CL 16.023.013

DS 3: la prova

 

di Filippo Gherardi

 

Trecentonovanta mila unità vendute nel mondo, ed un concentrato di stile, personalizzazione e tecnologia. Questa l’eredità che la nuova DS3 raccoglie dalla generazione che l’ha preceduta, completando l’attuale gamma DS con tratti distintivi tipici di chi, come nel caso del marchio francese, ha l’ambizione di competere ai massimi livelli nel segmento premium. Si parte inevitabilmente dall’anteriore, da un frontale in linea con le forme e le caratteristiche DS, e vale a dire con le DS Wings in bella mostra e i fari DS Led Vision a completare il tutto. Non solo anteriore comunque, le novità di nuova DS3 riguardano anche il comparto tecnologico, e nella fattispecie le funzioni di connettività che si allineano con quanto già visto nella nuova DS4 adottando, quindi, il rivoluzionario sistema CarPlay con tecnologia MirrorLink. Al tempo stesso, non mancano nuove funzioni di assistenza alla guida, capitanate, si fa per dire, dal’Active City Brake, l’assistenza alla frenata con sistemi ad infrarossi. Inoltre, alto grado di personalizzazione sia per quel che riguarda gli esterni che gli interni, con trame e lavorazioni artigianali che distribuiscono ancor di più all’intera vettura il concetto di savoir faire alla francese. Capitolo motori, la nuova compatta di segmento B del marchio DS arriverà sul mercato italiano con motorizzazioni benzina 1.2 Pure Tech da 82 cavalli e turbo PureTech da 110 e 130 cavalli, oltre al 1.6 THP da 165 cavalli. Sul fronte dei diesel, ecco il BlueHdi da 100 e 120 cavalli, entrambi 1.6 e con Start&Stop di serie. A questo elenco si aggiunga la nuova tecnologia Drive Efficiency disponibile sulle motorizzazioni PureTech da 82 cavalli e PureTech da 110 cavalli che prevede una considerevole riduzione nel grado di emissioni di CO2. Cambi manuali a cinque o sei rapporti, a seconda della motorizzazione, con la significativa eccezione dell’utilizzo del cambio di ultima generazione EAT6 sul PureTech da 110 cavalli. Il tutto in attesa di conoscere termini e scadenze del debutto sul mercato della versione Performance, che già promette scintille con il suo motore 1.6 THP da 208 CV e differenziale Torsen anti slittamento. Nel frattempo, almeno in questo caso, accontentiamoci dei 39 esemplari della versione limitata BRM Chronographe che rappresenta un preludio quanto mai considerevole. Tornando alla nuova DS3, sarà disponibile sia nella versione berlina che, chiaramente, in quella cabrio che ne esalta non solo l’eleganza ma anche il piacere di stare al volante, e possiamo confermarvelo anche noi dopo aver provato proprio quest’ultima, tra le colline della Valpolicella, in occasione delle presentazione stampa e con la motorizzazione PureTech 110 con cambio EAT6. Chiusura dedicata come al solito ai prezzi: si parte da un listino di 19.900 euro nell’allestimento Chic con motore Pure Tech da 82 CV, e si arriva ai 28.050 della versione SportChic con motore diesel BlueHDi da 120 CV. L’allestimento intermedio è il So Chic, mentre la versione Performance costerà 30.400 euro e 35.400 nella declinazione Black Special.

