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WDW: una storia rosso fuoco

 

di Filippo Gherardi

 

Il nostro speciale “TIM-Ducati, Binomio Italiano” ci ha consegnato in questi mesi tante immagini ed interviste in esclusiva, lasciandoci istantanee di un mondo legato a filo doppio con la storia dei motori e, più in generale, con quella italiana dell’ultimo secolo. Ma come succede per ogni storia che si rispetti, il capitolo più bello, incredibile ed affascinante rimane sicuramente l’ultimo. Per quel che ci riguarda, e per quel che riguarda la nostra storia, l’ultimo capitolo ha avuto un nome ed una sigla ben precisa: WDW, o semplicemente World Ducati Weekend. Prendete migliaia di moto e radunatele all’interno di un autodromo, dopodiché colorate un buon 80 per cento di quello che vi circonda, moto comprese naturalmente, di rosso ed eccovi serviti uno spettacolo unico, uno spettacolo che solo Ducati, solo la Romagna e solo l’autodromo di Misano Adriatico, con tanto di gigantografia di Marco Simoncelli a dominare dall’alto, riescono a consegnarti. Piloti. Dirigenti. Tifosi. L’universo Ducati si è mostrato in tutta la sua completezza dinnanzi ai nostri occhi, e lo speciale riportato all’interno di questa stessa rivista (da pag 14 a pag 17 ndr) ne riesce solo in parte a raccontare l’essenza. Esibizioni. Test Drive. Eventi. Un lunapark delle due ruote, un percorso attraverso passioni e racconti, ritratto sui volti e sulle carene di chi, tanti, in rumorosissima fila indiana transitava a turno sotto l’enorme porta gonfiabile che immetteva all’interno del circuito di Misano e che rappresentava, di conseguenza, una rampa d’accesso diretta al WDW 2014. Una carrellata di marchi, Ducati in primis ma anche Audi, Lamborghini e poi, naturalmente, TIM. Sì, perché se Professione Motori ha avuto l’opportunità di conoscere il mondo dei ducatisti, la loro passione infinita, lo dobbiamo innanzitutto a TIM che in questi mesi ci ha permesso di raccontare la sua personalissima prospettiva di un legame che dura da dieci anni e che in questi stessi dieci anni ha vissuto e soggiornato nella mente e nei ricordi di tante persone che in un modo o nell’altro, ed ognuno nella maniera che gli veniva meglio, hanno saputo fornire un proprio e personalissimo contributo a questo vincente Binomio Italiano. Il nostro speciale si chiude con il WDW, ma forse proprio da quest’ultimo riparte, anche nel nostro caso, verso nuovi orizzonti futuri, catturati come siamo stati da una passione che racconta una storia tutta italiana e che, in fin dei conti, è anche quella di ognuno di noi.

Top Foto, Cristiano Habetswallner ai nostri microfoni

“Vi racconto il mio Binomio Italiano”

 

a cura di Filippo Gherardi e Delfina Maria D’Ambrosio

 

All’interno del nostro speciale “TIM-Ducati: Binomio Italiano”, non poteva mancare l’intervista a Cristiano Habetswallner, Responsabile Sponsorship Telecom Italia e volto noto per gli amici di Professione Calcio. Anche questa volta, ci siamo fatti raccontare da uno dei diretti protagonisti di questa proficuo rapporto quelli che sono e sono stati gli aneddoti, le passioni, i ricordi, ma specialmente quelle che saranno le prospettive per il futuro: “Il binomio TIM-Ducati è una grande esperienza, non solo lavorativa e sportiva, ma oserei dire anche di vita – ha spiegato Cristiano Habetswallner – noi iniziammo a lavorare con la Ducati nel 2004 e, da allora, abbiamo avuto tante soddisfazioni. Per noi si presentò, al tempo, la possibilità di avere un partner fortemente solido nella tecnologia e, specialmente, un partner italiano. Ducati, del resto, è un po’ come la Ferrari, è la Rossa d’Italia su due ruote e rappresenta una delle grandi passioni degli italiani. Di questi dieci anni ho tanti ricordi piacevoli e intensi, primo fra tutti Casey Stoner che nel 2007 vinse il campionato, fu chiaramente una grandissima gioia anche perché noi iniziammo il nostro rapporto con la Ducati in un momento in cui non faceva faville, ma nonostante ciò credemmo in questo marchio italiano e pensammo fosse giusto sostenerlo e alla fine avemmo ragione”. Cristiano Habetswallner ci ha spiegato i motivi che hanno portato TIM ad investire sul mondo delle due ruote: “Le moto sono tecnologia e velocità e noi abbiamo utilizzato nelle nostre campagne di comunicazione, in particolar modo all’inizio della nostra partnership con Ducati, fortemente il concetto di velocità che questo binomio rappresenta. Inoltre, avevamo sponsorizzato la Ferrari dal 1999 al 2001, erano anni in cui si insisteva moltissimo nella velocità: velocità del download, nell’upload dei dati, nella navigazione in rete, evidentemente il marchio Ducati, un marchio estremamente performante andava molto bene per noi. Nel mondo delle due ruote esiste poi, ed è estremamente sviluppato nel progetto Ducati, il concetto di comunità, la moto è grande passione, i motociclisti sono grandissimi appassionati, basti pensare alla comunità ducatistica che trovava, già prima delle comunità social, diffusione sul web”.

