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Auto dell’Anno 2015: ecco le 33 candidate

 

della Redazione

 

Mancano ancora sei mesi al Salone di Ginevra 2015, kermesse dell’eccellenza, anche quest’anno, del mondo delle quattroruote. Tuttavia il prossimo salone ginevrino fa già parlare di se per quel che concerne l’elezione dell’Auto dell’Anno 2015, la nuova regina, almeno stando alla giuria di esperti che assegna da anni il “Car of the Year”, del mercato automobilistico. Nel frattempo la prima scrematura è stata resa ufficiale nel corso dell’estate appena trascorsa, e più nello specifico è stato diramato l’elenco delle 33 aspiranti regine che si contenderanno, innanzitutto, un posto tra le sette finaliste e successivamente lo scettro di Auto dell’Anno. Un elenco che consegna diversi spunti di analisi e che vi andiamo a riproporre integralmente qui di seguito:

Audi TT Coupé
BMW Serie 2 Active Tourer
BMW Serie 2 Coupé
BMW i8
BMW X4
Citroën C1
Citroën C4 Cactus
Fiat 500X
Ford EcoSport
Ford Mondeo
Hyundai i20
Infiniti Q50
Jeep Renegade
Kia Soul
Lexus NX
Lexus RC
Mercedes-Benz Classe C
Mercedes-Benz GLA
Mercedes-Benz Classe S Coupé
Nissan Pulsar
Nissan Qashqai
Nissan X-Trail
Opel Corsa
Peugeot 108
Porsche Macan
Renault Twingo
Skoda Fabia
Smart fortwo
Smart forfour
Subaru WRX STI
Suzuki Celerio
Toyota Aygo
Volkswagen Passat
Vale la pena ricordare che un auto per essere inserita nella competizione deve essere commercializzata entro la fine del 2014 in almeno cinque mercati europei e venduta annualmente in un minimo di 5.000 unità.
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Lexus NX 300h

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Un SUV compatto, moderno, capace di fare innamorare giovani famiglie ma anche persone più grandi con voglia di godersi qualità e bellezza, questo è il nuovo Lexus NX 300h. Come tutti i modelli Lexus presenti in Italia, anche questo punterà al massimo sulla tecnologia ibrida: il motore benzina aspirato da 2.5 litri a ciclo Atkinson, infatti, sarà abbinato ad un’unità elettrica, posta all’interno del cambio Cvt, che consente di ottenere consumi pari a 5,2 litri ogni 100 km e emissioni di CO2 al di sotto di 120g/km. A disposizione di chi guiderà l’NX ci saranno in totale 197 Cv, grazie anche al supporto di un secondo motore elettrico che garantirà la trazione integrale, gestiti da un sistema HV Control, pensato appositamente per il nuovo SUV della Lexus. Come al solito nel brand di lusso del gruppo Toyota si punta su una tecnologia innovativa, oltre alle sospensioni adattive di serie per aumentare stabilità e comfort, sarà infatti possibile avere sull’NX 300h: il Rear Cross Traffic Alert, un display multifunzione con G-Sensor, un Head-Up Display nuova interfaccia Lexus Remote Touch, Blind Spot Monitor e Lexus Wireless Charger. Ovviamente non si è pensato solo all’aspetto tecnologico ma anche a quello estetico, visto che è stato fatto un grande lavoro di modellazione delle forme per rendere questo SUV molto più dinamico rispetto a quelli convenzionali; inoltre la presa d’aria a clessidra sul frontale e l’originale grafica dei gruppi ottici high tech lo avvicinano molto alle ultime creazioni sportive Lexus. Lungo 4,63 metri, questo SUV compatto è stato recentemente presentato al Salone di Pechino 2014 ed arriverà sul mercato il prossimo ottobre, con lo scopo di aumentare le vendite in Europa, raddoppiarle addirittura in Italia, per competere all’interno di un segmento in crescita comprendente modelli prestigiosi come la Jeep Cherokee e la Mercedes GLK. Da sottolineare però che in Italia la Lexus NX 300h verrà venduta esclusivamente con la motorizzazione ibrida, mentre su altri mercati sarà disponibile anche un motore 2 litri turbo benzina ed una terza versione a benzina aspirata, e più in là anche il modello F-Sport, dotato di caratteristiche uniche come i cerchi in lega da 18 pollici, differenti da quelli standard da 17”.

