kia arricchisce la sua proposta con la versione X-Line della Picanto e quella GT-Line per la Sorento. Suzuki scalda motori ed animi con la Suzuki Swift Sport. Anteprima europea per la nuova Subaru Impreza con inedita Global Platform, tanto quanto è un’anteprima assoluta per Honda la concept elettrica Urban EV che prefigura un modello di serie a emissioni zero. Pioniera delle motorizzazioni elettriche, da sempre, Renault che a Francoforte punta i riflettori sulle nuova Megane RS. Sistema 4CONTROL e quattro sospensioni idrauliche derivate dal mondo del rally, motore 1.8 quattro cilindri da 280 cavalli e cambio manuale a sei rapporti o EDC, il tutto a poca distanza da un bestseller che si rinnova come nel caso della nuova generazione di Dacia Duster. Insomma, ne potevamo vedere di più ma ne abbiamo viste, come al solito, comunque delle belle.

Valtteri Bottas ;Valtteri Bottas;

F1: Bottas rinnova con la Mercedes

 

 

 

 

 

 

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Quando l’annuncio del ritiro di Rosberg aprì le porte del team Mercedes a Valtteri Bottas molti storsero la bocca, non lo consideravano il degno sostituto del Campione del Mondo uscente, e tanto meno il giusto compagno di Lewis Hamilton. Lui ha risposto alle critiche sulla pista, in 17 Gran Premi ha trovato la prima vittoria in F1, quella in Russia, a cui è seguita poco dopo la seconda in Austria, collezionato nove podi e 197 punti che gli valgono, ad ora, il terzo posto nella classifica piloti. Le critiche e i dubbi si sono trasformate in gioie e certezze, anzi, in un contratto, quello del rinnovo del pilota finlandese che lo lega alla casa tedesca per un altro anno. Una decisione facile da prendere secondo il team manager Toto Wolff: ” Le sue performance e la sua traiettoria in ascesa non ci hanno dato troppo da pensare sul continuare anche nel 2018″, parole di gioia invece per il pilota, che si conferma determinato e soprattutto lungimirante: “Sono onorato e orgoglioso, comunque, c’è sempre spazio per un miglioramento e non ho ancora mostrato tutto il mio potenziale”.

Das neue S-Klasse Coupé und das neue S-Klasse Cabriolet: Traumwagen im Doppelpack

Mercedes Classe S: il restyling investe anche la coupé e la berlina

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Dopo la sfavillante ed importante presentazione dell’ammiraglia Classe S in versione berlina, la famiglia si allarga con l’arrivo del nuovo modello in versione coupé e cabriolet. Differenti per dettagli estetici e stilistici, le nuove arrivate tutte le migliorie della berlina, dai più moderni sistemi di assistenza alla guida alle più innovative tecnologie presenti a bordo. L’estetica delle Classe S Coupé e Cabriolet risulta leggermente più sportiva grazie alla grembialatura anteriore con splitter cromato e alle grandi prese d’aria, il massimo della dinamicità si rispecchia invece nella versione AMG Line che sul frontale propongono grandi prese d’aria tridimensionali con due alette cromate. Il livello di personalizzazione viene alzato dai due nuovi cerchi della AMG Line, cerchi AMG da 20” a dieci razze abbinati ai passaruota ampliati AMG e disponibili in grigio titanio o nero lucidato a specchio e torniti con finitura a specchio. La vera novità sta nel gruppo ottico posteriore dotato di luci OLED (Organic Light Emitting Diode) che utilizza sottili strati di materiale organico elettroluminescente deposti su una lastra di vetro per rendere il fascio luminoso omogeneo; a ciò si unisce la tecnologia multi-livello per avere diversi gradi di intensità per la luce di stop e quella lampeggiante a seconda della situazione di marcia. Per l’abitacolo arrivano tre nuovi tipi di legno e tre nuovi rivestimenti in pelle, ma sono i due nuovi display da 12.3” ad alta definizione a spiccare, fondendosi esteticamente con il vetro di copertura comune per formare un cruscotto “widescreen”.  Sia per la coupé che per la berlina sono disponibili i pulsanti touch control a sfioramento integrati nel volante, comandi che permettono di gestire le funzioni di tutta la strumentazione, dell’Infotainment, del Distronic e del Tempomat senza mai staccare le mani. Per la prima volta i comandi vocali si estendono alle funzioni della vettura, attraverso di essi potranno essere modificate climatizzazione e riscaldamento dei sedili, intensità delle luci dell’abitacolo, profumazione, massaggio dei sedili, il display head-up e ancora altre per un totale di 450 comandi vocali. Infine la gamma motori dei due modelli accoglie il V8 biturbo da 469 cavalli e 700 Nm di coppia, un motore dalle ottime prestazioni e dai consumi notevolmente bassi in rapporto alla potenza: 8,0 l/100 km e 183 g/km di CO2 per la S 560 Coupé, 8,7 l/100 km e 199 g/km per la S 560 Cabriolet.