Suzuki Baleno, piccola e leggera ma con carattere da grande

Suzuki Baleno: la prova

 

di Filippo Gherardi

 

La scorso 23 Marzo siamo intervenuti anche noi, a Peschiera del Garda, alla presentazione stampa della nuova Baleno, la compatta di segmento B appena lanciata sul mercato, dopo l’anteprima al Salone di Francoforte 2015, dal marchio Suzuki. Un progetto ambizioso, in una nicchia di mercato dove difficoltà e concorrenza di certo non mancano e nel quale il marchio nipponico prova il colpaccio con la prima SHVS (Smart Hybrid Vehicle) della sua storia introdotta tra i confini europei. Lunga 4 metri e con una massa complessiva di 940 Kg, la nuova Baleno si caratterizza per un pentagramma di primati. Detto del primo esempio europeo di veicolo smart a propulsione ibrida firmato Suzuki, si tratta anche della prima vettura ad adottare il nuovo sistema di strumentazione MyDrive con schermo da 4,2″, la prima a proporre in gamma (tra due mesi) un propulsore 3 cilindri Boosterjet e la prima ad essere stata ideata dal Centro Stile Suzuki di Torino. Ultima in ordine, ma decisamente non per importanza, è stata anche la prima vettura di casa Suzuki ad aver venduto, sul mercato asiatico, più di 100.000 unità nei primi 5 mesi dal suo esordio. Forme tipiche di una compatta, sobrie ma al tempo stesso eleganti, abitabilità interna quasi sorprendente ed una capacità di carica che si traduce nei 355 litri di un bagagliaio leader nel proprio segmento. Il motore di riferimento, in attesa come detto del Boosterjet da 112 CV, è il 1.2 benzina Dualjet da 90CV, disponibile anche nella declinazione micro-ibrida ed abbinato di serie al cambio manuale a 5 rapporti, con la soluzione del cambio automatico CVT riservata alla versione top di gamma. Tre gli allestimenti: B-Easy, B-Cool e B-Top, con quest’ultima che mette a disposizione del cliente, in termini di sicurezza, anche il Radar Brake Support, un sistema di assistenza alla guida che supporta la frenata automatica di emergenza e anche il cruise control adattivo. Nove differenti colorazioni per la carrozzeria esterna, mentre sempre in termini di cifre per quel che riguarda i prezzi si parte dai 14.100 euro della versione B-Easy e si arriva fino ai 16.600 euro di quella B-Top, passando dai 15.100 della B-Cool e considerando un aumento di 1000 euro per ciò che riguarda la versione ibrida e di 1500 per quella con cambio automatico. Attenzione comunque alle offerte in fase di lancio, con sconti iniziali che variano tra i tre e i quattro mila euro a seconda dell’allestimento. Una rivoluzione tecnica, stilistica e comunicativa la nuova Suzuki Baleno, attraverso un cambiamento profondo che riguarda tanto il Target di Comunicazione quanto la Gamma Prodotti e la Rete vendita del marchio giapponese. All’interno di un piano industriale che prevede da qui al 2021 il lancio di almeno un nuovo modello per anno e forte di numeri incoraggianti che hanno permesso, nel 2015 appena trascorso, di certificare una crescita di oltre il 17% in Italia del brand, grazie soprattutto all’ottimo impatto sul nostro mercato dell’ultimo restyling in ordine di tempo di Vitara.

E Mehari

Citroen EMehari: la prova

 

di Filippo Gherardi

 