Abbiamo chiesto anche a Cristiano Habetswallner, dopo averlo già domandato ad Enrico Novari, se è stato più difficile introdurre il mondo della comunicazione in quello delle due ruote o il contrario: “Si tratta di una domanda interessante e, devo ammettere, ho anche qualche difficoltà a rispondere. Il mondo della comunicazione credo abbia beneficiato dal mondo delle due ruote, ma penso che sia vero anche il contrario. Alcune delle campagne più interessanti fatte da noi riguardano proprio i motori in generale e le motociclette in particolare, qualcuno ricorderà di qualche pagina stampa magari in occasione del 2007 e della vittoria del Campionato del Mondo. Posso quindi dire che il binomio comunicazione e due ruote è un il binomio solido, non saprei chi ha tratto il maggior beneficio. Al mondo delle moto va però un grande applauso, partendo da una situazione non invidiabile sotto il punto di vista delle strutture, come ad esempio delle aree dedicate all’ospitalità e ai punti d’accoglienza dei vari circuiti, hanno saputo, portando sponsor e quindi comunicazione, creare un mondo che oggi funziona in maniera straordinaria che muove tanti soldi e che è riuscito a seguire anche un po’ il passo della Formula Uno, che inizialmente era più avanti, ma con la differenza di aver mantenuto una sana genuinità”. Sono stati tantissimi i campioni che si sono alternarti in questi dieci anni sulla sella della Ducati, impossibile non chiedere a Cristiano Habetswallner quale sia stato il suo preferito: “Sicuramente Casey Stoner è quello che ho conosciuto meglio e quindi è evidente che a lui va mio pensiero, è davvero una persona estremamente tranquilla, almeno fino a quando non sale su una moto e non dà gas, oltre che un grande professionista, ma lo sono tutti i piloti della Ducati che del resto, per un motivo o per un altro, sento tutti vicino. Con Gibernau, per esempio, posso dire di aver iniziato la mia avventura, ha le caratteristiche tipiche dell’estro dei piloti, che ti permettono di correre a 300 km/h. C’è poi Valentino Rossi che non ha bisogno di presentazioni, è un personaggio eccezionale, credo sia il re della comunicazione, è stato un privilegio conoscerlo. Nicky Hayden è un ragazzo molto sorridente, sempre disponibile e aperto, mentre quello che ho potuto conoscere di meno è Andrea Dovizioso che però mi sembra una persona che fa della serenità e dell’equilibrio le sue armi vincenti e forse anche comprensibilmente visto che in uno sport un po’ estremo è un bene cercare di essere tranquilli”. Marchio TIM che da anni è abbinato soprattutto alla tappa del circuito del Mugello: “Ho tantissimi ricordi legati al Mugello, soprattutto relativi all’accoglienza, al calore, e ai colori. Ho poi impressa una fantastica coreografia legata a Valentino e Hayden fatta con la tribuna Ducati che sposò con slancio questa nostra idea. Per noi il Mugello è centrale perché il Gran Premio d’Italia e come tale diventa la ciliegina sulla torta di quel trittico formato appunto da TIM, azienda italiana per eccellenza, Ducati, marchio italiano delle due ruote per eccellenza, e il Gran Premio d’Italia, Gran Premio per eccellenza”. In chiusura, uno sguardo al futuro: “Se non ci saranno motivazioni contrarie, e non credo ce ne saranno, continueremo a sponsorizzare tanto il Gran Premio del Mugello quanto Ducati, lo faremo quest’anno e lo faremo ritengo per i prossimi due. Vi dirò di più, forse vi verrò presto a raccontare qualche novità perché potremmo anche pensare di rafforzare la nostra sponsorizzazione. Abbiamo un’ottima relazione con i nostri partner e in particolare con la Ducati con la quale il rapporto è solido dal 2004, abbiamo attraversato anche delle difficoltà, anche questo non è il miglior momento per loro, ma il secondo posto ottenuto di recente ad Assen ci rincuora molto perché ci indica un cammino e noi in questo cammino vogliamo esserci e sostenere il progetto Ducati che mi pare stia prendendo i giusti binari”.