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Fuori i secondi

 

di Filippo Gherardi

 

Una storia già vista, eppure c’è chi ancora grida allo scandalo. Rosberg che attacca Hamilton, finendo col distruggergli la ruota posteriore e condizionando in maniera irreparabile la gara di quest’ultimo, rimarrà uno dei fotogrammi simbolo di questa stagione di Formula 1, indipendentemente da come andrà a finire, al di la di quale sarà la Mercedes, tra le due, a mettere in bacheca il titolo iridato. Al tempo stesso, però, il contatto avvenuto al secondo giro del Gran Premio di Spa dello scorso fine settimana sarà soltanto l’ultimo esempio, tra i tanti nella storia di questo sport, di sfida senza esclusione di colpi all’interno dello stesso team. Successe con Prost e Mansell nel ’90, entrambi prime guide, nella stessa stagione e nella stessa scuderia, la Ferrari. Successe, soprattutto, sempre tra lo stesso Prost e Senna nelle due stagioni precedenti (’88 ed ’89), al volante di una McLaren che, un po’ come succede oggi per la Mercedes, dominava in lungo e largo per tempi e prestazioni. Schermaglie ad alta velocità, frecciatine tanto in conferenza stampa quanto all’interno dei box, ma tuttavia nulla a che vedere con quello che combinò nel 1937 l’italiano Luigi Fagioli, che al termine di un Gran Premio a Tripoli, una volta rientrato nei box, lanciò addirittura un martello contro Rudolph Caracciola, odiatissimo ex compagno dello stesso Fagioli qualche anno prima alla Mercedes (guarda a volte il caso ndr). Venendo ai giorni nostri, impossibile dimenticare quanto successo in McLaren nel 2007, con il campione del mondo Alonso costretto a guardarsi le spalle da un giovane e rampante profeta in patria come Lewis Hamilton. Alla fine si consumò il più classico degli harakiri, con buona sorte della Ferrari e di Kimi Raikkonen che portarono a casa il titolo mondiale. Insomma, verrebbe da dire: nulla di nuovo sotto la bandiera a scacchi. Rosberg ed Hamilton continueranno a darsele di santa ragione nelle sette gare che mancano da qui alla fine della stagione, con il primo chiamato a difendere i 29 punti di vantaggio sin qui messi in cascina, e con il secondo costretto ad attaccare sin dal prossimo Gp di Monza. In Mercedes, Wolff, Lauda e chi per loro non riusciranno a farsene una ragione ma saranno, comunque vada, costretti ad accettarlo. Perché questa è la Formula 1 e qui, da sempre, funziona così.

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WDW: una storia rosso fuoco

 

di Filippo Gherardi

 