C’era anche la nostra redazione, in rappresentanza della stampa italiana, tra le dune e le scogliere a picco sul mare di Ibiza per la presentazione, internazionale, della nuova Citroen EMehari. Gioiellino di design tutto al francese e 100% elettrica, con dimensioni tipiche di una citycar, assetto rialzato ed inaspettato piacere di guida su qualsiasi superfice. Lunga 3,81 m, larga 1,87 ed alta 1,65, la nuova EMehari si caratterizza anche per uno spiccato grado di personalizzazione con ben quattro colori differenti di carrozzeria, due tinte per la capote e due per gli interni, per un totale di sei combinazioni cromatiche differenti. Stiamo parlando di una cabriolet e come tale, condizioni climatiche permettendo, non trascura un forte grado di emotività. Al tempo stesso, il propulsore 100% elettrico abbinato alla trasmissione automatica consegna una silenziosità fuori dal comune e si sviluppa su batterie al polimero di litio con una portata di 35 KW e tempi di ricarica completa che variano dalle 8 alle 13 ore, a seconda della presa da 16 Ampere o 10 Ampere. Sempre in termini di cifre, la potenza di picco è di 68 cavalli, la velocità di punta stimata in 110 km/h e l’autonomia, il vero dato da copertina, è di 200 km. A sorprendere è anche la fluida ripresa ed una reattività inaspettata, che mischiate ad una maneggevolezza dagli spazi contenuti fanno della nuova EMehari una vettura adattissima anche ai contesti cittadini più rigidi. Gli interni rimangono puliti in termini di strumentazione, con plancia e tunnel centrale liberi da pulsanti ingombranti e puliti nelle forme. Le sedute interne, disponibili come detto in due differenti trame stilistiche, sono realizzate in materiale completamente impermeabile e lavabile con un semplice getto d’acqua, l’ideale per fronteggiare anche un utilizzo off road. Ritornando sul design esterno, il muso che si sviluppa in verticale viene arricchito da gruppi ottici anteriori sottili nelle forme e che richiamano uno studio estetico già brillantemente sperimentato su altri, recenti, modelli di casa Citroen come ad esempio la C4 Cactus. Da non sottovalutare anche l’abitabilità interna, con sedute anteriori comode ed un divano posteriore pratico anche per le lunghe distanze. La capacità del bagagliaio varia dai 200 l in configurazione base agli 800 l che si ottengono reclinando le sedute posteriori. Arriverà sul mercato tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, mentre sui prezzi italiani rimane ancora qualche riserbo, anche se prendendo a riferimento il listino francese (dove però la politica d’incentivi sulle vetture elettriche è, ancora, anni luci distante dalla nostra) si parte da 25mila euro. Chiudiamo con il target di riferimento, mai come in questo caso specifico e focalizzato su proprietari (o gestori) di hotel e strutture vacanziere, oltre che famiglie che hanno la possibilità di concedersi una seconda o, eventualmente, una terza macchina. Ma più in generale ci sentiamo di consigliare la EMehari a tutti coloro che amano lo spirito dinamico e frizzante di una vettura stimolante nelle forme, facile da guidare e non per questa limitata nelle sue fasi di utilizzo.

Peugeot_Rally_Friuli-18

Professione MotorSport

 

di Filippo Gherardi

 

Inizia ufficialmente con questo numero il quarto anno di vita del nostro magazine. Non solo quarto di fila con il sottoscritto nel ruolo di Direttore, ma anche il quarto, e non di certo l’ultimo, a caccia di conferme e consensi per una realtà, come la nostra, ancora giovane ed affamata di successi. In tal senso, questo quarto anno si apre innanzitutto con una novità all’insegna dell’adrenalina e dello spirito agonistico. Professione Motori – MotorSport, sarà questo il nome del terzo appuntamento settimanale televisivo, sempre a cura della nostra redazione e sempre su Odeon TV (ch 177 del Digitale Terrestre), con alte probabilità di raddoppiare la messa in onda anche sulle frequenze di Sport 1 (canale 61 del Digitale Terrestre). L’appuntamento che dovrete fissare in agenda è per giovedì alle 20.30 circa, proprio a cavallo tra i due classici ed ormai consolidati appuntamenti televisivi con Professione Motori del mercoledì e del venerdì sera. Insomma, Professione Motori dopo aver raddoppiato arriva addirittura a triplicare, allargando sempre più i propri contenuti dall’universo del prodotto automobilistico a quello del Motorsport, con filmati e commenti che vi faranno vivere ad alta velocità le più intense attività agonistiche di scena nel nostro paese. Saremo più sportivi quindi, ma non pensate che, per questo motivo, diventeremo meno attenti alle novità introdotte sul mercato italiano ed internazionale delle quattro ruote nei prossimi dodici mesi. Non ci lasceremo sfuggire i più importanti appuntamenti fieristici, e risponderemo presenti ogni volta che i marchi più importanti del settore vorranno affidare ai nostri microfoni e alle nostre telecamere la descrizione, così come il racconto, dei loro nuovi gioielli in vetrina. Le porte degli studi di Professione Motori rimangono (e rimarranno) aperte per tutti coloro che decideranno di bussarci almeno una volta, così come il nostro sito internet www.professionemotori.it si confermerà costantemente a disposizione di coloro che, in qualsiasi momento della giornata, vorranno consultarlo per scoprire le notizie più interessanti e curiose diffuse nell’etere. Saremo protagonisti come al solito e a modo nostro, perché un progetto brillante vale sempre la pena alimentarlo con nuove tentazioni e per questo 2016, come dimostra appunto l’impegno nel Motorsport, la nostra speranza è quella di andare ancora e sempre più veloci.