Top Foto - Un'immagine dall'interno del Museo Ducati

TIM-Ducati: la storia siamo noi

 

di Delfina Maria D’Ambrosio

 

La scorsa settimana, nell’ambito dello speciale “TIM-Ducati: Binomio Italiano”, abbiamo fatto tappa a Bologna, precisamente a Borgo Panigale, dove hanno sede sia la fabbrica sia il Museo Ducati, una struttura che raccoglie nelle sue stanze la storia dei successi, delle gioie e delle vittorie della famosa casa motociclistica. Abbiamo potuto fare una tour experience insieme ad alcuni fortunati clienti TIM sorteggiati per questa visita guidata, ma specialmente abbiamo potuto godere dell’esperienza e della conoscenza di Livio Lodi, curatore del Museo Ducati, vero e proprio almanacco della storia della “Rossa”: «Prima di tutto voglio sottolineare come per me sia un piacere fare da guida alle persone, non è sempre facile spiegare la storia. C’è una sorta di fil rouge che lega la Ducati a TIM – ha spiegato Livio Lodi – perché agli albori della telefonia italiana, che presumo sia nata non più tardi degli anni venti e trenta, la Ducati cominciava a lavorare nel settore delle componenti elettrotecniche, non facevamo telefoni ma siamo arrivati a fare radio quindi parliamo di una tecnologia del tutto simile a quella che noi all’epoca sviluppavamo. Poi le strade si sono separate e dal 2004 è iniziata questa collaborazione con Alice prima, poi Telecom ed infine TIM, un rapporto bellissimo tra due splendide realtà italiane che dura ormai da più di dieci anni. Paradossalmente, quando ho visto per le prime volte gli sponsor della telefonia mi è venuto in mente con un po’ di nostalgia, anche perché sono ormai ben  ventisette anni che lavoro in Ducati, quando ancora non esistevano i telefonini e le telefonate a casa o agli amici si facevano dentro la vecchia mensa dove avevamo il classico globo in plexiglass con la cabina con il telefono grigio e il pomello giallo per cambiare i gettoni. Poi, nel 1990, c’è stato il grande arrivo della cabina telefonica con tanto di telefono e scheda telefonica, quando le telefonate duravano più tempo rispetto ad oggi. E’ uno sguardo un po’ trasognato della storia e mi piace pensare che la realtà di Ducati, che si è ormai sposata alla realtà di Tim, segua ancora il corso dell’epoca del tempo. Oggi sono arrivati agli smartphone, sono arrivate le Moto GP, ma il concetto fondamentalmente non è tanto diverso». TIM e Ducati che rappresentano, quindi, un vero e proprio viaggio in parallelo negli anni, iniziato non soltanto dieci anni fa, ma diverso tempo prima, e che poi ha portato queste due società ad incontrarsi e a sposarsi: «Sì, parliamo prima di un rapporto come fornitore di servizi e poi come sponsorship – ha confermato Livio Lodi – è un po’ come parlare della storia del nostra nazione e dell’evoluzione che abbiamo avuto e continuiamo ad avere. Posso dire di sposare completamente questo pensiero legato ad una realtà di un paese che cresce, che era venuto su da anni difficili, come dimenticare il dopo guerra e poi il boom, e che poi ha visto la comparsa di mille tecnologie che ci hanno portato via via ai giorni nostri». Livio Lodi