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Renault Talisman: la prova

 

 

 

 

di Valerio Verdone

 

Chi l’ha detto che il segmento delle grandi berline è un affare prettamente teutonico? Anche la Renault vuole essere della partita e gioca le carte dell’eleganza, del comfort e della tecnologia con la nuova Talisman, per offrire un’alternativa a Ford Mondeo, Opel Insignia e Volkswagen Passat. Esteticamente, i designer della Casa transalpina sono stati tenuti a freno per rispettare le esigenze di una clientela conservativa, poco incline a proposte coraggiose come furono, in passato, l’Avantime e la VelSatis. Scompare persino il portellone che caratterizzava la Laguna, i volumi diventano netti, ben scanditi dal cofano spiovente, dalla fiancata importante, e dal baule dall’andamento definito. Pochi i vezzi concessi al centro stile: i fari anteriori che si prolungano verso il basso, come sulla nuova Megane, quelli posteriori uniti nella parte alta fino ad incastonare il logo della Losanga, ed un accenno di spoiler che completa la vista laterale. Per il resto, troviamo una linea di cintura alta, tesa ad enfatizzare il senso di protezione ed una calandra importante, con tanto di cromature, posizionate anche su altre zone della carrozzeria. La lunghezza è importante, 4,85 m, e questo sottolinea l’esigenza di avere tanto spazio a bordo, consolidata anche da un passo di 2,81 m. In pratica, si sta comodi sia davanti che dietro nell’abitacolo della Talisman, anche se un quinto passeggero risulta un po’ sacrificato per via della conformazione del divano. Comunque, c’è tanta libertà per le ginocchia di chi siede dietro e sopra la testa, mentre davanti ci sono anche i sedili con funzione massaggio, che consentono di scegliere ben 3 modalità, e fino a 5 livelli d’intensità. Inoltre, le stesse sedute anteriori sono sia riscaldate che refrigerate, per viaggiare sempre nel massimo del comfort. Bella la plancia, dal disegno pulito e con plastiche di pregio che incontrano finiture in pelle e in radica che si prolungano anche nei pannelli porta. La strumentazione varia in base alla modalità di guida selezionata, così come la luce che si estende lungo il cruscotto, mentre, al centro della scena troviamo il display da ben 8,7 pollici, ereditato dalla nuova Espace che racchiude il sistema d’infotainment R-Link 2, e può essere gestito alla stregua di un tablet, oppure mediante la manopola sul tunnel centrale. La sua grandezza consente di visualizzare, insieme, più elementi, come la mappa del navigatore satellitare e la radio, tanto per fare un esempio. Bisogna prenderci la mano, ma dopo pochi minuti è facile capire come funziona e gestire ogni parametro della vettura rapidamente. Ebbene, lo schermo consente anche di scegliere la modalità di guida in base alle esigenze del guidatore, come abbiamo potuto constatare durante il nostro test. Così, a seconda della voce prescelta, la Talisman diventa morbida ed ovattata, oppure più incisiva nel guidato e rapida nelle cambiate. Dopo tutto, con il 1.6 TCe da 200 CV a benzina sotto il cofano, si possono fare tante cose, anche per via delle 4 ruote sterzanti che incrementano l’agilità tra le curve. Il sistema 4Control, grazie alle ruote posteriori che girano in controfase di 3,5 gradi (fino ad una velocità di 80 km/h in modalità Sport) e poi in fase, di 1 grado, quando si viaggia su ritmi più elevati, rappresenta un grande aiuto sia tra i tornanti che sui lunghi curvoni autostradali. Insomma, la Talisman funziona, sempre, sia per i viaggi importanti che per i percorsi extraurbani, dove dichiara, con questa motorizzazione, un consumo pari a 5,6l/100 km. Certo, tutto dipende da come si sfrutta il piccolo e potente 4 cilindri sovralimentato, che sposta agevolmente la massa della vettura grazie ad una coppia di 260 Nm disponibile a partire da 2.500 giri. La guida inoltre, è resa più semplice dal cambio automatico a doppia frizione EDC a 7 rapporti, anche se le palette dietro il volante non avrebbero guastato per renderla ancora più incisiva in modalità manuale. Comunque, l’ideale è utilizzare la Talisman in maniera sciolta, approfittando del suo grande equilibrio generale ed assecondando una trasmissione che si distende in maniera fluida e non troppo aggressiva. Dal punto di vista della sicurezza non mancano tutti i dispositivi di ultima generazione: dal sistema che rileva la presenza di veicoli nell’angolo cieco dei retrovisori, fino al cruise control adattivo, passando per l’ausilio alla frenata d’emergenza e l’avviso del superamento involontario della linea che delimita la carreggiata. Il prezzo dell’esemplare provato, nell’allestimento Intens, 42.500 euro, risulta decisamente importante, anche se giustificato dai contenuti dell’auto in questione, come il sistema multimediale R-Link 2, la retrocamera, l’head-up display e persino gli interni in pelle, tanto per citarne alcuni.