12333067_10208531863841016_723182892_o

Peugeot 208 GTi: la prova

 

di Filippo Gherardi

 

Approfittando di una splendida giornata di sole, e di un motore 1.6 turbo benzina da 200 CV, abbiamo deciso di trascorrere una mattinata intera tra le curve del circuito dell’ISAM (Istituto Sperimentale Auto e Motori) di Anagni al volante della Peugeot 208 GTi. La versione più sportiva e prestazionale della compatta francese si conferma tanto discreta nelle forme quanto, al contrario, grintosa e dinamica quando si permette al suo propulsore di esprimersi a pieni giri. Partendo dalle prime, se escludiamo il mini spoiler sopra il lunotto posteriore, lo scarico sdoppiato, i cerchi da 17″ disponibili anche color nero lucido e la mascherina cromata al pari di maniglie e specchietti retrovisori, per il resto tutto o quasi passerebbe inosservato. All’interno, la plancia rivestita in pelle con sottili inserti rossi abbina eleganza ad un DNA chiaramente sportivo, le sedute (anch’esse in pelle con fascia centrale in tessuto ndr) rimangono comode ed avvolgenti, lo schermo touch da 7″ semplice e pratico da utilizzare. Disponibile solo nella versione 3 porte, l’abitabilità riprende comunque quella classica delle altre versioni di 208, con un divano posteriore in grado di ospitare comodamente una coppia di adulti. La capacità di carico del bagagliaio parte dai 285 litri della configurazione base, ed arriva fino ai 1076 litri che si ottengono reclinando le sedute posteriori. Il motore come detto è un 1.6 benzina THP da 200 CV, rumoroso quel tanto che basta, scattante ed abbinato ad un cambio manuale a sei rapporti. La velocità massima dichiarata tocca i 230 km/h, l’accelerazione da 0 a 100 non supera i 6,8 secondi. Il volante dalle dimensioni ridotte (largo 35 ed alto 32 cm) ne esalta la maneggevolezza e la rende particolarmente adatta anche ai contesti cittadini, con un diametro di sterzata di 10,7 metri. Disponibili anche retrocamera, sensori di parcheggio, controlli elettronici di trazione e stabilità, sei airbag, cruise control con limitatore di velocità e fendinebbia. I consumi in città sono dichiarati sui 12,2 km/litro mentre in percorsi extraurbani si arriva a 21,3 km/litro, il prezzo di listino invece è di 21.950 euro.

2371424-motorshow

Il Motor Show rilancia…ma nel 2016

 

di Filippo Gherardi

 