ci ha anche raccontato la storia di questo museo: «È nato nel 1998, anno in cui Ducati ha celebrato il primo raduno mondiale World Ducati Week, di cui inoltre TIM è nostro main sponsor per l’evento, in quell’occasione abbiamo creato una sorta di macchina del tempo con la quale si è raccontata fondamentalmente la storia delle competizioni reinterpretando la chiave di lettura della storia stessa. Noi abbiamo la percezione di Ducati come un’azienda, ed è una percezione vera, che produce moto molto belle, moto rosse, moto italiane, ma bisogna chiedersi che cosa c’è dietro quel nome, cosa si vive in Ducati?». Abbiamo chiesto al curatore del Museo Ducati di ricordare il momento più bello di questa sua avventura: «È difficile dire quali sono stati i momenti belli o meno belli, posso dirvi che in ventisette anni di vita dedicati a questa azienda dei miei quarantotto rivivrei  esattamente ogni secondo delle cose che ho fatto. Sono stato operaio, sono stato contabile e da sedici anni seguo il museo, tre dei quali li ho fatti d’assistente e gli altri tredici da direttore. Personalmente, credo sarebbe ingiusto dire che c’è stato un momento più bello, la prima cosa che potrei ricordare è quando abbiamo vinto il titolo mondiale Moto GP, ma non vedo per quale motivo non avrei dovuto provare la stessa gioia quando Ducati ha vinto gli altri titoli mondiali Superbike. Ogni vittoria, ogni successo raggiunto secondo me è motivo di gioia, anche quando produciamo una moto particolarmente bella, quale può essere una Panigale, una Multistrada, una Diavel, una Hypermotard, tutte moto che vedendole poi girare per strada ti fanno pensare a dove le hanno fatte e nel momento in cui le vedo realizzo e penso le hanno fatte a casa». Parlando di storia, non potevamo non chiedere a Livio Lodi anche cosa si aspetta per il futuro di questo binomio TIM-Ducati: «Io potrei rispondere in maniera molto banale che sono l’uomo del passato, non leggo il futuro e non sono un veggente, per me il futuro sarà interessante quando avrà un anno e allora potremmo parlare di passato prossimo. Mi auguro, comunque, che questa bella avventura tra Ducati e TIM continui perché comunque, nonostante abbiamo passato degli anni non proprio brillanti perché sono stati un po’ avari in termini di risultati, TIM si è comunque dimostrata fedele al nostro impegno. Chiunque potrebbe abbandonare la barca quando affonda, ma questa non è una barca che affonda, questa è una delle poche aziende che, grazie al cielo, ha degli ottimi profitti, che vende bene e che è conosciuta in tutto il mondo. Questo vuol dire che anche il brand TIM che viene portato all’estero e che si vede sulle carene delle nostre moto da corsa, Superbike e Moto GP, porta in qualche maniera un testimonial di un’altra realtà italiana. Per me il futuro è roseo, in realtà dovrei dire rosso corsa, io personalmente la vivo un po’ alla giornata, ma è inutile negare che i giorni che passano sono il consolidamento di qualcosa che si è iniziato a fare e che entrambe le case, Ducati e TIM, sono ben liete di continuare».

Top Foto (buona)

TIM-Ducati: prospettiva a 360 gradi

 