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F1 GP Monza: Hamilton va al sorpasso

 

 

 

 

 

 

 

 

Il preludio alla gara è stato più che deludente, delle qualifiche disastrose avevano inchiodato le rosse in terza fila per la gioia di Hamilton conquistatore dell’ennesima pole position stagionale ma, in fin dei conti, poteva andare molto peggio. Il terzo posto di Vettel pone in qualche modo rimedio al “pasticcio” iniziale, non basta però ad impedire ad Hamilton di metter le mani sulla testa del mondiale; un vantaggio ridicolo, è vero, perché 238 punti contro i 235 di Seb non sono nulla, ma dal punto di vista psicologico può significare veramente tanto. Partito dalla testa, Lewis non ha dovuto combattere più di tanto per mantenerla considerando la diretta “concorrenza” di Stroll e Ocon, scattati rispettivamente secondo e terzo grazie alla penalizzazione imposta alle due Red Bull di Verstappen (20 sec.) e Ricciardo (25 sec.) per la sostituzione di diverse componenti della power unit. Sono bastate poche curve a Bottas, quarto in griglia, per superare i due avversari che lo separavano dal compagno di squadra e mettersi in scia, mentre più impegnativa, ma non in termini eccessivi, è stata la rimonta di Vettel. Il tedesco ha dapprima sorpassato il compagno Raikkonen e dopo un paio di giri messo in riga anche Stroll, ingaggiando un duello non proprio accomodante con la veloce Force India di Ocon terminato all’ottavo giro con il definitivo sorpasso. Giunto in terza posizione, l’ostacolo successivo prendeva ovviamente il nome di Vallteri Bottas,  peccato che fosse lontano già tre secondi, un’eternità impensabile da colmare. Poco dopo, al sedicesimo giro, è stato Raikkonen ad aprire la danza dei pit stop perché incapace di sorpassare gli avversari che lo precedevano, mentre dietro di lui si faceva più nitido il rombo del motore di un Ricciardo autore, lui sì, di una strepitosa rimonta che gli ha permesso di risalire dalla sedicesima alla quarta posizione surclassando anche il finlandese. Non contento, l’australiano ha provato a fare un ultimo scherzetto anche all’altro Ferrarista: rallentato dall’usura delle gomme , Vettel è arrivato al traguardo sentendo sul proprio collo il fiato di Ricciardo, che recuperando un secondo a giro e facendo segnare più di un giro veloce nell’ultima frazione è quasi riuscito a compiere il miracolo di salire sul podio. Fortunatamente per Seb e per la Ferrari tutta, Ricciardo è un terrestre quasi comune e di poteri divini non ne ha, quindi niente miracolo e festeggiamenti moderati nel box rosso per il terzo posto. E’ stata certamente la vettura a mancare, dopo appena dieci giri le Mercedes hanno ridotto la potenza del motore del 10% sapendo di aver accumulato già un vantaggio sufficiente per portare a casa la doppietta, e lo stesso hanno fatto le monoposto di Maranello con la consapevolezza di non poter più raggiungere gli avversari. Ad ammettere la netta inferiorità è stato un infuriato Sergio Marchionne, che ha caldo ha dichiarato dopo la gara: “Non si poteva fare assolutamente nulla. Oggi è stato quasi imbarazzante vedere la differenza tra Mercedes e Ferrari. Qualcosa abbiamo sbagliato, questa non è la Ferrari. Bisogna raddoppiare l’impegno. Vogliamo togliere il sorriso dalla faccia di quelli là”. Non proprio dello stesso parere Vettel che al contrario, dopo un siparietto sul podio in cui si è trasformato in cameraman per riprendere lo straordinario bagno di folla rosso, ha voluto mostrare un ottimismo quasi sfacciato: “È stato divertente, non sono partito bene, ho pattinato un po’ e c’è voluto prima di fidarmi della macchina e recuperare posizioni. Poi abbiamo fatto un po’ di sorpassi, ma sono rimasto isolato, non avevamo il passo di quelli lì davanti. Vedere tutta questa gente mi dà speranza, so che abbiamo una macchina forte e avremo un grandissimo finale di stagione”. Non è facile, ma vogliamo unirci alla sua estrema positività in vista del Gran Premio di Singapore del 17 settembre, due settimane di tempo per lavorare sodo e ridurre un gap che è stato molto più ampio del previsto dal lato tecnico, possibilissimo da colmare invece in termini di punteggio. Al Marina Bay Street Circuit ci sarà un avversario in più da temere, Daniel Ricciardo con la sua Red Bull ha avuto una crescita esponenziale nel corso della stagione fino a qui vissuta e lo sgambetto non riuscito a Monza verrà ritentato in terra asiatica, un ulteriore problema da risolvere. L’attenzione in casa Ferrari deve crescere e mai diminuire, bisogna lavorare e soprattutto crederci, altrimenti è inutile proseguire. Allora crediamoci tutti, riponiamo fiducia nelle parole urlate in italiano sul palco proprio da Seb, facciamo sì che diventino un motto: “Lo so che arriviamo. Arriviamo! Grazie! Forza Ferrari!”

