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Will Power vince la IndyCar 2014

di Filippo Gherardi

Si chiude la stagione 2014 della Indy Car, tra le curve del MAVTV 500 di Fontana, in California, e soprattutto con la vittoria finale di Will Power. A dire il vero la diciottesima ed ultima gara della stagione se l’è aggiudicata il brasiliano Tony Kanaan, undicesimo vincitore diverso di quest’anno. All’australiano del team Penske, trionfatore nella classifica a squadre, è bastato un semplice nono posto per salire a quota 671 punti in classifica e diventare irraggiungibile per i suoi principali inseguitori: Helio Castroneves, compagno di team di Power secondo in classifica a quota 609, e Scott Dixon, trionfatore lo scorso anno terzo a quota 604. È stata, come al solito, una stagione spettacolare, vissuta tutta ad alta velocità e con una squadra, il team Penske, a farla da dominatore. Dominatore è stato anche Will Power, che conquista il titolo facendo registrare il record di punti degli ultimi anni (94 in più rispetto a quelli con cui Dixon ha trionfato lo scorso anno, pur avendo a disposizione una gara in meno) e mandando a referto tre vittorie e quattro pole position. Per il pilota originario di Toowoomba arriva l’alloro del campione alla settima stagione in Indy Car, e dopo aver collezionato ben tre secondi posti consecutivi (dal 2010 al 2012 ndr) ed un quarto nel 2013. Alle sue spalle, come detto, il compagno di team Helio Castroneves, che bissa così facendo la seconda posizione finale ottenuta lo scorso anno, alle spalle di Scott Dixon, e che si conferma “eterno incompiuto” del circus visto che con quello conquistato quest’anno il pilota di San Paolo ha messo insieme, su quattordici stagioni in Indy Car, la bellezza di quattro secondi posti che si vanno a sommare ad altri due terzi e quattro quarti. Sul podio finale anche Scott Dixon, costretto ad abdicare lo scettro di campione e condizionato da un inizio campionato non proprio esaltante. Per il resto, Juan Pablo Montoya chiude quarto, completando l’ottima annata dei Penske, davanti a Simon Pagenaud e Ryan Hunter Reay. Per il francese due successi in bacheca ad Indianapolis e Houston, per l’americano tre primi posti in Alabama, Iowa e, soprattutto, alla 500 Miglia di Indianapolis. Il premio Rookie dell’anno è andato al colombiano Carlos Munoz, classe ’92 dell’Andretti Autosport, mentre nel computo delle vittorie complessive si contano anche due successi ciascuno per due outsider come Ed Carpenter e Mike Conway, ed uno per il rookie, anch’esso colombiano, Carlos Huertas. Tra le delusioni, al contrario, impossibile non menzionare i due piloti del team Andretti: Marc Andretti (nono della classifica finale) e James Hinchcliffe (dodicesimo), così come Justin Wilson (quindicesimo) e Charlie Kimball (quattordicesimo). Quattro gare e 46 punti complessivi, in tutto, anche per il nostro Luca Filippi, mentre la breve apparizione di Jacques Villeneuve si quantifica in appena due gare disputate e 29 punti in cascina.

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Indy Car: Pagenaud vince a Baltimore, scintille Dixon-Power

 

della Redazione

 

Si è conclusa con la vittoria di Simon Pagenaud, pilota francese del team Schmidt Peterson Motorsports, il Gran Premio di Baltimore, sedicesima tappa del campionato 2013 di Indy Car. A rimanere in eredità però, ancor prima che il secondo acuto stagionale del pilota originario di Poitiers, è stata la polemica tra Will Power e Scott Dixon, con il neozelandese che dopo aver conquistato la pole position nella giornata di sabato è costretto al ritiro, in gara, nel corso del 53esimo giro a causa di un contatto proprio con lo stesso Power, quando i due si trovavano rispettivamente al terzo e quinto posto provvisorio. Un altro fine settimana da dimenticare, quindi, per Dixon dopo quello vissuto esattamente sette giorni fa a Sonoma, ed un altro fine settimana, al contrario, che avvicina sempre più Helio Castroneves, nono al traguardo, alla conquista del titolo. A tre gare dal termine infatti il vantaggio in classifica del brasiliano proprio nei confronti di Dixon è di 49 punti. Prossimo appuntamento con la Indy Car il 5 e 6 di Ottobre con la doppia tappa del Shell and Pennzoil Grand Prix di Houston.