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Renault Kadjar: la prova

 

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Con una linea intrigante, degli interni ben progettati e dei motori prestanti ed economici, la Renault Kadjar ha permesso al marchio francese di entrare prepotentemente nel segmento dei crossover, settore in continua crescita ormai da qualche anno. Oggetto della nostra prova, la Kadjar ha dimostrato di sapersi comportare nel migliore dei modi sulle strade romane e sui tratti dissestati e offroad nei dintorni della Capitale. Nata sulla medesima piattaforma della Nissan Qasqhqai, e allo stesso tempo sua competitor, ad un primo impatto visivo la Kadjar mostra nettamente i tratti distintivi di una Renault: frontale scolpito con marchio della Losanga incastrato nella calandra, fiancate allargate con effetto a tendina ed un originale forma del portellone per conferirle maggiore personalità. Gli allestimenti disponibili sono quattro: Life, Zen e i top di gamma Intense e Bose, con prezzi che vanno dai 22.500 euro fino ai 31.950 euro; abbiamo avuto il piacere di provare il Bose, riconoscibile esteticamente per i cerchi in lega diamantati da 19”, le calotte dei retrovisori Noir Brillant, la firma “Bose” su parafanghi e soglie delle porte ed infine proiettori full LED. Questi ultimi, oltre a garantire un fascio luminoso più potente del 20% rispetto ad un proiettore alogeno, si adattano alla presenza di altri veicoli e dispongono della funzione di adattemento in curva per dare una maggiore visibilità laterale. Gli interni, sempre in stile Renault, appaiono subito eleganti e contemporaneamente sportivi come gli esterni: i materiali sono di buona qualità e le cromature sulle bocchette dell’aria condizionata, sulla plancia e sul cambio mettono in risalto i dettagli. La posizione di guida è rialzata per favorire la visuale del guidatore, i sedili sono avvolgenti e in pelle (optional), così come il volante, sportivo ed ergonomico, è in speciale pelle nappa (solo per l’allestimento Bose). L’abitacolo è reso ancor più luminoso dall’ampio tetto panoramico in vetro fisso(1,4 m²di superficie) e per l’acustica non si poteva chiedere di meglio: impianto Bose (ovviamente) composto da 8 altoparlanti che trasmettono un suono pulito e realistico. Alla spaziosità dell’abitacolo fa eco la grande capacità del bagagliaio che con i suoi 527 litri risulta tra i migliori in circolazione, e grazie al sistema Easy Break si possono sbloccare e ribaltare molto facilmente i sedili posteriori per guadagnare ancora più spazio, con l’ulteriore possibilità di abbattere il sedile del passeggero anteriore per portare oggetti lunghi fino a 2,5 metri. Per gestire tutte le informazioni del veicolo, le componenti multimediali e la navigazione c’è l’innovativo e funzionale sistema R-Link2 dotato di un ampio schermo touch da 7 pollici, e possono essere create fino a sei home page personalizzate per accedere semplicemente attraverso un tocco alle impostazioni da noi preferite. Rimanendo in tema tecnologia ma passando al lato sicurezza e sistemi di assistenza alla guida, la Kadjar mette a disposizione l’Active Emergency Breaking System, il Vision System che avvisa in caso di superamento della linea di carreggiata, il Sensore Angolo Morto necessario a causa del montante che copre parzialmente la visuale, ed infine l’Easy Park Assist: il sistema valuta lo spazio e definisce la traiettoria grazie al monitoraggio perimetrale fino a prendere interamente il comando dello sterzo durante la manovra di parcheggio, molto utile per una vettura lunga 4,45 metri e con un lunotto posteriore troppo ristretto. I motori di accesso sono il 1.2 a benzina e il 1.5 a gasolio, entrambi da 110 cavalli, mentre nel nostro caso avevamo il più potente 1.6 diesel da 130 cavalli. A quest’ultimo può essere abbinato anche il cambio automatico EDC a 6 rapporti ma soprattutto è l’unico che può avere la trazione integrale All Mode 4×4-i, grazie al quale sono disponibili tre diverse modalità di trazione selezionabili attraverso una manopola posta accanto al cambio. In modalità 2WD la trazione è completamente anteriore per favorire i consumi, nella modalità AUTO la coppia viene trasmessa del tutto alle ruote anteriori ma in caso di perdita di aderenza la trazione viene ripartita anche sulle ruote posteriori fino al 50%; infine, in modalità Lock c’è una ripartizione 50/50 tra i due assi che migliora l’aderenza su terreni fangosi, sabbiosi o sulla neve. Specifici studi nella galleria del vento hanno portato a miglioramenti nell’aerodinamica e in particolar modo nei consumi, il motore si comporta bene in fase di ripresa ma non si può dire lo stesso per quella di accelerazione; sui tratti off-road la Kadjar risponde in modo adeguato ma la scelta dei cerchi di 19” pollici è stata forse azzardata: le imperfezioni dell’asfalto, i dossi, e le buche sullo sterrato si sentono in maniera troppo accentuata nonostante l’azione delle sospensioni. In conclusione, la Renault Kadjar risulta una crossover dall’aspetto imponente, tecnologica, agile nel traffico e molto silenziosa, ma girando la medaglia troviamo qualche pecca come la poca visibilità laterale e posteriore e non una grande efficacia nei tratti fuoristrada.