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Pagani Huayra Tempesta: si apre l’asta

 

 

 

 

 

 

 

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Va all’asta l’unico esemplare venduto negli Stati Uniti della Pagani Huayra Tempesta, dopo appena 1.000 km percorsi il proprietario ha scelto di venderla ed il prossimo 19 agosto ricchi facoltosi si sfideranno a colpi di rialzo alla vendita organizzata in California da RM Sotheby’s. Sotto al cofano di questa speciale Huayra, l’unica realizzata in color grigio opaco, c’è il potentissimo motore Mercedes-AMG V12 biturbo 6.0 da 730 cavalli e 1.000 Nm di coppia, in grado di spingere la portentosa hypercar ad una velocità massima di 370 km/h con un’accelerazione 0-100 di soli 3,3 secondi. Il kit Tempesta, invece, è stato pensato per rendere ancor più esclusiva la vettura: comprende elementi come spoiler e splitter speciali per favorire l’aerodinamica e le prestazioni, cerchi da 20 e 21”, impianto di scarico in titanio e ammortizzatori Ohlins regolabili in quattro posizioni; ma soprattutto, il pacchetto da solo costa 183.000 dollari. Compreso nell’offerta c’è anche uno special set di valigie in pelle beige dal valore di 20.000 dollari, ma non sono state di certo loro a far lievitare il prezzo della Pagani Huayra Tempesta, la cui base d’asta partirà da 2,2 milioni di dollari (1,8 milioni di euro).

GP UNGHERIA F1/2017

F1, GP di Ungheria: in vacanza con la Rossa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

L’imperativo era cancellare la brutta e sfortunata prestazione di Silverstone per rimettere i tedeschi a qualche punticino di distanza, l’unico mezzo per raggiungere l’obiettivo era la perfezione e perfezione è stata. Le Rosse di Maranello dominano in maniera assoluta il week end trascorso sull’Hungaroring scacciando i fantasmi del tracollo, nemmeno una sbavatura tra la conquista della prima fila e la doppietta finale, la seconda stagionale, tutto è andato  per il verso giusto, o quasi. E’ stata una vittoria schiacciante, sì, ma non senza difficoltà, perché più che con gli avversari stavolta Vettel ha dovuto combattere con la sua SF70H: lo sterzo della rossa n°5 ha iniziato a fare i capricci indurendosi progressivamente già dal venticinquesimo giro, il tedesco ha dovuto metterci parecchio del suo per domare quel “cavallino imbizzarito” che pendeva verso sinistra ma ci è riuscito in maniera egregia. In testa dall’inizio alla fine, Seb ha potuto inoltre contare sul fido scudiero Raikkonen, concentrato nel mantenere il passo gara del compagno e allo stesso tempo a respingere il disperato tentativo di rimonta delle due Mercedes. Se non fosse stato per l’inconveniente dello sterzo probabilmente ci sarebbe stato un abisso tra la seconda e la terza posizione, quando invece il team tedesco ha capito che davanti c’era qualcosa che non andava ha provato a sferrare le sue armi migliori: Bottas, terzo, ha ricevuto l’ordine di far passare Hamilton per andare all’attacco e recuperare punti. L’inglese si è appena riuscito ad avvicinare ad Iceman, lo sforzo è risultato talmente tanto  vano che nel finale, dai box, hanno scelto giustamente di restituire il terzo posto al legittimo proprietario Bottas. Intanto in casa RedBull, prima delle scuderie “spettatrici”, ci si leccava le ferite causate ancora dal giovane Verstappen, penalizzato di dieci secondi per aver speronato e buttato fuori il povero compagno Ricciardo dopo appena un paio di curve; questo l’unico evento degno di nota all’infuori del dominio rosso in Ungheria. Il Mondiale tornerà a correre a fine agosto: Vettel e i suoi 18 punti di vantaggio potranno così andare in “vacanza”, sarà  invece tempo di “compiti” per Hamilton e la Mercedes, ci sono alcuni problemi da risolvere per non essere rimandati.