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Indy Car: Dixon padrone di Toronto

 

di Filippo Gherardi

 

Dopo l’exploit di sette giorni fa a Pocono, Scott Dixon, pilota neozelandese del team Ganassi Racing, conquista un prestigioso quanto clamoroso doppio successo anche nella due giorni di gara all’Honda Indy Toronto. Quella sul circuito canadese, svoltasi nell’ultimo week end, è stata la seconda “doppia tappa” della Indy Car 2013 dopo quella di Detroit ad inizio giugno. Un fine settimana perfetto che permette, non ultimo, a Dixon di salire fino alla seconda posizione del campionato con 396 punti, a ventinove lunghezze da Helio Castroneves, ancora leader con 425 punti all’attivo. Procedendo con ordine, si comincia da Gara 1 andata in scena nella giornata di sabato. Dopo la pole position ad appannaggio di Dario Franchitti, la gara è stata una serrata lotta al vertice tra lo stesso Dixon, il francese Sebastien Bourdais e Will Power. Il momento decisivo arriva al settantottesimo giro, quando Dixon supera Bourdais e vola verso il successo. Terzo posto per Franchitti, mentre finisce fuori all’ultimo giro Will Power. Stessa sorte del pilota australiano tocca anche a Ryan Hunter-Reay ma esattamente un giro prima. Per il resto, quarto posto per Marco Andretti, quinto Tony Kaanan, sesto Helio Castroneves ed ottavo per James Hinchcliffe. Venendo alla giornata di domenica e Gara 2, bis di Dixon che dopo aver conquistato la pole position mantiene la testa della corsa praticamente dall’inizio alla fine. Alle sue spalle arriva Helio Castroneves, mentre in terza posizione si segnala il secondo podio consecutivo di Sebastien Bourdais del team Dragon Racing. Finale concitato, anche in Gara 2, per Will Power che finisce fuori pista all’ultimo giro coinvolgendo nello stesso incidente Ryan Hunter-Reay e Takuma Sato. Quarto posto per Dario Franchitti, quinto Ej Viso. Soltanto nono Marco Andretti, mentre la corsa di James Hinchcliffe si è arenata ancor prima di cominciare a causa di problemi all’acceleratore. In classifica generale, come detto, Castroneves rimane in testa con ventinove punti di vantaggio su Scott Dixon, l’autentico uomo del momento. Crollano e perdono terreno i piloti del Team Andretti, con Hunter-Reay che scivola a 69 lunghezze dalla vetta, una in più del compagno di squadra Marco Andretti. Pagenaud è quinto a quota 309, davanti a Kanaan e Franchitti appaiati a 307 e Hinchcliffe a 305. Prossimo appuntamento con la Indy Car il 4 agosto con il Mid-Ohio Sports Car Course di Lexington.

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IndyCar: la rivolta di Pocono

 

di Filippo Gherardi

 