Tra tante cose che questo 2015 è stato e sarà, nei mesi che mancano da qui al suo epilogo, sicuramente mancherà la nomenclatura di “anno del Motor Show di Bologna”. Sì, perché nonostante quanto si potesse sperare, credere ed immaginare, il Motor Show 2015 non si farà, al pari di quello 2013 e per evitare, probabilmente, un’edizione sottotono e sbiadita come è stata quella del 2014. La decisione è stata presa congiuntamente dai nuovi organizzatori Bologna Fiere Autopromotec ed ACI Sport, che hanno rilevato l’organizzazione della manifestazione nel maggio 2015 e per cui tempo ed adesioni non erano senz’altro validi alleati. Molto più comodo, ma anche più saggio e funzionale, iniziare a lavorare sin da ora per l’edizione 2016 che verrà ufficializzata, con un anno di anticipo, sempre in questi giorni e che manterrà inalterato il proprio calendario: 3-11 dicembre. Ciò che cambierà, e non è poco, è che il Motor Show Bolognese tornerà ad essere riconosciuto dall’OICA (Organizzazione internazionale di costruttori di veicoli a motore ndr) e che al fianco dei succitati Bologna Fiere Autopromotec ed ACI Sport, sempre in sala di comando organizzativo con una collaborazione attiva, ci sarà anche FCA Italia. Un progetto pluriennale che si pone, almeno a quanto trapela dagli stessi organizzatori, due obiettivi principali: essere “una manifestazione rivolta al pubblico per promuovere le vendite” e al tempo stesso “un’esperienza a 360 gradi per gli appassionati”. Letto così, ed analizzate le carte sin qui svelate, tutto sembrerebbe garantire più di uno spunto di riflessione, in positivo, per case automobilistiche ed esperti di settore, quelli che poi di fatto scandiscono tempi e fortune di ogni evento automobilistico internazionale che si rispetti. In aggiunta, sempre dal Bologna Fiere fanno sapere che il nuovo Motor Show 2016 «promuoverà la conoscenza delle vetture, delle novità tecnologiche, presenterà tutte le nuove soluzioni anche di componenti e accessori per l’auto connessa ai sistemi della mobilità intelligente e sostenibile, confrontandosi con le istituzioni e i bisogni dei consumatori; darà la possibilità di verificare, sia attraverso i test drive che attraverso il racing, la potenzialità di brand, modelli e piloti». Per quel che ci riguarda, nel nostro piccolo, ci accontenteremo a partire dal prossimo anno (a questo punto) di ritrovare un evento credibile e all’altezza della tradizione motoristica che da sempre appartiene al nostro paese, sperando che anteprime di mercato e spettacoli a quattro ruote tornino, prepotentemente, protagonisti anche tra i confini italiani.

Rossi_Marquez-Sepang-1

Gamba tesa

 

di Filippo Gherardi

 

