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Fiat Argo, rivoluzione e identità in esclusiva per il Sudamerica

 

 

 

 

 

 

 

di Stefano Ursi

 

Si chiama Argo e andrà presto a sostituire i modelli Bravo, Palio e Punto in Sudamerica. La nuova cinque porte Fiat avrà la sua passerella al Salone di Buenos Aires che si tiene fra 10 a 20 Giugno, dopo aver debuttato il 30 Maggio. Al momento, secondo quanto si apprende, non è prevista la commercializzazione in Europa. La vettura, che prende il nome dalla leggenda e dalla mitologia degli Argonauti, molto incuriosisce non solo il mercato sudamericano ma anche quello globale ed europeo in particolare, è una berlina segmento B che misura 4 metri di lunghezza, andando a piazzarsi come erede designata, quantomeno per misure, di Punto; la cosa su cui molto si argomenta, è la possibilità di strutturare e personalizzare la vettura con la versione chiamata HGT, di ispirazione totalmente sportiva e dotata di un design che punta tutto sull’aggressività e sulla dinamicità. HGT potrebbe montare, secondo quanto si apprende, un motore benzina E.torQ da 135 CV. Gli allestimenti, con relative motorizzazioni, con ogni probabilità saranno: Argo 1.0 Attractive, Argo 1.3 Attractive, Argo 1.8 Essence e Argo 1.8 Sporting. Motori 1.0 a 3 cilindri e 1.3 a 4 cilindri, appartenenti alla famiglia Firefly. Dalle prime immagini che circolano da un po’ in rete si può notare come la vettura mostri un aspetto muscolare ma elegante, slanciato ma allo stesso tempo compatto con la nervatura profonda sulle fiancate a fare da tratto distintivo di carattere e linea, la mascherina orizzontale sul muso che fa da spartiacque ai fari che proseguono il loro cammino sui passaruota e conferiscono, se possibile, ancora di più un aspetto snello ma muscolare alla vettura. L’ispirazione avvicina ai tanti modelli di successo della casa, ma l’obiettivo è un’identità forte e soprattutto propria. Molto si è parlato di un possibile arrivo, dopo quello in Sudamerica e in Brasile in particolare, di Argo anche in Europa. Quel che si sa è che per il momento, come detto, la commercializzazione non è prevista nel Vecchio Continente, anche se ovviamente, come nella vita, anche nel mercato automobilistico tutto è possibile. È certo chiaro che occorrerà capire, da Fca, quale riscontro potrà avere la vettura sul mercato appunto sudamericano e poi, qualora possibile, eventualmente valutare. Argo è pronta, in rampa di lancio: il viaggio degli Argonauti sta per iniziare.

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MotoGp, Rio Hondo: Vince Marquez, disastro Iannone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Maurizio Elviretti

 