di Delfina Maria D’Ambrosio

Continua lo speciale di Professione Motori sul decennale binomio italiano TIM-Ducati, questa volta abbiamo avuto il piacere di ospitare nei nostri studi televisivi di Saxa Rubra l’ingegnere Maurizio Rota, direttore di Illusion Assist Group, che ci ha spiegato il funzionamento e tutti i segreti della rivoluzionaria telecamera 360 Oculus Rift che il collaudatore della Ducati Franco Battaini ha montato sul suo casco a metà maggio, in occasione di alcuni test di prova che si sono svolti al Mugello: «Prima di tutto ci tengo a spiegare la differenza tra la camera 360 e l’Oculus Rift. La camera 360 è la composizione di diverse gopro di ultimissima generazione, quindi sei gopro montate su uno stampo 3D di forma cubica che noi abbiamo realizzato, e che vanno a creare quella che comunemente viene chiamata la videocamera 360 e quindi va a fare quel video sferico. L’Oculus Rift invece è un visore quindi un particolare supporto che permette di navigare in una realtà immersiva in video a 360 gradi, come se si fosse all’interno del casco del pilota, quindi è un visore di un video”. Impossibile non chiedere al direttore di Illusion di parlarci anche della sua azienda: “Illusion è una divisione del gruppo Assist, la più giovane delle divisioni e che ha come obiettivo quello di attualizzare il mercato delle sponsorizzazioni non solo sportive, anche se in questo caso chiaramente lo sono, applicando delle nuove tecnologie. Siamo nati nel 2012 con questa mission e siamo il frutto di oltre venticinque anni di lavoro del gruppo Assist nel mondo dello sport. Noi ci facciamo quindi continuamente delle domande, chiedendoci come possiamo migliorare un aspetto o intervenire per valorizzare una parte di un format di sponsorizzazione o per valorizzarla da nuovo. Seguendo questa traccia noi facciamo costantemente scouting internazionale alla ricerca di nuove tecnologie e nuovi prodotti e, attraverso un forte reparto di ricerca e sviluppo presente nella nostra divisione, andiamo a disegnare, progettare e realizzare dei prototipi sfruttando queste tecnologie ed attraverso delle esclusive partnership internazionali andiamo ad applicare nei format e creiamo questi servizi e questi prodotti di cui le aziende che sono all’avanguardia, faccio l’esempio di TIM, che lo è sempre stata nelle tecnologie e soprattutto molto presente a livelli di buon posizionamento nelle sponsorizzazioni sportive, si avvalgono dei nostri servizi e dei nostri prodotti. Facciamo comunque capo ad Assist Group che da oltre venticinque anni lavora nella comunicazione internazionale a vario titolo. Chiaramente, nello sport ci siamo nati perché all’epoca abbiamo iniziato proprio nella Formula1, passando poi per le grandi regate di vela, per serie A TIM e per la Nazionale italiana di calcio, e non ultime le Olimpiadi con dei progetti che ci hanno visti coinvolti con il CONI a Pechino, Vancouver e l’ultima a Londra. In questo mondo, quindi, ci sentiamo a casa e chiaramente TIM, che è sempre stata molto attenta al mondo dello sport, è una delle nostre aziende partner clienti più importante. A livello motoristico, Illusion si incentra sullo sport non al 100% ma con alcuni dei suoi prodotti, ad esempio il video a 360 gradi che abbiamo girato al Mugello con Franco Battaini e che abbiamo reso fruibile a una clientela di TIM in un’area riservata dell’autodromo del Mugello durante tutto il weekend di gara attraverso la visione con l’Oculus Rift. Chiaramente, ci sono dei prodotti di Illusion che più si prestano al mondo dei motori, appunto come dicevo prima l’Oculus Rift e il video a 360 gradi, perché sono meglio collegabili ad attività e sport ad altra adrenalina, cosa può essere, del resto, più adrenalinico di un giro in sella a una Ducati, una Moto Gp con collaudatore ufficiale? Inoltre, non essendo una camera invasiva non modifica la guida del pilota, essendo posizionata sul casco chiaramente ci vuole un pochino di tempo prima che il pilota realizzi di avere un corpo estraneo, anche se si tratta di qualche centinaio di grammi, ma subito dopo aver familiarizzato parte alla grande e nel video si vede benissimo”. L’ingegnere Maurizio Rota ci ha anche spiegato come sono approdati nella grande famiglia TIM-Ducati: “Noi siamo entrati in questa famiglia sin da subito, ovvero da quando è nata la sponsorizzazione, anche se io preferisco chiamarla partnership perché di questo si tratta tra due aziende