Il neozelandese Scott Dixon, del Team Ganassi Racing, ha vinto il Pocono IndyCar 400, diventando l’ottavo vincitore diverso su undici gare disputate nella IndyCar 2013. Sul tracciato di Long Pond, in Pennsylvania, Dixon si è imposto al termine di centosessanta giri emozionanti e precedendo, nell’ordine, lo statunitense Charlie Kimball e il britannico Dario Franchitti, per un podio che consegna una strepitosa tripletta al team Ganassi. Un exploit incredibile ed inaspettato per la squadra del duo Ganassi-Sabates, sin qui a secco di vittorie nelle prime dieci uscite della stagione. Quarto posto per un redivivo Will Power del Team Penske, quinto un sorprendente Josef Newgarden del team Sarah Fisher Hartman Racing. In una gara che ha fatto, letteralmente, strage di big, chi si salva a giochi fatti è l’attuale leader del campionato Helio Castroneves. Il brasiliano del Team Penske chiude solo in ottava posizione, alle spalle anche di Simon Pagenaud e Justin Wilson e senza essere mai stato davvero competitivo, tuttavia i suoi diretti avversari fanno peggio di lui e pertanto il fine settimana di Castroneves va comunque in archivio con un bilancio positivo. Passando proprio agli altri attesi attori protagonisti di questa IndyCar 2013, partiamo dall’altro brasiliano Tony Kanaan del Team KV Racing Technology che dopo una gara vissuta in gran parte nelle prime posizioni, in cui figurano anche quindici passaggi in testa alla corsa, chiude sotto la bandiera a scacchi con una deludente tredicesima posizione finale. Peggio ancora, malgrado le premesse, il Team Andretti Autosport. I piloti della scuderia di Michael Andretti erano andati alla grande nel corso delle qualifiche, con Marco Andretti capace di strappare la pole position davanti, appunto, ai suoi due compagni di squadra Ryan Hunter-Reay e James Hinchcliffe. Poi, però, la gara ha riservato ben altri scenari. Il primo a lasciare punti, pesanti, sull’asfalto di Pocono è stato James Hinchcliffe, fuori senza nemmeno aver percorso un giro dell’ovale. Finisce, invece, dopo centoventuno tornate la corsa del campione in carica Ryan Hunter-Reay, fuori per un incidente. Ancora più amaro in bocca per Marco Andretti, che dopo la pole mette a referto addirittura ben ottantotto giri davanti a tutti, per poi finire in una più che anonima decima posizione finale. A questo aggiungete anche il ritiro, al centoquattresimo giro, per il “quarto moschettiere” E.J. Viso. A sorridere, a posteriori, è quindi e soprattutto Helio Castroneves, a cui il pazzo fine settimana di Pocono non costa (come invece molti immaginavano alla vigilia) la leadership del campionato, ancora ad appannaggio del pilota di San Paolo con 356 punti, ventitre in più rispetto a Ryan Hunter-Reay (333) e cinquantacinque rispetto a Marco Andretti (301). Si torna tutti in pista tra una settimana con il doppio appuntamento (13-14 luglio) con l’ Honda Indy Toronto.

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Indy Car: Iowa connection

 

di Filippo Gherardi

 

Fine settimana da incorniciare per James Hinchcliffe ed il team Andretti Autosport. Il pilota originario di Oakville, Ontario, ha ottenuto il terzo successo stagionale sull’asfalto di Newton nell’Iowa Corn 250, decimo appuntamento in agenda per quel che riguarda la Indy Car 2013. Hinchcliffe ha condotto in testa gran parte della gara, transitando sotto la bandiera a scacchi dopo duecentocinquanta giri e con un secondo e mezzo di vantaggio sul compagno di team Ryan Hunter-Reay. Una doppietta che conferma la spiccata affinità della squadra di Michael Andretti con il circuito di Newton, con piloti e vetture Andretti vittoriosi negli ultimi quattro anni e in cinque dei sette complessivi in cui la Indy ha fatto tappa in Iowa, ma che soprattutto rilancia prepotentemente le quotazioni della team dell’ex pilota della McLaren anche in ottica campionato. Alle spalle del duo Hinchcliffe-Hunter Reay, sul terzo gradino del podio, arriva Tony Kanaan, il brasiliano del team KV Racing che conclude con 1”6 di ritardo dal vincitore e che ha preceduto, nell’ordine, i due statunitensi Ed Carpenter e Graham Rahal. Week end da dimenticare, al contrario, per il team Penske. Helio Castroneves, leader del campionato ed autore della pole position, chiude la gara all’ottavo posto, accusando oltre dieci secondi e mezzo da Hinchcliffe. Ancora peggio del pilota brasiliano ha fatto Will Power, che continua la sua stagione disastrosa, e sfortunata, anche in Iowa concludendo al diciassettesimo posto a causa di un problema di set-up. Per il resto, da segnalare il sesto posto di Simon Pagenaud del team Schmidt, il nono e il decimo di Marco Andretti ed Ernesto Viso con le altre due vetture del Team Andretti, ed il sedicesimo di Scott Dixon del team Ganassi che, così come il connazionale Power, arriva con un distacco di tre giri dalla testa della corsa. Ancora peggio fa Dario Franchitti, sempre del team Ganassi, relegato in ventesima posizione, mentre Takuma Sato esce di scena al 163esimo giro. Nella classifica del campionato rimane ancora in testa Helio Castroneves con 332 punti, ma a questo punto il vantaggio del pilota di San Paolo si è ridotto a nove lunghezze nei confronti del campione in carica Ryan Hunter-Reay, salito a quota 323. Terzo posto per Marco Andretti a 277, poi Hinchcliffe a 266 e Kanaan a 253. Prossimo appuntamento con la formula Indy il 7 luglio sull’asfalto di Long Pond, in Pennsylvania, per il Pocono IndyCar 400.