Termas de Rio Hondo da ieri sera è sinonimo di “suicidio Ducati”. Infatti nella seconda prova stagionale, sul tracciato argentino, Iannone stende all’ultimo giro Dovizioso gettando al vento un weekend fino a quel momento da incorniciare. Ride Valentino Rossi che grazie all’errore ducatista, passa secondo sotto la bandiera a scacchi, dopo una gara difficile causata dal cambio moto. Vince Marquez, dopo un duello con Rossi per metà gara, per poi avere vita facile a causa dei problemi del Dottore. Il podio lo completa Dani Pedrosa che chiude terzo con un distacco di ben 28 secondi. La pista argentina, oltre al duo di casa Ducati, ha fatto altre vittime illustri come Lorenzo e Vinales, traditi dall’asfalto bagnato dalla pioggia. Il GP a Termas De Rio Hondo regala ancora grandi emozioni e duelli epici, con i due ducatisti protagonisti di una lotta fratricida. Alla partenza tante incognite, dal meteo al cambio moto che per questioni di sicurezza è stato imposto a tutti i piloti a metà gara. Lorenzo, dopo una partenza sprint, va subito in crisi confermando le difficoltà vissute per l’intero weekend, a dargli il colpo di grazia ci pensa una chiazza di umido che lo stende sull’asfalto. In testa Marquez prova a replicare il ritmo indiavolato esibito fin da venerdì mattina, ma pian piano Rossi prende confidenza con la moto annullando il tentativo di fuga. Tra i due nasce un testa a testa che ricorda la sfida dell’anno scorso, ma a rovinare lo spettacolo ci pensa il pit-stop che penalizza le prestazioni dell’italiano. Rossi rientra in pista ma si capisce subito che non ha più tra le mani la M1 di prima, l’anteriore balla e i tempi si alzano. Il pesarese deve guardarsi alle spalle, perché da dietro si fanno vedere minacciose le sagome di Vinales e delle due Ducati. Il crono è impietoso, Valentino perde un secondo a giro da tutti e viene risucchiato dagli inseguitori. Proprio quando il sorpasso della Suzuki sembra ormai questione di curve, Rossi ha il colpo di coda del campione riuscendo a rimandare al mittente le minacce e a siglare giri finalmente competitivi. Il pilota della Yamaha con le unghie e con i denti riesce a stare davanti per qualche tornata, ma alla fine deve cedere al passo migliore degli avversari. Sulla pista di Termas de Rio Hondo bagnata dalla pioggia nessuno è al sicuro, in particolare nella curva 1. Vinales commette un peccato di gioventù e va ad assaggiare l’asfalto. Ma non è finita, perché a pochi metri dal traguardo Iannone prova a vendicarsi del Qatar e ad infilare il compagno di squadra. Ma stavolta il danno è doppio perché sul podio non ci finisce neanche una rossa: contatto ed entrambi a baciare l’asfalto argentino. Una rivalità tra i due compagni di squadra forse alimentate anche dalle voci di mercato che vedono Lorenzo vicinissimo alla casa di Borgo Panigale. A ringraziare c’è anche Pedrosa che sale sul podio nonostante un distacco abissale. In classifica generale Lorenzo viene superato da Marquez, Rossi e Pedrosa. Da segnalare i primi punti in MotoGP dell’Aprilia. Contento del primo podio stagionale Rossi, ma non della gara: “All’inizio ho avuto delle piccole difficoltà, poi ho preso il ritmo e con la prima moto sono stato veloce, ho lottato con Marquez. Con la seconda non ho avuto mai la stessa sensazione, sono partito male e sono stato sempre lento, alla fine se le Ducati non si fossero toccate non sarei sul podio ed alla fine va bene così avendo conquistato il primo podio della stagione. Non riesco a spiegarmi neppure io la differenza tra la prima e la seconda parte di gara -prosegue Rossi- di solito le moto sono identiche, forse c’è stato qualche problema in più con le gomme, magari scaldate diversamente, non ce l’ho mai fatta a prendere il ritmo e guidare bene, ero in difficoltà, quando provavo a spingere mi si chiudeva la moto, ho rischiato di cadere diverse volte ma alla fine è andata bene. Certo, con la prima moto ero davvero forte, ci saremmo divertiti, forse potevo anche provare a vincere. La moto peggiorava giro dopo giro, quando acceleravo sbagliavo e son venuti a prendermi prima Vinales e poi le Ducati”. Il più amareggiato è sicuramente Dovizioso, che si è visto sfuggire un secondo posto certo: “La moto stava andando molto bene, questo weekend è stato difficile per tutti. Abbiamo fatto un ottimo lavoro, alla fine di questa giornata potevamo avere due moto sul podio e io potevo essere ad un punto da Marquez. Iannone non è venuto nemmeno a chiedermi scusa, ma me lo aspettavo”. In casa Ducati è scoppiata la bomba. Vedremo se tra sette giorni, nel Gran Premio di Austin, le acque “rosse” si calmeranno.

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Mille Miglia: trionfo per la coppia argentina Tonconogy-Berisso

 

di Maurizio Elviretti

 

Si è chiusa con la passerella finale su viale Venezia a Brescia, l’edizione 2015 della “Mille Miglia”, una delle corse automobilistiche più storiche del mondo. La gara, partita proprio dalla cittadina lombarda, si è svolta in quattro tappe: la prima, giovedì 14 maggio con arrivo a Rimini e la seconda fino a Roma. Sabato 16, dalla Capitale la carovana della Mille Miglia è arrivata a Parma e quindi, domenica mattina, passando prima per l’autodromo di Monza ha fatto ritorno a Brescia. La vittoria è andata all’equipaggio argentino composto da Juan Tonconogy e Guillermo Berisso, che su Bugatti T 40 del 1927, hanno bissato il successo di due anni fa nell’edizione 2013, mentre lo scorso anno furono quinti. Alle loro spalle la coppia bresciana composta da Andrea Vesco e Andrea Guerini, su Fiat 514 MM del 1930. Terzo l’equipaggio formato da Ezio Martino Salviato e Caterina Moglia su Bugatti T 40 del 1928, quarti nella passata edizione. Tra i vip, da segnalare il 48esimo posto di Kasia Smutniak, navigatrice di Alessandro Gamberini su Lancia Ardea, ed il 167esimo di Joe Bastianich su Healey 2400 Silverstone. Quest’anno la Mille Miglia ha superato sé stessa, con numeri da record. Al via 438 auto di 61 marche dal valore storico e sportivo incommensurabile (quello economico è difficilmente quantificabile). Al primo posto i due squadroni Mercedes e Alfa Romeo con 38 automobili ciascuna. Seguono Jaguar con 36, Fiat con 34, Lancia con 30 e Porsche con 22 vetture.