Serviva un’istantanea per consegnare alla storia del Motomondiale questa stagione 2015. Serviva e puntualmente è arrivata. Appena sette giorni dopo lo spettacolo di Phillip Island, con una gara mozzafiato conclusa sul filo di lana e dei secondi, sul circuito di Sepang, lo stesso dove nel 2011 perse la vita Marco Simoncelli, si è consumato l’apice di un duello generazionale ed extraterritoriale che prima o poi, come in ogni grande faida sportiva che si rispetti, avrebbe dovuto toccare il suo punto più infuocato e polemico. Italia vs Spagna, o se preferite Rossi vs gli spagnoli, a due gare dal termine di un mondiale in cui il Dottore ha messo in riga praticamente sin dall’inizio tutti i lanciatissimi centauri iberici, in cui il tricolore è tornato, a tratti, a dominare la scena con triplette (Qatar e Gran Bretagna ndr) destinate alla leggenda nostrana. “Era il giro numero 6 del Gran Premio di Malesia…”, chissà quante volte negli anni a venire i protagonisti, diretti ed indiretti, dello scontro Rossi-Marquez apriranno così il loro racconto dell’accaduto. Ognuno dalla propria prospettiva, ognuno chiarendo la propria intepretazione. Era il giro numero 6 del Gp di Malesia, Pedrosa era la lepre, Lorenzo guidava in scioltezza in seconda posizione e Rossi e Marquez duellavano per un terzo posto che in termini di punti, e campionato, aveva un peso specifico soprattutto per il numero 46 della Yamaha. Un calcetto, un colpo di gamba, un’entrata fallosa (per cavalcare un parallelismo calcistico più volte tirato in ballo anche dai diretti protagonisti nel post gara) che fa scivolare l’HRC numero 93 dello spagnolo e che permette a Valentino di prelavere su un duello che stava diventando snervante da un punto di vista psicologico. Rossi conquista il podio più amaro della sua carriera, quello più intriso di polemiche e di conseguenze. Perché nell’ultima gara di Valencia partirà (con molta probabilità ndr) dall’ulltima posizione, e perché servirà una rimonta epica per poter festeggiare il suo decimo titolo iridato. Ma tornando al sesto giro di Sepang, i replay presi da ogni inquadratura mostrano chiaramente la gamba sinistra di Rossi staccarsi dalla sua Yamaha M1 e colpire la moto di Marquez, ma basta davvero così poco per mandare al tappeto una Moto Gp? A quanto pare sì, complici sicuramente anche velocità ed inclinazione del momento. Una moviola che è diventato negli ultimi giorni un vero e proprio fenomeno virale nell’epoca dei social, tanto quanto la capocciata di Zidane a Materazzi o il morso di Tyson ad Holyfield. La critica, così come i giudici, si sono pronuncianti senza mezzi termini, condannando il gesto scellerato di Rossi ma senza trascurare, in maniera sempre più incalzante con il passare dei giorni, l’atteggiamento ai limiti della sportività di Marquez, reo non solo di appoggiarsi volontariamente sulla moto dell’avversario nel tentativo di sbilanciarlo, ma anche colpevole di non aver mostrato, qualche tornata prima, la stessa combattività per impedire il sorpasso ai suoi danni di Lorenzo. L’entourage del pilota di Tavullia si è subito lasciato andare ad ipotesi di complotto spagnolo studiato nei minimi dettagli e senza alcuna logica di scuderia, la stampa iberica ha risposto per le rime parlando, nel caso di Rossi, della fine di un mito. Lo stesso Valentino dopo aver minacciato di non presentarsi al Gp finale di Valencia rassegnato, a detta sua, per un Mondiale ormai sfuggitogli di mano, ha fatto sapere al mondo intero, tramite twitter, che a Valencia ci sarà anche dall’ultima fila, scongiurando così l’ipotesi di congedare nel modo peggiore, a modestissimo parere di chi vi parla, una faccenda in cui lo spirito di sana sportività non solo è stato rinnegato ma anche calpestato. Serviva un’istantanea ed è arrivata, ora però mancherebbe il lieto fine, ma non è detto che ci sarà.

padova

Auto e Moto d’Epoca 2015

 

di Filippo Gherardi

 