Il nostro speciale “TIM-Ducati, Binomio Italiano” ci ha consegnato in questi mesi tante immagini ed interviste in esclusiva, lasciandoci istantanee di un mondo legato a filo doppio con la storia dei motori e, più in generale, con quella italiana dell’ultimo secolo. Ma come succede per ogni storia che si rispetti, il capitolo più bello, incredibile ed affascinante rimane sicuramente l’ultimo. Per quel che ci riguarda, e per quel che riguarda la nostra storia, l’ultimo capitolo ha avuto un nome ed una sigla ben precisa: WDW, o semplicemente World Ducati Weekend. Prendete migliaia di moto e radunatele all’interno di un autodromo, dopodiché colorate un buon 80 per cento di quello che vi circonda, moto comprese naturalmente, di rosso ed eccovi serviti uno spettacolo unico, uno spettacolo che solo Ducati, solo la Romagna e solo l’autodromo di Misano Adriatico, con tanto di gigantografia di Marco Simoncelli a dominare dall’alto, riescono a consegnarti. Piloti. Dirigenti. Tifosi. L’universo Ducati si è mostrato in tutta la sua completezza dinnanzi ai nostri occhi, e lo speciale riportato all’interno di questa stessa rivista (da pag 14 a pag 17 ndr) ne riesce solo in parte a raccontare l’essenza. Esibizioni. Test Drive. Eventi. Un lunapark delle due ruote, un percorso attraverso passioni e racconti, ritratto sui volti e sulle carene di chi, tanti, in rumorosissima fila indiana transitava a turno sotto l’enorme porta gonfiabile che immetteva all’interno del circuito di Misano e che rappresentava, di conseguenza, una rampa d’accesso diretta al WDW 2014. Una carrellata di marchi, Ducati in primis ma anche Audi, Lamborghini e poi, naturalmente, TIM. Sì, perché se Professione Motori ha avuto l’opportunità di conoscere il mondo dei ducatisti, la loro passione infinita, lo dobbiamo innanzitutto a TIM che in questi mesi ci ha permesso di raccontare la sua personalissima prospettiva di un legame che dura da dieci anni e che in questi stessi dieci anni ha vissuto e soggiornato nella mente e nei ricordi di tante persone che in un modo o nell’altro, ed ognuno nella maniera che gli veniva meglio, hanno saputo fornire un proprio e personalissimo contributo a questo vincente Binomio Italiano. Il nostro speciale si chiude con il WDW, ma forse proprio da quest’ultimo riparte, anche nel nostro caso, verso nuovi orizzonti futuri, catturati come siamo stati da una passione che racconta una storia tutta italiana e che, in fin dei conti, è anche quella di ognuno di noi.

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MonoMondiale

 

di Filippo Gherardi

 

Che fosse un predestinato era chiaro sin dal primo momento in cui è salito, nel 2008, in sella alla KTM nella classe 125, cogliendo nella stessa stagione, la prima in assoluto da professionista, un terzo posto a Donington alla giovanissima età di 15 anni e 4 mesi. Da allora, di fatto, Marc Marquez non si è più fermato. Mondiale in 125 nel 2010, in Moto 2 nel 2012 e lo scorso anno, all’esordio nella classe regina, in Moto Gp. Ma è quest’anno che il Fenomeno di Cervera, piccolo comune di 9mila abitanti incastonato nel cuore della Catalonga, sta “minacciando” la storia. Dopo nove successi in altrettanti Gran Premi disputati, dopo aver vinto su circuiti dove fino a quel momento non era mai salito sul gradino più alto del podio, dopo aver trionfato in fuga solitaria tanto quanto al termine di volate mozzafiato, partendo dalla pole o, come è successo nell’ultimo Gp del Sachsenring, addirittura dalla pit-lane, i numeri del numero 93 più famoso dello sport mondiale stanno diventando qualcosa di normale in un contesto del tutto eccezionale. Con la vittoria ad Assen, l’ottava di fila, aveva distanziato Rossi nel computo di successi consecutivi (con il Dottore fermo a quota 7 vittorie nel 2002) e raggiunto Giacomo Agostini (l’unico prima di Marquez ad aver ottenuti 8 sigilli consecutivi nel 1971). Ora il campionissimo bresciano, almeno in termini di strisce vincenti, rimane il prossimo obiettivo di Marc: dieci successi, se anche il prossimo 10 agosto ad Indianapolis il pilota della Honda dovesse transitare davanti a tutti sotto la bandiera a scacchi, esattamente come il mitico Ago fece per tre anni di fila (’68, ’69 e ’70) e come solo un meraviglioso Michael Doohan, nel 1997, riuscì ad eguagliare. Mito di Agostini a parte, la consapevolezza diffusa è che mai, nemmeno ai tempi d’oro di Rossi o dello stesso Doohan, il Motomondiale ha vissuto un dominio così evidente. Marquez non “scende” dal podio dal 2 giugno 2013, dallo scivolone del Mugello e se non teniamo conto della squalifica inflittagli ad ottobre in Australia. Mantenendosi su questi livelli, disumani, vincendo le prossime cinque gare si laureerebbe Campione del Mondo in Aragona, con almeno con 4 Gp di anticipo (ma non è escluso anche prima ndr), anche se Dani Pedrosa, il secondo attuale nel Mondiale Piloti, centrasse nelle medesime cinque gare ogni volta il secondo posto. Nessuno come lui, nessuno come lui a 21 anni. Il mondo, non solo quello delle due ruote, lo ammira, esalta e conosce ogni giorno sempre di più. Il circus della Moto Gp, tecnici ed avversari si domandano su chi saprà tornare, concretamente e prima o poi, a contendergli lo scettro di dominatore indiscusso.