simbolo del Made in Italy e che puntano ad amplificare la passione dei loro fan, Ducati verso il popolo dei ducatisti e TIM verso i propri clienti per i quali ha sempre grande rispetto. TIM è sempre stata all’avanguardia nelle sponsorizzazioni, infatti con lei abbiamo sviluppato nel calcio nuove tecnologie, per esempio la fancam, quelle immagini a 360 gradi a ventimiliardi di pixel, parliamo quindi di una qualità esagerata sulla quale viene poi montata una piattaforma social, quindi diamo la possibilità ai fan e agli utenti di vivere una “user experience” nuova perché possono entrare, taggarsi, condividere sui social con i loro profili personali, partecipare a concorsi e sondaggi. Si tratta di una realtà di cui TIM è stata anticipatrice in Italia, la prima azienda in assoluta a farlo nel calcio in Italia, la prima al mondo ad aver effettuato una fancam al Mugello nel moto GP dell’anno scorso. Mi piace chiamare TIM e Ducati le ammiraglie delle tecnologie nonché portabandiera del made in Italy. Per esempio la fancam che è visibile ancora sul sito www.timducati360.it, dove inoltre si trova la versione navigabile del video 360, ha realizzato in pochissime settimane circa il 60% di accessi, quindi 46mila accessi unici su 76mila presenze live, questo vuol dire che il 60% delle persone che erano lì presenti sono andate a vedere la loro immagine ripresa dal circuito del Mugello e si sono taggati, hanno partecipato a delle iniziative ecc. Nel settore delle sponsorizzazioni TIM è sempre stata molto attiva, noi li abbiamo sempre seguiti e da quando sono entrati a fa parte della famiglia Ducati, da quando queste due realtà italiane hanno deciso di chiudere una partnership che è proficua a livello di passione che trasmettono ai propri fan, noi siamo sempre stati al loro fianco con le nostre tecnologie”. Abbiamo poi chiesto a Maurizio Rota quale feedback hanno ricevuto le immagini girate dalla telecamera inserita nel casco di Franco Battaini, visto che sono state proposte in anteprima agli invitati della TIM al Gran Premio d’Italia della Moto Gp: “Ci sono due versioni di questo video, la versione navigabile a 360 gradi che è visibile tutt’ora sul sito www.timducati360.it e la versione adattata a essere fruita attraverso l’Oculus Rift che è stata proposta in anteprima alla clientela di TIM in aree dedicate dell’ippodromo del Mugello. Le prime impressioni sono state entusiaste, perché l’Oculus Rift permette di vivere in una realtà immersiva quello che difficilmente si riuscirebbe a fare, permette di navigare con il solo spostamento della testa il video a 360 gradi, di fatto è come se io fossi abbracciato a Battaini che comanda la moto ma io posso vedere esattamente quello che succede accanto a me. Lo stesso Battaini quando ha provato al Mugello i risultati del suo video con l’Oculis Rift ne è rimasto sorpreso e, addirittura, ha fatto tutta l’ultima parte guardando indietro perché chiaramente come ci diceva lui da pilota non si volta mai. L’entusiasmo nasce anche dalle emozioni che regala questa esperienza: a pochi capita di potersi sedere su una Ducati in corsa”. Uno sguardo al futuro e a quelli che sono gli obiettivi e le prospettive di questa giovane divisione: “Noi di Illusion e l’intero Gruppo Assist siamo giovani e avidi di nuovi progetti, andiamo sempre alla ricerca di tecnologie e mi auguro che questo trend non termini mai anche dal punto di vista societario. Noi abbiamo dei progetti per l’Oculus Rift nel 2015 non in ambito sportivo, non posso però anticipare nulla, ma se tutto va come ci auguriamo, ne sentirete parlare. Per il resto ci stiamo concentrando molto sull’user experience, quindi mettere a disposizione dei fan la possibilità di vivere un’esperienza anche a chi non era sul luogo dell’evento. Stiamo lavorando molto sulla internet of thinks per dare al luogo che ospita l’evento la possibilità di comunicare con gli spettatori, quindi attraverso la connessione internet di fare sharing di informazione, oppure con la dual screen technology che permette agli spettatori di poter fruire di contenuti aggiuntivi in real time attraverso tutti gli ultimi dispositivi come tv, tablet, smartphone. Si tratta davvero di una user experience che fin’ora non si era mai riuscita a raggiungere, indirizzata, lo ribadisco, non solo a chi è presente e può vivere le emozioni di un evento visto live ma anche a chi non è potuto esserci e non per questo deve essere penalizzato”.