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Peugeot 308 GTi: la prova

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Peugeot e sport, un binomio ottimamente assortito non solo per quanto fatto vedere spesso in pista dalla casa del Leone ma anche per ciò che riguarda i veicoli messi in commercio. Dopo la 208 GTi, la linea caratterizzata dal logo sportivo si è estesa alla 308 e la protagonista della nostra ultima prova è stata proprio la nuova berlina compatta in allestimento GTi. Peugeot ha quindi affidato la creazione di questo modello agli ingegneri di Peugot Sport, persone dalla grande esperienza sui circuiti di tutto il mondo che potessero trasmettere la propria passione ai veri amanti della guida sportiva. Disponibile in due potenti versioni, da 250 e 272 cv, essenzialmente è ciò che non si vede che caratterizza la 308 Gti, perché esteticamente è rimasta praticamente identica ad una “normale” 308 ma con alcuni dettagli nuovi, come le sottili minigonne sotto le porte, le griglie specifiche sul frontale con prese d’aria ai lati del paraurti e il diffusore aerodinamico inserito nel paraurti posteriore. Per renderla più sportiva è stato abbassato l’assetto di 11 millimetri e le carreggiate sono state allargate (157 cm davanti e 155 dietro), in esclusiva per la 272 cv ci sono poi le pinze dei freni antoriori rosse e la speciale colorazione “coupe franche”, la stessa usata per il concept che unisce il nuovo colore rosso Ultimate al nero Perla Nera. Rimasta elegante nelle forme, sulla 308 Gti vengono proposti due differenti cerchi in lega: da 18” diamantati per la 250 cv e da 19” in carbone per la 272 cv, con la gommatura Michelin Super Sport in abbinamento a questi ultimi. Anche gli interni risultano eleganti ma al contempo sportivi, a partire dal sedile “a petalo” in pelle e alcantara firmato Peugot Sport, il quale offre un ottimo contenimento laterale dando al pilota la sensazione di essere parte integrante della vettura. Il volante è ridotto, 351 x 329 mm, e in pelle pieno fiore per dare una presa sicura, ma soprattutto risulta molto preciso e sensibile tanto che sulla sommità è presente un punto di centraggio rosso per aiutare nel calcolo delle traiettorie. Nel Peugeot i-Cockpit, dove cockpit sta per abitacolo e i per innovation, spicca la quasi totale assenza di pulsanti: tutte le funzioni, dai servizi di bordo alla radio, dal climatizzatore al navigatore fino alla connessione Bluetooth per interfacciarsi con il proprio smartphone, sono gestibili attraverso il grande schermo touch da 7”. Ad aumentare sicurezza e confort ci sono tre Pack speciali: il Pack Monitoring permette di avere un’agenda virtuale della manutenzione, il Pack Mapping di localizzare la vettura per ritrovare il parcheggio e il Pack Tracking avvisa le forze dell’ordine localizzando il veicolo in caso di furto. Come sottolineato, il 1.6L THP S&S viene proposto in due livelli, il nostro test si è svolto sulla versione più potente, ossia quella da 272 cavalli che si è dimostrata ovviamente molto veloce (da 0 a 100 km/h in soli 6 secondi) ma non sregolata e capace di fornire un grande piacere di guida. Il differenziale a slittamento limitato Torsen migliora la dinamica dell’auto in curva trasferendo la coppia sulla ruota con maggiore aderenza, in modo che si possa ridare gas in anticipo durante l’uscita dalla curva. Premendo il tasto Sport, uno dei pochi presenti sulla consolle, il colore della strumentazione cambia da bianco a rosso e sul display centrale si possono visualizzare informazioni supplementari come la potenza, la coppia, la pressione di sovralimentazione e l’accelerazione laterale e longitudinale. In modalità sportiva, oltre ad avere una maggiore risposta dell’acceleratore, il rombo del motore è reso più aggressivo in maniera artificiale ed è udibile solamente all’interno del silenzioso abitacolo. Nonostante sia molto sportiva, la 308 Gti risulta adatta anche all’utilizzo quotidiano in tratti urbani, compreso per quanto riguarda i consumi che la casa dichiara pari a 6,0 l/100km con emissioni limitate di CO2 (139g/km). Già presente sul mercato italiano, per acquistare la 308 Gti nella versione da 250 cv sono necessari 32.650 euro mentre per quella da 272 cavalli la spesa è 35.150 euro.