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C4 Cactus: la prova

 

di Filippo Gherardi

 

Design, confort e tecnologia ad un budget “sotto controllo”. Anche per descrivere la C4 Cactus, nuova berlina compatta di segmento C di casa Citroen, basterebbero poche ed essenziali parole chiave. Presentata alla stampa il 26 e 27 Giugno ad Amsterdam, tra le strade interne e limitrofe alla capitale olandese la nostra redazione ha avuto modo di valutarne caratteristiche tecniche ed estetiche. Partiamo da un design esclusivo, frutto della combinazione di volumi fluidi ed essenziali con caratteristiche estetiche davvero innovative. In tal senso impossibile non parlare sin da subito degli Airbump, piccole capsule di aria compressa incastonate su superfici in pelle morbida che dominano le fiancate della nuova C4 Cactus. La loro funzione è essenzialmente protettiva, contro possibili urti o graffi comuni del traffico cittadino, ma non disdegnano anche una forte impronta estetica, con un design assolutamente originale (non si era mai visto nulla di simile) e grazie alla spiccata quantità di variazioni cromatiche: 4 tinte diverse di Airbump abbinate a 10 differenti colorazioni della carrozzeria che permettono di raggiungere ben 21 combinazioni differenti. Dal design esterno, nel quale spiccano anche dei sinuosi fari diurni al Led, a quello interno, riconducibile già da un primo contatto al mondo della valigeria per quel che riguarda le trame e i tessuti utilizzati ma anche, e soprattutto, focalizzando la nostra attenzione sulle cinghie inserite in sostituzione delle più classiche maniglie per aprire e chiudere le porte. I sedili sono ampi ed avvolgenti, e tanto quelli posteriori quanto quelli anteriori (possibilità di unirli) sembrano più che altro dei veri e propri sofà. La percezione che si ha è quella di una vettura assolutamente spaziosa, merito dell’abbondante tetto panoramico capace, grazie ad uno speciale trattamento, di consegnare luminosità all’abitacolo ma al tempo stesso di isolare il calore, oltre che di una plancia pulita, di un porta oggetti “top box” comodo e capiente e di un’importante capacità di carico perfettamente riconducibile ai 358 litri del bagagliaio. La lunghezza totale della C4 Cactus misura, invece, 4.16 metri. Da un punto di vista tecnologico, uno schermo Touch Pad di serie da 7” integra tutte le principali funzioni tra cui gestione delle sorgenti multimediali, navigazione, climatizzazione automatica e sistemi di assistenza alla guida. Tra quest’ultimi si segnalano retrocamera, Park Assist ed Hill Assist. A livello multimediale non mancano nemmeno le applicazioni: Carburante (che indica stazione di servizio più vicina ed economica), Trip Adivsor (hotel e ristoranti), Michelin Traffico (traffico) e Coyote che ti informa su tutto ciò che potresti trovare per strada (autovelox, tutor, incidenti, zone a rischio ecc ecc). Plancia, come detto, più generosa e capiente grazie anche ad un’altra esclusiva studiata ad hoc per questa nuova C4 Cactus, e vale a dire l’Airbag del passeggero spostato nel padiglione superiore e che in caso di impatto si apre seguendo il profilo del parabrezza. Da sottolineare anche la tecnologia Magic Wash sui tergicristalli, che non solo riduce sensibilmente il consumo (e lo spreco) di liquidi ma elimina anche il classico disturbo visivo derivato proprio dall’innaffiamento del vetro anteriore. Motorizzazioni di ultima generazione, con la gamma benzina PureTech e diesel BlueHDi. Nel primo caso si va dai 1.2 VTi da 75 ed 82 Cv fino al 1.2 e-THP da 110 Cv, nel secondo dal 1.6 e-HDi da 92 Cv con Stop&Start di ultima generazione fino al 1.6 BlueHDi da 100 Cv che vanta emissioni di CO2 e consumi davvero eccezionali. Abbinabili sia a cambio manuale che automatico, in quest’ultimo caso impossibile non sottolineare l’impostazione Easy Push dei comandi, i classici D, N e R, collocati nella parte inferiore della plancia e coadiuvati nella loro funzionalità da palette applicate al volante che servono per cambiare manualmente le marce. In termini di cifre, la nuova C4 Cactus perde peso, oltre 200 kg in meno rispetto alla versione precedente della C4, ma abbatte anche consumi ed emissioni di CO2. I prezzi partono dai 13.950 euro della versione Start VTi da 75 CV, e si arriva fino ai 23.150 euro della versione Shine Edition BlueHDi 100 CV.