Top Foto, Valentino Rossi festeggia sul podio tra Dovizioso e Crutchlow

Dottor Diez

 

di Maurizio Elviretti

 

Erano all’incirca le 21.20 di domenica sera quando, come il buon Guido Meda consiglia, mi ritrovavo in piedi sul divano ad applaudire uno strepitoso ed ennesimo successo del Dottore, questa volta in terra argentina. E’ stata la vittoria di quel Valentino Rossi che, dopo un inizio weekend non proprio entusiasmante con l’ottavo posto nella griglia di partenza, ha ribaltato tutto compiendo un vero e proprio capolavoro. Pronti via e in tre giri Valentino supera prima il compagno di squadra Jorge Lorenzo e poi il ducatista Iannone. In quattro si porta al terzo posto, passando anche Crutchlow. A 15 giri dalla fine è secondo, dopo il sorpasso su Dovizioso. In quel momento, il vantaggio di Marquez oscilla tra i 4 e i 5 secondi. Lì inizia il “pressing” al campione del mondo in carica: è sembrato di tornare ai vecchi duelli Rossi-Stoner, quando il Dottore con sorpassi e controsorpassi induceva all’errore l’austrialiano. E’ successo più di una volta, è successo anche questa volta: il duello dura pochi decimi di secondo. Un doppio contatto tra i due, lo spagnolo respinge bruscamente l’attacco con tanto di spallata, Valentino passa. L’altro prova a chiuderlo in scia ma perde il controllo e rovina a terra, chiudendo così la propria gara in anticipo. Una vittoria importante anche per la Yamaha, determinante nella scelta di montare sulla M1 del Dottore una posteriore extra-hard, differentemente da Marquez presentatosi in pista con una hard. Sul podio sventola doppio il tricolore: terza medaglia d’argento consecutiva per Andrea Dovizioso, che dopo Losail ed Austin sale nuovamente sul gradino “di mezzo” del podio di Rio Hondo. E seconda è anche la posizione nel Mondiale a 6 punti da Valentino Rossi per un Dovizioso sempre più veloce e soprattutto concreto. Una gran moto, un’atmosfera perfetta in squadra, tutto che marcia alla perfezione e anche il Dovi che forse è al suo livello più alto. Sfuma a pochi metri dal traguardo invece il sogno di rivedere un podio tutto “nostrano”: Andrea Iannone, infatti, ha perso il duello con Cal Crutchlow che dopo aver superato la bandiera a scacchi si è lasciato andare, da ex ducatista, in un gesto dell’ombrello poco elegante, destinato proprio alla casa di Borgo Panigale. Iannone ha comunque fatto una gara maiuscola, anche se non è mai stato in grado di lottare per la vittoria. Continua il periodo buio di Jorge Lorenzo: il pilota ispanico parte bene ma già dai primi giri accusa diversi problemi che lo costringono a retrocedere gradualmente, sino al taglio del traguardo in quinta piazza, risultato opaco causato probabilmente dall’errata scelta di una gomma anteriore a mescola media. Bradley Smith con la sua Monster Yamaha Tech3, in sesta piazza, è il primo pilota Yamaha satellite. Alle sue spalle ottiene un buon risultato anche Aleix Espargaro (Suzuki Racing Team), partito dalla prima fila. La Casa nipponica continua a soffrire maggiormente in accelerazione rispetto alle sue rivali, dato che avvalora le prestazioni dei due alfieri Suzuki, il secondo dei quali, Maverick Viñales, è decimo. Nel mezzo troviamo Pol Espargaro (Monster Yamaha Tech3), scattato dalla diciottesima casella dello schieramento, e Scott Redding (Estrella Galicia 0,0 Marc VDS). Guadagnano punti iridati anche Danilo Petrucci (Pramac Racing), undicesimo, Jack Miller (CWM LCR Honda), dodicesimo e primo pilota Open, Hector Barbera (Avintia Racing), tredicesimo, Loris Baz (Athinà Forward Racing), quattordicesimo, e Stefan Bradl (Athinà Forward Racing), quindicesimo. Entrambi, quest’ultimi, per la prima volta a punti da inizio stagione ad ora. Sul podio festa grande del Dottore che esce dalle quinte indossando la maglia del “diez” Maradona. Che sia un chiaro segnale di Rossi, pronto a puntare al decimo titolo iridato? Grazie a questo successo Valentino sale a 66 punti, con sei lunghezze di vantaggio su Dovizioso. Iannone è terzo con 40 punti. Prossimo appuntamento del Mondiale, il Gran Premio di Spagna sul circuito di Jerez de La Frontera in programma il 3 maggio. E anche lì, c’è da scommetterci, sarà battaglia: Marquez è chiamato subito al riscatto.