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Lexus NX Hybrid: la prova

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Nonostante sia facile e venga quasi spontaneo affiancare la parola lusso al nome Lexus, possiamo tranquillamente dire che non c’è solo quello nella nuova NX del marchio premium Toyota, c’è anche una tecnologia ibrida e soprattutto uno stile fuori dagli schemi. Quando nel 2013 al Salone di Francoforte fu presentato il concept LF-NX che anticipava la messa in produzione del veicolo oggetto della nostra prova, qualcuno storse la bocca davanti al suo aspetto estetico, ma dopo qualche modifica al look la NX ci è apparsa come un SUV medio decisamente originale ed intrigante, caratterizzato da linee taglienti e muscolosi passaruota. La sua personalità unica è resa ancor più aggressiva dall’allestimento messo a nostra disposizione, l’F-Sport, che si distingue per dotazioni dall’Executive e dal Luxury e si fa riconoscere dalla mascherina a nido d’ape sull’anteriore. Pronta a competere con rivali del calibro di Audi Q5 e BMW X3, il suo design tutt’altro che convenzionale è arricchito da cerchi in lega da 18 pollici, da luci diurne, indicatori direzionali, posteriori e degli stop tutte a LED, lavafari, vetri posteriori oscurati, portellone elettrico, specchietti retrovisori regolabili elettronicamente in nero opaco e per finire loghi laterali F-Sport. Se questo è solo ciò che sta fuori, entrando nell’abitacolo sembra di trovarsi in casa propria per quanti confort vengono offerti. La sensazione di lusso viene immediatamente data dai materiali e dagli assemblaggi scelti per la plancia, al centro della quale troviamo un elegante orologio analogico con illuminazione bianca a LED. Il volante, in pelle F-Sport, è regolabile elettricamente e propone le palette del cambio oltre ai comandi per audio, display e telefono; così come il volante, anche il cambio è rivestito con lo stesso tipo di pelle traforata, e solamente in questo allestimento si trovano gli sportivi pedali ed il battitacco in alluminio. Anche i sedili anteriori sono regolabili elettricamente in otto diverse posizioni, sono riscadabili e per il solo sedile del guidatore c’è anche il supporto lombare per render ancor più comoda la posizione di guida. Con lo schermo da 8” del Lexus Media Display è possibile visualizzare e gestire il sistema di navigazione, la telecamera posteriore e le informazioni generali del veicolo, mentre poco sotto troviamo il climatizzatore bizona. I passeggeri possono godersi il paesaggio a 360° grazie al tetto panoramico a vetro, e se tutto questo non bastasse ci sono le luci per l’ambiente interno che sono a LED e si accendono a sfioramento, e ancora all’interno del bracciolo sono presenti uno Smartphone Wireless Charger ed uno specchietto estraibile. Lo spazio sicuramente non manca, sono stati dichiarati 555 litri di capacità, anche se viene leggermente penalizzato dal pacco batterie posto sotto al divanetto, mentre il bagagliaio risulta ampio, spazioso e facilmente accessibile grazie all’aperura elettrica del portellone. La nostra prova è piacevolmente proseguita viaggiando a bordo della Lexus NX spinta dalla motorizzazione ibrida 2.5, l’unica disponibile in Italia per precisa scelta della casa giapponese visto che in altri mercati è possibile avere anche un motore 2.0 a benzina aspirato o tubo. Al propulsore benzina si aggiungono due unità elettriche, una all’anteriore ed una al posteriore; tutte e tre insieme generano una potenza totale di 197 cavalli e portano a consumi che mai erano stati fatti registrare su un veicolo di queste dimensioni, pari a 20 km con un litro nel tratto cittadino e 15,7 nella percorrenza media, con numeri leggermente più modesti nei tratti autostradali (11 km/l). Il motore ibrido garantisce grande silenziosità in partenza e lavora di continuo per ridurre i consumi, ricaricando le batterie sia in fase di frenata che di rilascio che a basse velocità. Forse non proprio tra le migliori su tratti fuori strada a causa di sospesioni forse troppo rigide, la NX si comporta egregiamente all’interno del traffico della città, un’agilità discreta supportata dal cambio automatico ETC. Bene anche nella sicurezza con ABS, sistema di assistenza alla frenata e controllo elettronico della stabilità. Magari il prezzo della NX nell’allestimento F-Sport non è proprio per tutte le tasche perché parte da 53.300 euro, ma è un costo che viene di certo compensato da tutte le qualità di questo SUV.