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Peugeot 108: prova parigina

 

di Filippo Gherardi

 

Compattezza, manegevolezza ed economia d’utilizzo. Questi i tre obiettivi e i tre tratti dominanti della nuova Peugeot 108, city car del segmento A d’ultima generazione, lanciata sul mercato dal Leone francese e realizzata in parallelo con le sue sorelle, almeno da un punto vista strettamente tecnico, Citroen C1 e Toyota Aygo. Nei giorni scorsi abbiamo avuto modo di testarla tra le strade e nei dintorni di Parigi, capirne pregi ed osservarne sfumature. Partiamo dal design, e partiamo nella fattispecie dai gruppi ottici: quelli anteriori, il vero tratto distintivo nel look esterno rispetto alla C1, sono incastonati nel resto della carrozzeria rimarcando lo spirito dinamico classico delle vetture del Leone francese, mentre quelli posteriori si contraddistinguono per l’ormai consolidata trama che prevede i tre artigli luminosi. Per il resto stile frizzante e al tempo stesso glamour, ben complementare con quello che è il target di riferimento di questa vettura, composto soprattutto da donne ma anche da coppie senza figli. Le misure recitano 3,47m di lunghezza, 1,62 di larghezza, un passo di 2.34m ed un peso di 840kg. Comodo l’ingresso nell’abitacolo, soprattutto nella variante cinque porte, sedili comodi ed avvolgenti, mentre il bagagliaio registra una capienza base di 243 litri estendibile fino ad 868 litri grazie ad un divano posteriore frazionabile. Così come per la “sorella” C1, un capitolo a parte anche per la Peugeot 108 lo merita la tecnologia. Touch screen intregrato da 7″, retrocamera e soprattutto la funzione Mirror Screen che permette di collegare il proprio smartphone alla vettura e di utilizzarne con estrema facilità tutte le principali funzioni. A tutto questo aggiungete pure Hill Assist di serie per le partenze in salita, accensione automatica delle luci, limitatore di velocità e servosterzo elettrico di serie. Un’altra parola chiave della nuova 108 è senza dubbio personalizzazione, con ben sette temi diversi che coinvolgono tappetini, cover retrovisori, cover telecomando e stickers plancia, oltre a stickers di carrozzeria diversi tra la versione berlina, quella Top e quella Bi-Color. A proposito di versione Top, sono disponibili anche tre capote differenti. Sbarcata sul mercato italiano a partire da questo mese di giugno, da un punto di vista tecnico nel nostro paese sarà presente nella doppia versione 3 e 5 porte e con 3 motorizzazioni differenti: il 1.0 Vti da 68CV, il 1.0 Vti sempre da 68 CV ma con cambio robotizzato ed infine il 1.2 Pure Tech da 82 CV. Tre gli allestimenti di gamma: Access, Active ed Allure, che diventano cinque se consideriamo anche le versioni cabrio Active TOP ed Allure Top. I prezzi vanno dai 9.950 euro della versione Access 1.0 Vti ai 14.650 euro della versione Allure TOP 1.2 Pure Tech, mentre i consumi (e qui ritorna l’economia di utlizzo di cui parlavamo in apertura ndr) oscillano tra i 3,8 e i 4,3 l/100km, con emissioni di CO2 che non superano i 99 g/km.