porsche

Dieselgate: Porsche richiama 30.000 veicoli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Anche Porsche finisce nella bufera Dieselgate, 30.000 vetture della casa di Stoccarda sono state fatte richiamare dal ministro dei trasporti tedesco Alexander Dobrindt dopo la scoperta dell’installazione, su questi veicoli, del software che “trucca” il livello delle emissioni. I modelli coinvolti sono Macan e Cayenne, in particolare per quest’ultimo è il motore da tre litri TDi, ancora in produzione, ad essere stato richiamato dopo le indagini svolte. Un’altra batosta per l’intero mercato automobilistico tedesco, già duramente colpito dallo scandalo generato dall’analisi su vetture Volkswagen, gruppo di cui fa parte la stessa Porsche, ma la possibilità è che dietro ci sia qualcosa di più. Anche Audi e Mercedes avevano richiamato alcuni dei propri modelli o fatto delle verifiche approfondite, ma l’accusa sollevata Spiegel qualche giorno fa è ancor più pesante: da un’inchiesta svolta dal settimanale tedesco sarebbe emersa l’esistenza di un cartello nato negli anni ’90 tra Audi, BMW, Daimler Mercedes, Porsche e Volkswagen. Le case avrebbero “stretto alleanza” per sviluppare dei lavori insieme ed in segretezza allo scopo di risolvere questioni come le emissioni inquinanti, i costi, ed alcuni tipi di tecnologie. Forse sono solo illazioni, ma a far aumentare i sospetti sono stati i richiami di Audi e le verifiche di Mercedes annunciate proprio nei giorni precedenti alla diffusione dell’inchiesta svolta da Spiegel e basata su alcuni accertamenti fatti dall’antitrust tedesco.

formula

Formula E, scommettiamo sul futuro.

 

 

 

 

 

 

 

 

di Filippo Gherardi

 