Renault Clio Sporter 2

Clio Duel 2: la prova

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Nata nel 2012 dando vita ad un nuovo corso per il design Renault, Clio è una vettura apprezzabile per lo stile, per i contenuti tecnologici e per le personalizzazioni, elementi che l’hanno fatta diventare la straniera più venduta nel nostro paese con quasi 110.000 immatricolazioni solo dopo il lancio della nuova generazione. Da ottobre ha acquisito tratti ancor più distintivi con l’introduzione della Duel Collection, la prima collezione fashion di serie limitate che tanto nel nome quanto nei contenuti esprime la duplice anima della gamma; questa versione creata esclusivamente per l’Italia, per rimanere a stretto contatto con il mondo della moda è stata infatti lanciata sul mercato con un progetto realizzato in collaborazione con la School of Fashion dell’Istituto Marangoni. Nata sulla base dell’allestimento top di gamma Zen, Clio Duel e Duel 2 risultano ancor più ricche e complete nell’equipaggiamento, e sono disponibili sia nelle versioni berlina che Sporter, la prima caratterizzata da forme sensuale e uno stile chic, la seconda da linee decise ed un animo dinamico. Nel nostro caso, abbiamo provato l’alto di gamma della collezione, la Duel 2 con carrozzeria Sporter, che fornisce una dotazione completa e confortevole. Rispetto ad una Duel “normale” (che già di suo fornisce parking cam, fendinebbia, volante in pelle, profili e dettagli esterni cromati), la Duel 2 ha in aggiunta tra i suoi equipaggiamenti di serie i cerchi in lega 17” diamantati Black, i privacy glass, la soglia della porta e del portellone posteriore Renault (questa solo nella versione Sporter); oltre al nero Etoilè che colorava il modello da noi testato, sono disponibili altre quattro tinte per gli esterni: marrone Wengè, grigio Cassiopea, grigio platino e bianco avorio. Sempre esternamente, la Duel 2 è facilmente riconoscibile per le personalizzazioni Diamond, un motivo ispirato alle forme geometriche e alla brillantezza della preziosa pietra, che si trovano sui retrovisori esterni, su profili e modanature interne delle portiere e sugli aereatori; inoltre, e solo a richiesta, la personalizzazione Diamond è anche disponibile sulla carrozzeria berlina per il tetto con Stripping. Nonostante la Sporter sia più lunga di 20 centimetri rispetto ad una tradizionale Clio, rimane comunque accattivante nella linea, mentre per quanto riguarda il passo e l’abitabilità tutto è rimasto invariato, con qualche centimetro di spazio guadagnato per la testa. A livello di capacità, invece, la coda più lunga ha fatto crescere il baule di 58 litri (358 contro i precedenti 300), ai quali se ne possono aggiungere 85 del doppio fondo, con il vano che può essere ulteriormente ampliato abbattendo gli schienali dei sedili posteriori e anche quello del passeggero in caso di oggetti molto lunghi. Per ciò che riguarda la dotazione interna, sono da citare le sellerie in pelle riscaldabili, il climatizzatuore automatico, il pomello del cambio in alluminio, l’accensione automatica dei fari, i sensori per la pioggia e il sistema R-Link Evolution DAB con cartografia Italia. Maneggevole e sicura in curva, questa familiare compatta garantisce una guida piacevole anche grazie alle sospensioni non cedevoli e molto efficaci su terreni sconnessi, e nonostante la lunghezza totale di 427 centimetri non dà alcuna difficoltà nei tratti urbani, merito della buona risposta di sterzo e freni. La Clio Duel 2 da noi provata montava sotto al cofano un motore diesel 1.5 da 90 cavalli, in grado di spingerla fino a 180 km/h, supportato dal cambio automatico a sei rapporti EDC che come ormai si sa è disponibile su tutta la gamma Renault; in alternativa è possibile avere i benzina 0.9 TCE nelle potenze di 90 e 120 cavalli, tutti Euro 6 così come lo è anche il diesel di cui sopra. Nel nostro caso è stato testato un modello che dal concessionario ha un valore di 23.000 euro, ma i prezzi di partenza per la Clio Duel 2 sono di 17.900 euro per la berlina e di 18.400 euro per la Sporter.

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Renault Captur Iconic: la prova