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Citroen C1: la prova

 

di Filippo Gherardi

 

Nata (e sviluppata) dal progetto in comune con Peugeot 108 e Toyota Aygo, la nuova C1 sbarca sul mercato con il serio intento di conquistarlo. L’ultima versione in ordine di tempo della city car di casa Citroen si contraddistingue, innanzitutto, per due tratti dominanti: cura del design estetico e confort ai massimi livelli per una vettura della sua categoria. Partiamo dal primo aspetto: la cura quasi maniacale del dettaglio da parte dei designers francesi consegna a questa vettura componenti stilistiche davvero ragguardevoli, cominciando da un volume compatto e da una capote, per i modelli Airscape, in tela colorata sgargiante, ma anche un profilo che, grazie al particolare design dei gruppi ottici anteriori, regala alla C1 un vero e proprio ritratto facciale con tanto di naso, bocca ed occhi. Una macchina dal look simpatico ma al tempo stesso deciso, lunga 3.46 metri e con una forte componente di personalizzazione cromatica con ben otto tinte diverse. La superficie del tettino è di 80×76 cm, apribile elettricamente nella versione Airscape, mentre il peso complessivo è stato ridotto arrivando ad una massa che non supera gli 840 kg. Passando al confort, altro punto forte come detto di questa vettura, ciò che balza immediatamente all’occhio è la grande comodità dei sedili anteriori, avvolgenti ed adatti anche per sostenere le distanze più lunghe. Buona anche la tenuta di strada, tenendo sempre conto che stiamo parlando di una city car, un aspetto che tuttavia non limita manegevolezza ed agilità. Ottimo il livello di insonorizzazione all’interno dell’abitacolo, dove più di ogni altra cosa però emerge soprattutto l’importante dose di tecnologia che la nuova C1 porta in dotazione: touch board da 7″, retrocamera per il parcheggio e, ultima ma non ultima, l’innovativa tecnologia Mirror Screen che permette con estrema facilità di collegare il proprio smartphone alla vettura ed utilizzarne in pieno tutte le funzioni. Rimanendo in tema di tecnologia, disponibile anche l’Hill Assist per le partenze in salita ed il sistema di identificazione della vettura di ultima generazione Card Deluxe. Tre gli allestimenti disponibili per la versione berlina: Live, Feel e Shine, oltre alla Shine Edition, mentre per quella Airscape è disponibile anche la Feel Edition. Da un punto di vista di motori, disponibili quattro propulsori differenti: il 1.0 VTi da 68Cv ed il 1.0 e-VTi AirDream sempre da 68 Cv, oltre al 1.0 VTi 68 Cv con cambio pilotato ETG e il 1.2 VTi da 82 Cv. Per tutti vale la stessa identica linea comune: consumi ed emissioni bassissimi, e se nel primo caso non si va sotto i 3,8 l/100km ma nemmeno oltre i 4,3 l/100km, nel secondo non si superano i 99 g/km della versione 1.2 VTi 82. Disponibile sia nella doppia variante a 3 e a 5 porte, il target di riferimento del nuovo modello di C1 è di gran lunga quello delle donne, seguito da coppie senza figli e pensionati. Debutto sul mercato previsto per il 26 giugno, i prezzi sono compresi tra i 9.950 euro della versione Live 1.0 VTi 3 porte, ai 13.450 euro della versione Shine Edition 1.2 VTi 82 sempre a 3 porte.

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Cose dell’altro mondo (o quasi)

 

di Filippo Gherardi

 