Firestone 550

Indy Car, Castroneves vince la Texas Firestone 550

 

della Redazione

 

Helio Castroneves, dopo sette tentativi, conquista il primo successo stagionale in IndyCar. Il pilota di San Paolo vince la Texas Firestone 550, davanti al campione in carica Ryan Hunter-Reay e all’altro brasiliano Tony Kanaan. Quarto posto per Ed Carpenter, quinto Marco Andretti e sesto Dario Franchitti. Soltanto settimo Will Power, il poleman che in questa stagione non riesce proprio a trovare regolarità nelle proprie prestazioni. Regolare e come, invece, Helio Castroneves che con questa vittoria allunga nella classifica del campionato salendo a quota 259 punti, ventidue in più rispetto a Marco Andretti e ventisette rispetto ad Hunter-Reay. Si torna in pista il prossimo fine settimana a Milwaukee con il Milwaukee-Indy Fest.

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IndyCar: vittoria all’ultima curva per Hinchcliffe

 

di Filippo Gherardi

 

Gara avvincente e decisa solo all’ultima curva quella andata in scena domenica, sul circuito brasiliano di San Paolo, e che manda in archivio la quarta uscita stagionale della IndyCar 2013. A vincere, alla fine, è stato il canadese James Hinchcliffe del Team Andretti Autosport che bissa così il successo, il primo della sua carriera, ottenuto nella gara d’esordio al Grand Prix di St. Petersburg. Un’affermazione, come detto, arrivata sul filo di lana e solo dopo un sorpasso, letteralmente all’ultima curva, sul giapponese del team Foyt Takuma Sato. Terzo gradino del podio per l’americano Marco Andretti, che regola in volata lo spagnolo Oriol Servia e l’altro americano Joseph Newgarden, entrambi al miglior risultato in IndyCar. Alle loro spalle, in sesta  e settima posizione, il venezuelano Ernesto Viso e il britannico Dario Franchitti. Soltanto undicesimo il campione in carica e pole-man del sabato Ryan Hunter-Reay, tredicesimo il brasiliano beniamino di casa e leader della classifica piloti alla vigilia della gara di San Paolo Helio Castroneves. Fuori per problemi meccanici l’australiano Will Power, con la sua Penske in fiamme al diciottesimo giro. In classifica Sato si porta al comando con 136 punti, seguito da Andretti a quota 123 e da Castroneves a 116. Quarto posto per Hinchcliffe a 112, sesto per Hunter-Reay a 94. Prossimo appuntamento in programma il 26 Maggio con la 97esima edizione della 500 Miglia di Indianapolis.