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

L’aria è più fredda, le foglie cadono, siamo ormai in pieno autunno. E’ proprio questo il tema che dominerà il nostro racconto della nuova Renault Captur Iconic. Nata nel 2013 come primo SUV della casa transalpina, la gamma Captur si è ora ampliata (precisamente dallo scorso 24 ottobre) con la serie in edizione limitata Iconic da noi provata. E’ una vettura che fa dell’esclusività il suo modo di essere, la ritroviamo nei dettagli esterni ed interni e nei tanti particolari raffinati ed eleganti pensati per una clientela che vuole stare sempre al passo con i tempi e vivere in maniera moderna e tecnologica. Ricollegandoci all’autunno, guardando la Captur Iconic salta subito all’occhio l’inedita tinta marrone/caramello che richiama i colori della stagione sopra citata, una colorazione disponibile solamente per questa versione con l’obbligo per il cliente di sceglierla per la carrozzeria o per il tetto; a questa si potranno accostare sei diverse colorazioni che andranno a comporre gli abbinamenti Be-Style; rimanendo in tema cromatico, ritroviamo lo stesso marrone/caramello nel disegno degli esclusivi cerchi in lega da 17” pollici diamantati. Sempre in esclusiva per l’Iconic, troviamo esternamente i badge Iconic vicino agli specchietti retrovisori, i privacy glass e i sensori di parcheggio ma l’unicità di questo allestimento, come ben si nota, prosegue negli interni. Nell’abitacolo autunnale spicca ancora la colorazione marrone sulle bocchette d’areazione, sul bracciolo centrale e sui pannelli per la plancia e per le portiere; debuttano su Captur gli interni in pelle, ovviamente sempre dello stesso colore, e di questo materiale sono ricoperti il volante ed i comodi sedili riscadabili impreziositi dall’Alcantara. A completare la dotazione ci sono poi la pedaliera e il pomello del cambio in alluminio, il sistema Easy Access II che permette di entrare nel veicolo e di accenderlo senza chiave, i sensori di parcheggio con telecamera posteriore ed infine l’intuitivo sistema multimediale R-Link Evolution con schermo touch da 7”, grazie al quale è possibile controllare la radio, la connettività e il navigatore con cartografia europea. L’unica cosa che sembra non essere una novità è il motore: un diesel 1.5 DCI nelle potenze di 90 e 110 Cv già utilizzato da altre case automobilistiche. Il propulsore, il solo disponibile, perde forse qualcosa nell’accelerazione (da 0 a 100 in 10,3 secondi) ma offre tuttavia consumi ridotti come i 27 km/l nel ciclo misto dichiarati dalla casa; il risparmio nei consumi è supportato dalla fascia luminosa ECO che appare sul quadrante così come dagli indicatori di cambiata. L’ottima manovrabilità della Captur Iconic e la silenziosità interna sono completati dalla buonissima risposta del cambio manuale a 6 marce da noi provato, con la possibilità di sostituire quest’ultimo con il tipico automatico doppia frizione EDC presente ormai su tutte le Renault. Per chi fosse stato convinto dalle esclusive, molteplici, dotazioni della Renault Captur Iconic, il prezzo parte da 22.600 euro e arriva ai 24.200 della versione con il cambio automatico, ma essendo un’edizione limitata bisognerà affrettarsi perché la troveremo nelle concessionarie solo fino alla prossima estate.

Ph Roberto Piccinini

Nuova Twingo Lovely: la prova

 

di Federico Gianandrea de Angelis

 

Sarà lanciata al pubblico il prossimo 14 novembre la nuova Twingo Lovely, ma noi abbiamo avuto il piacere di provarla la scorsa settimana, su invito di Renault, per le strade di Bologna e dei suoi famosi colli. Stiamo parlando di una versione che verrà prodotta in serie limitata non nel numero ma nel tempo (sarà infatti sul mercato per un anno), pensata in maniera specifica per le donne visto che il 55% dei clienti che hanno acquistato Twingo appartengono al gentil sesso. Il suo look femminile è evidente già nelle colorazioni, le nuove tinte Ultraviolet e Cosmic Grey si vanno ad aggiungere al Bianco Dreams e al Nero Etoilè già disponibili su Twingo, ma oltre ai colori della carrozzeria il design esterno è caratterizzato dal badge Lovely, dai cerchi in lega da 16” Diamantati Ultraviolet, dai vetri oscurati nel posteriore e soprattutto dallo stripping laterale specifico Lovely. Anche all’interno, forse non troppo curato nei dettagli, troviamo una predominanza della colorazione Ultraviolet a far da contorno alle sellerie in misto pelle e tessuto, mentre per quanto riguarda gli equipaggiamenti, oltre al climatizzatore automatico, al cruise control e al volante di pelle che troviamo di serie, abbiamo potuto provare il sistema R&Go: un’applicazione che permette di utilizzare il proprio smartphone come interfaccia per consultare le informazioni del computer di bordo, ma soprattutto dotata di sistema di navigazione GPS integrato, anche se a dir la verità quest’ultimo avrebbe bisogno di qualche miglioria per ciò che riguarda la precisione del segnale. La vera novità però è un’altra: il nuovo cambio automatico EDC (Efficent Dual Clutch) a doppia frizione a 6 rapporti disponibile con la motorizzazione TCe da 90 cv; insieme garantiscono una grande reattività su strada, un ottimo confort di guida e dei consumi abbastanza contenuti (4,8 l/100km nel ciclo misto). Per le vie del centro di Bologna la Twingo Lovely si è in effetti comportata da perfetta city car, scattante e agile grazie al miglior raggio di sterzata della categoria (4,3 m), e motore e cambio hanno dato una buona prova d’efficacia anche per le tortuose curve che si trovano nelle zone circostanti al capoluogo emiliano. Nonostante sia una vettura creata per ambienti cittadini, e quindi con dimensioni contenute per facilitare i parcheggi, la sua abitabilità non ne risente minimamente e anche sui sedili posteriori si sta molto comodi, questo per merito dello spazio per le ginocchia di 13,6 cm, anche qui migliore della categoria. Disponibile in tre diversi allestimenti, Zen, Intense e Life, la versione base della nuova Twingo Lovely con motore SCe da 69 cv parte da 13.350 euro, mentre per averla con il TCe da 90 cv abbinato al cambio EDC il prezzo di partenza è di 14.750 euro.