Vi avrei potuto parlare di un mondiale di Formula 1 riaperto dopo il doppio sigillo Mercedes tra Spielberg e Silverstone. Di un Gp di Brno, il prossimo 6 agosto, che si avvicina per i centauri della Moto Gp e che rischia di rappresentare uno spartiacque cruciale per le sorti di una delle stagioni più incerte ed equilibrate degli ultimi anni. Magari si poteva accennare, in queste stesse righe, ad uno Scandola che domina (anche) la seconda tappa su terra a San Marino del CIR 2017, con Andreucci e la Peugeot a gestire e limitare i danni in vista delle ultime due gare a Roma e Verona che il prossimo autunno potrebbero consegnargli il decimo titolo nazionale. Si poteva di parlare di tutto questo, ed invece scelgo di aprire l’ennesima finestra su una categoria che, da qui a breve, rischia di diventare il nuovo orizzonte sportivo e comunicativo del mondo dei motori: la Formula E. Ne abbiamo parlato a più riprese nel corso del nostro consueto format televisivo del giovedì, Professione Motori-Motorsport, la categoria che pone una contro l’altra monoposto cento per cento elettriche rappresenta un vero e proprio passo in avanti, esaltando al massimo nuovi orizzonti della tecnologia ma senza trascurare spettacolo ed agonismo. D’altronde, una prerogativa della Formula E è quella di correre al centro di alcune delle città più belle del mondo,da Parigi a Berlino, da Marrakesh a Buenos Aires fino all’ultimo week end in ordine di tempo trascorso a New York, giusto per citarne alcune e in attesa di vedere aggiunta, a partire dalla stagione 2018, anche la tappa di Roma. Il tutto, con tribune gremite di pubblico e vetture che viaggiano in assoluto silenzio e zero impatto ambientale. Renault per ora la fa da autentica padrona, lo sapete, anche se l’assenza di Sebastien Buemi proprio all’ultima tappa newyorkese ha riaperto la rincorsa al titolo mondiale a vantaggio di Lucas di Grassi e la sua Audi tornati ad appena dieci punti di ritardo in classifica. Si deciderà tutto nell’ultima doppia gara di Montreal nel week end del 29 e 30 luglio, con il marchio francese e il pilota elvetico a caccia rispettivamente del terzo (su tre anni) titolo costruttori e del secondo tra i piloti. Non è solo il marchio della Losanga, comunque, ad investire sempre più pesantemente sulla Formula E. Detto di Audi, l’ultima gara di New York ha finalmente consacrato il lavoro del team DS Virgin Racing che con Sam Bird ha portato a casa una prima storica doppietta. Qualche mese prima, a Berlino, vittoria e titoli da copertina erano toccati a Mahindra con lo svedese Felix Rosenqvist. Senza tralasciare i primi approcci da parte di Jaguar e degli americani del team Penske che tra IndyCar e Nascar hanno creato, negli anni, un impero di successi e marketing. In attesa, naturalmente, che se ne aggiungano altri, la Formula E punta dritta la sua bussola verso un futuro stimolante e tutto da scoprire. E noi, scommetteteci, saremo qui a raccontarvelo.

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Auguri AMG: il regalo è una A 45 4Matic nell’esclusiva Edition50

 

 

 

 

 

di Federico Gianandrea de Angleis

 

Sono 50 gli anni che in questo 2017 compie AMG, mezzo secolo condito di successi e soprattutto vetture sportive e performanti, ovviamente sempre sotto l’occhio attento e collaborativo degli amici di Mercedes. Ai festeggiamenti l’Italia partecipa portando un regalo esclusivo, la A 45 4Matic Edition 50, una serie limitata della macchina ad alte prestazioni della Stella più amata nel Belpaese. La produzione è di soli 100 esemplari, distinguibili per un allestimento esclusivo che prevede una tinta Grigio Magno Designo, calotte degli specchi retrovisori in carbonio, pinze freno AMG e cerchi in lega neri AMG a razze incrociate, o ancora rivestimenti in pelle Red Cut con cuciture a contrasto e cinture di sicurezza rosse per quanto riguarda gli interni. E se AMG è diventato ormai sinonimo di prestazioni, questa edizione limitata dedicata ai 50 anni della Casa di Affalterbach non poteva non esaltarle ulteriormente: impianto di scarico Performance, pacchetto Dynamic Plus AMG e AMG Driver’s Package. Quest’ultimo aumenta il limite della velocità massima limitata elettronicamente portandolo a 270 km/h, mentre il Dynamic Plus AMG include bloccaggio automatico del differenziale anteriore AMG, assetto sportivo Ride Control AMG, programma di marcia Race e volante Performance AMG. La sportività è quindi garantita, ma la quattro cilindri di serie più potente al mondo non tralascia né confort né tecnologia, fornendo tramite l’Edition 50 degli equipaggiamenti esclusivi come il Comand Online con Apple Car Play e Android Auto, il tetto Panorama, il climatizzatore bi-zona Comfortmatic, le luci Ambient a 12 colori, la telecamera posteriore, il Park Pilot con sistema Parktronic, i fari con abbaglianti attivi ed infine il visibility pack. Una dotazione più che completa per ognuno dei 100 esemplari, che verranno inoltre venduti con un vantaggio cliente di ben 10.000 euro, un’offerta, ed un “regalo”, impossibile da rifiutare

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F1, Gp di Austria: Bottas vince, Vettel Allunga

 

 

 

 

 

 

 

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

 