Trentaduesima edizione del Salone Auto e Moto d’Epoca che ha aperto i propri battenti quest’oggi, nella classica cornice della Fiera di Padova, e che rimarrà aperto al pubblico fino a domenica accompagnando per l’intero week end migliaia di appassionati e collezionisti del settore. Un’edizione 2015 che sin dalla sua immediata vigilia ha saputo conquistarsi l’appellativo di edizione dei record, con la presenza di ben 18 case automobilistiche (mai così tante) ed un totale di vetture esposte che superano le 4mila unità. Ora bisognerà capire se anche l’affluenza di pubblico saprà confermare le attese, nella speranza, da parte degli organizzatori, perlomeno di eguagliare, se non migliorare, gli 80mila spettatori dello scorso anno. Nel frattempo, sin dalla prima giornata dedicata principalmente alla stampa Auto e Moto d’Epoca si conferma ancora una volta una preziosa opportunità per tanti appassionati di incontrarsi per vendere, scambiare, comprare o semplicemente restaurare le proprie auto storiche. Non solo passato comunque, perché tra i padiglioni della Fiera non mancano anche anteprime italiane di alcune ultimissime novità introdotte, dai marchi presenti, sul palcoscenico europeo nel corso delle ultime settimane e svelate al grande pubblico al Salone di Francoforte. Entrando più nel dettaglio dei vari stand, a dir poco centrale quello che accomuna, in tre dimensioni differenti, i marchi PSA. Peugeot esalta il suo legame con la Parigi-Dakar esponendo un trittico da leggenda: 504 Coupé V6 del 1978, 205 T16 Grand Raid del 1987 e 405 T16 Grand Raid del 1988, Citroen risponde per le rime rispolverando l’icona Méhari accanto alla creatività della C4 Cactus e all’unicità della 2CV Soleil, esposta nell’unico esemplare realizzato. Non da meno DS, che accanto alla DS 19 Décapotable del 1961 e la DS 23 Pallas del 1974 propone la DS5 (insignita ad inizio ottobre del grado di Auto Europa 2016) nell’edizione speciale e limitata 1955. Sconfinando in territorio tedesco, BMW celebra i quarant’anni della Serie 3, mentre Mercedes esalta e si esalta con le sue Cabriolet con un viaggio temporale che arriva fino all’ultimissima Classe S Coupé. Impossibile non parlare di Porsche, dove la combinazione chiave è ovviamente 911 turbo, con la celebrazione di 40 anni, anche in questo caso, di un mito senza tempo. Un mito è anche l’Alfa Romeo Giulietta, arrivata a spegnere sessanta candeline, tutte, o quasi, rispolverate nello stand Alfa accanto all’ultima Giulia. Compleanni importanti anche in casa Jaguar (80 anni) e Range Rover (45 anni). Nel primo caso la scena la dividono in molte accanto alla nuova Jaguar XF, nel secondo, e malgrado le alternative non manchino, le luci dei riflettori appaiono soprattutto per l’omaggio dedicato ad una icona come Defender. Festeggia un secolo di attvità e di successi anche Maserati, mettendo in mostra il carattere e il dinamismo di vetture che hanno fatto la storia dell’automobilismo e la cui bellezza rimane incasontata nel tempo, lo stesso che sembra essersi fermato girando tra gli stand dell’Auto e Moto d’epoca di Padova 2015.

TOP Foto

Renault Captur: due nuove identità

 

di Filippo Gherardi

 

Presente anche la nostra redazione di Professione Motori, lo scorso 13 ottobre e nella splendida cornice della città di Verona, alla presentazione stampa delle due nuove versioni di quello che è diventato ormai un best seller di casa Renault, la Captur, che dopo aver riscosso un consenso significativo sul mercato e conquistato un’ampia fetta di pubblico rinnova il proprio top di gamma con i modelli Iconic ed Excite. Nel caso di Iconic stiamo parlando di una serie limitata al passo con le ultime tendenze, come dimostra innanzitutto la nuova tinta (utilizzata sia per gli esterni che per gli interni) Marrone Caramello. Si aggiungano anche, e tra le altre, sedili riscaldabili in pelle e Alcantara e numerosi dettagli che si ritrovano sapientemente nell’abitacolo, in particolare sui profili degli aeratori, alla base del cambio, sul tablet multimediale R-Link Evolution e su gli altoparlanti. Anche plancia e pannelli portiere presentano delle combinazioni bi-colore all’interno troviamo anche bracciolo centrale, cassetto Easy Life, nuovo volante in pelle e privacy glass. I cerchi sono in lega, diamantati, da 17″, mentre in termini di tecnologia la Iconic mette a disposizione della propria clientela, come detto qualche rigo sopra, il sistema R-Link Evolution con cartografia Europa, un tablet di bordo integrato e sempre connesso, il Parking Camera con sensori di parcheggio posteriore, l’Easy Access System II e il sistema keyless per apertura e avviamento. Per ciò che riguarda Excite, invece, ci troviamo a parlare in questo caso di un nuovo livello di equipaggiamento top di gamma che si contraddistingue innanzitutto per una carrozzeria Rosso Passion abbinata al tetto Bianco Avorio Perlato, dando vita all’inedita combinazione Be-Style “Mosca”. All’interno look dinamico e grintoso con sedili in pelle riscaldabili e dettagli degli interni color Red.  Anche in questo caso, cerchi in lega da 17” diamantati Black, Pack SKI sia anteriore che posteriore ed avanzato sistema di controllo della trazione Extended Grip, che permette un’evoluzione dell’antipattinamento e all’auto di aderire alla strada con tranquillità in condizioni di guida difficili. Attivabile manualmente dalla console centrale scegliendo fra tre modalità di assistenza: “Standard”, “No Grip” o “Expert”. Di serie Parking Camera, R-Link Evolution con cartografia europea ed Easy Access System II. In termini di motorizzazioni, sia per Captur Iconic che per Captur Excite sono disponibili esclusivamente propulsori diesel: dCi da 90cv S&S, con cambio manuale o cambio automatico EDC a doppia frizione, e dCi 110cv S&S con cambio manuale. I prezzi partono da 22.600€ per entrambe le novità.