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Peugeot 308 GT SW: la prova

 

di Maurizio Elviretti

 

L’avevamo vista in anteprima al Salone di Ginevra, e in questi giorni abbiamo avuto l’occasione ed il piacere di provarla. Stiamo parlando della Peugeot 308 GT station wagon. E’ il lato più selvaggio della gamma? No, non ancora. In attesa della GTI con il motore della RCZ, incominciamo a familiarizzare con questa 1.6 turbocompressa da 205 cavalli che già ci riserva delle piacevoli sorprese e che ribadisce il nuovo savoir faire della Casa in termini di design, allestimento e cura del dettaglio. Una bella scoperta che abbiamo guidato sulle strade della campagna romana. Con il lancio della nuova 308 a fine 2013 Peugeot ha inaugurato quel nuovo linguaggio stilistico (anticipato dalla 208 e 508) che le sta consentendo di recitare con più decisione nell’ultra competitivo segmento C come valida alternativa alle quotate Volkswagen Golf, Ford Focus e Seat Leon. E i risultati sembrano confermarne il ruolo visto che, a livello europeo sono 208.000 le 308 vendute di cui 59.000 SW e il 50% negli allestimenti più ricchi Allure e Feline. A primo impatto si fa notare subito questa colorazione sportiva, ma allo stesso tempo elegante, denominata Blu Magnetic, direttamente ispirato ai modelli da corsa francesi degli anni ’50 e ’60. I dettagli esterni sono in linea con lo spirito più dinamico e avvincente di questa configurazione. Soprattutto nella berlina, la versione su cui ci siamo concentrati di più, i collegamenti al suolo abbassati di 7 mm all’anteriore e 10 al posteriore e i cerchi da 18″ con pneumatici Michelin Pilot Sport 3 da 225/40 R18 ne esaltano la postura. Sono diverse le caratteristiche uniche, sia esterne che interne, che rendono unica questa versione: lo status speciale di questa GT è immediatamente percepibile dalla nuova griglia anteriore a tre lame che ospita al centro il logo del marchio, altrimenti collocato sul cofano, proprio al di sopra di questa. Altri indizi sono i fari full led offerti, nelle versioni più accessoriate, solo come optional e gli indicatori di direzione che dispongono di un funzionamento sequenziale esclusivo, dall’interno verso l’esterno. Il posteriore è piacevole con un diffusore nero opaco che occupa la parte inferiore e che ospita alle estremità l’uscita dei due scarichi. Anche a bordo le GT si fanno riconoscere subito, si nota subito il volante piccolo e sportivo, tagliato nella parte inferiore, che ahimè ha sempre il difetto di nascondere in parte la strumentazione, mentre l’abitacolo punta forte sui toni scuri, incluso il vetro del bellissimi tetto panoramico, oltre che dei rivestimenti, di serie in TEP e alcantara, opzionalmente in pelle nappa. Le cuciture a contrasto rosse donano un ulteriore tocco di carattere, come i tappetini dedicati, anch’essi con un tocco di rosso per la scritta GT. L’alluminio per la pedaliera ed il battitacco sulle soglie delle porte completano l’allestimento in chiave sportiva. Avviando il motore si nota un’altra novità la strumentazione specifica, con fondo a scacchi. Strumentazione che cambia faccia premendo il tasto Sport, visualizzando la potenza e la coppia erogate istantaneamente, oltre alla pressione di sovralimentazione, all’accelerazione longitudinale e trasversale. Il medesimo tasto in realtà agisce su numerosi parametri della vettura. Il Driver Sport Pack regala infatti una esperienza di guida sportiva che va oltre le nostre aspettative, soprattutto dal punto di vista del sound. Le motorizzazioni, entrambe Euro 6, sono abbinate infatti ad un sistema in grado di cambiarne la voce, la sonorità è amplificata e diventa sportiva grazie all’impianto Hi-Fi che colloquia con la centralina del motore.

 

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Renault Clio Sporter: la prova

 

di Filippo Gherardi

 