Partiamo dalla Francia, non proprio il capo opposto del mondo rispetto a noi. Il Parlamento transalpino, attraverso la commissione dell’assemblea nazionale presieduta dal socialista Jean-Paul Chanteguet, propone una legge a tutela dell’ecotassa. Un emendamento che prevede l’introduzione di una franchigia chilometrica, per i trasporti a corto raggio, abbinata all’istituzione di un fondo monetario per l’acquisto di veicoli ecologici. Un “manovra” che porterebbe (cifre stimate) nelle casse pubbliche francesi la bellezza di 800 milioni di euro l’anno e che conserverebbe, comunque vada, le già preesistenti esenzioni. Sul tavolo del dibattito politico nel corso della prossima estate, si sta valutando un periodo quadrimestrale di prova (autunno) prima di renderla effettiva a partire dal 2015. Nel frattempo il mondo, non solo quello calcistico-sportivo, nei prossimi giorni e per almeno un mese focalizzerà le sue attenzioni in Brasile, in questo caso davvero dall’altra parte del pianeta, per l’edizione 2014 della Coppa del Mondo di calcio, ed allora ecco due marchi “simbolo” dell’automobilismo occidentale lanciare altrettante vetture che riguardano, più o meno direttamente, l’imminente e futura centralità del paese della samba. La prima è la Ford che, notizie di questi giorni, coadiuvata dalla Troller Veicuols Especials fa esordire sul mercato carioca il Troller T4, SUV prodotto in Brasile ma che proprio in Brasile, in occasione della sua presentazione a Sao Paulo, ha riscosso anche sonore critiche per il prezzo, non proprio alla portata di tutti, e per un DNA che richiama le caratteristiche principali della filosofia americana (statunitense) del concetto stesso di SUV, lontana, non poco, da quella brasiliana. Il nuovo T4 avrà, tra gli altri, il compito di fronteggiare sul mercato i prodotti di casa Jeep e quindi, indirettamente, della grande famiglia Fiat, che nel frattempo e sempre in Brasile, oltre che in questi giorni, scommette sulla sua Novo Uno Rua edizione limitata. Disponibile in appena 2000 unità, colore, rifiniture e nome (Rua) certificano in pieno lo spirito brasiliano di questa utilitaria da prezzi e cilindrata contenuti, ma anche dallo spirito tipico verdeoro.

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Numeri all’italiana

 

di Filippo Gherardi

 

Arriverà il momento in cui i numeri, quelli che contano davvero, torneranno ad essere un alleato anziché un nemico. Intendiamoci, per sorridere e per considerare il peggio passato bisognerà ancora attendere un po’ di tempo, lavorare molto (chi di dovere) ed affidarsi a statistiche più definitive, ma nel frattempo giusto “accontentarsi” di valutare e riferire dati indicativi per il mercato italiano delle quattro ruote e per i suoi consumatori. All’apertura del Automotive Dealer Day di Verona il direttore generale di Quintegia, la società che studia le dinamiche della distribuzione auto, ha riconosciuto che malgrado la crisi e malgrado il fatto che il mercato stia sensibilmente cambiando i suoi confini geografici, con paesi come (nell’ordine) Cina, Brasile e Russia che rappresentano delle nuove ed emergenti frontiere, l’automobile in’Italia rimane un fattore rilevante. Merito, almeno apparentemente, di un impulso che è figlio delle continue novità tecnologiche introdotte e di un insieme di valori e servizi fino a qualche tempo fa davvero inimmaginabili. L’Italia ha chiuso il 2013 al dodicesimo posto nella classifica mondiale per numero di immatricolazioni, ma il dato che vale la pena mettere ancor più in risalto è quello delle 690 auto (e veicoli commerciali) ogni 1000 abitanti, che pone il nostro paese ben oltre la media mondiale, ferma a 170, e quella europea, che non supera le 563 unità. Gli italiani continuano ad investire sulle automobili quindi, malgrado, sempre numeri alla mano, continuino a tagliare sui consumi dei carburanti. Anche in questo caso ci si affida ai dati diffusi, e nello specifico da parte del Centro Studi Promotor. Il 2013 si era chiuso con un taglio complessivo, rispetto al periodo antecedente alla crisi economica (2007 ndr), del 20,9%, e la tendenza anche in questo primo quadrimestre del 2014 sembra essere pressoché la stessa. Un’ulteriore riduzione dell’1,8% nell’utilizzo di benzina e gasolio, che ha portato ad una diminuzione della spesa complessiva, in questo stesso periodo temporale, di 934 milioni. Gli italiani, nei primi quattro mesi del 2014, hanno fatto registrare una spesa complessiva di 19,518 miliardi, esattamente il 4,6% in meno rispetto a quella registrata nello stesso periodo di un anno fa. Per qualcuno la logica conseguenza di questi numeri, e forse anche la possibile soluzione per risollevarli, dovrebbe essere quella di ridurre la tassazione (record) dei carburanti. Staremo a vedere se anche chi dovere la penserà allo stesso modo.