Scandalo-Volkswagen-lUe-annuncia-test-più-severi-2-e1443433369371

VW-gate: conseguenze pericolose

 

di Filippo Gherardi

 

Sarà davvero ricordato come l’anno zero, il punto di non ritorno, del mondo dorato dell’automotive? È ancora troppo presto per stabilirlo e, forse, anche troppo difficile che ciò avvenga realmente. Fatto sta che lo scandalo diesel-gate che ha inghiottito numeri, azioni, vetture e credibilità del gruppo Volkswagen di spunti, ancor prima che notizie, ne lascia e come in eredità. Tralasciando una tempistica che sfiora il paradossale, a due mesi dal sorpasso da parte del marchio di Wolfsburg nei confronti di Toyota come primo produttore di auto al mondo, e praticamente in contemporanea con un Salone di Francoforte in cui le case automobilistiche, tedesche in primis, si sono specchiate nella loro cherubina bellezza, quel che resta (e resterà) è innanzitutto il dubbio diffuso che Volkswagen e il suo “software trucca-emissioni” non siano gli unici protagonisti cattivi di un settore dove spesso la linearità comunicativa non sempre risulta scontata. Che un vaso di Pandora sia stato scoperchiato dopo la denuncia portata alla luce dalle autorità statunitensi, e la conseguente ammissione di colpa di Volkswagen, appare un’ipotesi credibile, soprattutto se controlliamo i nomi, e i marchi, che nei giorni a seguire hanno cominciato a passare sotto l’inesorabile lente di controllo dell’opinione pubblica. Il dubbio tuttavia rimane tale, perché fino a prova contraria al par di Volkswagen, almeno per ora, nessuno. Ed allora giusto focalizzarci su quello che rischia di capitare a chi all’interno di Volkswagen, da anni, ha sacrificato anni, tempo e fatica, a tutti coloro verso cui si è rivolto nei giorni scorsi il nuovo CEO Matthias Muller, qualcosa di molto vicino all’uomo meno invidiato del momento, dicendo che il percorso di ripresa sarà doloroso, che i 6,5 miliardi di euro accantonati non basteranno a pagare multe e risarcimenti e che saranno previsti tagli netti su tutto ciò che non sarà valutato strettamente necessario. Ciò nonostante, sempre Muller ha garantito che si farà di tutto per salvaguardare i posti di lavoro (che nel caso di Volkswagen, in cifre, si legge come migliaia di possibili licenziamenti), rinnovando che almeno da un punto di vista della sicurezza, per le motorizzazioni e le vetture incriminate, il suo gruppo non ha davvero nulla da farsi rimproverare. A questo si aggiunga pure che, sempre in questi giorni, è stato stimato l’avvio dei richiami delle auto diesel per la sostituzione dei dispositivi truccati ad inizio Gennaio, così da provare a sistemarle tutte entro la fine del 2016, e che il gruppo tedesco sta lavorando, come prima opera di rilancio, su una nuova e più che mai rivoluzionaria piattaforma modulare per motori trasversali di nome Mqb. Ma queste, almeno stavolta, rimangono solo notizie. Spunti, preoccupazioni e dubbi sono ben altri.