Nonostante le radici tedesche, sembra ormai diventato quello d’Austria il circuito di casa della Mercedes, arrivata a conquistare il quarto successo consecutivo sul RedBull Ring, uno per ogni anno da quando la pista è tornata a far parte del calendario. Stavolta è stato il turno di Bottas, alla seconda vittoria stagionale nonché della sua carriera, che con una partenza fulminante al limite del “falso” è riuscito a mantenere la pole conquistata il giorno prima. Un indemoniato Vettel non ha mai smesso di tallonarlo rosicchiando decimi ad ogni giro, se la corsa fosse stata poco più lunga forse parleremmo sempre di uno stretto rapporto tra Germania e circuito austriaco, ma con una variante italiana che ricorderebbe un’Alleanza di altri tempi. Lo stesso Vettel sa che avrebbe potuto farcela, lo ha detto in maniera esplicita a fine gara: «Sono arrivato a mezzo secondo dal vincitore, sono contento soprattutto della seconda parte della gara, perché nella prima non andavo al meglio. Con le supersoft la macchina si è rigenerata e mi sono avvicinato. Un doppiaggio mi ha fatto perdere un po’ di tempo, avevo bisogno di un altro giro perché Bottas stava faticando». Purtroppo per lui non è andata così, l’esito è stato comunque positivo e soddisfacente perché il vero rivale Lewis Hamilton è rimasto ai piedi del podio, permettendo alla Rossa numero 5 di acquisire un vantaggio di ben 20 punti sull’inglese nella classifica mondiale, un altro piccolo ma importante passo sulla strada che porta al successo. La terza piazza è andata di nuovo a Ricciardo, quel podio non vuole più mollarlo: dopo il ritiro in Russia quattro terzi posti e la vittoria a Baku, ha trovato il feeling con la sua Red Bull e tutto sta andando a gonfie vele, a Spielberg più che mai a discapito di Hamilton, uscito con le ossa rotte dalla battaglia con l’australiano. Rimanendo in casa Red Bull, non si può certo avere la stessa positività parlando di Verstappen, sempre più sfortunato e ancora una volta costretto al ritiro, il quinto stagionale e soprattutto il terzo consecutivo; stavolta è stato “boicottato”dal solito cavallo pazzo Daniil Kvyat, partito bene ma senza controllo, tanto da finire addosso prima a Fernando Alonso e poi al povero Max, impedendo ad entrambi di terminare il primo giro e guadagnando per sé una bella penalizzazione che lo ha inchiodato in fondo alla classifica fino al termine. All’appello però manca ancora un nome, è quello di Kimi Raikkonen, troppo in ombra come al solito. E’ vero, ha avuto dei problemi con il motore e più volte dai box gli hanno dato indicazioni per modificare la configurazione, ma venti secondi di distacco da Vettel non possono essere addossati tutti alla macchina, anche il pilota ha le sue responsabilità; il quinto posto non è un risultato da buttare, ma se la scuderia si chiama Ferrari le ambizioni sono sicuramente più alte, e di mezzo c’è un contratto in scadenza… Ma torniamo alla lotta per il mondiale e cerchiamo di capire cosa è andato storto nel week-end di Hamilton, impresa tutt’altro che ardua: l’inglese ha dovuto pagare, e caro, la sostituzione del cambio con cinque posizioni di “retrocessione”, la sua gara è partita dalla ottava posizione. Questo, in termini competitivi, significa dover adottare una strategia volta alla rimonta ma le scelte del team non hanno dato i frutti sperati; Lewis è stato il primo a rientrare per il pit stop e questo, a lungo andare, a causato un eccessivo riscaldamento dei freni ed un deterioramento delle gomme difficile da controllare nella sfida finale per il podio vinta da Ricciardo. La classifica vede così Vettel a 171 e Lewis a 151 punti, il gap che c’era fino allo scorso anno è stato molto più che colmato, ma a Maranello sanno che i tedeschi non vanno presi con le molle ed è questo il motivo che porta il presidente Marchionne a parlare ancora come se fossero dietro: “Manca pochissimo, siamo lì e i cari amici tedeschi lo sanno benissimo, sentono il fiato sul collo, questa poca differenza la togliamo“. In Ferrari la filosofia è la stessa per tutti, anche Arrivabene preferisce tenere i piedi per terra: “Bisogna essere umili e guardare quello che è successo. Ora andiamo avanti, ci vediamo a Silverstone”. Si va in Inghilterra, a casa di Lewis Hamilton, per il giro di boa, fino ad ora tutto è andato per il verso giusto ma è impossibile dormire sonni tranquilli, può ancora succedere di tutto, lo sanno in casa Ferrari, lo sanno in casa Mercedes.