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Indycar: Hunter Reay è “Mr. Alabama”

 

di Filippo Gherardi

 

Secondo appuntamento stagionale in archivio per quel che riguarda il campionato 2013 di Formula Indy. Dopo il successo del canadese James Hinchcliffe in occasione della gara di debutto, lo scorso 24 Marzo a St. Petersburg, tra i tornanti del circuito permanente del Barber Motorsport Park di Birmingham, in Alabama, è stato il campione in carica Ryan Hunter Reay a terminare la corsa davanti a tutti e a riuscire nell’accoppiata pole-vittoria finale. Il pilota statunitense prende il largo sin dalla partenza, agevolato anche dal guasto “pronti-via” che fa perdere posizioni alla vettura dell’australiano Will Power, secondo in griglia e vincitore delle ultime due edizioni del Grand Prix di Alabama. Con Power attardato e costretto ad affidarsi a pit stop e strategie azzardate nel disperato tentativo di recuperare posizioni in classifica, le insidie maggiori per Hunter Reay, la sua Dallara Andretti Autosport e il suo primato in solitario arrivano dal neozelandese Scott Dixon, team Ganassi Racing e al terzo podio consecutivo su questo tracciato, e dal brasiliano Helio Castroneves, Team Penske e vincitore nel 2010, che chiudono rispettivamente al secondo e terzo posto finale. Quarto al traguardo l’americano Charlie Kimball, quinto uno sfortunato e combattivo Will Power, sesto il francese Simon Pagenaud, autore di una bella rimonta dopo che aveva iniziato la gara con il tredicesimo posto in griglia di partenza. Chiude soltanto al decimo posto invece l’altro francese, debuttante assoluto, Tristan Vautier che nelle qualifiche ufficiali aveva fatto segnare un ottimo terzo tempo generale alle spalle di Hunter Reay e Power. Va ancora peggio a James Hinchcliffe, vincitore come detto nella prima gara a St. Petersburg, rilegato in decima fila sulla griglia di partenza e costretto al ritiro anticipato dalla gara dopo un incidente, un tamponamento a voler essere esatti, subito da parte dello statunitense Graham Rahal. Rivolgendo uno sguardo alla classifica, quanto mai parziale dopo appena due gare su sedici disputate, in testa troviamo il brasiliano Castroneves con 79 punti, seguito a quota 70 da Dixon e a 66 da Hunter-Reay. Quarto posto in classifica per Andretti (settimo al traguardo nel Grand Prix di Alabama ndr) con 61 punti complessivi in cascina, quinto il canadese Hinchcliffe che rimane fermo ai 56 punti conquistati a St. Petersburg. Prossimo appuntamento con la Formula Indy 2013 fissato per il 21 di Aprile, quando a Long Beach si svolgerà la trentanovesima edizione del Toyota Grand Prix.

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IndyCar, primo acuto in carriera per Hinchcliffe

 

della Redazione

 

Gara d’esordio spettacolare, come tradizione e premesse facevano presagire, per quel che riguarda la IndyCar 2013. Tra le curve dell’Honda Grand Prix di St.Petersburg, al termine dei 110 giri complessivi, sono stati James Hinchcliffe e la sua Chevrolet Andretti Dallara a salire sul gradino più alto del podio. Primo acuto in carriera per il pilota canadese di Oakville, premiato per la sua regolarità e per una gara condotta, sempre, nelle primissime posizioni. Alle sue spalle, battuto per una manciata di decimi, il brasiliano Helio Castroneves, vincitore lo scorso anno e alla guida della Chevrolet Penske. Il week end da incorniciare del team Andretti si completa, invece, con l’ottimo terzo posto conquistato da Marco Andretti, a sedici secondi dal compagno di squadra e vincitore della corsa Hinchcliffe. Quarto posto per l’altro brasiliano Tony Kanaan su KV Racing, quinto lo scozzese Scott Dixon del team Ganassi, prima vettura con motore Honda, in ordine d’arrivo, ad insediarsi nel dominio Chevrolet. Solo un sesto posto, e tanta amarezza, per la svizzera Simona de Silvestro, in zona podio fino a pochi giri dalla conclusione. Problemi, invece, tanto il campione in carica Ryan Hunter-Reay, ritirato per un guasto tecnico, che per il pole-man Will Power, arrivato solo sedicesimo e condizionato dall’incidente, in regime di safety-car, avuto con l’americano Hildebrand.