Misure e capacità di carico sono quelle tipiche di una station wagon, profilo e dinamismo (soprattutto alla guida) richiamano al contrario vetture ben più piccole e sportive. Renault Clio Sporter, la station che non sembra una station, è stata in prova nelle ultime settimane presso la nostra redazione ed abbiamo avuto modo di conoscerne, su strada, pregi e difetti. Di una station, come detto, la Clio Sporter ha soprattutto la lunghezza di 4,268 metri complessivi, ma anche una capacità di carico del bagagliaio che parte da 450 litri ed arriva, reclinando la fila di sedili posteriori, ad un massimo di 138 litri, oltre ad un’abitabilità perfetta per cinque persone ed una comodità interna in linea con quelli che sono i parametri del segmento di riferimento. Per il resto, vedendola dall’esterno non possono passare inosservati alcuni elementi estetici che riprendono lo stile brillante dell’ultima generazione della Clio standard. Frontale aggressivo, con fari al LED incastonati nel muso, fiancate pronunciate ad arricchite da minigonne laterali che consegnano anche un contrasto cromatico con il resto nella carrozzeria. Un esempio? Il modello provato dalla nostra redazione abbinava minigonne nere con una colorazione grigio cassiopea, combinazione elegante e ben riuscita. Anche la forma della coda posteriore rimane dinamica, compatta e al tempo stesso originale. Un ulteriore tocco di originalità arriva dalle barre in alluminio presenti sul tetto. Da un punto di vista tecnica, la versione che abbiamo provato montava un motore diesel Energy 1.5 da 90 CV, con S&S di serie ed abbinato a cambio manuale a 5 marce. Agile, maneggevole e pratica, la Renault Clio Sporter sembra nata per i contesti cittadini, una vettura ideale per le famiglie ma che non rinnega anche piacevoli sensazioni al volante. Non mancano i vani portaoggetti, comodi soprattutto per le lunghe distanze, così come la dotazione tecnica di serie che prevede controllo elettronico della stabilità con antislittamento, limitatore/regolatore di velocità, assistenza per le partenze in salita e servosterzo elettrica ad assistenza variabile. Immancabile, naturalmente, anche il tablet con schermo touch al centro della plancia e dotato di sistema multimediale R-Link. La vettura che abbiamo provato era accessoriata anche di Premium pack plus e quindi di climatizzatore automatico, Parking Radar, accensione automatica dei fari e sensori pioggia, retrovisori esterni ripiegabili elttricamente ed alzacristalli posteriori elettrici. Ulteriori elementi di comodità per una vettura dai consumi contenuti (come si addice ad una familiare) e disponibile ad un prezzo di partenza di 19.540 euro.

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Renault Scenic XMod: la prova

 

di Filippo Gherardi

 

Una monovolume pratica, versatile, con grande capacità di carico ma che non disdegna connotati estetici all’avanguardia? Riassunto in un’unica vettura: Renault Scenic XMod. Abbiamo provato nelle ultime settimane la versione Limited, e questi sono gli aspetti più importanti che abbiamo deciso di segnare sul nostro taccuino. Carrozzeria color bianco ghiaccio dalle forme lineari ma tutto sommato elegante, specchietti retrovisori ripiegabili color nero, gruppi ottici dalle dimensioni generose sia per quel che concerne l’anteriore che il posteriore e cerchi da in lega 16″. Il profilo è quello tipico di una vettura con assetto turistico, che lascia poco spazio a sportività e dinamismo ma concede tanto alla comodità rendendola adattissima per viaggi a lunga distanza. Il vero punto di forza rimane, però, lo spazio interno. Abitabilità assoluta anche per cinque persone ed un bagagliaio che parte da una capacità di carico di 437 litri ed arriva fino ad un massimo di 1837 litri (!!), merito di sedili posteriori scorrevoli e removibili. Le dimensioni della Scenic XMod non sono quelle di una classica city car ovviamente, l’assenza di una retrocamera non facilita le manovre ma i sensori di parcheggio, sommati ad uno sterzo alleggerito, diventano più che validi alleati. Sotto il cofano la versione che abbiamo provato presentava un motore turbodiesel 1.5 di cilindrata e 110 CV di potenza, con S&S ed abbinato ad un cambio manuale a sei rapporti. I consumi, trattandosi essenzialmente di una familiare, sono contenuti e dichiarati sui 24,4 km/l, le prestazioni registrano una velocità massima di 180 km/h ed un’accelerazione da 0 a 100 in 12.5 secondi. Non manca il piacere di guida, con un motore silenzioso e sospensioni soffici che rispondono bene anche a differenti condizioni di asfalto. Da un punto di vista tecnologico, nella parte superiore della plancia troviamo due interfaccia digitali, il primo (partendo dal posto guida) di forma rettangolare è di fatto l’autentico quadro strumenti della vettura, con informazioni di natura tecnica ma anche integrazioni, gestibili attraverso comandi manuali presenti nel cuore della plancia, come radio e telefono, il secondo, subito accanto e di forma quadrata, è destinato alla navigazione (che nella versione Limited che abbiamo provato dispone del pack Europa) ed è gestibile tramite un piccolo joystick collocato nel tunnel centrale e comodamente a portata di mano sia dalla seduta del conducente che del passeggero anteriore. A proposito di tunnel centrale, quello della Renaul Scenic XMod è scorrevole e si regola a seconda di quella che è la posizione di guida. Un’ulteriore comodità in una macchina davvero pratica e versatile e che tra le altre dispone, anche, di autoradio con CD/Mp3, cruise control e climatizzatore automatico bizona. Il prezzo della versione Limited provata dalla nostra redazione è di 24.800.